venerdì, 5 Dicembre 2025

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Ah ma è Lercio, lo sporco che fa notizia (INTERVISTA)

Ci sono quelle notizie talmente paradossali da sembrare impossibili, e poi ci sono quelle non notizie confezionate ad arte per essere paradossali, con un mix di humor e ironia. E i maestri in fatto di satira 2.0 sono loro, quelli di Lercio, il sito che ogni giorno fa il verso ai titoli sensazionalistici e alle notizie dal click facile. Tutti ce le andiamo a leggere le loro non notizie, pur sapendo che sono caricature dei tempi che corrono.
Nato da un’idea di Michele Incollu, Lercio si è formato all’interno di Acido Lattico, il collettivo di alcuni autori della rubrica La Palestra, che portava il nome di Daniele Luttazzi. Da lì, è stato un rincorrersi di non notizie che hanno fatto il giro del web, fino al riconoscimento ai Macchianera Italian Awards 2014 con il premio nelle categorie “Miglior siti” e “Miglior battuta”.

Che cosa c’è dietro il mondo di Lercio? Io ho provato a chiederlo direttamente a loro, in un’intervista semi seria tutta da ridere a Fabel, Max, Pat, Andrea, Mattia, Vik, sei autori della redazione.

Non vi chiederò come siate nati, perché vi chiamate Lercio, quanti siete e cosa c’è dietro il vostro mondo. Però una domanda banale me la dovete concedere (a cui sono certa non saprete rispondere): come nascono le vostre non notizie?

Fabel: Cercheremo di non risponderti come tu pensi ti avremmo risposto: nascono da una derivazione fisiologica del nostro cervello, mediante partenogenesi nel nostro immaginario inseminato da fette di realtà. Poi grazie a particolari serie di complesse connessioni neurologiche, note anche come sinapsi, riportiamo le notizie attraverso un complesso software di lettura del pensiero.

Oramai la gente vi conosce e sa che i vostri link sono ovviamente caricati per assurdo, nonostante ciò alcuni continuano a crederci. Dobbiamo preoccuparci?

Max: Sarebbe interessante verificare se un titolo come “Apocalisse zombie sventata. Gli egizi predissero il ritorno in vita delle mummie nel 2012 e le legarono bene” potesse portare ad un’ondata di violenza nei musei. Non a caso, la prefazione del nostro libro l’ha scritta Orson Welles.

C’è una non notizia della quale andate particolarmente fieri?

Max: Tra le primissime citerei: “Misterioso remo rinvenuto in spiaggia“, “Cina: liberato pozzo ostruito da un bambino“, “India, bambino con quattro braccia si rifiuta di imparare a suonare il piano “,” Surfista cerca l’onda perfetta inconsapevole dei suoi numerosi difetti“.

Pat: In generale di tutte quelle che sorprendono e/o si avverano: “… il Governo Letta aveva posto la fiducia sul decreto e quindi temeva una possibile imboscata dei renziani, ansiosi di farlo cadere per mandare al Governo il loro leader o anche solo Renzi“.

Tutto è talmente paradossale, che è nato anche Ah ma non è lercio con le vere notizie assurde del nostro Paese. Cosa vi sentite di dire a chi ha osato paragonarsi a voi?

Fabel: Che non siamo i primi e non saremo gli ultimi, ma la Madonna di Like a Virgin era decisamente migliore di quella di True blue.

Andrea M: Con quelli di Ah ma non è Lercio ci facciamo una buona pubblicità reciproca. Col tempo abbiamo scoperto che sempre più spesso accadono sorprendenti corto-circuiti tra la realtà, la sua rappresentazione giornalistica “reale” e la parodia che noi ne facciamo.

Una domanda pseudoseria: il vostro è un modo per fare satira, o semplice disaffezione per il giornalismo?

Max: Entrambe le cose, assieme alla smania ossessivo-complusiva di trovare la battuta letale teorizzata dai Monty Python.

