giovedì, 19 Dicembre 2024

Ma cosa mangi?

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Gli alimenti non hanno più segreti: nella rubrica Ma cosa mangi la dott.ssa Fernanda Scala vi aiuta a scoprire cosa mangiate realmente

LeBootCamp: la dieta senza divieti

Credits photo:www.donnaglamour.it

La dieta del momento porta il nome di “LeBootCamp”, la nuova tendenza se vuoi perdere peso.
Qui non ritroviamo un menù preciso perché, il cuore della dieta, vanta di non avere cibi proibiti, o meglio, le quantità saranno illimitate, in quanto ogni fase in cui è articolata la dieta presenterà degli alimenti consentiti e non.

Ma il vero pilastro per la riuscita del metodo è quello di avere tanta disciplina e forza di volontà. A disposizione sul portale dell’autrice infatti tante sessioni motivazionali e ricette per rendere questo percorso più semplice.

Le fasi

Il metodo LeBootCamp è stato messo a punto per perdere peso e rimanere in forma e verte su quattro concetti chiave: alimentazione, ginnastica leggera, stress/motivazione, gestione del sonno. Stress/motivazione e gestione del sonno rivestono la stessa importanza dell’alimentazione e dell’attività sportiva in quanto questi possono influire sui nostri ormoni “facendoci ingrassare”.

Come le altre diete a cui siamo stati abituati nell’ultimo periodo, anche questa è articolata in fasi, quattro per la precisione: detox, ovvero la fase detossinante, attacco, per ridurre la cellulite, booster per pulire il corpo ed infine equilibrio per non riprendere i chili persi.

La fase Detox dura 2 settimane durante la quale si introducono gli alimenti che ci aiuteranno a depurare il nostro corpo, permettendoci di perdere i primi chili. Tra questi configurano la mela, il carciofo, la famiglia delle crocifere, il grano saraceno, le carni bianche, i pesci selvaggi. No invece a carni rosse, uova, formaggi vaccini, latte.

A questa segue la fase dell’attacco, che si concentra invece sui chili più difficili e che non presenta un arco di tempo ben definito. La fase si basa sulla scelta di alimenti che presentino un basso carico glicemico, parametro che prende in considerazione sia il loro contenuto in glucidi, quindi in zuccheri/carboidrati, sia il loro quantitativo di fibre ed acqua. Come è ben noto da tempo infatti, un’alimentazione ricca in fibre aiuta a ridurre l’assorbimento dei grassi e degli zuccheri a livello intestinale. Questo è lo stesso motivo per cui la dieta mediterranea, ad esempio, predilige l’utilizzo dei cereali integrali all’interno di un corretto regime alimentare. La seconda fase dovrà continuare finché non si perderà circa il 75% dei chili in più da smaltire.

Superata quindi la fase più complessa seguiranno la fase Booster, sette giorni necessari per purificare il corpo in profondità, e la fase Equilibrio, necessaria per non riacquistare più i chili di troppo.
Altro elemento è quello di introdurre a vita un giorno di Turbo Detox, una giornata di depurazione generale per mantenere sano il nostro corpo.
Non dobbiamo rimanere sorpresi se, anche in questo caso, sono consigliati esercizi fisici specifici da combinare al programma alimentare, un vero e proprio servizio di coaching online a disposizione di chi voglia seguire questo metodo.

Dieta miracolosa o solo forza di volontà?

Sebbene il metodo nasca da una storia che coinvolge emotivamente, in quanto l’autrice invita le persone che vogliono perdere peso a non scoraggiarsi ed avere tanta forza di volontà, la stessa che ha dovuto utilizzare lei per combattere un male orrendo come il cancro che la stava divorando, il metodo si rifà un po’ a tutte le diete che sono state proposte negli ultimi anni, cercando di estrapolare da ognuna le componenti più efficaci, abbinandole in modo da renderle gustose e sane.

