lunedì, 6 Maggio 2024

Salute

Home Salute Pagina 116
Notizie sulla salute, sugli stili di vita, scoperte mediche, farmaci, diete, fitness

Come prendersi cura degli occhi durante l’estate

Couple on a beach

Arriva l’estate e pensiamo a proteggere la pelle dal maggiore irraggiamento solare. Devono farlo in particolare coloro che hanno una pelle sensibile e gli occhi chiari, dato che il sole può essere dannoso anche per la vista. Infatti il sole emana i raggi UV che possono provocare danni e invecchiamento precoce.

La tecnologia oftalmica è dalla nostra parte: in questi anni ha fatto passi da gigante scoprendo nuovi filtri adattabili a qualsiasi tipo di lente correttiva oltre che agli occhiali da sole. La ricerca ha permesso di scoprire nuove fonti dannose per l’occhio che conoscerai leggendo i consigli dedicati al come prendersi cura degli occhi durante l’estate.

 

Come proteggere gli occhi dai raggi Ultravioletti

I raggi ultravioletti (UV) emessi dal sole sono concausa dell’invecchiamento precoce della vista e una delle cause che porta alla cataratta. Proteggere gli occhi è possibile indossando occhiali da sole con filtro UV400 che offrono la protezione migliore bloccando l’intera gamma di radiazioni UV.

I filtri UV sono applicabili sulla lente a contatto e, naturalmente, sulle lenti tradizionali. Bisogna fare una esplicita richiesta al nostro ottico di fiducia, chiedendo di aggiungere questo filtro in fase di produzione delle lenti.

 

Proteggere gli occhi dalla Luce Blu-Violetta

Da alcuni anni a questa parte l’oftalmologia ha scoperto i danni provocati da una particolare luce blu-violetta, causa di affaticamento visivo, invecchiamento cellulare precoce e alterazione delle fasi di sonno veglia dell’organismo.

La luce blu dannosa è emessa alla frequenza di 420 nm e, a differenza di quanto si possa pensare, non è irradiata solo dagli schermi dei dispositivi digitali o dalla luce artificiale. La prima fonte di tale luce blu-violetta resta il sole. In commercio esistono lenti specificamente progettate con questo filtro e anche online si trovano offerte di lenti a contatto con filtro per luce blu-violetta.

Come pulire le lenti in spiaggia

La pulizia delle lenti in spiaggia è un affare delicato, grani di sabbia potrebbero essersi depositati sulle lenti. L’uso di tessuti non adeguati potrebbe graffiare irreparabilmente la lente. Perciò è bene procedere alla pulizia mettendosi al riparo dal vento di mare, avere le mani pulite e prive di granelli di sabbia ed usare salviette detergenti umidificate. I panni in microfibra asciutti in questo caso potrebbero rigare la superficie della lente; in alternativa è possibile usare un pennello per ottiche o una pompetta ad aria.

Al termine dell’estate e dopo tante giornate rilassanti passate al mare, sarà opportuno fare una pulizia agli ultrasuoni per eliminare ogni residuo di sabbia. L’attrezzatura è disponibile presso i negozi di ottica.

 

Lenti a contatto al mare

Le lenti a contatto al mare meritano un paragrafo dedicato. Dato che sono maggiormente esposte al fenomeno della disidratazione a causa del vento, della salsedine e della sabbia, gli esperti consigliano di comprare lenti a contatto morbide giornaliere con filtro protettivo UV, costruite con materiale a elevato bilanciamento idrico.

La lente adatta da sola non basta, bisogna ricordarsi di applicare abbondanti quantità di lacrime artificiali, o, in alternativa, usare un vaporizzatore oculare ai liposomi che si spruzza sull’occhio chiuso.