Fabel: Di disaffezione per la satira

Mattia P: È sicuramente un modo per fare satira e possiamo rilevare una piccola emancipazione rispetto al nostro modo di scrivere battute satiriche di alcuni anni fa, legato al semplice commento di una notizia. Oggi possiamo lavorare più di fantasia e… stop, ho scritto già troppe parole ancorandomi alla realtà.

Vik: È il nostro modo di esprimere punti di vista satirici, la disaffezione ad un certo tipo giornalismo è una conseguenza.

Il successo sui social e ora siete finiti anche in libreria, con “Un anno Lercio, il 2014 come non l’avete mai letto”. Finirete anche voi accanto ai libri di Gramellini nelle librerie IKEA per sostituire quelli finti?

Andrea M: È già successo: durante la notte “Un anno Lercio” ha buttato a terra tutti i libri di Gramellini.

Pat: Non solo: il nostro libro si è rivelato molto più solido di tanti mobili da cucina.

Il 2015 è appena iniziato, ma qual è la cosa più assurda che avete scritto per questo primo mese?

Max: “Scienziato inventa segnalibro mentale per riprendere il sogno dove si era interrotto
Inventato un computer in grado di amare ma incapace di fare le addizioni

Vik: “Se avete bambini in casa non cagate in un calzino il giorno della Befana“.

Pat: E questa intervista.

Edoardo Mecca: “Sogno l’Oscar” (INTERVISTA)

Giovane, talentuoso e con tutta la vita davanti per dimostrarlo. La sua umiltà e timidezza lo presentano nel migliore dei modi. Edoardo mecca è un attore divenuto famoso soprattutto sul web con i suoi video divertenti. Lo abbiamo raggiunto al telefono e abbiamo cercato di conoscerlo meglio. Ne è venuta fuori una bell’intervista. Abbiamo conosciuto un ragazzo con un sogno nel cassetto, con una grande volontà e un talento tutto da invidiare.

Ciao Edoardo, ti presenti ai lettori di Blog di Lifestyle che ancora non ti conoscono?

Sono un ragazzo di 27 anni, quasi 28 e sono un attore e intrattenitore. Ho studiato per 7 anni recitazione e 7 canto, ho fatto per moltissimi anni teatro, poi da 3 anni a questa parte mi hanno “buttato” sul web, facendomi conoscere questo mondo. Ho iniziato facendo prima frontman per la produzione torinese Ferrafilm e da un anno a questa parte ho iniziato a gestire la mia pagina Facebook, con contenuti virali e video, proponendomi come attore e devo dire che sta andando molto bene. Adesso il web è diventato un biglietto da visita per diversi personaggi.

Parliamo subito dei tuoi video, divertenti ma con l’intento far riflettere. Hai parlato di bullismo, della nuova gioventù e anche dell’immigrazione con TgCongo24. Pensi che questo modo più immediato di far arrivare un messaggio sia anche il migliore?

Assolutamente si. Poi c’è da dire che chiunque crei un contenuto sul web, come i video, annunciando contenuti leggeri, visto che arrivano facilmente ad un vastissimo numero di utenti, ha anche il compito di concentrare le attenzioni sulle problematiche sociali e su tutto ciò che gira attorno a noi, sulla società e interessi comuni. Quindi io sono sempre propenso a trattare tematiche importanti perchè questo deve essere anche il nostro compito ed è bello ed è giusto anche che sia così. Infatti io nei miei format video, che tendenzialmente sono comici, strizzo comunque l’occhio a tematiche importanti. Abbiamo parlato del bullismo, dell’abbandono degli animali, con tgCongo abbiamo parlato del problema dell’immigrazione in Italia, abbiamo posto l’accento sul calo di livello culturale del nostro paese, la violenza sulle donne, l’integrazione. Credo sia bello alternare questo a tematiche di semplice intrattenimento, perché è un compito positivo e bello.

C’è un video a cui sei maggiormente legato e perché?

