venerdì, 26 Aprile 2024

Ma cosa mangi?

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Gli alimenti non hanno più segreti: nella rubrica Ma cosa mangi la dott.ssa Fernanda Scala vi aiuta a scoprire cosa mangiate realmente

Alimentazione corretta: ecco 10 cibi che non devono mancare in dispensa

Credits photo: www.ikea.com

Seguire un’alimentazione sana, corretta e soprattutto varia è fondamentale per assicurarsi una vita in salute.

Sono tanti i nutrienti necessari al nostro organismo ed in grado di sopperire a funzioni biologiche essenziali quali il bisogno energetico, il ricambio cellulare, i processi fisiologici, nonché in grado di esplicare un’azione di protezione e di prevenzione nei confronti degli stati di infiammazione, nell’insorgenza di patologie cardiovascolari e stati patologici morbosi.

Infatti stili alimentari inadeguati, come anche evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre ad incidere sul benessere psico-fisico, rappresentano un fattore estremamente pericoloso per l’insorgenza di patologie croniche, cardiovascolari e tumori.

Ma quali sono gli alimenti che non dovrebbero mai mancare nelle nostre dispense?
Eccone 10 estremamente preziosi e ricchi di proprietà benefiche.

Acqua

L’acqua, costituente principale del nostro corpo, è sicuramente un elemento che non può mancare in una sana e corretta alimentazione.
Tantissime le funzioni che svolge all’interno del nostro organismo: l’eliminazione di tossine e sostanze di rifiuto dagli organi vitali, il trasporto dei nutrienti verso le cellule, aiuta a regolare lo stimolo dell’appetito favorendo il senso di sazietà, regolarizza l’attività intestinale, idrata l’epidermide rendendo la nostra pelle più bella, migliora la concentrazione così come è in grado di rafforzare il sistema immunitario.
Una corretta idratazione consente una corretta funzionalità del nostro organismo.

Cereali integrali

Chi l’ha detto che per mangiare in maniera sana ed equilibrata bisogna escludere i cereali quali grano, mais, avena, orzo, farro e gli alimenti da loro derivati (pane, pasta, riso)?
Questi alimenti infatti forniscono carboidrati, una delle principali fonti energetiche dell’organismo.
L’importante è scegliere quelli giusti. Laddove infatti non siano presenti condizioni cliniche specifiche che non ne permettano l’utilizzo, ottima abitudine è quella di introdurli integrali.

In questa forma i cereali mantengono ottime quantità di fibra alimentare, vitamine del complesso B e minerali, oltre a piccole quantità di proteine.

La fibra alimentare inoltre consente di contrastare l’insorgenza dei picchi glicemici nel sangue e di rallentare l’assorbimento degli zuccheri sia a livello gastrico che intestinale.

Ottimi anche per la prima colazione, specialmente quelli a base di orzo ed avena, ricchi in betaglucani che aiutano a mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue.

Legumi

Alimento cardine della dieta mediterranea, i legumi non dovrebbero mai mancare nella nostra dieta giornaliera (a meno di condizioni cliniche che ne impediscano l’utilizzo).

Arricchiamo quindi le nostre dispense con fagioli, lenticchie, fave, ceci, piselli, in grado di fornire ottimi quantitativi di proteine vegetali, di fibre ed energia, associati ad un ridotto quantitativo di grassi.

Semi di lino

Ricchi di numerosi elementi nutritivi, i semi di lino sono estremamente benefici per il nostro organismo.

Sono infatti ricchi di omega 3, in grado di proteggere l’organismo dall’insorgere di malattie che interessano l’apparato circolatorio, poveri in sodio e colesterolo, nonché ricchi in fibra e vitamine, principalmente del gruppo B.
Inoltre favoriscono i processi digestivi, contrastano la stitichezza, e stimolano il sistema immunitario.

Come utilizzarli? I semi di lino sono perfetti per arricchire insalate o muesli, oppure associati ad altri ingredienti per tisane carminative o lassative.

Olio extra vergine d’oliva

Ottimo alimento per la salute, l’olio extravergine d’oliva apporta vitamine, sostanze antiossidanti, fitosteroli ed acidi grassi monoinsaturi estremamente preziosi.

Infatti gli acidi grassi monoinsaturi contenuti, al pari di molti polinsaturi, esercitano un effetto benefico sul quadro lipidico ematico, contribuendo alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Inoltre è un alimento molto digeribile grazie alla presenza di acido oleico, nonché in grado di proteggere l’organismo dai processi infiammatori e di invecchiamento cellulare.

