sabato, 4 Maggio 2024

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‘Girandolina’: un connubio tra viaggi e scrittura (INTERVISTA)

Unisci la passione per il viaggi e l’amore per la scrittura: così nasce “Girandolina“, il travel blog dedicato a chi non si stanca mai di viaggiare, di scoprire nuovi luoghi e conoscere culture, stili di vita ed abitudini differenti.

Per sapere di più riguardo a questo progetto, noi di Blog di Lifestyle abbiamo intervistato Elisa Gonfiantini, autrice di “Girandolina”, che si racconta condividendo esperienze e dispensando utili consigli.

Ciao Elisa, ti presenti ai lettori di Blog di Lifestyle?

Sono Elisa Gonfiantini, ho 33 anni e sono di Pistoia. Sono sposata dal 2007 con Alessio Barontini, mio compagno da 15 anni e da quasi 8 mio marito. Con lui ho creato Girandolina – il mio blog – che è online da metà 2012, anche se il boom lo ha avuto nell’ultimo anno: ora stiamo sfiorando le quasi 8.000 – 8.500 visite e abbiamo avuto un incremento dei followers anche sugli altri social network – instagram, facebook, twitter. Per questo siamo molto contenti.
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Perché hai deciso di chiamare il tuo blog “Girandolina”?

Innanzitutto perché è un nome simpatico, originale e facilmente ricordabile. Inoltre, Girandolina è il vezzeggiativo, il soprannome con cui mi ha sempre chiamata mio marito perché io ho da sempre la voglia di girare, di viaggiare: infatti questa passione ce l’ho fin da quando ero piccola.

Come è nata in te questa passione dei viaggi?

Ho iniziato a viaggiare con i miei genitori che avevo 7 anni. Siamo andati via via sempre più lontani, siamo stati anche un mese in Brasile e un mese a Santo Domingo: abbiamo proprio abitato lì – abbiamo preso una casa e conosciuto bene il posto.
Questa è proprio un’abitudine dei miei viaggi, alla quale mi hanno abituato i miei genitori e che uso anche quando vado in giro con Alessio: noi non facciamo il turista vero e proprio, ma cerchiamo di conoscere le abitudini del posto che si visita. Quindi io mi documento prima ed è tutto super organizzato, so gli orari dei vari siti di trasporti perché non conosco il posto e poi perché – intendiamoci – ora c’è un pò di crisi dappertutto. Uno giustamente va via meno giorni, per un fatto di lavoro e di soldi, quindi io cerco, nel minor tempo possibile, di vedere il più possibile.
Ovviamente facendolo con un turismo responsabile, che ho imparato appunto dagli insegnamenti dei miei genitori. Per esempio, in Brasile, ci siamo inseriti nella comunità del paesino in cui vivevamo: andavamo tranquillamente a fare la spesa nei loro posti e abbiamo fatto amicizia, anche se non parlavamo la lingua. Mia mamma mi ha sempre insegnato che se te vai in giro portando rispetto alle persone, di conseguenza le persone portano rispetto a te: se non fai il turista gradasso, egoista o pretenzioso – perché paghi e allora vuoi essere trattato in un certo modo – sei una persona tranquilla, una persona come tante altre, e vieni trattato di conseguenza.

Come mai hai deciso di aprire il tuo Blog? Qual è il tuo obiettivo?

Il motivo per cui ho aperto il blog è stato esclusivamente perché a me piace scrivere: infatti il mio sogno da bambina era diventare una scrittrice. Sogno che probabilmente in questi ultimi periodi si sta anche realizzando perché ho scritto delle sceneggiature per degli spettacoli, ho dei progetti a riguardo sempre intorno a Pistoia, nella promozione della città.
Metti insieme la passione dello scrivere e la passione del viaggiare: così è nato il blog. E poi Alessio è un fotoamatore, e le foto le fa bellissime.
Quando iniziammo a pensare al blog era il 2009-2010, non era ancora il boom dei blog come adesso. Poi, per altre vicissitudini si rimandò e il blog si aprì nel 2012: io dissi “guarda ce ne sono 25 milioni di blog, che vuoi che gli interessi alla gente del nostro”. Il primo anno è passato un pò in sordina – giustamente – perché non è che puoi pretendere tutto subito. Abbiamo visto i risultati adesso perché abbiamo molte visite, gente che ci chiama, che ci manda le mail, sono stata chiamata a fare dei blog tour nelle vicinanze: sono queste le soddisfazioni.
L’obiettivo è quello di migliorarsi sempre. Mio marito fa il programmatore, quindi gioco in casa. Il sito è molto semplice, lo ha fatto lui a mano, senza piattaforme. Il problema è che finché non era famoso andava bene in quella maniera, ora che sta iniziando ad essere usato non regge più – l’affluenza dei visitatori lo blocca. Quindi abbiamo dovuto scegliere di aggiornarlo: se tutto va bene entro fine gennaio dovremmo riuscire a farlo, sicuramente lavorando giorno e notte. Ho tantissimi articoli, non credevo di aver scritto così tanto. Devi sapere che sono la prima travel blogger dell’Italia, perché già quando andai via, a 7-8 anni, per il primo viaggio con i miei genitori, scrivevo sul diario della barbie: il primo travel blog di 30 anni fa quasi. Già allora mi piaceva scrivere, ricordarmi cosa avevo visto, cosa facevo, cosa mangiavo.