Io sono molto legato ad uno dei primissimi video che ho fatto con Ferrafilm, sull’abbandono dei cani. Ce l’ho sempre molto a cuore perché è stato un bellissimo successo, è da anni che lo condividono, abbiamo lanciato un nuovo messaggio: “Quest’estate non abbandonare un amico, abbandona una rompi c…i, che è meglio”.

Mentre degli ultimi video, a cui mi sono dedicato io, come format video, quelli che mi piacciono di più sono di TgCongo24, proprio perché trattano tematiche importanti. Poi un video che mi è piaciuto particolarmente girare è stato quello in cui il tuo migliore amico si fidanza che termina con il messaggio: “Nella vita tutti amici….poi si fidanzano”.

QUANDO UNA RAGAZZA INCONTRA IL TUO MIGLIORE AMICO

Posted by EDOARDO MECCA on Lunedì 23 marzo 2015

Questi sono i video a cui sono particolarmente legato, poi chiaramente ho a cuore il personaggio del tamarro di Torino, perché è stata la mia creazione.

Il tamarro è uno dei ruoli più ricorrenti nei tuoi video, e se posso direi anche uno di quelli che ti riesce meglio. Quanto ti senti tamarro dentro?

Mi sento tanto tamarro semplicemente perché io, essendo della provincia di Torino, ho solo portato nei video quello che mi circondava. Ho portato quei personaggi ed è stata un po’ un omaggio alla mia infanzia, adolescenza e poi siamo un po’ tutti tamarri. Sempre.

Il Tamarro di Torino 4.0 – UN NUOVO INCONTRO

Posted by EDOARDO MECCA on Lunedì 27 aprile 2015

Tu sei anche un grande imitatore. Qual è l’imitazione che ti riesce meglio?

Questo dovrebbero dirlo gli altri, ma se devo dire quelli che oggettivamente mi riescono meglio sono Frank Matano e Grillo.

FRANK MATANO SORPRESO AL BAR

Posted by EDOARDO MECCA on Lunedì 12 gennaio 2015

Com’è Edoardo nella vita privata?

Sono un po’ più timido, ma non è che mi distacchi molto da quel che vedete. Magari carburo un po’ prima di entrare in confidenza ed essere abbastanza sciolto. All’inizio sono timido, però poi mi scioglio e sono più vicino al pazzo scatenato dei video.

Un sogno nel cassetto che vorresti realizzare?

Visto che è un sogno e sognare non costa nulla direi vincere l’Oscar. Poi l’Oscar nel cassetto non ci sta e starebbe benissimo in una bacheca. Quello è il sogno che ho fin da piccolo, ma è un sogno e quindi sogno in grande.

172 mila mi piace. Numeri da capo giro. Da cosa pensi dipenda il tuo successo? E soprattutto te lo aspettavi?

Non me lo aspettavo in così poco tempo, però credo dipenda dal fatto che propongo dei contenuti che spesso piacciono e quindi il pubblico poi ha interesse a seguirmi. Credo dipenda da quello, non perché sono un bel ragazzo.

Dove ti vedi tra 10 anni? Il classico uomo incravattato con moglie e figli a passeggio la domenica mattina?

Io tra dieci anni spero di essere ancora vivo. Ma a parte gli scherzi spero di continuare a fare quello che faccio perché bisogna avere la fortuna di fare ciò che ci piace fare. Magari al cinema o in televisione che sono i mezzi a cui io ambisco o magari riprendere a fare teatro che rimane la prima passione, e la prima passione non si scorda mai.

Un saluto ai lettori di Blog di Lifestyle?

(Imita Grillo) Ma allora io saluto gli amici, gli amici di Blog di Lifestyle, perché siamo nati tutti sul web e diventeremo tantissimi. Adesso porto anche voi in Parlamento e li mandiamo tutti a casa, li mandiamo tutti a casa e inizieremo a comandare noi.
(Fa il Tamarro) Allora vi faccio un grandissimo saluto, coddue, siete trooppa rooobaa.