L’essere motivati, avere tanta forza di volontà, tanta disciplina, rappresentano i fattori chiave che possono rendere una dieta veramente efficace. Senza questi nessun regime alimentare, neanche quello più libertino, permette di raggiungere risultati interessanti.

Una buona alimentazione è amica della salute.

La dieta del riso: caratteristiche e controindicazioni

Credits photo: www.bottegaghiotta.it

Il riso è un cereale antichissimo, ricco di proprietà nutrizionali, il cui apporto calorico è molto simile a quello degli altri cereali (circa 330 Kcal per 100gr di prodotto).

Più del 90% è costituito dai carboidrati, mentre le proteine rappresentano circa il 7,5% ed i grassi solo l’1,3%, motivo per cui il suo consumo è fortemente consigliato specialmente nelle diete ipocaloriche.

Ma il riso è ricco anche di preziosi micronutrienti come la vitamina B e tanti sali minerali tra cui potassio, calcio e fosforo, in grado di stimolare e favorire la diuresi.

Essendo privo di glutine, può essere consumato tranquillamente anche da chi è affetto da celiachia, mentre l’elevata quantità di fibre stimola e favorisce il transito intestinale.

Inoltre rispetto alla pasta presenta un potere saziante superiore, grazie anche alla caratteristica che durante la cottura si gonfia aumentando quindi il suo volume.

Grazie proprio alle sue proprietà il riso aiuta ad eliminare il gonfiore addominale; se si opta per la versione integrale, può essere un ottimo alleato contro la stitichezza e, grazie al suo basso indice glicemico, può essere consumato anche dai soggetti diabetici.

Come funziona la dieta del riso

La dieta prevede che il riso si consumi in entrambi i pasti principali (pranzo e cena), associato a verdure, carni magre, e pesce magro.

Molto limitato l’utilizzo dell’olio, 3 cucchiaini al giorno, mentre spuntini e colazione prevedono frutta, latte di riso, gallette di riso, biscotti di riso e succhi di frutta.

Lo schema va seguito per 2 settimane e promette una perdita del peso corporeo fino a 5 kg.
E’ raccomandato inoltre di assumere fino a 1,5 litri di acqua al giorno e di utilizzare dolcificanti acalorici.
Per quanto riguarda le verdure è possibile consumare qualsiasi tipologia, mentre sono vietati i legumi e le patate.

Il parere dell’esperto

Essendo lo schema proposto un piano alimentare fortemente ipocalorico è naturale che questo comporti un immediato calo ponderale del peso corporeo.

Tuttavia come tutte le diete incentrate sul consumo di un singolo alimento, rappresenta sicuramente una alimentazione non corretta, data l’esclusione di tanti altri cibi dalla dieta giornaliera che possono comportare delle importanti carenze nutrizionali.

Inoltre un regime dietetico così restrittivo non favorisce la perdita della massa grassa (tessuto adiposo) bensì di liquidi.
Questo è il motivo per cui quando si abbandonano questa tipologia di schema alimentare il soggetto tende a riacquistare velocemente tutto il peso corporeo ed anche di più, in quanto durante una prima fase verranno reintegrati i liquidi persi, e successivamente stimolate ulteriormente le riserve lipidiche preesistenti (grasso), a causa delle vecchie e cattive abitudini che non sono state corrette con un percorso alimentare sano ed equilibrato.

Queste tipologie di diete non possono essere quindi considerate come una soluzione definitiva per perdere peso, ma al massimo come una terapia d’urto momentanea prima di iniziare un corretto percorso di educazione alimentare.
Solo una dieta bilanciata, personalizzata, ed associata ad un corretto stile di vita permette di acquistare, e soprattutto di mantenere, una forma fisica ottimale ed un buono stato di salute.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Ma cosa mangi: la dieta del panino funziona?

Pause pranzo ridotte, trascorse alla scrivania o alle volte inesistenti, ritmi lavorativi frenetici, ed ecco che la pausa pranzo diventa un problema. Per ovviare a tale situazione nasce la dieta del panino dove uno dei due pasti è costituito appunto da un panino.

