sabato, 19 Aprile 2025

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Una nuova forma d’arte, il cake design (INTERVISTA)

Credits: linusice.it

Il cake design, l’arte di decorare in modo stravagante e d’impatto torte e cupcake, è entrato a buon diritto anche nella cucina italiana, da sempre aperta ad accogliere le novità culinarie con entusiasmo.

Arte perchè i pasticceri che si cimentano in questa pratica sono assimilabili ad artisti: scultori, pittori e architetti della pasta da zucchero, maestri nel modellare glasse colorate e ballerini tra nuvole di zucchero a velo.

Questa pratica, in realtà, pone radici nella storia moderna, nascendo in Francia nelle case aristocratiche del 18esimo secolo che amavano circondarsi di fasto, anche nel cibo. Nel corso del 1840 poi, l’avvento dei forni a temperatura controllata e la produzione di bicarbonato di sodio e lievito, fecero si che le torte fossero sempre più facili da preparare e le ricette si moltiplicarono, anno che coincide con il matrimonio della Regina Vittoria con Alberto di Sassonia, in occasione del quale venne realizzata una torta imponente, la madre di tutte le torte decorate e del cake design.
Il cake design così ha vissuto e preso piede sempre più nella storia, fino ad arrivare agli anni 2000 quando, grazie soprattutto a diversi programmi tv, come i famosissimi “Il boss delle torte“, “Torte da record“, “Ace of Cakes“, le torte decorate sono entrate nelle case di tutto il mondo, accendendo il desiderio di assaggiarle o realizzarle a sempre più persone.

E così questa passione ha colpito anche Mary Corsaro che ha aperto da poco un negozio, quasi per sfida, che invece sta avendo un certo successo e gestisce la pagina Facebook “Le torte son desideri“.
Noi di Blog di Lifestyle abbiamo pensato di farle qualche domanda per capire ciò che sta dietro alle buonissime Red Velvet che fa impazzire così tanti palati.

Come spiegheresti il cake desing ad una persona che non lo conosce?

Il cake design, molto semplicemente è l’abbellimento estetico di una torta. C’è una doverosa distinzione da fare tra cake design e sugar art che risulta essere la lavorazione della pasta zucchero per realizzare delle sculture ma questa essendo composta da solo zucchero è sicuramente molto scenografica ma poco mangiabile.

Come ti è nata questa passione?

Da internet, in un periodo un po’ buio ho trovato navigando le immagini di queste torte stupende che mi piacevano molto ed ho voluto provare. È nata la voglia di creare qualcosa con le mie mani, di realizzare qualcosa di concreto per gli altri e per me stessa.

Cosa consiglieresti a chi vuole iniziare?

Tanta passione e pazienza, visualizzare ciò che si vuole realizzare e non scoraggiarsi di fronte ai primi normalissimi insuccessi.

L’amore per il cibo è diventato un’ossessione per la società dei nostri anni. Come mai secondo te?

Si cercano sempre più momenti di convivialità e il cibo è una delle poche cosa in grado di unire le persone. Inoltre è un modo di dare libera uscita alla fantasia, cosa di cui si sente sempre più il bisogno.

Perché il cake design ha così tanto appassionato tutti? Forse perché spesso si fotografa il cibo senza mangiarlo e quindi l’estetica ha preso il sopravvento sul gusto?

Si ha bisogno sempre più di qualcosa che appaghi prima l’occhio e poi il palato, cosa che rispecchia la società moderna, la continua ricerca della perfezione. Io credo invece che la perfezione non esista: preferisco che la torta, il muffin o il cupcake che presento ai miei clienti siano buoni con magari qualche imperfezione, piuttosto che perfetti ma immangiabili.

Preferisci una torta a 5 piani tutta colorata o la classica torta della nonna? Quanto cambia nel gusto con questi due metodi diversi?

Le preferisco entrambe perché sono adatte ad occasioni diverse. Inoltre ci sono torte piccole sorprendentemente complesse, con lavorazioni particolari e tempi lunghi, quindi anche ciò che sembra semplice in realtà richiede molto sforzo e dedizione. Una metafora della vita.

Qual è il tuo dolce del cuore?

La Red Velvet, senza dubbio.

Hai un trucchetto che vorresti condividere con noi?

Partite da una pallina, solo nel momento in cui hai in mano una pallina di pasta di zucchero, visualizzandola si riesce a creare ciò che si vuole, sempre non avendo la pretesa di realizzare una principessa la prima volta. Il trucco sta nell’accontentarsi di se stessi e scoprire i propri limiti e mettere in tutto ciò che si fa. Tanto amore, poi, che è l’ingrediente essenziale per qualsiasi dolce.