Il Tamarro di Torino 4.0 – UN NUOVO INCONTRO

Posted by EDOARDO MECCA on Lunedì 27 aprile 2015

Dr. Dog: ‘non hai tempo per il cane? Prendi un pelouche’ (INTERVISTA)

Vieri C. Timosci, in arte Dr. Dog, è il protagonista della fascia settimanale Dog Factor in onda su Raidue all’interno de ‘I Fatti vostri’, seguitissimo programma con lo scopo di premiare il miglior proprietario di cane con un premio consistente nella fornitura per un anno di cibo per cani.

Dr. Dog, dog trainer ed educatore cinofilo che vive tra Inghilterra, Italia e Germania, opera attivamente con pet di tutti i tipi, dai cuccioli ai cani di grossa stazza, ma anche coi padroni degli stessi.

Abbiamo, dunque, intervistato Dr. Dog perché potesse darci qualche buon consiglio e qualche suggerimento per prenderci cura al meglio dei nostri amici pelosi. Scopriamo insieme il suo parere da esperto del settore.

Nel corso dell’esperienza maturata operando tra Inghilterra, Italia e Germania, quali differenze ha riscontrato tra padroni inglesi, italiani e tedeschi nel rapportarsi ai propri amici a quattro zampe?

Ci sono differenze tra i vari Paesi riguardo al livello di conoscenza di metodi moderni di educazione cinofila. Gli inglesi sono abbastanza avanzati anche dato il legame con gli Stati Uniti. Il concetto del rinforzo positivo è molto diffuso. In Germania c’è una grande presenza di temi cinofili sui media, specialmente in TV. Negli ultimi anni si è visto un grande spostamento dal vecchio concetto ormai superato di dominanza e pressione verso il cane, al concetto moderno di amicizia ed empatia. Noi italiani siamo sicuramente i piú emotivi e tendiamo ad umanizzare troppo i nostri cani. Quante volte mi sento dire: “Ah non c’è nulla da fare, lui è cosí di carattere!”. Come se tutti gli animali nascessero con un carattere pre-definito e non formabile! Sono sicuro che in futuro grazie anche a trasmissioni come Dog Factor che conduco tutti i venerdì su Raidue a mezzogiorno, riusciremo a trasmettere agli italiani i concetti e metodi moderni di educazione cinofila e quindi a migliorare il rapporto tra uomo e cane.

Per quanto riguarda, nello specifico, l’Italia, quali sono secondo lei gli errori più comuni che i padroni italiani commettono nell’educare i propri cani?

Appunto come dicevo, noi tendiamo a umanizzare troppo i nostri cani comunicando con loro come se parlassero italiano. I cani comunicano principalmente con il linguaggio del corpo mentre noi con la voce. È lì che nascono delle incomprensioni. Poi ci sono i classici errori come accarezzare un cane sopra la testa, piegarsi su di lui, fissarlo negli occhi e abbracciarlo. Tutti comportamenti che mettono paura a un cane perché nel suo linguaggio, sono minacce. Ma questi sono errori che incontro un po´in tutto il mondo!

Natale è ormai alle porte e molti colgono l’occasione per regalare un cucciolo a propri cari. Tuttavia, come già ricordato dall’ENPA, non è raro che buona parte di queste creature innocenti finiscano con l’essere abbandonate al momento delle vacanze estive. Cosa vorrebbe raccomandare a chi sceglie di regalare un animale domestico per le feste natalizie?