Ma rappresenta uno stile alimentare equilibrato? E soprattutto è possibile anche perdere peso con uno schema alimentare di questo tipo?

Partiamo dal pane

Consideriamo prima di tutto le calorie: il pane bianco comune, quello maggiormente consumato, apporta circa 280 Kcal per 100g di prodotto. Le calorie diminuiscono se si opta per la versione integrale, circa 230 Kcal, ed ancora di più se si sceglie quello integrale di segale, 170 Kcal per 100g di prodotto. Assolutamente escluse invece le versioni ad olio, al latte, alle noci, alle olive che, per 100g di prodotto, superano le 300Kcal.
Per quanto riguarda il contenuto nutrizionale il pane bianco comune di frumento è un alimento ricco in carboidrati ma povero in proteine, vitamine, fibra e minerali, tutti elementi cardine di una dieta corretta ed equilibrata. Se scegliamo di seguire la dieta del panino, la prima scelta corretta è quella di preferire un pane integrale che, al contrario del pane bianco, è ricco in fibra e contiene una maggiore quantità di sali minerali e vitamine.

Definita la tipologia di pane altro punto da definire è la farcitura.

La farcitura

Prima regola da ricordare è che non bisogna mai associare più fonti proteiche fra di loro. Il classico panino prosciutto e formaggio non è infatti una combinazione concessa. Permessi invece salumi che contengono un ridotto quantitativo di grassi come la bresaola, la fesa di tacchino o un prosciutto crudo magro, oppure in alternativa formaggi freschi non stagionati quali la ricotta, formaggi cremosi light o i fiocchi di latte. I formaggi stagionati andranno evitati in quanto ricchi in grassi e dal notevole contenuto calorico.

Oltre ai salumi un’ottima soluzione è scegliere anche carni magre, come il pollo ed il tacchino, o il pesce come il tonno per il quale, se si sceglie inscatolato, la corretta indicazione è preferirlo al naturale o al vapore.
A completare il panino ideale della dieta non dovranno invece mancare le verdure, escludendo quelle sott’olio o fritte. Via libera quindi a verdure grigliate, lessate o fresche, l’importante sarà tenere sotto controllo i condimenti utilizzati che possono far innalzare vertiginosamente il contenuto in grassi ed in calorie del nostro panino.
Assolutamente vietati invece salse e condimenti come il burro, la margarina, i paté, la maionese ed il ketchup, tutti elementi completamente discordanti con uno schema dietetico equilibrato.

Qualche esempio di panino
Quali panini dobbiamo segliere? Ecco alcuni esempi:
Panino integrale tonno e pomodoro: 70 grammi di pane integrale, 90 grammi di tonno al naurale, 100gr di pomodoro ed un cucchiaio da tavola (10gr) di olio d’oliva apportano circa 350 kCal.

Panino integrale verdure grigliate e prosciutto crudo: 70 grammi di pane integrale, 70 grammi di tonno al naurale, 100gr di verdure grigliate ed un cucchiaio da tavola (10gr) di olio d’oliva apportano circa 450 kCal.

Panino integrale arrosto di tacchino lattuga e pomodoro: 70 grammi di pane integrale, 90 grammi di arrosto di tacchino, 50gr di lattuga, 50 gr di pomodoro ed un cucchiaio da tavola (10gr) di olio d’oliva apportano circa 380 kCal.

La dieta del panino può favorire la perdita di peso, l’importante sarà introdurla in un regime alimentare controllato e bilanciato tale da non creare carenze nutrizionali, è soprattutto valutata in base alle condizioni fisiologiche del soggetto in esame. Ovviamente è consigliato bere molta acqua, circa due litri al giorno, e fare un po’ di attività fisica quotidiana che permette di mantenere tonici i muscoli, favorendo il dimagrimento.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Carboidrati semplici e complessi: ecco quali scegliere e perché

Credits photo: www.expo-magazine.com

I carboidrati sono componenti chimici essenziali che forniscono energia al nostro organismo per garantire il corretto svolgimento di tutte le attività biologiche.
Ma attenzione: non tutti i carboidrati sono uguali.

