giovedì, 2 Maggio 2024

La Love Blogger

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Fosse per me passerei più tempo a fare l’amore che a scriverne. Ma, poi, qualcuno mi ha denominata La Love Blogger e da quel giorno faccio credere a tutti che io sia romantica a patto che tutti loro continuino a credere nell’amore.

Tutto quello che so sull’amore (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: oltreuomo.com

Non so mai chi sono. A parte quando m’innamoro.
Questo lo dico dalla confusione di chi un amore non ce l’ha. Anzi: l’ha perso. Ne ha persi più di uno. Due. Tre. Quattro. Tutti. Tutte le volte. Questo lo dico nonostante tutte le volte, in fondo, io smetta di crederci. Lo dico a me che, oggi, mi guardo allo specchio e a tratti mi piaccio a tratti meno. Perché quando sorridi con gli occhi non è mai come quando sorridi e basta. Allora mi scruto un po’ in più. Davanti allo specchio mi ci soffermo sempre più del necessario, sì lo so. Mi ci devo abituare. Mi devo amalgamare a quella me così rigida, dalla faccia tosta e il cuore di pietra. Mica ero così, datemene il tempo e concedetemi qualche smorfia scostumata. Perché quella me, alle volte, la mando pure a quel paese: certo.

È colpa dell’amore.
Ma non di quello che ho perso, perché a me non andava bene. E ho avuto il coraggio di ammetterlo a me stessa. È la paura che mi fotte. La paura che, allora, non me ne vada bene mai una. Che stando da sola io sia diventata quella perfetta per stare con nessuno. Perché non sopporto quando qualcuno tenta di invadere i miei spazi. Ma se resti a guardarmi da lontano e non hai il coraggio di farti avanti non mi va bene lo stesso. Nonostante questo resto convinta che i gesti che si scambiano gli innamorati mi piacciono. I baci che si danno, ad esempio, sono cosa bella. Ma quelli che si rubano lo sono ancora di più. Quelli che non ti aspetti, che non si chiedono. Perché un bacio è la risposta, non è la domanda. E non sempre le risposte sono quelle che ti aspettavi.

Non sempre le persone sono quelle che ti aspettavi.
Io, ad esempio, ho aspettato persone che non sono mai tornate. O che una volta tornate non erano più quello che stavo cercando. E, forse, non lo ero nemmeno più io per loro. Ma se me lo avessero detto prima non ci avrei mai potuto credere. Come non avrei mai potuto credere che tu non eri quello perfetto per me. Cavolo. Ci avrei scommesso. Ma per te l’amore è tutto, per me l’amore è (anche) altro. Siamo diversi. Oppure lo siamo diventati. E quindi le persone cambiano. L’amore pure?

Tutto quello che so sull’amore è che mi ha cambiata fino all’osso.
Mi ha stravolta, consumata e rigenerata come solo lui può. Tutto quello che so sull’amore è che cambia innumerevoli volte e trova sempre la forza di presentarsi più forte di prima. Senza dubbio diverso, con un nuovo aspetto e indossando nuove espressioni: ma lui. Quello che riconosci appena ci posi sopra lo sguardo e non ne puoi fare a meno. E allora dopo averlo tanto cercato ti senti pure stupido: era lì. A un passo da te o dall’altra parte del mondo. Ti stava aspettando. E capirà. Che se pure ha tardato, comunque non ci ha messo tutta la vita. Se pure ti ha cambiato, comunque non ti ha reso incapace di amare.

E ovunque tu sia: in bocca al lupo amore (mio).

50 sfumature e ½ (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: www.kimbasinger.it

In quanto a 50 sfumature una mezza idea me la sono fatta.
Decanto l’amore, parlo di sesso, scrivo di storie. E questa proprio non mi va giù. Ma 9 settimane e ½ l’avete mai visto? Beh se non lo avete fatto allora rimediate subito.
Lì c’è un Gray, ma non c’erano i social. E quindi non ha rivoluzionato il vostro modo di fare l’amore. Sarà contento il vostro lui. Dovreste essere un po’ meno contente voi.

La storia di 50 sfumature di grigio ruota attorno alla mente malata di un uomo e al bisogno impellente di una giovane donna di curarlo. È la storia di molte donne: quelle che si ammalano tentando di curare i mali altrui, al costo di piegarsi ad ogni tipo di volere, anche il più perverso. Mentale o fisico che sia, credete faccia qualche differenza? Poi ci sono le scene di sesso e frasi tipo: “se fossi mia non ti potresti sedere per una settimana”. Se ve lo dicesse il vostro lui lo fareste saltare dalla sedia. Dite di no? Beh allora, io vi assicuro che il portatile del vostro fidanzato contiene giochini erotici molto più simpatici, provate a digitare “y..”. Vi si aprirà un mondo magico. Ma fare le timide non ha senso. Perché altrimenti lui non diventerà mai il Grey dei vostri sogni.

Per fare l’amore bisogna essere altruisti, bisogna sapersi concedere e scendere a compromessi. È bello rompere gli schemi e scoprire, insieme, che quei limiti, tanto limiti
in fondo non erano. Ah! Bisogna uscire dalla sala cinema, non so se ve l’hanno spiegato. Che 50 sfumature e ½ volta che lo guarderete vi rendano spigliate tra le lenzuola non ci crede nessuno. Ma scommetto che se restate a casa a guardare 9 settimane e ½ con la vostra dolce metà, ne uscirete con una cultura cinefila più ampia e una visione dell’eros pure. Perdonatemi, resto un’inguaribile romantica.

