domenica, 21 Dicembre 2025

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Con la dieta vegana ci saranno 8 milioni di morti in meno nel 2050

dieta vegana
Credits: veganenjoy

Più salute, meno malattie e, di conseguenza, meno morti. È questa la stima di uno studio della Oxford University, davvero rivoluzionario per la ricerca scientifica in campo medico: grazie alle nuove abitudini alimentari previste dalla dieta cosiddetta “vegana” potremmo arrivare a circa 8 milioni di morti in meno, in ottica futura, nel 2050. Il cambiamento, però, non riguarda solo il livello demografico. Vantaggi, infatti, ci sono anche a livello economico, ambientale e di salute.

Lo studio inglese è stato pubblicato sul Pnas – una rivista scientifica statunitense, organo ufficiale della United States National Academy of Sciences.

La nuova dieta vegana, che più di una volta in passato ha portato polemiche e discussioni tra coloro i quali la sostengono e la seguono e chi, invece, non la condivide, porterebbe molti vantaggi: uno fra tanti il grande progresso e il miglioramento in termini di vite salvate, soprattutto per quanto riguarda la riduzione delle malattie cardiovascolari e dei tumori e delle patologie legate all’obesità. Nota di merito anche per la dieta vegetariana, che salverebbe circa 7,4 milioni di vite. Queste due diete, inoltre, permetterebbero anche una maggiore riduzione delle emissioni, del 63% per la dieta vegetariana e del 70% per la vegana. E i benefici economici per i sistemi sanitari si aggirerebbero intorno ai 700/1000 miliardi di dollari risparmiati l’anno.

Fonte: Repubblica ambiente

Le donne devono dormire di più degli uomini a causa del loro “cervello complesso”

donne che dormono
Credits: D-Repubblica

È questo il risultato di una ricerca scientifica: poiché il cervello delle donne lavora molto di più rispetto a quello degli uomini, hanno anche bisogno di dormire di più rispetto a loro. Gli scienziati, infatti, hanno scoperto che le donne necessitano di circa 20 minuti in più di sonno.

Lo studio è stato condotto su un campione di 210 uomini e donne di mezza età. “Una delle principali funzioni del sonno è quello di permettere al cervello di recuperare energia e riparare se stesso”, ha dichiarato l’autore dello studio Jim Horne, un esperto di sonno ex direttore del Centro di Ricerca sul Sonno presso la Loughborough University. “Più si utilizza il cervello in svariate attività durante il giorno, più esso ha bisogno di recuperare forze e, di conseguenza, si ha bisogno di più tempo per dormire e riposarsi”.

Ma perché le donne hanno bisogno di più tempo per dormire? “Come sappiamo, sono multi-task – fanno più di una cosa in una sola volta e sono molto flessibili – e così usano molto di più il cervello, rispetto agli uomini. A causa di questa loro attività il loro bisogno di sonno è maggiore”, ha continuato poi.

La media di “sonno in più per le donne rispetto agli uomini” é di circa 20 minuti, ma alcune donne possono avere bisogno di altro tempo tra le braccia di Morfeo, in quanto svolgono attività più complesse, più stancanti o più frenetiche.

A4challenge, la nuova sfida di bellezza per capire se sei ok

Credits: imageresizer

Si chiama A4challenge ed è la nuova sfida di bellezza social-virale proveniente direttamente dai pesi asiatici. Dopo il “GiroCoscia da riuscire a circondare con le mani” e il “Bellyslot” che ha caratterizzato la nostra estate, ecco un nuovo concorso per capire se sei “ok” o se sei “out”.

Come funziona la A4challenge? Semplicissimo. Tutto è nato in Oriente, nei paesi degli “occhi a mandorla” e soprattutto in Giappone. Il nuovo trend, che ti permetterà di capire in una semplice e veloce mossa se hai un fisico mozzafiato o se, come dire, devi rivedere i tuoi esercizi in palestra, consiste nel prendere un foglio in formato A4 (i comuni fogli per documenti) e appoggiarlo sul ventre: se nessun lembo di pelle fuoriesce dal perimetro cartaceo significa che il tuo fisico è assolutamente perfetto. Se, al contrario, qualche centimetro di pelle sporge dai bordi del foglio di carta allora la tua prova non è superata.

Credits: Instagram
Credits: Instagram

La tendenza dell’A4challenge è molto pericolosa, oltre che sbagliata: nonostante le tantissime battaglie anche sugli stessi social contro l’anoressia e l’eccessiva magrezza – basti vedere le modelle in passerella e i canoni di bellezza completamente ribaltati – questo nuovo gioco virale sta spopolando sul web. Per fortuna, comunque, in molte si sono dissociate, criticano aspramente questa unitile e stupida moda.

Cuore: creato cerotto bionico per ripararlo dopo un infarto

credits photo: salute.ilmessaggero.it

È stato sviluppato un cerotto bionico formato da cellule cardiache che “battono” e da elettrodi e sensori che permettono di riparare il cuore dopo un infarto o in caso di insufficienza cardiaca cronica; l’invenzione potrebbe divenire una valida alternativa al trapianto di cuore.
Secondo quanto riportato sulla rivista Nature Materials, il cerotto può essere controllato in tempo reale, in modo da poter gestire direttamente nel cuore del paziente il rilascio e la quantità di farmaci o di segnali che avviano la rigenerazione del tessuto cardiaco danneggiato.

In futuro potrebbe essere possibile utilizzare il cerotto come sostitutivo del trapianto di cuore, per riparare tessuti del cuore danneggiati da infarto o malattie cardiache, spiega il suo ideatore Tal Dvir dell’università di Tel Aviv.
Esso è composto da un insieme di materiali biocompatibili e da cellule cardiache che ”battono” integrandosi col cuore sul quale viene applicato. Il materiale artificiale comprende elettrodi ed elettrostimolatori capaci rispettivamente di captare aritmie o altre anomalie e di avviare il rilascio di farmaci a comando.

Il cerotto, grazie ai suoi sensori, può trasmettere informazioni in tempo reale al medico che può quindi impostare da un remoto – dispositivo che fa parte di un sistema, posto in luogo diverso dall’unità centrale a cui è collegato – il rilascio di farmaci se il paziente si sta sentendo male, o se presenta aritmie o problemi cardiaci.
L’invenzione bionica, un giorno, potrebbe funzionare in maniera del tutto autonoma, monitorando le condizioni fisiche del paziente e rispondendo in maniera adeguata senza l’intervento esterno del medico specialista.

“Con questo cerotto cardiaco, abbiamo integrato elettronica e tessuto vivente. Sembra fantascienza ma è già realtà, e ci aspettiamo che questa invenzione consenta un enorme avanzamento della ricerca in campo cardiologico”, conclude il Dott. Dvir, che con quest’invenzione ha dato una nuova speranza a tutti coloro che soffrono di malattie cardiovascolari.