martedì, 19 Marzo 2024

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La stylist Alessandra Rinaudo: “L’abito da sposa è un ‘per sempre’ bellissimo” (INTERVISTA)

Un abito da sposa perfetto per il “sì”. Nicole Spose celebra la nuova collezione con un super evento glam nel suo atelier di Milano. Le future spose hanno avuto l’opportunità di ascoltare i preziosi consigli di Alessandra Rinaudo, bravissima stylist italiana, protagonista anche del programma l’Abito dei Sogni in onda su Real Time. Bellissime le collaborazioni con Enzo Miccio e tantissimi altri fashion guru. La collezione Nicole Spose è un mix perfetto di romanticismo classico e modernità, per essere sempre al passo con i tempi conservando la magia tradizionale del matrimonio.

La stylist Alessandra Rinaudo: "L'abito da sposa è un 'per sempre' bellissimo" (INTERVISTA)

Alessandra Rinaudo si confessa in esclusiva per i lettori di Blog di Lifestyle.

La stylist Alessandra Rinaudo: "L'abito da sposa è un 'per sempre' bellissimo" (INTERVISTA)

Come scegliere l’abito giusto? Quello che permette alla sposa di ricordare il giorno più bello della sua vita?

Sicuramente focalizzarsi sulla propria caratterialità. Sì ai consigli di una, massimo due persone, quelle che ti conoscono di più e sanno consigliarti perfettamente, ma bisogna “sentire” il vestito e capire autonomamente che sia quello “giusto”. Importanti possono essere i consigli un esperto, uno stilista, per fare la scelta migliore. La sposa è bella quando è ancor più bella nel suo esser bella quotidiano. Bisogna esser se stessi, sempre.

Tra pizzi, merletti, paillettes e decorazioni, quale sarà il must have di questa stagione?

Quest’anno il must è il romanticismo, che può essere di pizzo francese o di ricamo. Se l’abito è lineare, il pizzo è ricercato. Se invece è un abito più ampio allora lo stile è più principesco, luminoso e ricco.

La sposa italiana sceglie il classico e tradizionale bianco o riesce ad osare sempre di più con altri colori e particolarità?

La sposa italiana è molto fantasiosa. È più fashionista rispetto alla media e per questo osa di più. Il bianco seta va per la maggiore, ma crescente è l’interesse per il gold, il cipria e i pastello delicato o il tocco di colore che si abbina alle location. Le donne italiane amano la personalità, distinguersi.

La stylist Alessandra Rinaudo: "L'abito da sposa è un 'per sempre' bellissimo" (INTERVISTA)

Come è nata la sua passione per la moda e gli abiti da sposa?

A me la moda è sempre piaciuta. Anche mia madre aveva un negozio di abiti da sposa. Da piccola in realtà lo detestavo e non credevo di avere un futuro in questo campo. Con l’età sono cresciuta e ho apprezzato questa moda “speciale”. La moda sosa, infatti, è più particolare: ti permette di conoscere la cliente, di seguire passo dopo passo, fin dalle origini, il processo di creazione e realizzazione dell’abito. Il materiale è bellissimo, e adoro fare un’haute couture per tutte.

La stylist Alessandra Rinaudo: "L'abito da sposa è un 'per sempre' bellissimo" (INTERVISTA)

Abito dei Sogni, un programma di successo su Real Time che permette alla sposa di scegliere il suo vestito perfetto. Come riesce a portare la moda in televisione e quali consigli darà alle clienti?

Quest’anno il programma si evolverà, perché andremo a chiamare le spose non soltanto di Milano ma di tutta Italia e daremo così un contesto più ampio: andremo in giro per lo stivale, nei più begli atelier del nostro paese.
È bello portare l’esperienza di vita, la quotidianità, l’amore, per rendere ricco il programma che non perderà il senso originario, quello dell’incontro tra la sposa e il suo abito.

C’è un abito al quale è più legata? Cos’ha di speciale?

La sirena è uno dei modelli ai quali sono legata di più. Mi ha rappresentato in un momento della mia vita. A me piace sia l’abito lineare sia quello ampio, ma deve avere carattere e non essere banale o troppo semplice. Quest’anno ci sarà un mix tra romantico tradizionale e moderno. La sposa è giovane e bisogna trasformare il “per sempre” dell’abito da sposa nel nostro mondo attuale.