Se non capisci perché non si fa sentire te lo spiego io (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: musicisbetterthansex.blogspot.com

Ci sono gli uomini, ci sono gli uomini stronzi e ci sono gli uomini a cui non piaci.
Quello a cui interessi ma non si fa sentire, invece, non lo hanno ancora inventato, credimi. Certo sarà indaffarato, avrà la batteria scarica, magari è una tecnica, o forse è timido – che ne sai?! – chiamerà, deve prendere tempo, andare ad Hong Kong e tornare in un solo giorno, sfidare un rinoceronte e camminare sui carboni ardenti con delle fiaccole fumanti in bocca interrottamente. Nella vita tutto può succedere. Ma quanto prima smetti di raccontartela tanto prima succede che inizierai a sorridere ancora. Questo te lo garantisco. Certo è che noi donne cresciamo con un programma incorporato: dai un nome a quella cosa/persona/relazione/pupazzo. Colpa della mamma che perfino al pesce rosso ci costringeva a dare un nome (è un pesce! non lo vedi?). E così crescendo questa cosa ce la siamo portate dietro. Ci sembra di tenere tutto sotto controllo così, invece, ci sfugge la cosa più lampante, quella che hai sotto agli occhi ma non la vedi: gli uomini sono fatti di carne, ossa e sentimenti esattamente come le donne e se non sente il bisogno di cercarti è perché questo bisogno non gli appartiene.

Certo non dico che di stronzi non ne esistono.
Quelli in grado di tenerti attaccata a un telefono a supplicare che squilli. Anzi, ne esistono di due tipi. C’è quello che non si fa mai sentire ma che se tu lo cerchi è lì, basta che non ti spingi troppo oltre con le parole che altrimenti lo vedi indietreggiare con una nonchalance tipica dell’uomo solo. Troppo solo. Quello che: “non credere di poter entrare nella mia vita che non c’è posto per due, io e me stesso stiamo benissimo, intesi?” (poi torna a casa e trova consolazione nei film romantici e le canzoni strappa lacrime col barattolo di Nutella in una mano e il cucchiaio in un’altra). E poi esistono i fighi, o diversamente fragili. Appartengono a questa categoria tutti coloro che ti corteggiano smisuratamente, ti cercano di continuo, ti elogiano e non fanno altro che ripeterti che come te chi altra? Quella prima, quella prima ancora e perfino quella durante. Le ha trattate tutte così perché tanto – ottenuto quello che voleva – quella donna diventa da cambiare. Ricorda il linguaggio che si usa per un auto, vero? No. L’auto non la lasciano da sola.

Comunque – sospiro di sollievo – poi esistono gli uomini.
Grazie al cielo. E sono una cosa bella un sacco. Perfino quando non chiamano. Anche se non ti cercano. Anche se non hai idea di quello che pensa di te. A patto che tu tenga sempre ben a mente che siamo tutti delle persone. Ognuno ha i suoi tempi e spesso non coincidono. Non sempre le cose possono accadere nel momento in cui noi le desideriamo e, in fin dei conti, un uomo interessato lo trova sempre il momento, purché sia quello giusto.

Ognuno ha l’amore che si merita (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: biancalba.com

A parlare d’amore si corre sempre un certo rischio.
Il più grande tra tutti è quello di confondere il motivo per cui hai iniziato. Ma anche quello che gli altri fraintendano dove vuoi arrivare non è da meno. In quanto agli altri ci ho fatto il callo, io parlo d’amore tutti i giorni. In quanto a me, invece, mi è toccato sbatterci la testa contro. Più e più volte.

Deve essere andata così. Un po’ come per le credenze popolari.
Uguale alla storia che se ti siedi nella parte in cui il tavolo fa angolo allora non ti sposi. Senz’altro qualcuno, allo stesso modo, millenni fa deve aver messo in giro ‘sta storia che l’amore è l’altro. E così sono secoli – buttati – in cui cerchiamo disperatamente quest’altro. Quello che ci completi. Quello senza il quale la nostra vita non sarebbe più la stessa e non deve esserlo se non c’è lui. O lei. O, insomma, lo facciamo tutti: ci aggrappiamo all’altro, lo stringiamo forte tra le nostre mani e badiamo bene di non mollare la presa che se no lo perdiamo. In realtà quello che stiamo facendo è riversare nell’altro tutta la nostra forza. Che se, sfiga vuole, un giorno siamo costretti ad aprirle quelle mani, ci rendiamo conto che non stavamo stringendo proprio niente. O meglio: niente di quello che avremmo voluto. Ma eravamo troppo impegnati a non perderlo per accorgercene.

L’ostinazione non è sinonimo d’amore. Né fa rima con coraggio.
L’essere umano è una macchina perfetta. E sorprenderà sapere che, se solo potessimo, noi non faremmo nulla tutto il giorno. Niente. Niente che comprometta un dispendio di energie. L’essere umano è abitudinario per antonomasia e chiedetegli tutto ma non di cambiare il suo canale tivù preferito, nemmeno mentre non lo sta guardando: è il suo canale tivù preferito e la televisione resta accesa lì, punto. Figuratevi se siamo bravi, allora, a tirarci fuori da storie che non ci piacciono e che fino a ieri erano tutto. Impossibile. E allora è colpa sua. Non fa abbastanza. È cambiato. È colpa dell’altro. Nel gergo comune tutto questo è traducibile in un banalissimo: non lo voglio ma non lo so accettare. Non posso. Significherebbe, a quel punto, ammettere che in questo puzzle perfetto che la mia mente aveva costruito manca un pezzo. Manco io.

A te la scelta. Io la mia l’ho fatta tempo fa.

“Ognuno ha l’amore che si merita”

Così mi è stato detto quando tentavo di riversare la colpa su di lui se il mio amore mi faceva più rabbia che bene. E così dico io oggi a tutti coloro che cercano l’amore altrove, senza per questo cercarlo prima in se stessi.