Si, purtroppo questo succede spesso. Io mi chiedo sempre: come riesce una persona ad abbandonare un cane? Importante è che un cane sia voluto e bisogna essere consapevoli che non è solo per Natale, ma per tutta la sua vita. Tra l’uomo e il cane c’è un rapporto di amore e amicizia reciproca. Ma per raggiungere questo è importante che i cani e i padroni siano ben educati. È proprio questa la ragione perché abbiamo scritto il libro “Dog Factor – Guida all’educazione dei padroni”. Consiglio di cercare un buon educatore cinofilo che usi solo metodi positivi ed abbia una formazione riconosciuta. Vi aiuterà a comunicare con il vostro amico peloso nel modo giusto, usando il linguaggio canino e vedendo il mondo attraverso i suoi occhi. Sarà l’inizio di una bellissima avventura!

Dr.Dog con Mork

Sul suo sito ufficiale si può leggere che la causa scatenante della sua attuale carriera è stata la volontà di educare il suo adorato Fluke: che tipo di problematiche presentava (se ne presentava) la sua ‘anima gemella’ e come le ha risolte?

Fluke era un cane insicuro negli incontri con altri cani. Abbiamo quindi lavorato molto su questo, trasmettendo a lui la tranquillità e sicurezza necessaria per essere all’altezza di tutte le situazioni. È stato un lavoro molto intenso e lungo, ma i frutti sono stati eccezionali. Negli anni è diventato sempre più sicuro di se rendendolo un vero e proprio “istruttore” che a suo tempo ha potuto trasmettere la tranquillità acquisita a cani più giovani.

Operando tra Londra, Roma e Francoforte, come riesce a conciliare il suo lavoro con le cure di cui ha bisogno il suo amico a quattro zampe? Che suggerimenti darebbe a tutti quei pendolari che, per quanto amino i propri cani, per impegni lavorativi non riescono a trascorrere abbastanza tempo con loro?

Beh, per me è facile perché io porto il mio cane Mork sempre con me. Tranne che negli spostamenti brevi dove lui rimane con persone fidate che conosce bene. L’importante è insegnare al cane a stare bene e tranquillo anche con altre persone. Ci vuole tempo e pazienza. I cani sono animali altamente sociali, non sono quindi fatti per stare da soli e/o lontani dal loro amato padrone. Dopo tutto son circa 15.000 anni che gli insegniamo a stare con noi! Bisogna quindi poco a poco fargli capire che stare a casa o con altra gente va bene. Comunque per tutti quelli che vogliono un cane, ma non hanno il tempo necessario, consiglio di non prenderlo. Prima di diventare Dr.Dog sono stato molti anni dirigente d’industria e non avevo il tempo necessario da dedicare a un cane. Ora il mio cane è sempre al mio fianco. Chi lascia un cane solo a casa per tante ore facendo solo un’uscitina per la pipì è meglio che si prenda un pelouche!

Consuelo Stoto, la miglior parrucchiera amatoriale d’Italia (INTERVISTA)

Credit photo: hair.realtimetv.it

Domenica sera, alle 21.10, è iniziata l’attesissima finale di “Hair – Sfida all’ultimo taglio”, un talent dedicato a tutti gli aspiranti parrucchieri. Tra prove difficili e allo stesso tempo spettacolari, superando i giudizi dei due giudici – Adalberto Vanoni e Charity Cheah – e del conduttore Costantino Della Gherardesca, solo uno si è accomodato sul primo posto del podio.

Ad aggiudicarsi il titolo di “Miglior parrucchiera amatoriale d’Italia” e un contratto di lavoro da “Tony and Guy” è stata Consuelo Stoto, una ragazza calabrese che si è fatta conoscere e amare dal pubblico per la sua semplicità, dolcezza e sensibilità. Noi di Blog di Lifestyle l’abbiamo intervistata, per saperne di più su questa esperienza nel programma e per farci dare qualche consiglio.

Ciao Consuelo. Hai conquistato il pubblico di “Hair”, mostrando tutta te stessa, nelle difficoltà e con qualche lacrima. Racconti qualcosa di più su di te ai nostri lettori?