La stylist Alessandra Rinaudo: "L'abito da sposa è un 'per sempre' bellissimo" (INTERVISTA)

A cura di Fabiola Granier, Valentina Scillieri, Tatjana Ucci

Ricette per ragazze che vivono da sole (INTERVISTA)

Credit photo: imilleeunlibro.blogspot.com

Noemi Cuffia e Ilaria Urbinati. Una scrittrice, l’altra illustratrice. Uniche e diverse, ma legate da una forte amicizia e dalla passione per il mondo editoriale che le ha portate a realizzare diversi progetti insieme: l’ultimo è “Ricette per ragazze che vivono da sole”, un e-book della casa editrice Zandegù.

In “Ricette per ragazze che vivono da sole” si racconta la storia di due amiche, Camilla e Rebecca che – come le due autrici che gli hanno dato vita – sono molto diverse, ma unite dal fatto di vivere da sole. Così, attraverso la penna di Noemi prendono vita le avventure di Rebecca, amica di Camilla, rappresentata dai disegni di Ilaria, che cercano di dare consigli e prendere ogni situazione con un pizzico di ironia.

Noi di Blog di Lifestyle abbiamo letto l’e-book in anteprima – sarà in vendita, infatti, a partire dal 3 marzo – ed intervistato le due autrici.

Noemi Cuffia, scrittrice

Ciao Noemi, ti presenti ai lettori di Blog di Lifestyle?

Vorrei potermi definire una scrittrice, ma per ragioni di riserbo e di rispetto per questo mestiere sono un’esordiente. Mi piace scrivere da quando ero piccolina, ho studiato lettere a Torino e ho fatto tremila lavori: stage, servizi civili, contratti a progetto. Ad un certo punto ho beccato una borsa di studio – con mia immensa fortuna – allo IED di Torino, dove ho studiato “Progettazione editoriale” per due anni di Master. Ora lavoro in editoria, sono una freelance. E poi scrivo da sempre, ho pubblicato racconti su riviste – sia cartacee che online – e circa due annetti fa ho pubblicato il mio primo romanzo che si chiama “Il metodo della bomba atomica”.

Dopo il tuo primo romanzo torni con “Ricette per ragazze che vivono da sole”. Come è nata l’idea di questo libro?

Con Ilaria c’è un’amicizia che va avanti da un bel po’ di anni e in questo ci hanno unito i blog: infatti lei è un pochino più giovane di me e leggeva il mio blog. Ma ancora prima Ilaria aveva illustrato la copertina di una raccolta di poesia dove io ero tra i poeti.
Ci siamo poi viste, conosciute e siamo diventate amiche. Abbiamo iniziato a fare progetti su progetti e anche libri insieme.
In tutto questo l’amicizia è cresciuta e abbiamo iniziato a confrontarci su tutto. Quando siamo andate e vivere da sole ci confrontavamo più spesso, soprattutto sul fatto che avevamo difficoltà a cavarcela – sul lavoro, con gli altri, nelle amicizie. La nostra amicizia, all’inizio, era proprio un mutuo aiuto. A quel punto ho detto “Senti, ma perché non trasformiamo tutte queste chiacchere in qualcosa, perché non facciamo un libro?”, anche perché ne avevamo già fatti prima. Per questo ci sono cose molto vere nel libro, ovviamente un pò romanzate.

Nel tuo ultimo e-book racconti di Rebecca e delle sue avventure: vive da sola e deve imparare a “sopravvivere” ad ogni situazione. Secondo te quanto è importante per una donna diventare indipendente ed imparare a contare solo su stessa? Vivere da sole è una buona occasione per crescere?

Per me è stato fondamentale. Quando non vivevo da sola comunque sentivo che mi mancava qualcosa, paradossalmente. E ora che mi è successo davvero questo mi ha cambiato proprio la vita: per una donna è quasi un dovere poter contare solo su se stessa, anche se è difficile perché più sei indipendente dagli altri più la vita ti mette a dura prova e ti mette alle strette. Poi questo non vuol dire non chiedere aiuto se ce n’è bisogno, anche perché siamo una società.

A volte leggendo si tende a identificare la protagonista con l’autrice reale, ma quanto c’è di te nel personaggio di Rebecca?