Come cambia la vista in base al tempo

Photo credits: annabelmilk

Anche l’estate 2015 è stata archiviata e al suo seguito arrivano le tiepide giornate autunnali, spesso insieme a temporali e raggi di sole timidi e fiochi.
Complici le nuvole ed un cielo sempre pronto ad ingrigirsi, ci ritroviamo a vivere i giorni che precedono l’autunno-ma anche quelli dopo-con un continuo fastidio agli occhi. Oltre ad avere problemi con la vista per tutto il giorno, non riusciamo a distinguere bene i colori. Come mai accade tutto questo? Ma soprattutto, siamo sicuri che sia tutta colpa del tempo e delle stagioni che cambiano?

Secondo uno studio effettuato dall’Università di Rochester-New York- e successivamente pubblicato su Psychological Science la percezione dei colori e l’umore sono strettamente collegati.
Chi è più incline ad avere uno stato d’animo triste distinguerà in maniera meno accurata i colori più luminosi e sgargianti.
Il risultato è venuto fuori tramite un curioso esperimento: sottoponendo un campione di 127 volontari alla visione di un filmato triste o di una commedia. Coloro che avevano guardato il filmato più triste distingueva in maniera poco precisa i colori nei toni del giallo-blu.
Non si è arrivati ancora ad un risultato certo, ma pare che la percezione dei colori prima citati dipenda dalla dopamina-l’ormone del piacere-.

Tuttavia anche le stagioni influiscono sulla percezione dei colori. In estate infatti, accettiamo come giallo anche un colore che abbia una grande quantità di verde al proprio interno.
Al contrario, in inverno, consideriamo giallo un colore effettivamente più puro.
Per distinguere un giallo vero, in estate basta confrontarlo con il verde degli alberi e dei prati.

Quesito risolto, quindi, grazie a questo studio. Come distinguere il colore dei calzini blu o neri al mattino, invece, ancora rimane un mistero per tutti.

Mal di testa studi sul Partenio come rimedio naturale

Mal di testa studi

Mal di testa studi sul Partenio rivelano che si tratta di un efficace rimedio naturale.

Avete mai sentito parlare del Tanacetum parthenium? Si tratta di una pianta erbacea molto simile alla camomilla perché sono della stessa famiglia, le Compositae (o Asteracee).

Mal di testa studi sul Partenio: accenni botanici e storia

Si suppone che già un iniziale utilizzo del Partenio fosse già noto in epoca neolitica, nel Caucaso. Autori greci e latini ne argomentavano le proprietà nei loro studi, ad esempio Plinio nella sua Naturalis Historia, e Dioscoride nel De Materia Medica.

Il nome particolare deriva dal greco pàrthenos, che significa fanciulla e Tanaceto dal greco tànaos = lungo e akéomai = io guarisco, mentre nel latino medievale la parola tanasìa sembra derivare dal greco athanasìa = immortalità.

La piantina si presenta con un fusto eretto che può raggiungere anche i 70 centimetri di altezza. Le foglie sono dotate di picciolo ed i fiori sono molto piccoli come margheritine dall’odore però sgradevole. Cresce spontanea nei campi incolti adattandosi a tutti i tipi di terreni.

Se ne raccolgono le parti aeree in estate e si essiccano in luogo ombroso e ventilato.

Mal di testa studi sul Partenio: la composizione e le proprietà

La peculiarità del Partenio sta nella sua componente chimica, contiene difatti:

  • sesquiterpeni
  • flavonoidi
  • polifenoli

Principalmente era noto contro i disturbi mestruali, da qui il nome greco.

Gli studi più recenti hanno fatto emergere che il Partenio è un ottimo alleato contro il mal di testa (e la sottoscritta che sta assumendo integratori per tale motivo conferma).

Una sperimentazione è stata condotta presso la City of London Migraine Clinic con esiti incoraggianti. Nel 1988 i risultati positivi ottenuti da questi studi furono pubblicati sulla prestigiosa rivista medica Lancet.

In sostanza il Partenio migliora la sindrome emicranica pur non guarendola del tutto.

Ha inoltre proprietà antispasmodiche ed ipotensive.

Mal di testa studi sul Partenio: assunzione e controindicazioni

Per poter vedere degli effetti benefici gli integratori di Partenio vanno assunti costantemente, sotto controllo medico e non per un lunghissimo periodo.