Tra i vari viaggi e le varie esperienze vissute, qual è quella più bella, che più ti ha colpita? Perchè?

Diciamo che sono due. Il mio viaggio, quello che ho sempre sognato da quando sono piccola, – e se vedi il blog si capisce – è l’Egitto. Io sono fissata con l’Egitto, ho tantissime enciclopedie che mi parlano della storia egiziana. Mi definisco una “egittologa autodidatta”: mi son studiata tutta la storia egiziana da sola. Inoltre, faccio danza del ventre da 7 anni. Quando siamo andati in crociera sul Nilo ho capito che quello era il mio posto e ho iniziato a piangere; anche quando ho visto le piramidi piangevo come una bambina. Poi ho avuto anche l’onore di poter ballare, di fare lo spettacolo davanti al capitano durante la crociera.
Ho fatto anche degli spettacoli teatrali sull’Egitto e ho scritto la sceneggiatura di Cleopatra. E anche quest’anno abbiamo dei progetti, in concomitanza con il blog: piano piano stiamo diventando importanti.
L’altro viaggio bello è stato il viaggio di nozze in Australia. Anche lì siamo stati via un mese. Ci è mancata solamente una città del nord e poi avremmo fatto il girotondo completo. Siamo partiti da Perth e poi abbiamo fatto tutto – est, ovest, sud -, ci mancava appunto il nord. Un mese, con viaggio organizzato, anche se noi di solito non facciamo viaggi organizzati, preferendo la tipologia fai da te.

Quali tipologie di viaggio hai sperimentato? Quale preferisci?

Le ho provate tutte le tipologie di viaggio: il viaggio organizzato, il viaggio in pullman, il viaggio in macchina. Per comodità preferisco il viaggio fai da te, perché ognuno ha il suo modo di viaggiare e i suoi gusti. Quando vieni omologata in un viaggio organizzato, dove non sei te che decidi, rischi di vedere cose che non ti interessano o le cose che ti interessano di vederle nel minor tempo possibile.
La cosa bella però è che nei viaggi organizzati di solito ti fanno vedere tante cose, ovviamente nel minor tempo possibile. In una giornata ti possono far vedere 4-5 siti – però un’ora a sito – cosa che se vai da sola ne vedi tre.
Sono tipologie di viaggio che dipendono anche dal carattere della persona: se è una persona un pò pigrona che non ha voglia di organizzarsele da sé, possono essere delle valide alternative.
Io, per ora, preferisco il fai da te.

Qual è stato l’ultimo viaggio? E il prossimo? Lo hai già programmato?

L’ultimo viaggio l’ho fatto a metà dicembre. Siamo stati ai mercatini di natale in Trentino: abbiamo fatto Merano, Bolzano, Bressanone – i classici mercatini.
Per il prossimo – mio marito mi ha fatto il regalo di San Valentino – andiamo a Bruxelles e a Bruges. Non ci sono mai stata, ma tutti quanti mi hanno detto che sono molto belle.

Hai da dare qualche consiglio da dare ai blogger emergenti e in particolare ai travel blogger?