C’è tantissimo, però non sono io completamente. A volte la vita è un più dura ancora e altre volte è più bella, a seconda delle circostanze, e io sono o un po’ meglio e un po’ peggio del personaggio che ho descritto.
E poi non sono io perche l’idea era quella di scrivere un racconto che potesse essere anche un pò universale. “Ricette per ragazze che vivono da sole” non è un romanzo – anche se il personaggio è un personaggio romanzesco – e non è nemmeno una confessione ne un’autobiografia. Apposta per questo ho voluto dargli dei nomi – in modo che tutti potessero riconoscersi – e volutamente non ci sono nomi di uomini e di genitori, ma solo loro due, che sono due amiche.

Hai anche un tuo blog, “Tazzina di caffè”, molto seguito. É stata un’esperienza fondamentale per entrare poi nel mondo editoriale?

É un blog di libri, che forse è la cosa più caratteristica per capire chi sono. Ciò che sono riuscita a realizzare in questo ambito lo devo molto anche a questo blog.

Hai qualche autore preferito o dal quale prendi ispirazione?

Il mio autore preferito è Haruki Murakami, che è proprio il mio mito e, secondo me, è un genio. Mi piace molto come vive e come scrive: vorrei assomigliargli in tutto ed essere come lui.
Invece, un’autrice che mi ha affascinata molto è Natalia Ginzburg.

Che progetti hai per il futuro?

Sto scrivendo un romanzo il cui protagonista è un comico, sempre per LiberAria – che è la casa editrice con cui ho pubblicato il primo libro – ed è un’impresa abbastanza ardua, ma vorrei riuscire a farlo: questo è il più grande obiettivo del momento. Ma, in generale, il mio obiettivo è quello di continuare a scrivere.

Ilaria Urbinati, illustratrice

Ciao Ilaria, ti presenti ai nostri lettori?

Mi chiamo Ilaria, ho 30 anni e vivo a Torino, da sola, in una bella mansarda molto diagonale. Faccio l’illustratrice da qualche anno e lavoro per lo più su fumetti e libri per bambini da quando ho 20 anni circa.

Ormai, da anni, sei un’illustratrice a tempo pieno. Ma come è nata in te questa passione?

In realtà ho fatto studi di lettere, studiando in un liceo linguistico. Mi piaceva moltissimo leggere e allo stesso tempo ero una di quelle ragazzine che disegnava sempre, pomeriggio e sera. Ho pensato che la soluzione per unire la lettura e il disegno era fare l’illustratrice.

Nel tuo ultimo lavoro con Noemi Cuffia, disegni la storia di Camilla in modo molto ironico. Anche te vivi ogni situazione, seppur negativa, con un sorriso sulle labbra?
Magari, ma in realtà non è così. Cerco di avere ironia, però nella vita mi agito tantissimo e ho un sacco di ansia. Quello che traspare dai miei disegni è più dolce e positivo della mia vita ideale, ahimè.

Alle prese con ragni, scarafaggi e vicini impiccioni. Qual è stata la circostanza che più ti è piaciuto illustrare?

Sono due. Una è quella in cui a Camilla fanno le domande sul vivere da sola – in cui la gente comincia a chiederle “poverina, ma non hai paura?” – perché è la verità. A me è successo quando sono andata a vivere da sola: avevo 23 anni – ero giovane, ma neanche tanto – e tutte queste domande me le hanno fatte davvero.
L’altra che mi è piaciuta tantissimo fare è quella di come svoltare una serata perché amo la danza, anche se sono moderatamente negata, e quindi disegnare lei che si scatenava mi ha divertita un sacco.

Che consigli dai a chi vuole seguire la tua stessa strada?

Disegnare tanto e sempre, seguire il proprio istinto, facendosi guidare dalla propria intuizione e fare quello che ti piace, che è una cosa non scontata.
Spesso uno dice di voler fare libri per i bambini e poi magari disegna solo zombie: se ti piacciono gli zombie disegna gli zombie, se ti piacciono gli animaletti disegna libri per bambini. Non ti forzare a fare una cosa che in realtà non ti piace. Io sporadicamente insegno anche, faccio dei corsi e questo è l’errore più frequente nei miei allievi: loro mi dicono “vorrei tanto disegnare per i bambini” e poi davvero disegnano solo zombie, ma non se ne rendono conto. Io dico ma se disegni gli zombie fai gli zombie, ma uno si fa molto traviare dai luoghi comuni ed è strana questa cosa.
E poi le cose un pò crescono da sole: anch’io all’inizio pensavo di fare l’animatrice, infatti ho iniziato a lavorare in animazione, facendo cartoni animati e Geronimo Stilton. Poi invece mi sono accorta che la mia strada era fare più libri e fumetti.

