lunedì, 15 Dicembre 2025

Ma cosa mangi?

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Gli alimenti non hanno più segreti: nella rubrica Ma cosa mangi la dott.ssa Fernanda Scala vi aiuta a scoprire cosa mangiate realmente

Ma cosa mangi: le calorie dei piatti di Natale

Credits photo: www.ilespollina.it

Il conto alla rovescia è iniziato: Natale è veramente alle porte e, tra tradizione e gusto, si iniziano a definire i piatti di Natale che saranno i protagonisti dei giorni di festa.

Sicuramente questi giorni non rappresentano il periodo ideale per seguire o iniziare una dieta ipocalorica, ma sappiamo quante calorie si nascondono nei piatti che porteremo in tavola?

Le calorie delle feste

Una stima veloce conta che ogni pranzo o cena delle festività apporti circa 2.000 – 2.500 Kcal che, per chi non avesse dimestichezza con questi numeri, corrispondono al fabbisogno medio di un uomo che pratica un’intensa attività sportiva.
Se si introducono 2.000 Kcal a pranzo e 2.000 Kcal a cena, moltiplicando questo andamento per cenoni della vigilia, pranzi di Natale e Santo Stefano e, considerando che l’attività fisica che potremo praticare durante i giorni festivi sarà quella di spostarci dalla tavola al divano, allora si comprende come questa stima calorica superi, e di molto, l’apporto energetico giornaliero richiesto.

Le tipiche portate di Natale

Ma allora, quante calorie si nascondono dietro le principali portate delle feste?

Partiamo dagli antipasti. Non considerando tradizioni specifiche regionali, mediamente i pasti delle festività si apriranno con:
Affettato di salumi misti, sott’oli e sott’aceti: 350 calorie per porzione
Prosciutto e mozzarella: 400 calorie per porzione
Tartine al salmone: 200 calorie per porzione
Cocktail di gamberi: 200 calorie per porzione

I primi piatti che troveremo maggiormente sulle nostre tavole saranno:
Tortellini o cappelletti di carne in brodo: 480 calorie per porzione
Tortellini alla panna: 592 calorie per porzione
Lasagne o pasta al forno: 680 calorie per porzione
Spaghetti alle vongole:410 calorie per porzione
Risotto ai frutti di mare: 550 calorie per porzione

A questi seguiranno i secondi tra cui i principali:
Bollito misto: 450 calorie per porzione
Cappone o tacchino ripieno: 600 calorie per 100g
Abbacchio: 444 calorie per porzione
Arrosto di arista: 335 calorie per porzione
Mostarda: 180 calorie per 100g
Frittura mista di pesce: 395 calorie per porzione
Baccalà fritto: 400 calorie per porzione
Pesce di mare al forno con patate: 475 calorie per porzione

Per poi arrivare al momento più dolce:
Panettone: 333 calorie per 100g di prodotto
Pandoro: 450 calorie per 100g di prodotto
Pandolce: 565 calorie
Torrone: 500 calorie per 100g di prodotto
Struffoli: 470 calorie per 100g di prodotto
Mostaccioli:434 calorie per 100g di prodotto
Tronchetto di Natale:420 calorie per 100g di prodotto

Ma in realtà con i dolci non è ancora finita perché ecco che arriva, sulle tavole di tutte le regioni italiane, la frutta secca un modo, non proprio leggero, per concludere un ricco pasto:
Fichi secchi: 270 calorie per 100g di prodotto
Datteri: 300 calorie per 100g di prodotto
Noci: 660 calorie per 100g di prodotto
Mandorle: 575 calorie per 100g di prodotto
Arachidi tostate: 610 calorie per 100g di prodotto

Il tutto accompagnato da qualche bicchiere di vino e da qualche bollicina di buon augurio:
Vino bianco da pasto: 70 calorie per bicchiere
Vino rosso da pasto: 70 calorie per bicchiere
Vino + 14 gradi: 77 calorie per bicchiere
Spumante: 95 calorie per bicchiere

In preda ai sensi di colpa? Ovviamente no.
Se non esageriamo possiamo non rinunciare al gusto evitando di ritrovarci poi con tanti chili di troppo da smaltire dopo le feste.