In erboristeria, oppure online, si possono acquistare diversi prodotti a base di partenio.

Controindicazioni

Sconsigliato l’uso in gravidanza, allattamento e nell’infanzia.

L’utilizzo della pianta è inoltre controindicata in soggetti con allergie alle piante della famiglia delle Asteracee ed a chi effettua terapie anticoagulanti.

Fra le controindicazioni sono indicate: rush cutaneo, vomito, diarrea, cefalea, insonnia.

Allarme zecche: cosa causano, sintomi e cosa fare

Sui sta diffondendo in questo periodo l’allarme zecche, a causa del crescente numero di casi di punture.
Sia in Sardegna, che in Veneto, si sono registrati casi di punture e anche di morte.

In questo articolo parleremo di prevenzione, della zecca e del loro habitat, ma anche delle malattie e di come ci si comporta in caso di morso.

Allarme zecche: habitat e malattie

Come ogni estate arriva purtroppo anche il momento delle zecche. Si tratta di aracnidi molto piccoli, talvolta confuse con ragnetti che si svegliano in questo periodo.
Hanno un rostro con cui mordono la persona, o l’animale, per nutrirsi del suo sangue.
Questi animali vivono in zone ricche di vegetazione erbosa e arbustiva, prediligono soprattutto le querce. Distinguiamo due tipi di questi aracnidi: quelle che vivono nei boschi e prediligono il clima umido e quelle che si trova nell’erba rada e prediligono il clima caldo.
La loro presenza è più frequente laddove trovano più ospiti da infestare (quindi stalle, pascoli, canili etc).

Il morso è indolore, ma la zecca può trasmettere agenti patogeni che danno luogo a malattie anche molto gravi, citiamo:
l’encefalite da zecche (Tbe) (zecca dei boschi);
• la tularemia;
• la malattia di Lyme (zecca dei boschi);
• la meningoencefalite da zecca;
• la febbre da zecca
la rickettosi (zecca del cane);

Come prevenire e cosa fare se una zecca ci morde

Quando ci si reca in campagna o si attraversa dell’erba, occorre avere delle scarpe da ginnastica, o anche stivali, calze lunghe, pantaloni lunghi ed un capello (le zecche possono anche lasciarsi andare da sopra i rami degli alberi).
Non toccare l’erba ed evitare l’erba alta.

Rientrati a casa verificare tutti i punti sensibili per vedere se c’è una zecca: testa, collo, polsi, dietro le ginocchia, fianchi, caviglie e schiena (farsi aiutare da un’altra persona). Possono essere talvolta scambiate per nei, usare una lente d’ingrandimento.

Scuotere e spazzolare all’esterno abiti e calzature.

Se si hanno a casa cani o gatti occorre fare loro un antiparassitario.

Come si rimuove la zecca?

La zecca non va mai toccata con le mani, si deve usare una pinzetta. Va afferrata il più possibile vicino alla pelle e tirata delicatamente con un movimento di rotazione (non va schiacciata). È fondamentale che venga estratta tutta, testa compresa.
Disinfettare la zona, lavarsi le mani e rivolgersi al medico per la profilassi da seguire.

La zecca di solito va bruciata, in caso di morso conservatela in un barattolo immersa nell’alcol, in caso si manifestino infezioni potrebbe essere necessario esaminarla.

Se compaiono:
febbre,
• mal di testa,
• debolezza,
• dolori alle articolazioni,
• ingrossamenti dei linfonodi,
• aloni rossastri

Recarsi subito in pronto soccorso, si deve fare altrettanto in caso la testa rimanga all’interno della pelle.

Cosa non fare in caso di morso di zecca

Non usare per rimuoverla:
• alcol,
• benzina,
• acetone,
• trielina,
• ammoniaca,
• olio o grassi,
• né oggetti arroventati,
• fiammiferi o sigarette

Potrebbero causare un rigurgito dell’animale che immettere ancor più materiale infetto nell’organismo ospite.

Non schiacciare la zecca prima di averla rimossa.
Non assumere antibiotici né altri farmaci se non sotto controllo medico.