Qual è la storia che in assoluto ti piacerebbe di più illustrare? E la prossima che illustrerai?

La storia che mi piacerebbe illustrare di più è Cime tempestose. Una graphic novel di Cime tempestose per me sarebbe la gioia.
Per la prossima invece ci sto lavorando adesso: è una graphic novel che uscirà a Lucca nel novembre 2015. Non sarà in e-book, ma sarà stampato da un editore di graphic novel ed è ambientata durante la seconda guerra mondiale.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Un progetto sicuramente è questo libro che uscirà a novembre, questa graphic novel che mi impegnerà parecchio. Nel breve periodo è questo, poi nel futuro non lo so. Sicuramente mi piacerebbe continuare a fare fumetti e libri per ragazzi e, magari, illustrare un classico. E il sogno di una vita è lavorare all’estero con qualche editore francese, con qualcuno fuori dall’Italia perché mi è capitato poco ed è una cosa che mi piacerebbe fare.

Credit photo: imilleeunlibro.blogspot.com
Credit photo: imilleeunlibro.blogspot.com

#pelfiecontrolabbandono: l’iniziativa di Martina Ossola per dire basta agli abbandoni (INTERVISTA)

facebook.com

Animali e uomo. Connubio perfetto. Almeno fino a quando non arriva l’estate e subisce un incremento un fenomeno crudele e inaccettabile: l’abbandono degli animali.

Fedeli e coccolati amici durante tutto l’anno, nel periodo estivo molti, troppi animali domestici vengono scaricati ai bordi delle strade o vicino a canili solo perché di intralcio alle vacanze del loro padrone.

Ci prova Martina Ossola con la sua campagna social #pelfiecontrolabbandono a dire basta a questo triste rito. Noi di Blog di Lifestyle l’abbiamo intervistata per farci raccontare qualcosa in più su quest’iniziativa.

Martina, in che cosa consiste il progetto #pelfiecontrolabbandono e come vi si partecipa?

Il progetto #pelfiecontrolabbandono è una campagna di raccolta immagini. Non immagini qualunque però, ma pelfie cioè pet-selfie, autoscatti con l’umano e il proprio animale domestico. Per partecipare basta scattare un selfie con il proprio animale domestico e mandarlo alla mia pagina facebook: http://www.facebook.com/weddingdogsittervarese .

Inoltre è stata creata una pagina per l’evento a questo link http://www.facebook.com/events/786304618058430/ dove tutti i partecipanti potranno rimanere aggiornati su tutte le novità dell’evento e vedere le proprie foto su media, tv e stampa che parlano del nostro progetto!
La raccolta foto termina il 31 di agosto e seguirà un album con tutte le immagini, un video e un’ ampia divulgazione.

Da dove è nata l’idea #pelfiecontrolabbandono?

L’idea è nata da Martina Ossola, educatrice cinofila, dogsitter e wedding dog sitter di Varese. La moda dei selfie è ormai diffusa e conosciuta da tutti: perché non usarla per qualcosa di utile? Per questo motivo ho deciso di ideare la 1° campagna social di pelfie per dire no all’abbandono.

Qual è la finalità dell’iniziativa?

La finalità principale di #pelfiecontrolabbandono è quella di diffondere tra il più alto numero di persone il messaggio “basta agli abbandoni” e di far vedere tante persone felici in vacanza col loro amico peloso.
Si parla di 60mila animali abbandonati ogni anno: non solo cani, ma anche gatti uccellini tartarughe e molti altri. Secondo le ultime ricerche è diminuito il numero di abbandoni in autostrada, ora si preferisce lasciare l’animale in uno scatolone con acqua e cibo di fronte ad un canile o ad una casa privata di amanti di animali. Forse abbandonandoli così ci si sente meno in colpa… ma che differenza fa invece?
Certo in autostrada vanno incontro a morte sicura, così probabilmente vengono salvati se trovano la persona giusta, ma la domanda che ci si pone è “perché molte persone li abbandonano?!”.

Una delle cause è sicuramente la difficoltà ad andare in vacanza con fido perché sono ancora troppo poche le strutture che li accolgono e pochissime le spiagge che permettono ai cani l’ingresso!! Infatti una delle altre finalità della mia campagna è cercare di spronare il nostro territorio italiano a diventare più aperto e disponibile verso i nostri amici a 4 zampe.
Ci sono strutture idonee e ben attrezzate come pensioni per animali, ma portarli con sé in vacanza è complicato. Ristoranti hotel e spiagge che li accettano sono ancora troppo pochi.