Prima di tutto è necessario suddividerli in carboidrati semplici e complessi.

I carboidrati semplici, o zuccheri, sono rappresentati dai monosaccaridi quali glucosio, fruttosio e galattosio, ed dai disaccaridi, formati da due monosaccaridi che reagiscono fra di loro.
Tra questi ritroviamo il saccarosio, o meglio conosciuto come zucchero da tavola, formato dall’unione del glucosio + il fruttosio, il lattosio presente nel latte, glucosio + galattosio, o il maltosio presente nei chicchi dei cereali parzialmente germogliati quali ad esempio l’orzo, e formato dall’unione di due molecole di glucosio.
Questi li ritroviamo all’interno di tantissimi alimenti presenti sia in maniera naturale sia in maniera raffinata, in quanto aggiunti dalle aziende per dolcificare cibi e bevande.
Data la loro semplice composizione chimica, nel momento in cui verranno introdotti all’interno dell’organismo, non dovendo subire metabolismi complessi per essere degradati, verranno assorbiti in tempi brevi. Per questo motivo i carboidrati semplici forniscono energia pronta per essere utilizzata.

Al contrario i carboidrati complessi, come già anticipato dalla loro denominazione, sono dei macronutrienti polimerici, ovvero formati da più unità di monosaccaridi.
Fanno riferimento a questo gruppo gli amidi, che ritroviamo nei cereali, nei legumi secchi e nelle patate, la fibra alimentare, che ritroviamo principalmente negli ortaggi, nei legumi freschi, nella frutta, ed il glicogeno, un analogo dell’amido.
Data la loro struttura molecolare, l’assunzione di questa tipologia di carboidrati richiederà processi metabolici e digestivi più lunghi e complessi, al fine di poterli degradare ed assorbire, evitando l’insorgenza di picchi glicemici ed aumentando il senso di sazietà.

Ridurre nella dieta quotidiana il consumo di carboidrati semplici, favorendo invece il consumo di quelli complessi, apporterà notevoli benefici sia alla nostra salute, sia alla nostra forma fisica.

Ecco alcune delle principali variazioni che inizierete ad osservare.

Pancia piatta

Grazie alla riduzione degli zuccheri semplici verranno ridotti i processi fermentativi a livello intestinale.
Allo stesso tempo un maggiore consumo di alimenti ricchi in fibra favorirà il transito intestinale ed aiuterà a ridurre l’assorbimento degli zuccheri, donando nel tempo un ventre piatto ed un girovita più snello.

Più energia

Nel momento in cui si inizia a seguire una dieta in cui i carboidrati sono ben scelti e bilanciati, uno dei primi benefici osservati è quello di sentirsi più energici.
Questo perché l’assorbimento lento dei carboidrati complessi assicurerà energia in un arco temporale più lungo e duraturo, al contrario di quelli semplici che verranno invece assorbiti velocemente.

Più sazi

Spesso si commette l’errore di associare il senso di fame e di sazietà alla quantità di calorie introdotte durante un pasto. In realtà non sono le calorie a giocare un ruolo fondamentale nel tenere sotto controllo il senso di fame, bensì la tipologia di nutrienti assunti.
Infatti un pasto ricco di zuccheri semplici, sebbene possa apportare un notevole introito calorico, dopo poco farà insorgere nuovamente il senso di fame.
Al contrario pasti che contengono una buona fonte bilanciata di carboidrati complessi, proteine, grassi saturi e fibre ridurrà notevolmente il senso di fame durante la giornata.
Il risultato non solo sarà quello di mangiare meglio, assumendo i nutrienti corretti, ma anche quello di mangiare meno, per la felicità della nostra forma fisica.

Una buona alimentazione è amica della salute.