Quella che il pubblico ha visto da casa sono io. Mi sono aperta raccontandomi anche in trasmissione perché volevo che il pubblico mi vedesse così come sono. Perché nascondersi? Non mi va di farlo, anche se le lacrime possono dare fastidio, ma io sono fatta così, sono ipersensibile.
Adesso che ho vinto vorrei continuare questo percorso, sfruttare al meglio tutto quello che mi viene offerto per diventare molto professionale. Vorrei che nessuna donna piangesse più per un taglio di capelli perché, secondo me, almeno una volta nella vita a tutti è successo. Per esempio, se una donna viene a tagliarsi i capelli e vuole una spuntatina, le do una spuntatina di 2 centimetri, non di 10 o 15.
Vorrei sempre riuscire a far stare bene le altre persone: venendo da me devi sapere che ti rilassi, sei felice e pronta ad affrontare tutta la settimana. Quando ci sentiamo un po’ giù di morale, infatti, se ci facciamo una piega o qualsiasi cosa da chi ci fidiamo ci sentiamo molto meglio. Ecco, mi piacerebbe essere professionale a tal punto.

Dopo 6 puntate, sei riuscita a “sconfiggere” 8 concorrenti ed aggiudicarti il titolo di “Miglior parrucchiere amatoriale d’Italia”. Ti aspettavi questa vittoria?

Io non ci credevo ancora quando mi sono rivista in televisione, tanto che mi sono chiesta “ma sono o non sono io?”.
Pensavo di andare via per le mie lacrime, anche se non volevo essere eliminata per questo proprio perché sono fatta veramente così. Comunque facevo anche dei buoni lavori e mi sono sforzata, facendo cose che non ho mai fatto prima. Ho anche molta creatività perché ho lavorato con i bambini: anche per questo magari ho avuto una marcia in più.
Pensavo di essere sbattuta fuori alla quarta puntata per colpa di un’altra persona – quando Serena aveva scelto me per mettermi in difficoltà. Avevo paura di non essere capita, né dai giudici né da nessun’altro. E invece no: sono arrivata fino alla fine, senza però crederci veramente. In finale con gli altri quattro ho pensato che mi facessero subito fuori. Quando poi sono rimasta sola con Agostino, la sera non ho dormito. Ho pensato “lui domani tirerà fuori le unghie e mi farà a pezzetti”, ma me la volevo giocare così come veniva. Ero tranquillissima, ho affrontato la finale sapendo già aver perso perché Agostino era troppo forte, avendo fatto tre anni di accademia e avendo lavorato in un grande e conosciuto salone di Milano.
In finale ho voluto fare l’albero della vita, dedicato a tutte le famiglie, per dire grazie: la famiglia è importante e alcuni la disprezzano, ma non dobbiamo farlo perché è grazie a loro se siamo qui ora. Volevo portare la mia idea fino in fondo e mi sono detta “lo faccio, come viene viene”. Meno male è venuto bene e ne sono stata contenta.

Secondo te, cosa ti ha portato a vincere? Qual è l’aspetto del tuo lavoro che i giudici hanno più apprezzato?

Ogni prova aveva la sua originalità. Stavo sempre dietro il tavolo di art attack – come dice Agostino – ad ogni prova creativa. Anche in quella più difficile, che per me è stata Hollywood, ho stupito. In tv non l’hanno fatto vedere ma ho creato un accessorio tutto pieno di brillanti fatto di capelli, da mettere sulla parrucca per non rovinarla alla drag – perché le parrucche costano un sacco.
In ogni prova creativa ho sempre dato il massimo: per questo speravo di non uscire mai. E infatti non è successo.

Credit photo: melty.it
Credit photo: melty.it

A proposito, come sono Adalberto e Charity?

Io sono bhuddista e Charity è il mio fiore di loto. Lei mi ha dato tanta forza. Charity è stata per me anche un esempio di donna, un modello a cui vorrei assomigliare e che tutte le donne dovrebbero avere presente. Decisa, elegante, è un punto di riferimento che senza “Hair” non avrei mai avuto.
Adalberto è la professionalità fatta a persona. È un ottimo maestro: deciso, velocissimo, preciso, tanto da far sembrare ogni taglio semplice.
Quando i giudici venivano li a spronarmi, anche se erano cattivi, lo facevano perché credevano in me: non ho mai preso un loro commento come una critica.