Ultima e non meno importante finalità di #pelfiecontrol’abbandono è quella di far riflettere tutte le persone che ancora non hanno un animale ma vorrebbero prenderlo. Prima di portare a casa un amico a 4 zampe pensateci! Costituirà un costo fisso all’anno di vaccinazioni cibo e oggetti vari. Avrà bisogno di cure, coccole e dovrete pensare a lui quando vi dovrete assentare da casa. No ai cuccioli come regalo di Natale o compleanno, ma solo adozioni consapevoli. Inoltre ci tengo a ricordare che la vendita di cucciolidi cane senza pedigree è illegale e vorrei incitare le persone ad evitare di acquistare i propri cani dai negozi di animali.
Meglio rivolgersi ai canili e salvare la vita a qualche dolce anima oppure andare direttamente in un allevamento specializzato.

Che tipo di riscontro sta avendo l’iniziativa #pelfiecontrolabbandono?

Il riscontro è altissimo: hanno già parlato di noi Repubblica, DiscoRadio, Radio Capital con un’intervista in diretta, Urbanpost, Leodonne e anche tgcom24. Oltre ad un grande riscontro mediatico le immagini che ci mandano i nostri lettori sono tantissime, in continuo aumento!! Molte dolcissime, altre più serie, alcune buffe!! Per ora abbiamo pelfie con cani e gatti..ma aspettiamo anche qualcuno più “originale” magari con un coniglio o un uccellino!! Invitiamo tutti i partecipanti a rimanere aggiornati sulla pagina dell’evento che riporto ancora http://www.facebook.com/events/786304618058430/?fref=ts perché le foto verranno esposte in un evento speciale a settembre, qui in provincia di Varese. Inviteremo tutti i partecipanti a prender parte alla giornata in compagnia del proprio cane, ci saranno tante attività per i binomi.

L’abbandono di animali e il randagismo sono fenomeni – purtroppo – in costante aumento. Pensi che si possa estendere l’iniziativa #pelfiecontrolabbandono anche ai canili? Magari con pelfie insieme a randagi, per sensibilizzare non solo a non abbandonare ma anche ad adottare cani e gatti.

Sicuramente sì. Potrebbe essere una buona idea continuare la campagna nei canili! Ci sono tantissimi cani in canile, costretti a passare la loro vita in una gabbia. Tanti di loro abbandonati, maltrattati, che aspettano una nuova vita, una rinascita.

Penso sia una catena: persone più consapevoli-meno abbandoni-grazie alle adozioni-meno cani nei canili-più cani felici-più persone felici.

Eleonora Sabet: “Benvenuti nel mio mondo” (INTERVISTA)

Eleonora Sabet è una ragazza stupenda, dai tutti particolari e con un mondo dentro pieno di storie da raccontare. Ha deciso di parlare di sé a tutti i lettori di Blog di Lifestyle.

Chi sei? Descriviti in poche parole:
Sono Eleonora, una ragazza normalissima. O meglio normale nel non normale. Sono un po’ fuori di testa, ma in senso positivo. Mi piace sperimentare cose nuove, conoscere persone nuove ed esplorare il mondo. Amo viaggiare. Ma quello che io posto sui miei profili social purtroppo non sempre racconta tutto di me: essendo una piattaforma pubblica non posso mettere tutto, non posso mettermi in mostra. Perché quando metti troppe cose in mostra di te la gente se ne approfitta, può metterti in cattiva luce. Per questo sono sempre stata sincera in tutto quello che condivido, ma conservo qualcosa per me.

Eleonora Sabet: "Benvenuti nel mio mondo" (INTERVISTA)

C’è qualcosa che non hai mai detto e che, invece, vorresti urlare al mondo intero?
Non sono solo omosessualità, video virali e fotografia. Sono molto altro, ma preferisco conservarlo per me.
Una cosa che vorrei dire a tutto il mondo è che io non sono, appunto, solo quello che gli altri vedono di me. Ma preferisco rimanere molto spesso in silenzio per non raccontare tutto. Sono molto timida, anche se non sembra.

