Diete low-carb: tutto quello che c’è da sapere
“Toglieteci tutto ma non la pasta” non è lo spot di una nuova marca di pasta, bensì l’opinione degli italiani in seguito ad un sondaggio effettuato nei confronti delle diete low-carb, quei regimi dietetici che bandiscono appunto il consumo di questo genere alimentare.
Chiamate anche iperproteiche, si sono diffuse tantissimo negli ultimi anni, complici anche famosi esponenti del mondo dello spettacolo che si affidavano a questi schemi per ritornare al proprio peso forma.
Dieta a Zona, Dukan e Paleolitica, queste le maggiori rappresentanti che abolendo completamente il consumo di cereali e grano dall’alimentazione quotidiana garantiscono risultati veloci e sorprendenti.
Diete low carb: perché fanno male
Le diete low-carb sostengono che ridurre drasticamente il quantitativo di carboidrati nella dieta quotidiana, avrebbe importanti benefici sulla salute riducendo la possibilità di contrarre malattie quali l’insulino resistenza, il diabete, malattie cardiovascolari, il sovrappeso e l’obesità, favorendo inoltre la perdita del peso corporeo.
In realtà le diete iperproteiche comportano importanti complicazioni a livello fisiologico.
I carboidrati infatti vengono utilizzati dal nostro organismo in numerosi metabolismi biologici e, prima di tutto, per ricavare l’energia necessaria per sostenere importanti funzioni vitali.
Quando questi non vengono più assunti per via alimentare, iniziano ad essere utilizzate le riserve epatiche per garantire il glucosio, e quindi l’energia necessaria.
Quando anche queste si saranno esaurite allora verrà innescato un vero e proprio meccanismo di emergenza, noto come gluconeogenesi, in cui il glucosio verrà prodotto partendo dagli aminoacidi contenuti nel tessuto muscolare. A lungo andare il risultato sarò quindi non una perdita del tessuto adiposo, la massa grassa, ma bensì una riduzione della massa muscolare.
La gluconogenesi inoltre comporterà a livello epatico la produzione di corpi chetonici, piccoli composti di natura lipidica normalmente presenti in basse quantità nel sangue, che verranno utilizzati da altri tessuti quali il tessuto cardiaco e quello muscolo scheletrico per produrre energia.
Un’eccessiva produzione di corpi chetonici può comportare numerosi rischi per la salute tra cui la diminuzione del pH del sangue, sviluppando una condizione patologica chiamata acidosi, aritmia cardiaca e danni a livello renale.
Inoltre le diete low-carb apportano troppi grassi e proteine di origine animale, limitando il consumo di frutta e verdura e comportando importanti carenze nutrizionali.
Seguire una dieta low-carb per un periodo limitato di tempo solo per riuscire a perdere i chili di troppo? Assolutamente falso.
Queste diete infatti portano spesso solo all’effetto “yo-yo”, siccome si tenderà a riacquistare velocemente il peso perduto se non anche qualche in chilo in più.
Carboidrati sì, ma quelli giusti
A differenza di quanto si possa pensare i carboidrati non sono solo presenti nei cereali e nei prodotti che derivano dal grano, ma sono tanti gli alimenti e le bevande che li contengono. Le stesse aziende alimentari nei loro processi produttivi aggiungono ad esempio zuccheri, e quindi carboidrati, per conferire maggiore croccantezza, sapore e ridurre la deperibilità degli stessi.
Sicuramente ridurre l’apporto di zuccheri nella dieta quotidiana, e quindi saper prima di tutto scegliere quali alimenti acquistare, è di fondamentale importanza per ridurre l’insorgenza del sovrappeso e dell’obesità, ma non tutti i carboidrati sono uguali e non tutti devono essere eliminati dalla dieta.
Sì quindi ad una dieta equilibrata e soprattutto variegata, inserendo le giuste quote di zuccheri e carboidrati, rappresentati principalmente dai cereali quali pasta, riso, grano, farro, orzo, kamut, segale nonché da frutta e verdura.
Il consiglio in più? Imparare a scegliere e preferire i cereali integrali, in modo da fornire non solo il giusto apporto energetico, ma anche un’ottima fonte di fibre per il benessere del nostro organismo.
Una buona alimentazione è amica della salute.