domenica, 14 Dicembre 2025

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Fosse per me passerei più tempo a fare l’amore che a scriverne. Ma, poi, qualcuno mi ha denominata La Love Blogger e da quel giorno faccio credere a tutti che io sia romantica a patto che tutti loro continuino a credere nell’amore.

Se è violento, non ti ama (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: www.huffingtonpost.it
“L’unico modo per cambiare un fidanzato violento, è cambiare fidanzato”

Questo lo slogan dedicato alla giornata contro la violenza sulle donne che si celebrerà domani, 25 novembre. Nel 2013 viene uccisa una donna ogni 3 giorni (dati del rapporto Eures). Ogni 3 giorni, nel mondo, la vita di una donna termina per dinamiche pressapoco simili a quelle della storia che vi sto per raccontare.

Veronica Valenti aveva 30 anni e un amore che non sentiva più suo.
Aveva così deciso di porre fine a quella relazione che le aveva già dato in cambio diversi momenti bui. Ma Gora Mbengue, l’ex fidanzato 27 enne della ragazza, non riusciva ad accettare che tra loro fosse finita. I due ragazzi si erano dati appuntamento per discutere nuovamente della decisione di Veronica, che quella sera non è mai più rientrata a casa. La storia tra Veronica e Gora si chiude su uno scenario tragico e deplorevole: un lago di sangue e innumerevoli coltellate sul corpo della ragazza. Quella sera non è finita la storia d’amore tra Veronica e Gora. Quella sera è finita la storia di una vita. Lasciando un immenso vuoto alla famiglia Valenti che nessuno mai potrà colmare.

La storia di Veronica è la storia di:

Annunziata Paoli, 78 Anni
Rimini 7 gennaio 2013: accoltellata dal marito nel settembre 2012 è morta dopo quattro mesi di coma;

Anna Francesca Scarpati, 52 anni
Capri (Na) 8 gennaio 2013, uccisa dal compagno che aveva denunciato ai carabinieri il 9 novembre 2012 per ingiurie, percosse e per violenza fisica e psicologica;

Hrieta Boshti, 36 anni
L’Aquila 18 gennaio 2013, freddata con un colpo di pistola vicino all’orecchio dall’ex marito.

Olayemi Favour, 24 anni
Casal di Principe (CE) 4 febbraio 2013, bruciata viva dall’ex fidanzato di una amica mentre cercava di difenderla;

Jamila Assafa, 30 anni
Budrio (Bo) 22 febbraio 2013, il marito l’ha uccisa con una coltellata al cuore e poi ha portato via i due bambini (2 anni-13 mesi) – Jamila si era rivolta più volte ai carabinieri in passato.

Sono 114 i nomi elencati nella lista femminicidio (così si chiama) e quindi non posso elencarli tutti, ma ad ognuna di loro va il mio pensiero perché la loro storia è la storia di ognuna di noi. Qualche giorno fa, infatti, ho scritto un post su La Love Blogger:

L’unica forza brutale alla quale dovete piegarvi è quella dei sentimenti.

Un uomo violento, non è un uomo che vi ama.
È un uomo malato che non potete curare nemmeno con tutto l’amore del mondo. Quando termina una storia c’è, quasi sempre, chi tra i due non accetta che finisca, e questo è normale. Perdere l’amore fa male ma si può sempre ricominciare. Il bello dell’amore è proprio questo: ripaga. Ma una vita non la riporta indietro nessuno e se sentite di essere in pericolo non abbiate paura, o vergogna, di raccontare la vostra storia. Non siete voi ad essere sbagliate. Queste donne non avevano alcuna colpa. Nessuno può essere colpevolizzato della fine di una storia e la violenza fisica non è la giusta risposta nemmeno ad una scenata di gelosia che vi vede protagoniste. Non è vostra la colpa sebbene si tratti di un sentimento irrazionale. Perché chi riversa su di voi la propria frustrazione ha un limite grande che è quello di non saper placare la propria ira fino a generare violenti sfuriate.

Non tutti intendiamo l’amore allo stesso modo.
Il concetto di amore è ampio e viene appreso nei primi anni di vita di una persona, così, ognuno di noi lo rende proprio in base all’esperienza vissuta. Ma vi è, invece, un concetto univoco: un uomo è colui che rispetta la propria donna.