Buon Natale

Una buona alimentazione è amica della salute.

Konjac: la radice senza calorie

Credits photo: www.donnamoderna.com

La radice Konjac, simile ad una barbabietola, sembra rappresentare la moda del momento.

Ampiamente utilizzata dai giapponesi sia come rimedio naturale per curare tosse, asma, ustioni, nonché a livello culinario, è un alimento ricco in amminoacidi, fibre altamente digeribili, proteina grezza pari al 10% ed oligominerali quali ferro, calcio, zinco, fosforo e manganese, mentre presenta pochissimi carboidrati e grassi.

La fibra alimentare ricavata da questa radice, il glucomannano, ha la caratteristica di rigonfiarsi a contatto con l’acqua.
Questo determina un aumento del proprio volume formando una vera e propria massa gelatinosa.

Questa, rigonfiandosi, favorisce la distensione delle pareti gastriche permettendo quindi di ridurre la sensazione di appetito.

A livello enterico invece, come tutte le fibre alimentari, stimola e favorisce la peristalsi intestinale, riduce l’assorbimento di glucidi e lipidi, rappresentando quindi un ottimo coadiuvante nelle diete ipocaloriche volte alla perdita del peso corporeo.

In realtà questa radice sta diventando nota non tanto per le sue proprietà nutritive, bensì per il suo ridotto valore calorico.

Dopo essere stati raccolti, i tuberi vengono puliti, cotti, essiccati e ridotti in farina.
Questa farina può essere impiegata per svariate preparazioni tra cui la realizzazione degli shirataki, una sorta di noodles, molto simile nella forma alla pasta occidentale.

In commercio gli shirataki si possono trovare o immersi in un liquido, quindi andranno semplicemente risciacquati in acqua tiepida, o secchi da reidratare in acqua bollente, per poi essere conditi come più si preferisce siccome rappresentano un alimento completamente insapore.

Il loro valore calorico?
Nel primo caso, già reidratati, avranno un valore calorico pari a 10 Kcal ogni 100 grammi di prodotto, mentre per la versione secca da reidratare il valore calorico sarà pari a 20 Kcal ogni 100 grammi.
Inoltre è un alimento privo di glutine, idoneo quindi anche per i soggetti affetti da celiachia.

Il glucomannano viene inoltre utilizzato ampiamente nell’industria alimentare sia come farina per confezionare biscotti, gallette, sia come addensante, facilmente riconoscibile nell’etichetta nutrizionale con la sigla E425.

Controindicazioni

Anche se il ridottissimo contenuto calorico rende il prodotto molto attraente è importante evidenziare che il loro consumo non è consigliato in tutti i soggetti.

Ad esempio, dato il loro bassissimo contenuto energetico, non è raccomandato nelle donne durante la gravidanza o in fase di allattamento.

Allo stesso modo in tutti quei soggetti in cui si osserva un elevato tasso di ipoglicemia, sarebbe bene evitarne il consumo data la capacità del glucomannano di abbassare ulteriormente il glucosio nel sangue.

Anche se state seguendo una specifica cura farmacologica, parlatene con il vostro medico in quanto il glucomannano può ridurre la naturale disponibilità di altri farmaci per via orale.

Attenzione inoltre a non abusare di questo prodotto. Diversi studi scientifici hanno infatti evidenziato come un eccessivo consumo di questa sostanza possa comportare problematiche a livello epatico e fastidi a livello gastro intestinale.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Dieta e luoghi comuni: ecco i più diffusi

Credits photo: www.esseredonnaonline.it

“Per dimagrire è necessario saltare un pasto” oppure “Il caffè amaro accelera il metabolismo” ed ancora “Per perdere peso non bisogna mangiare la pasta”, questi e tanti altri ancora i luoghi comuni e le convinzioni più diffuse tra tutti coloro che vogliono perdere qualche chilo di troppo.

Non sempre però le informazioni che riceviamo e che leggiamo sono corrette, rischiando solo di non riuscire ad ottenere il risultato tanto atteso mettendo, in molti casi, a grave rischio la nostra salute e benessere.