Di blog ce ne sono tantissimi ora online, quindi la concorrenza è spietata. L’unica cosa che ti può differenziare dagli altri è innanzitutto la scrittura: se scrivi bene, in modo simpatico, in modo conciso. Poi ogni persona scrive in un modo differente, quindi non ti devi omologare agli altri stereotipi, ma devi trovare il tuo modo di scrittura, il tuo modo di farti conoscere, di far vedere al mondo quello che vedi con i tuoi occhi. Questa è già una differenziazione.
Poi l’utilizzo dei social network, per qualunque cosa. Se impari ad usare i social network in modo abbastanza buono, scrivi bene e scrivi cose vere – perché non è che puoi parlare di un posto se non ci sei andato – hai delle buone chance per farti conoscere.
Poi è fortuna, come tutte le cose: c’è chi l’ha avuta di più e chi l’ha avuta di meno.

SVS DAD Onlus, insieme contro la violenza (INTERVISTA)

Credits photo: andocorri.blogspot.com

Quello della violenza contro le donne -purtroppo- è un fenomeno diffusissimo. I dati sono sconcertanti: secondo l’Istat sono 6 milioni 788 mila le donne che, tra i 16 e i 70 anni, hanno subito violenze fisiche e sessuali durante tutto l’arco della loro vita. E anche i numeri riguardanti le violenze psicologiche e i casi di stalking non sono da meno: 3 milioni e 466 mila donne sono state vittime.

In questi casi di violenza, sia fisica che psicologica, è importante non restare da sole, ma parlarne con qualcuno che possa aiutare ad uscire da questo brutto buco nero che sembra non avere nessuna via di scampo. Per venire incontro a queste donne è nata SVS Donna Aiuta Donna Onlus: Blog di Lifestyle ha intervistato quest’importante associazione proprio in occasione della Giornata contro la violenza sulla donne.

Credits photo: www.svsdad.it
Credits photo: www.svsdad.it

Siete un’associazione che aiuta e sostiene le donne vittime di violenze. Cosa fate di concreto per aiutarle?

La nostra associazione è nata nel 1997 per affiancare il Soccorso Violenza Sessuale e Domestica della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, nel sostegno e aiuto alle vittime di violenza e maltrattamento, attraverso aiuti concreti. Ancora oggi i 22 avvocati specializzati sulla violenza di genere, che collaborano con l’associazione, offrono alle vittime la consulenza e l’assistenza legale sia civile che penale, 365 giorni all’anno. Inoltre SVS DAD ONLUS sostiene le donne nel percorso di uscita dalla violenza, attraverso i percorsi psicologici, l’orientamento al lavoro, la ricerca di una nuova abitazione.

Seguite un percorso simile per tutte? Secondo i dati ISTAT del 2014 circa il 10% delle donne subiscono violenze prima dei 16 anni. È più difficile aiutare loro?

Il percorso va definito insieme alle assistenti sociali e psicologhe che hanno preso in carico la donna e deve essere ritagliato ad hoc rispetto alla specifica situazione. Le minori in quanto tali sono soggetti più deboli, ma possono essere sostenute, anche attraverso il lavoro di rete con i servizi presenti sul territorio specializzati sui minori.

Si parla tanto di violenza fisica, ma anche quella psicologica è molto frequente. I problemi che sorgono nei due casi sono differenti?

Innanzitutto quando c’è la violenza fisica, è sempre presente anche la violenza psicologica. Certamente quest’ultima è più difficile da identificare da parte della stessa vittima, che spesso tende a sottostimarla o a colpevolizzarsi, facendo maggiore fatica a chiedere aiuto. Molto spesso le donne ci chiedono aiuto dopo aver subito maltrattamenti per anni, solo quando sono costrette, da un trauma fisico, a rivolgersi a un pronto soccorso.

Dopo un percorso insieme a voi, per le donne é possibile ricominciare a fare la stessa vita di prima? E, soprattutto, a fidarsi delle persone?
Si certo, tornare a una vita “normale” è possibile, ma il percorso è molto lungo e complesso e richiede il sostegno di tutti gli operatori che seguono la donna. Anche il fatto di fidarsi ancora è legato al percorso psicologico che sosterrà la donna.

Credits photo: www.svsdad.it
Credits photo: www.svsdad.it

In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne che cosa avete organizzato?

Quest’anno stiamo realizzando diversi incontri con i giovani delle scuole superiori di Milano, proseguendo il progetto “Amore non è violenza” che abbiamo organizzato con la Rete Antiviolenza del Comune di Milano e saremo quindi in una di queste scuole per discutere con i ragazzi su questo tema. La sera del 24 novembre saremo inoltre presenti alle ore 20,30, presso l’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo Largo Mahler in corso San Gottardo, al concerto “FRAMMENTI DI BELLEZZA” organizzato in occasione della giornata del 25 novembre.