Silvia Ziche, la signora dei paperi (INTERVISTA)

Fumettista italiana, una delle più apprezzate nel campo, Silvia Ziche disegna per Topolino e le sue vignette di Lucrezia appaiono su Donna Moderna. Tra ironia e senso pratico è riuscita a creare storie paradossali eppure così moderne, dopo paperi e topi, alle prese con problemi quotidiani, che sono diventati lo specchio della società in quella lotta quotidiana tra uomini e donne.

Blog di Lifestyle ha intervistato Silvia Ziche che ci ha raccontato un po’ di tutto: com’è nata la passione per il fumetto, ha parlato delle sue storie, e del suo tratto distintivo per cui i suoi lettori amano leggerla: l’espressività dei suoi personaggi. Ecco a voi la signora dei paperi.

Credits: topolino.it
Credits: topolino.it

Ciao Silvia, grazie per essere approdata a Blog di Lifestyle. In tre parole, come ti presenteresti ai nostri lettori?
Ciao! Grazie a voi per l’ospitalità. Mi chiamo Silvia, e nella vita non faccio altro che raccontare e raccontarmi storie, con disegni e parole.

Come è nata la passione per il fumetto?
Non ricordo un momento in cui la passione sia nata, o un momento in cui ho cominciato a disegnare. Semplicemente, la passione c’è sempre stata. E’ nata con me. Ho imparato a leggere sulle pagine di Topolino, ho cominciato a disegnare prima di cominciare a camminare. E poi è venuto tutto così, in modo naturale.

silvia ziche 2

C’è stato qualche autore Disney che è stato per te fonte di ispirazione?
Giorgio Cavazzano prima di tutti: negli anni settanta, quando ho cominciato a leggere Topolino, le storie non erano ancora accreditate. Ma io, seppur piccolissima, riconoscevo le sue, e le tenevo tutte. Dopo ho imparato a conoscere e amare altri autori, grandissimi. Carl Barks, Floyd Gottfredson, Romano Scarpa, e altri.

La caratteristica delle tue storie è quell’umorismo quotidiano in cui i tuoi personaggi finiscono nelle situazioni più paradossali. Da dove prendi spunto per crearle?
Da tutto. Dalle mie letture, dai film che vedo, dalle parole che ascolto per strada, da quello che mi succede. Tutto viene filtrato, immagazzinato, e recuperato all’occorrenza.

papernovela

C’è una tua storia che preferisci particolarmente?
Sono affezionatissima alla Papernovela, perché è stata la prima storia che ho scritto per Topolino, e perché è stata la storia in cui mi sono sbloccata, ho capito quanto avrei potuto divertirmi scrivendo.

Papernovela, Paperina di Rivondosa e Topokolossal. Direi che le parodie Disney sono il tuo forte, anche se non deve esser facile ‘riscrivere’ una storia originale in versione papera. Quanto lavoro c’è dietro delle storie a puntate?
Tantissimo. L’idea di solito è un attimo, un momento. Ma arriva solo quando si è fatto tutto il lavoro preparatorio. Una volta avuta l’idea, il resto è tutto lavoro da artigiano: si scrive, si lima, si taglia, si riscrive, si sistema, si aggiusta. E’ un lavoro lungo. Nel caso delle storie lunghe, a puntate, è un lavoro che dura vari mesi.

Confrontando una tua prima storia con una recente, quanto pensi di essere migliorata nel disegno?
Io penso di essere migliorata tantissimo, ma penso di avere ancora un sacco di strada da fare. Le cose vecchie sono piene di difetti che adesso correggerei, le cose che faccio adesso sono piene di difetti che vedrò in futuro, e avrò voglia di correggere. Ma penso che non essere mai del tutto soddisfatti di quello che si fa sia l’unico modo per poter continuare a migliorare.

Topi e paperi a parte, Lucrezia, che appare nelle vignette di Donna Moderna, è diventato un personaggio diventato virale. Quanto ti rispecchi in lei?
Lucrezia è una versione paradossale di me. Pesca a piene mani dalla mia esperienza, ma io non sono lei. Ho più freni, più remore. Quindi un po’ mi nascondo dietro a lei: la mando avanti e sto a vedere cosa succede.