Ottimo consumato a crudo, per mantenerne inalterate tutte le sue benefiche proprietà.

Frutta

Costituita da un’alta percentuale di acqua, sali minerali come magnesio e potassio, vitamine, e una discreta quantità di carboidrati sotto forma di zuccheri semplici (glucosio e fruttosio) in grado di fornire energia di pronto utilizzo, la frutta è un alimento estremamente prezioso che non può mancare nelle nostre dispense.

Trascurabile, invece, l’apporto di proteine e di grassi, poco presenti nella frutta, mentre le fibre, come la pectina, facilitano la digestione e regolarizzano le funzioni intestinali.

La maggior parte della frutta presenta un discreto valore calorico, costituendo quindi un ottimo alimento anche per chi sta seguendo una dieta ipocalorica volta alla perdita del peso corporeo.

Verdura

Arricchiamo i nostri piatti, e quindi le nostre dispense, con tante verdure.

Verdure a foglia, come lattuga, bietola, rucola, spinaci, verdure a fiore, quali cavolfiore, broccoli, carciofi, verdure a fusto, come sedano, finocchio, verdure a radice, come carote, rapanelli, zenzero, o verdure a frutto, tra cui pomodori, zucchine, melanzane, zucca, peperone.

In linea generale contengono ottimi quantitativi di acqua (in alcuni casi fino al 95%) caratteristica che li rende particolarmente preziosi per contrastare la disidratazione corporea, specialmente durante la stagione estiva, ed il malfunzionamento generale dell’organismo.

Apportano ottimi quantitativi di fibra alimentare, esercitano un’azione positiva sulla funzionalità intestinale e modulando l’assorbimento alimentare.
Come ben noto inoltre, le verdure sono ricche in vitamine e sali minerali, tutti estremamente preziosi e necessari per il corretto funzionamento delle principali attività biologiche.

Spezie

Le spezie: preziose alleate sia in cucina per insaporire le nostre preparazioni, sia tutti i giorni per utilizzare il loro prezioso effetto benefico.

Molte sono infatti ricche di principi benefici in grado di rinforzare il nostro sistema immunitario, regolare i livelli di colesterolo nel sangue, nonché azioni antiossidanti, antibatteriche, antinfiammatorie ed antitumorali.

Curry, zenzero, peperoncino, cumino, noce moscata, cannella, curcuma, anice stellato: se non abbiamo condizioni cliniche che ne impediscano il loro utilizzo, mai farle mancare in dispensa.

Pesce azzurro

Il pesce azzurro presenta un elevato contenuto proteico e di grassi insaturi, e quindi buoni per la nostra salute.

Sgombro, sauro, merluzzo, platessa, acciughe, nasello, dentice, palmita, tonno, tutti pesci azzurri ricchi in omega 3 ed omega 6, che aiutano a controllare il livello dei trigliceridi nel sangue, svolgendo un’azione di protezione e prevenzione nell’insorgenza di malattie cardiovascolari.

Sono inoltre ricchi in Sali minerali, vitamine, principalmente A, B ed E, e presentano mediamente un valore calorico moderato rispetto ad altre tipologie di pesce.

Mandorle

Semi oleosi ricchi di vitamine, soprattutto quelle appartenenti al gruppo A, B ed E, sali minerali, tra cui principalmente magnesio, potassio, ferro e calcio ed acidi grassi polinsaturi.

Questo prezioso frutto, date le sue caratteristiche nutrizionali, è sicuramente efficace nel preservare e mantenere in salute arterie, cuore e ossa.

Attenzione però, essendo un alimento molto calorico deve essere consumato in piccole quantità, soprattutto se volete perdere qualche chilo di troppo.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Ma cosa mangi: le patatine fritte fanno davvero male?

Credits photo: www.2night.it

C’è chi lo chiama “street food”, chi semplicemente cibo da strada, fatto sta che i locali che preparano questa tipologia di cibo rappresentano la tendenza del momento.

Ok nulla di nuovo, sappiamo benissimo che la frittura non è una metodologia di cottura appropriata per una dieta sana ed equilibrata, ma sappiamo effettivamente cosa stiamo mangiando?
Se valutiamo le proprietà nutrizionali 100gr di patatine fritte contengono circa il 48% di carboidrati, il 4% di proteine ed il 48% di grassi, per un valore calorico pari a circa 315 Kcal, l’equivalente di un abbondante piatto di pasta, valore in grado di crescere rapidamente se iniziamo ad aggiungere “qualche” salsa.