Ti infastidiscono le etichette?
Sì, odio queste cose: odio etichettarmi in questo modo. Purtroppo, però, devo etichettarmi, solo perché viviamo in una società che ha bisogno di queste etichette.

3 aggettivi per definirti:
Timida, fuori dal normale, premurosa nei confronti degli altri. Tendo sempre a pensare prima agli altri e poi a me.

Qual è stata la difficoltà più importante che hai incontrato quando hai dovuto raccontare agli altri la tua omosessualità?
L’ostacolo più difficile, prima di dirlo apertamente, è stata la paura di perdere persone ed affetti. Sarebbe stato molto più semplice, ma io ho iniziato ad essere seguita da tante persone quando ancora non si sapeva. Ed è stato abbastanza traumatico perché ero iscritta su social in cui le domande erano sempre le stesse: “Sei lesbica?”.
Ecco perché ho passato un periodo in cui non l’ho detto a nessuno, fino a quando non sono arrivata al momento in cui ho deciso di raccontarlo al mondo intero. La mia paura più grande era perdere le persone che mi vivevano e mi conoscevano per “quella che ero”. Avevo paura di quello che avrebbero risposto o pensato di me. Ma alla fine ho pensato: “Perché non dirlo? Io sono questo, quindi mi dovranno accettare per quella che sono”.

Eleonora Sabet: "Benvenuti nel mio mondo" (INTERVISTA)

Come è nata e come vivi la popolarità adesso?
Non ricordo neanche come è nato tutto ciò. Sono sempre stata una persona con delle forti difficoltà nel relazionarmi con le persone. Sono stata vittima di bullismo, ho vissuto un po’ nascosta e paurosa. Ma da quando ho cominciato a postare foto, che poi in realtà sono foto semplicissime, con un minimo di effetto o qualche posa più carina, ho cominciato ad avere tantissime richieste di amicizia su Facebook. Non me l’aspettavo per niente. Ho messo i seguaci, l’unica opzione del social per avere ancora “amici” su FB dopo aver raggiunto il numero massimo, ma adesso abbiamo raggiunto numeri grandissimi. Non pensavo, davvero, saremmo arrivati a tanto.

Hai rinunciato a qualcosa o qualcuno da quando sei diventata popolare?
La mia vita sentimentale è diventata un po’ più complessa di prima. A volte devono stare attenta alle persone con cui mi relaziono. A volte ho paura che le amicizie o gli eventuali amori possano essere falsi. Anche se penso sempre positivo e in bene, e quindi non arrivo mai, a primo impatto, a pensare una cosa simile. Ma mi è capitato, ed è per questo che ci vado con i piedi per terra.

Sei molto legata ad un’altra ragazza molto famosa sul web, Eleonora (Cixi) Bosio, che ha partecipato ad XFactor, e hai anche un bel rapporto con iPantellas. Cosa ci puoi raccontare di più?
Lei l’ho conosciuta su Facebook, è un’amicizia che è nata sul social e adesso sta crescendo ogni giorno di più.
Con iPantellas (e tantissimi altri youtube o ragazzi del web) è nata una collaborazione importante. Ecco il video, di cui sono fortemente orgogliosa:

Sui social, quanto possono essere belli e veri i rapporti?
Possono nascere forti amicizie, ma dipende da chi hai davanti. C’è uno schermo che ci divide, e a volte è facile offendere o criticare qualcuno. Ma tutto il resto è bellissimo, così tanto che supera oltremodo il male.

Quanto peso dai alle critiche e all’odio della gente?
Ho sperimentato un meccanismo di difesa: uno, l’odio non fa parte di me. Ma moltissimi sono quelli che lo vivono come sentimento dominante. Se mi odi così tanto non dovresti neanche dedicarmi due minuti del tuo tempo. E poi, se c’è qualcuno che mi odia davvero, per la reciprocità degli opposti, dall’altra parte c’è qualcun altro che mi ama alla follia.

Eleonora Sabet: "Benvenuti nel mio mondo" (INTERVISTA)

Make-up e moda: chi è Eleonora?
Mi vesto come mi va, vado molto a senso e sensazione. Non sono una persona che va in giro con l’idea o la preoccupazione per cui la gente possa commentare o criticare in base a quello che indossi. Quindi mi vesto come mi piace. Per quanto riguarda il make-up non metto nulla di che, sono molto semplice e non metto niente.

Progetti futuri?
Tanti, tantissimi. Ma #staytuned perché ne vedrete delle belle.