La paura è il sale dell’amore (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: artmovestheworld.wordpress.com

Ci sono legami indissolubili.
Esattamente come la vita e il caffè, il sorriso e la pizza, un brutto momento e il gelato al cioccolato, l’amore e la paura. Cose che vanno di pari passo e, è inutile, non esisterebbe l’una senza l’altra. Quindi per una volta voglio essere breve ed andare subito al punto: in amore la paura non è la scusa, è la motivazione.

Ho avuto paura quando mi hai stretto le mani per la prima volta, sai?
Ne ho avuta tanta di più quando, per la prima volta, la tua telefonata ha tardato ad arrivare. Il cuore, poi, mi è arrivato dritto in gola quando i nostri corpi erano nudi uno di fianco all’altro. Ma mi sentivo comunque al sicuro. Io, in balìa di quelle emozioni così contrastanti tra loro e che nel mezzo avevano un unico punto d’incontro: la consapevolezza che lì, era proprio dove sarei dovuta essere. Con te. E, a dire il vero, da quando sei arrivato nella mia vita le paure che hai risvegliato in me sono davvero infinite. La paura di una nuova delusione, quella di essere illusa, tradita, quella di non essere abbastanza o, ancora, di commettere un grande errore. La paura di scegliere, di sceglierti. Quelle sensazioni che un po’ ti fanno tornare il bambino spaesato e fragile di un tempo. Ma con molta più paura di allora perché oggi hai acquisito un vocabolo in più nel tuo percorso di vita: il rischio.

“Ho visto gente di 50 anni innamorarsi e tornare letteralmente bambini.
E quelli, i bambini come gli innamorati, non badano mai ai rischi che potrebbero correre mentre scoprono il loro mondo”.

Allora ti svelo un segreto: chi ama rischia sempre un po’ e non può farne a meno.
Per chi è innamorato arriva un momento in cui deve lasciarsi andare, deve abbandonarsi all’altro senza riserve. È il momento in cui si raggiunge il picco massimo di piacere, per corpo e mente. È il rifugio di tutti i momenti altalenanti e di tutti i pezzi di te che hai affidato a qualcuno con il timore che questo chissà cosa ne avrebbe mai fatto. È il traguardo. Quel traguardo che senza le nostre paure insieme non avremmo mai raggiunto.

Ecco perché sorriderò sempre un po’ di fronte a coloro che si dicono timorosi di portare avanti una storia. Vorrei andargli vicino, prenderli per le spalle, scuoterli un po’ e dirgli: sveglia.
Non è la paura a fermarti, ma l’amore che manca.

Perché la paura è la motivazione e l’amore è il suo coraggio.

L’amore è un gioco, il più pericoloso di tutti (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: www.nonsolotigullio.com

Più cresco e più mi convinco che di tutte le regole che mi hanno insegnato non so proprio che farmene.
Mangio quando ho fame e non perché è ora. Dormo se ho finito di fare tutto quello che devo e non perché sono stanca. Sto zitta quando mi arrabbio per fare arrabbiare te, non perché io (io, ti pare possibile?) non abbia nulla da dire. Per farla breve non ho mai saputo scendere a compromessi, mai. Poi mi sono innamorata.

“L’amore è un gioco.
Il più pericoloso di tutti perché senza regole”

E tutte le certezze svaniscono.
Guardati: sei tenero da quanto sei impacciato. Non sai mai fino a che punto mollare la presa che tra la paura di perdermi del tutto e quella di avermi realmente per te è quasi meglio continuare a darsi delle colpe affinché domani restiamo ancora noi. Immobili, così, come se nulla fosse successo. Io che continuo a programmare una vita perfetta e che, forse, non mi appartiene e tu che nella tua tenti di disfare anche quello che realmente va bene. Dicono sia una questione di segni. Di orari di nascita, ascendenti e posizioni planetarie. Dicono che abbia qualcosa a che vedere con l’affinità di coppia, solo se è quella di Paolo Fox che se no non vale. Che la luna alcuni giorni è storta e che il sole prima o poi arriva per tutti. Io dico che basterebbe avere il coraggio di scegliere per porre fine ai mille perché.