Ma le calorie non sono l’unico problema. Se valutiamo gli olii in cui le patatine vengono fritte, nella maggior parte dei casi si tratta di oli di girasole, arachidi, riso o colza, grassi vegetali privi di Omega 3 che, durante la frittura, sviluppano radicali carboniosi pericolosi per la salute dell’organismo. Del resto, per quanto gli slogan dei punti vendita decantino unicamente l’impiego di prodotti di ottima qualità, solo tra le mura domestiche è ipotizzabile il reale impiego di olio d’oliva per la frittura.

Non trascurabile è anche la tipologia di prodotto. Fresco, tagliato a mano e fritto all’istante, questo lo slogan principale che rende felici i consumatori che continuano ad accalcarsi fuori ai locali. Nella maggior parte dei casi si tratta invece di un prodotto surgelato, ovvero già precotto in oli di dubbia provenienza.

L’abitudine, cattiva, di consumare cibo in strada fa perdere la percezione di quello che si mangia e di quanto si mangia, che rappresentano dei pericolosi fattori di rischio per l’insorgenza del sovrappeso, dell’obesità e del diabete giovanile, favorendo inoltre la diffusione di una cultura alimentare che ben si allontana dalla nostra dieta mediterranea.

Ma a questo punto se proprio non dobbiamo dar “peso” alle calorie ed ai valori nutrizionali, noi italiani che nel mondo rappresentiamo l’icona dell’alimentazione sana ed equilibrata non potevamo portare in strada i nostri prodotti locali?

Del resto una porzione di di pasta è indubbiamente più salutare di una porzione di patatine fritte.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Dieta Plank: meno chili, tante restrizioni

Credits photo: www.filippo-ongaro.it

La dieta Plank (o Planck) promette di dimagrire in tempi record, tanto da essere definita dieta “lampo” grazie ai suoi ben -9kg in 14gg.

I risultati promessi sono certi perché la dieta, ferrea i primi giorni, elimina quasi del tutto carboidrati e fibre puntando molto sulle proteine.

Si tratta infatti di un regime ipocalorico, iperproteico ed estremamente restrittivo, che non deve essere seguito per più di due settimane in quanto può provocare gravi squilibri e danni alla salute.

Come funziona

Essendo una dieta iperproteica, la dieta Plank apporta un’elevata quantità di proteine, specialmente di origine animale, superiori alle raccomandazioni internazionali per una sana e corretta alimentazione, sia a pranzo che a cena.

Gli zuccheri complessi infatti, che in una dieta giornaliera equilibrata dovrebbero rappresentare il 45% delle calorie introdotte, sono estremamente ridotti, a volte completamente assenti.

Allo stesso tempo la dieta Plank riduce o elimina drasticamente alcuni nutrienti dalla dieta giornaliera come l’olio, mentre non si fa alcun riferimento alle porzioni e alle grammature degli alimenti.

Infine, non è previsto alcun protocollo di attività fisica motoria associato alla dieta.

Come anticipato la dieta Plank non prevede zucchero, motivo per cui questo regime è adatto solo per brevi periodi, mentre lascia ampio spazio alle proteine.
Si infatti a carni rosse, uova sode, carni bianchi e pesce accompagnati da verdure rigorosamente condite unicamente da succo di limone.
No invece ad olio, sughi e salse di accompagnamento, mentre le verdure si limitano a insalata, spinaci, pomodori e carote.

Per quanto riguarda le metodologie di cottura, per tutti gli alimenti andranno preferite le cotture al vapore o alla griglia.
Inoltre non sono previste merende o spuntini.

A differenza di altre diete al termine dei 14 giorni non è necessario un programma di mantenimento in quanto il peso raggiunto, a detta del metodo e di qualche testimonianza contrastante, dovrebbe mantenersi per circa due anni.

Il parere dell’esperto

Una dieta equilibrata dal punto di vista nutrizionale non permette certo di perdere 9 kg in 14 giorni, e soprattutto prende in considerazioni parametri fondamentali sia sullo stato di salute che sullo stato nutrizionale del soggetto.

Per seguire infatti questa dieta così drastica non bisogna avere alcun tipo di disturbo metabolico in quanto è una dieta fortemente sbilanciata che potrebbe peggiorare condizioni morbose già preesistenti quali diabete, anemia, patologie renali, ipercolesterolemie, cardiopatie.