Durante il tuo percorso all’interno del talent, sei stata criticata dai tuoi compagni – forse anche perché sei stata la prima a ricevere le tanto ambite forbici d’oro. Cosa non hanno capito di te?

Di me non hanno capito proprio niente. Non sono stata capita perché non avevano nemmeno voglia di farlo, se ne sono un po’ fregati. E come me, hanno messo sempre da parte anche Luca. Non è stato un bel comportamento.
Ognuno ha la sua personalità, i suoi desideri. Io non critico Serena di avermi messo insieme a Luca – a quanto ha detto lei – per mettermi in difficoltà: grazie a lei ho tirato fuori la grinta. Perché non pensare alle cose positive e riferirsi solo ai fatti negativi, etichettando?

L’unico che ti è stato veramente vicino, come tu sei stata a lui, è Luca. Che rapporto si è instaurato tra di voi?

Io e Luca siamo rimasti in contatto. Ogni tanto ci telefoniamo, ridiamo e scherziamo durante le puntate. Lui è un creativo visionario folle. Gli auguro veramente di diventare ciò che vuole perché mi faceva un po’ tenerezza sapere che davvero prende degli psicofarmaci: è una situazione delicata, anche se con me scherzava – per esempio sul fatto che io sentissi delle voci.
Luca mi sta a cuore per questo problema: sono sempre stata a dirgli di pensare positivo, di non prendere le medicine o cercare di diminuirle perché la vita è bella. Ero sempre pronta a dargli un conforto, anche perché gli altri con lui non erano carini. Volevo stare con Luca, confrontarmi, instaurare un bel rapporto e dare anche una mano ad una persona che ha bisogno.

Ma anche Costantino ha sempre fatto intendere che tu fossi una delle sue preferite, dandoti anche piccoli consigli. Sei contenta anche del rapporto che è nato con lui?

Costantino mi ha subito capita ed è riuscito a tirare fuori il meglio di me. Ogni tanto veniva vicino a me e lo sapevo che mi avrebbe fatto commuovere, con il suo tono di voce. Tutte le volte gli chiedevo di avere pietà e di non farmi piangere un’altra volta. Ha una sensibilità fuori dal comune: per questo io mi emozionavo, anche quando mi diceva solo due o tre parole. Inoltre, scherzavamo e ridevamo insieme: mi è piaciuto tanto il rapporto con Costantino.
Ma mi provocava anche per darmi coraggio e per spronarmi. Secondo me mi ha fatto sbocciare, anche avendo dei modi irruenti. Alcune volte mi ha fatto capire che quella sbagliata ero io e quindi che ognuno è padrone dei propri errori. Questo programma mi ha proprio insegnato questo.

Adesso che hai vinto Hair, inizierai a lavorare da “Tony and guy”. Sai già quando inizierai? Sei emozionata?

Sono emozionatissima per questa esperienza perché farò tanta formazione. Sono veramente in ansia di iniziare, verso fine maggio in accademia a Milano.

Da “Miglior parrucchiera amatoriale d’Italia”, ci dai 3 consigli per avere capelli sempre al top?

Per quest’estate consiglio di non tagliarli, ma di farlo a settembre: con il sole e con l’acqua del mare i capelli si rovinano un sacco. A settembre, poi, quando si ricomincia a lavorare e il sole non e più cosi forte si spuntano o tagliano.
Intanto è utile fare degli impacchi di semi di lino, una volta a settimana, e lavarli facendo l’ultimo risciacquo con acqua fredda, che aiuta a lucidare i capelli e a ristabilizzare il sebo, così si sporcano meno.
L’ultimo consiglio è quello di mettere una protezione per il sole.

Credit photo: www.melty.it
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