Purtroppo, però, sembra che ci si ricordi di questo problema solo il 25 novembre. Cosa si può fare per non ridurlo ad una semplice giornata? Voi cosa fate per sensibilizzare l’opinione pubblica?

Noi siamo impegnate tutto l’anno nel lavoro di diffusione dell’informazione e della conoscenza del fenomeno, che è fondamentale per prevenire e contrastare la violenza contro le donne. E’ necessario diffondere una cultura diversa dei rapporti tra uomini e donne e dei rapporti affettivi in generale, una cultura basata sul rispetto di sé e dell’altro, sull’accettazione delle differenze e sul dialogo. E’ quello che cerchiamo di fare con gli interventi nelle scuole, con le campagne di sensibilizzazione, con il lavoro di rete sul campo insieme agli altri soggetti pubblici e privati impegnati su questo tema.

Ci si concentra soprattutto sulla violenza sulle donne, ma voi vi occupate anche di bambini e uomini. I percorsi che svolgete insieme a questi ultimi sono differenti?

In quanto centro antiviolenza, ci occupiamo di uomini solo quando sono loro le vittime, ma bisogna dire che in tutti questi anni di lavoro i casi sono stati veramente una minoranza. In ogni caso il percorso è sempre tarato sul caso specifico.
Per seguire i bambini facciamo riferimento a professionisti e a servizi specializzati sui minori.

Occhi Ovunque racconta il suo food art blog (INTERVISTA)

Credits: www.factorystylemag.it

Unire due passioni si può: Valentina Scannapieco, alias Occhi Ovunque, c’è riuscita con il suo blog, una cucina virtuale a fumetti fatta di creazioni colorate e gustose. Eppure lei non si considera un’artista, perché nella vita di tutti i giorni usa il web come se fosse un diario, in cui condivide i pensieri della sua giornata e pubblica ricette.

Quest’anno ai Macchianera Italian Awards è rientrata tra i venti migliori siti di food, ed è una delle personalità più influenti della rete. Noi di Blog di Lifestyle l’abbiamo contattata per farci raccontare com’è nato Occhi Ovunque e rivelarci qualche curiosità sul suo blog.

Credits: www.stilefemminile.it
Credits: www.stilefemminile.it

Ciao Valentina, grazie per aver risposto alla nostra richiesta di intervista. Innanzitutto complimenti per la grafica del blog. Ti consideri una food blogger o un’artista?

Grazie a voi, per avermi contattata, poter parlare del mio progetto è sempre un piacere. Spesso me lo chiedo anche io, cosa sono? Sempre fuori dal coro, a metà tra più mondi. Potrei definirmi un’artista, ma mi piace siano più gli altri a definirmi tale. Su una cosa non ho alcun dubbio: sono una veneratrice del buon cibo. Mi piace scoprire le sue forme, i colori e i profumi del cibo.

Raccontaci com’è nata l’idea del blog Occhi Ovunque e il perché del nome curioso.

Adoro scrivere e lo facevo per blog aziendali, pur occupandomi di tutt’altro (all’epoca studiavo economia aziendale). Un giorno mi son detta “perché non battezzare un angolo di web tutto mio?”, così ho aperto un blog. Non sapevo ancora cosa ben scriverci su, avevo tante idee e tanta confusione, l’unica cosa di cui ero certa era il nome: si sarebbe chiamato come il mio cagnolino “Occhi Ovunque”.Poi nei mesi ho trovato la mia strada ed ho iniziato a disegnare e trattare sempre più tempi food (ricette, consigli, percorsi enogastronomici), così è nato
il mio food art blog.

È nata prima la passione per il cibo o per il disegno?

Per rispondere devo chiedere “l’aiuto da casa”. Mi suggeriscono che, insieme alla forte passione per la musica, siano nate insieme. Disegnavo ovunque ed ero una mangiona già da piccolina. Adoravo il cibo, andare al mercato coperto di Livorno per comprare tante cose buone con papà, per me era una gioia. Dal fornaio mi incantavo, tanto che il proprietario mi aveva preso in simpatia ed io per lui ero “Valentina, la bimba della schiacciatina”, me ne regalava sempre un pezzo.

Facebook, Instagram, Twitter e Pinterest: Occhi Ovunque è dappertutto. Quali social network preferisci per interagire con i fan?