Saltare un pasto fa dimagrire

Maggiormente utilizzata da chi lavora fuori casa, saltare un pasto, solitamente il pranzo, per riuscire a perdere qualche chilo di troppo è sicuramente il luogo comune maggiormente diffuso.
In realtà è un’abitudine completamente sbagliata in quanto il rischio non è solo quello di arrivare al pasto successivo estremamente affamati, con il rischio di introdurre un elevato quantitativo di cibo, ma soprattutto perché l’organismo và in ipoglicemia.

L’ipoglicemia è una condizione in cui il livello di zucchero nel sangue è estremamente basso. In queste condizioni il surrene inizia a rilasciare cortisolo, un ormone noto anche come ormone dello stress, la cui azione principale è quella di indurre un aumento di glicemia, e quindi di zucchero. Non trovando energia disponibile in circolo il cortisolo agirà a livello dei tessuti muscolari, attingendo alle sue fonti di glicogeno.
Il risultato? Una riduzione della massa e della tonicità muscolare. Attenzione quindi: la perdita di peso che potrete osservare non è dovuta ad una riduzione della massa grassa, ma bensì a quella magra, i muscoli appunto.

Il caffè amaro accelera il metabolismo

È ben noto come la caffeina, sostanza appartenente agli alcaloidi, sia in grado di influenzare numerose reazioni biologiche all’interno del nostro organismo. In particolare questa è in grado di interagire con recettori specifici che regolano la funzionalità del sistema nervoso, cardiovascolare ed endocrino.
Proprio per mezzo di queste interazioni, verranno innescate delle specifiche reazioni a catena, con produzione di specifiche sostanze, come ad esempio l’adrenalina, in grado di favorire un leggero innalzamento del metabolismo basale dell’organismo.

Che il caffè sia dolce o amaro è irrilevante in quanto questo non avrà alcun effetto addizionale sui meccanismi innescati dalla caffeina. È importante invece non assumere dosi eccessive di zuccheri se si vuole perdere peso, e prestare particolare attenzione se si è affetti da obesità e diabete.
Attenzione: la dose massima giornaliera raccomandata di caffeina corrisponde a tre caffè al giorno, per evitare spiacevoli conseguenze sulla nostra salute, quali tachicardia, nervosismo o reflusso gastro esofageo.

Per perdere peso non bisogna mangiare la pasta

I cereali rappresentano la base della dieta mediterranea, in quanto sono una preziosa fonte energetica.
Escluderli dalla dieta quotidiana pensando di perdere peso è sicuramente una scelta alimentare non corretta, in quanto l’organismo dovrà attingere da altre fonti, epatica e muscolare, per poter ricavare l’energia necessaria.
No quindi ad escluderli, si a scegliere quelli giusti, preferendo il prodotto integrale a quello raffinato, imparando a consumarli nelle giuste quantità, ed impiegando corrette metodologie di cottura.
Il consiglio: proviamo ad introdurre nella dieta anche altri cereali, quali il farro e l’orzo, entrambi ricchi di interessanti proprietà nutrizionali e con un ottimo contenuto in fibre.

Gli alimenti che fanno dimagrire sono quelli che contengono poche calorie

Quando si vuole perdere peso spesso si scelgono gli alimenti che contengono il minore quantitativo calorico.
Mai affermazione fu più scorretta. Le calorie non sono tutto.
Per poter perdere peso bisogna dare maggiore importanza ai componenti presenti all’interno del prodotto, al suo quantitativo in glucidi, grassi e proteine.
Spesso, ad esempio, si ritiene che le barrette a base di cereali, con mediamente 90 kcal a barretta, rappresentino la scelta ideale per uno snack leggero. In realtà, se si analizza il suo contenuto nutrizionale, si resterà abbastanza sorpresi nello scoprire che queste sono composte principalmente da zuccheri (più del 50%), e principalmente sciroppo di glucosio, che normalmente devono essere limitati se si vuole ridurre il girovita.
Uno snack che potrebbe andar bene per chi pratica un’intensa attività sportiva e non se la si consuma comodamente seduti alla propria scrivania.