E dico che stasera ho qualcosa da dirti e tu, ascoltami.
Io ci sono e non mi perdi. Io ci sono dentro fino all’osso. Fino a te. Fino a rischiare, a mettere in discussione, fino a riprovarci finché fa male. Ci sono dentro fino a sbatterci la testa. Fino ad aver imparato che quando sorridi è perché in realtà sei triste e che quando mi dici qualcosa di bello, spesso, è solo per far fronte al più brutto dei momenti. Tipo questo. Quello che ci vede in bilico, a un passo dal mollare la presa e le parole ora non servono più. Sono state belle quelle di conforto di notte. Sono state preziose quelle sussurrate e solo nostre. Sono state un dono quelle in cui sembrava che dopo di te nessuno mai potesse capirmi. Sono diventate un pericolo quelle in cui ci siamo intrappolati senza (voler) vedere una reale via di fuga. Perdendo il sapore del gioco, perdendo la voglia di andare contro corrente. Perdendo quello che se non è amore, allora che cos’è?

Non sempre si giunge al termine avendo in serbo un finale a sorpresa.
Ormai le parole scorrono veloci e confuse quasi come se le si volesse rendere in grado di fermare il fiume in piena che siamo noi. Con l’unico rischio che un punto scritto, diventi un punto reale senza il coraggio di mettersi in gioco per davvero.

‘Giochi o non giochi?’

Bisogna avere coraggio per amarsi. Bisogna essere in grado di accettare ogni sfida per portare al termine un gioco d’amore, oppure bisogna fermarsi.

Dimmelo, non mi ami più (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: www.femminilitaestile.it

È che alle volte urge il sesso.
Quello forte, occasionale e privo di compromessi. Quello senza promesse, né scenate di gelosia. Quello primitivo in cui ognuno si porta a casa i sapori dell’altro senza mischiarli coi suoi, dopo. Quello di chi non si conosce.

Allo stesso modo non si può avere urgenza d’amore.
Non ci si può avvinghiare ad una persona e respirane il profumo finché ce n’è. Per poi aggrapparsi alle colpe dell’uno e dell’altra, che non è colpa di nessuno se non ci sopportiamo più. E io non ho più bisogno di te e tu non hai più bisogno di me, ma i postumi dell’amore battono qualunque notte in bianco e allora, tanto vale aspettare che le cose cambino da sole. Meglio lasciarsi una porta aperta, che poi chi lo stabilisce il limite dopo il quale ha senso smettere di sopportarsi. Finché ce n’è, andiamo avanti. Noi donne siamo brave in questo. Nel momento in cui intendiamo porre fine ad una storia, ecco che ce la vediamo passare tutta davanti. Ovviamente la selezione è accurata e i momenti che tendiamo a ricordare sono solo i più belli, anche se l’ultimo sorriso spontaneo risale a troppo tempo fa. Ma ce lo facciamo bastare. E spesso nemmeno per noi. A me è capitato di farmi bastare i suoi vecchi sorrisi, di riciclarli a dovere e riutilizzarli proprio per lui. Perché non si accorgesse che tutto stava andando in frantumi, perché non fossi costretta a doverlo ammettere a me stessa. Perché la fine di un amore ha il sapore della sconfitta e il terrore che questa sia l’ultima. Che quella sensazione di smarrimento sia il vero per sempre. Che fine hanno fatto tutte le nostre promesse?

Io mi odio per il cinismo con cui riesco a pronunciare che tutto finisce.
Che le persone non si perdono ma decidono se restare e andar via e che sì, nella vita capita: si finisce col non conoscersi più nonostante ci si era promessi di non perdersi mai. Ma non possiamo sentirci in colpa per questo né considerarci genitrici di sogni infranti. Alle volte ci si deve stringere le mani per dirsi addio. Per permettersi di portare in giro nel mondo quell’amore finito e non fallito, quell’amore che abbiamo ad ogni modo imparato. Per far sì che non si riduca tutto ad un banalissimo: è stato un errore. Perché incontrare persone come noi non è mai un errore. L’errore sta nel perdersi mentre si cerca di trattenere qualcosa che abbiamo paura di dimenticare, ma che ci farà dimenticare solo di noi.

– Quanto ci metti a dimenticare una persona?
– Se la amo davvero non la dimentico mai.