Più che una dieta rapida appare essere estremamente aggressiva, che oltre al rapido dimagrimento può comportare condizioni cliniche gravi per la nostra salute come la chetoacidosi, la disidratazione, la carenza nutrizionale di sali minerali e vitamine, l’alterazione del sonno, una tendenze all’ipoglicemia, astenia, debolezza, complicazioni a livello epatico e renale.

Quindi il consiglio più importante resta solo uno. Prima di intraprendere una scelta che contempli il cambiamento della nostra dieta giornaliera, è fondamentale consultare uno specialista, medico o biologo nutrizionista, che saprà definire in maniera equilibrata un percorso alimentare idoneo alla condizione clinica ed alle esigenze nutrizionali del soggetto.

Una buona alimentazione è amica della salute.

La dieta reducetariana, l’ultima moda del momento

Credits photo: www.pianetadonna.it

La dieta reducetariana nasce dal movimento alimentare lanciato da Brian Kateman, un giovane ricercatore dell’americana Columbia University del dipartimento di Ecologia e biologia ambientale, che ha come elemento chiave un consumo limitato di carne, una scelta a cui tutti possono facilmente aderire in quanto meno proibitiva rispetto ad altri regimi.

A differenza di regimi alimentari più proibitivi quali la dieta vegetariana, vegana, fruttariana, crudista, questo regime alimentare non bandisce in maniera drastica alcuni alimenti come la carne, ma consiglia di controllarne la quantità e la frequenza di assunzione, nonché la qualità dei prodotti che vengono portati sulle nostre tavole. Fondamentale quindi acquistare prodotti di origine animale in cui il bestiame è nutrito al pascolo, e non in allevamenti intensivi.

Una vera e propria scelta etica che mira a sviluppare una maggiore consapevolezza verso l’ambiente e la salute.

Il movimento è diventato subito virale tanto che sui social è stato lanciato l’hashtag #lessmeat, ovvero meno carne da provare per un regime alimentare di almeno 30 giorni.

Sotto la lente d’ingrandimento non troviamo soltanto la tanto discussa ed incriminata carne rossa, ma tutte le carni compresi gli affettati.
In realtà le dosi ridotte da introdurre nella dieta quotidiana includono anche altre fonti proteiche di origine animale quali pesce, molluschi, uova, latte e derivati.

Via libera invece al consumo di legumi, cereali e verdure.

Come portare in tavola meno carne

Per limitare il consumo di carne un primo piccolo e semplice consiglio è quello di evitare di consumare nei due pasti principali questo alimento: se si è mangiata a pranzo sostituirla con un altro alimento la sera.

Necessario poi identificare all’interno della settimana una giornata in cui non vengano consumate proteine di origine animale, scegliendo ad esempio in alternativa i legumi, un alimento che nelle giuste quantità può completamente sostituite la carne fornendo tutti i fabbisogni nutrizionali necessari all’organismo.

Imparare a riproporzionare i nostri piatti, riducendo la quantità di carne consumata ed incrementando le porzioni di verdure e ortaggi.

Introdurre poi, al posto della carne, almeno 2-3 giorni in cui viene consumato preferibilmente il pesce, magari scegliendo la varietà azzurra ricca di acidi grassi essenziali, omega 3 ed omega 6, preziosissimi per il nostro organismo ed in grado di proteggere il sistema cardiovascolare.

Il parere dell’esperto

Ma siamo certi che la dieta reducetariana sia effettivamente un concetto nuovo?

Forse lo sarà in America o nei paesi anglosassoni che hanno fatto delle proteine animali il fulcro della loro dieta quotidiana, ma se noi italiani la analizziamo bene ci renderemo conto che non è altro che una rivisitazione della nostra e tanto preziosa dieta mediterranea.

Anche questa infatti pone alla sua base un consumo frequente di cereali, legumi e verdure, consigliando una bassa frequenza di assunzione per quanto riguarda le proteine animali.

Sicuramente questo nuovo regime alimentare pone un accento importante sulla qualità dei prodotti che vengono portati sulle nostre tavole, e che è sicuramente un aspetto fondamentale che non deve essere tralasciato dal consumatore.
Imparare a scegliere gli alimenti giusti, capire effettivamente la salubrità e la genuinità dei cibi che consumiamo, non lasciarci influenzare solo dalla denominazione “prodotto biologico” ma capire effettivamente la provenienza di questi, è importantissimo per riuscire a nutrirci in maniera corretta preservando il nostro stato di salute.

Una buona alimentazione è amica della salute.