Il pane integrale non fa ingrassare

Assolutamente falso. Il pane integrale presenta all’incirca lo stesso quantitativo calorico del pane comune.
L’unica differenza risiede nel maggiore quantitativo di fibre in esso contenuto, in grado di esercitare un effetto benefico a livello intestinale, favorendo inoltre l’assorbimento degli zuccheri e dei grassi.
Se si vuole perdere peso sarà comunque necessario valutare la corretta quota glucidica necessaria, sia essa rappresentata da un prodotto integrale o non.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Il miglio: ecco tutti i motivi per consumarlo

Credits photo: www.medicinalive.com

Il miglio è composto principalmente da carboidrati, proteine dal buon valore biologico, aminoacidi solforati, quali cistina e metionina, e presenta un elevato potere energetico.
100 grammi di prodotto apportano infatti circa 360 Kcal.

La percentuale di lipidi è costituita quasi interamente da grassi insaturi, tra cui principalmente omega 3 ed omega 6, acidi grassi preziosissimi in grado di contrastare l’accumulo di colesterolo e trigliceridi nel sangue.

Ottima anche la quantità di sali minerali tra cui ferro, fosforo, magnesio, potassio, zinco, calcio, sodio e silicio, e di vitamine principalmente del complesso B.

Quello decorticato non contiene glutine, risultando quindi adatto nei soggetti affetti da celiachia.
Attenzione: se volete utilizzare la farina di miglio sarebbe meglio acquistare il cereale grezzo e macinarlo in casa in quanto a volte le farine possono essere ottenute utilizzando macine impiegate nella produzione anche di altre tipologie di farina. Solitamente quando il prodotto che acquistiamo è totalmente privo di glutine viene riportato in etichetta, attraverso la presenza sulla confezione della spiga sbarrata.

Le proprietà benefiche

Il miglio è un alimento facilmente digeribile con interessanti proprietà diuretiche. Proprio per la sua estrema digeribilità è consigliato nella dieta di persone anziane e nei bambini.

Proprio nei bambini la farina di miglio può essere impiegata per preparare creme e pappe, anche durante la fase dello svezzamento.

Grazie alla presenza di acido silicico e di proteine strutturali rappresenta un ottimo alleato per il benessere di pelle, denti, capelli e unghie, stimolando la produzione di cheratina e di collagene.

L’abbondante presenza di vitamine e sali minerali lo rendono un cereale altamente ricostituente che può aiutare a contrastare stanchezza, stress e depressione.

Inoltre grazie alla presenza di triptofano, un amminoacido essenziale da cui parte la sintesi della serotonina, nota come l’ormone della felicità, sembra essere in grado di favorire il buon umore.

Ideale sia per chi segue una dieta vegetariana, dato il buon contenuto in ferro e l’elevato contenuto proteico, sia nelle diete dimagranti essendo povero in grassi e privo di colesterolo.

Non presenta particolari controindicazioni, tranne nei casi di ipotiroidismo. Questo cereale infatti appartiene agli alimenti “gozzigeni”, ovvero in grado di interferire con il metabolismo dello iodio, fondamentale per il corretto funzionamento della tiroide.

Come utilizzarlo

Il miglio è un cereale altamente versatile in cucina.

In commercio lo possiamo trovare sotto forma di farina, che può essere impiegata anche per la preparazione di prodotti da forno, come fiocchi, ideali per la colazione, come latte, estratto dal cereale e che rappresenta un ottima alternativa se si soffre di intolleranza al lattosio o se semplicemente si segue una dieta vegetariana.

Se lo si sceglie come chicco è abbastanza rapido da cucinare. Non richiede infatti di essere tenuto in ammollo, ma andrà cucinato in una casseruola aggiungendo il doppio di acqua rispetto alla quantità di miglio utilizzata, lasciandolo cuocere per 15/20 minuti.

Una volta cotto potrà essere utilizzato per realizzare fantasiosi sformati, gustose crocchette unendolo a delle verdure, o semplicemente condendolo con gli alimenti e le spezie che preferite

Una buona alimentazione è amica della salute.