Instagram mi ha regalato belle opportunità, fatto conoscere tante persone che supportano moltissimo il mio progetto. Facebook mi permette un contatto più intimo con i fan. Con molti son nate belle amicizie, si cucina insieme, ci si scambia consigli, si cresce insieme. Tutti dicono che Twitter abbia un forte potere mediatico, ma purtroppo i 140 caratteri non mi bastano, ma mi impegnerò.

Credits: mycukbuk.it
Credits: mycukbuk.it

C’è una ricetta che ti appassiona particolarmente?

La preparazione della pasta frolla senza ombra di dubbio. E’ così delicata e così profumata e se la preparo in compagnia mi prendono sempre in giro perché resisto a fatica a non assaggiare il burro. Sì, di persona sono molto buffa e combinaguai (ho anche i capelli ricci come Pollon).

Ti consideri una persona golosa o una buona forchetta?

Non mangio tanto.

Facciamo un gioco: come vedi Valentina Scannapieco tra dieci anni?

Il mio sogno sarebbe scrivere per una rivista food ed aprire una casa d’accoglienza per cani in cui poter svolgere attività di pet therapy. Quindi tra dieci anni mi piacerebbe esser sommersa da articoli da scrivere, da una grande famiglia e da cani e bambini da coccolare.

Hai qualche consiglio per chi vuole diventare una food blogger?

Capite bene chi volete essere nel web, ma soprattutto siate voi stesse. L’emulazione per migliorare è una cosa giusta ma bisogna differenziarsi per essere unici.

Swatch per Expo 2015, Filippa Lagerbäck: “Un onore essere qui, le donne hanno potere” (INTERVISTA)

Filippa Lagerbäck, stupenda madrina dell’evento “Conto alla rovescia Swatch per Expo 2015 Milano”. A 51 giorni dal debutto ufficiale di Expo, è finalmente partito il countdown su un totem/orologio in via Luca Beltrami (davanti a Expo Gate).

È stata Swatch, Official Watch & TimeKeeper dell’Esposizione Universale, a dar via al magico e super affascinante conto alla rovescia: simbolica la scelta del numero 51, in quanto nella sua prima collezione (datata 1983) Swatch aveva proprio 51 pezzi, ed è stato per questo che ha voluto far scattare il countdown ufficiale a 51 giorni dall’inizio di Expo Milano. Lo start è stato dato alle 18.30, 11 marzo, da Carlo Giordanetti, Direttore Creativo Swatch, Laura Burdese, Country Manager Swatch Group Italia, Giuseppe Sala, Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, e dalla madrina d’eccezione Filippa Lagerbäck. La bellissima ed elegantissima svedese è da sempre vicina ai temi dell’ecologia, del benessere e della corretta alimentazione.

Filippa Lagerback;Giuseppe Sala;Laura Burdese;Carlo Giordanetti

Testimonial e madrina di questo evento, come ti senti?
Essere madrina, essere la “mamma”, il volto di questo evento mi fa sentire davvero speciale; è un onore per me essere qui. Manca ormai poco, 51 giorni, e siamo tutti emozionati.

Come riesci ad unire televisione, conduzioni, moda, fashion ed eventi glamour? Qual è il tuo segreto?
Se c’è un segreto, davvero, allora è “essere trasparenti”. Essere semplicemente se stessi, nella propria quotidianità, e quindi famiglia, lavoro e amici. Ho anche un blog, in cui mi racconto, e sono sempre io, così come mi vedete voi. Riesco ad essere più in contatto con gli altri e nasce così un bel dialogo. Rispondo sempre ai commenti sui social, mi interessa il confronto. Sono, in fondo, una persona molto timida. Fino a 25 anni ero silenziosissima e non parlavo con nessuno.

Pensi che Milano Expo 2015 possa davvero essere una buona opportunità per noi agli occhi del mondo intero?
Assolutamente sì, è un evento così grande e importante che sicuramente colpirà tutti. Siamo italiani, ce la facciamo sempre, anche nelle difficoltà. È davvero un’occasione per fare del bene e apparire agli occhi degli altri come un paese forte, ricco e bellissimo.

Rivelaci un segreto: com’è lavorare con Luciana Littizzetto?
Stupendo, c’è solidarietà femminile e tra di noi c’è davvero un buon rapporto. Le donne in tv (anche se sono poche) hanno molto potere e tutte le donne sono davvero forti, non hanno bisogno di altro, devono solo sostenersi tra di loro.