Credits: silviaziche.com
Credits: silviaziche.com

Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere la strada come disegnatore\disegnatrice di fumetti?
Consiglio di disegnare tantissimo, di essere i primi severissimi critici di se stessi, e quando si è convinti di aver dato il meglio, e solo allora, cominciare a mandare in giro i propri disegni cercando un editore e difendendoli con le unghie e con i denti. E’ bene anche testare i propri lavori sul web, con un blog o una pagina Facebook. Così si hanno dei riscontri sinceri (mamme, zie e fratelli ti diranno sempre che si un genio, ma questo non significa che sia vero), e si possono cominciare a correggere i propri difetti.

Grazie Silvia per averci concesso il tuo tempo.
Grazie per la pazienza!

La stylist Alessandra Rinaudo: “L’abito da sposa è un ‘per sempre’ bellissimo” (INTERVISTA)

Un abito da sposa perfetto per il “sì”. Nicole Spose celebra la nuova collezione con un super evento glam nel suo atelier di Milano. Le future spose hanno avuto l’opportunità di ascoltare i preziosi consigli di Alessandra Rinaudo, bravissima stylist italiana, protagonista anche del programma l’Abito dei Sogni in onda su Real Time. Bellissime le collaborazioni con Enzo Miccio e tantissimi altri fashion guru. La collezione Nicole Spose è un mix perfetto di romanticismo classico e modernità, per essere sempre al passo con i tempi conservando la magia tradizionale del matrimonio.

La stylist Alessandra Rinaudo: "L'abito da sposa è un 'per sempre' bellissimo" (INTERVISTA)

Alessandra Rinaudo si confessa in esclusiva per i lettori di Blog di Lifestyle.

La stylist Alessandra Rinaudo: "L'abito da sposa è un 'per sempre' bellissimo" (INTERVISTA)

Come scegliere l’abito giusto? Quello che permette alla sposa di ricordare il giorno più bello della sua vita?

Sicuramente focalizzarsi sulla propria caratterialità. Sì ai consigli di una, massimo due persone, quelle che ti conoscono di più e sanno consigliarti perfettamente, ma bisogna “sentire” il vestito e capire autonomamente che sia quello “giusto”. Importanti possono essere i consigli un esperto, uno stilista, per fare la scelta migliore. La sposa è bella quando è ancor più bella nel suo esser bella quotidiano. Bisogna esser se stessi, sempre.

Tra pizzi, merletti, paillettes e decorazioni, quale sarà il must have di questa stagione?

Quest’anno il must è il romanticismo, che può essere di pizzo francese o di ricamo. Se l’abito è lineare, il pizzo è ricercato. Se invece è un abito più ampio allora lo stile è più principesco, luminoso e ricco.

La sposa italiana sceglie il classico e tradizionale bianco o riesce ad osare sempre di più con altri colori e particolarità?

La sposa italiana è molto fantasiosa. È più fashionista rispetto alla media e per questo osa di più. Il bianco seta va per la maggiore, ma crescente è l’interesse per il gold, il cipria e i pastello delicato o il tocco di colore che si abbina alle location. Le donne italiane amano la personalità, distinguersi.

La stylist Alessandra Rinaudo: "L'abito da sposa è un 'per sempre' bellissimo" (INTERVISTA)

Come è nata la sua passione per la moda e gli abiti da sposa?

A me la moda è sempre piaciuta. Anche mia madre aveva un negozio di abiti da sposa. Da piccola in realtà lo detestavo e non credevo di avere un futuro in questo campo. Con l’età sono cresciuta e ho apprezzato questa moda “speciale”. La moda sosa, infatti, è più particolare: ti permette di conoscere la cliente, di seguire passo dopo passo, fin dalle origini, il processo di creazione e realizzazione dell’abito. Il materiale è bellissimo, e adoro fare un’haute couture per tutte.

La stylist Alessandra Rinaudo: "L'abito da sposa è un 'per sempre' bellissimo" (INTERVISTA)

Abito dei Sogni, un programma di successo su Real Time che permette alla sposa di scegliere il suo vestito perfetto. Come riesce a portare la moda in televisione e quali consigli darà alle clienti?

Quest’anno il programma si evolverà, perché andremo a chiamare le spose non soltanto di Milano ma di tutta Italia e daremo così un contesto più ampio: andremo in giro per lo stivale, nei più begli atelier del nostro paese.
È bello portare l’esperienza di vita, la quotidianità, l’amore, per rendere ricco il programma che non perderà il senso originario, quello dell’incontro tra la sposa e il suo abito.

C’è un abito al quale è più legata? Cos’ha di speciale?

La sirena è uno dei modelli ai quali sono legata di più. Mi ha rappresentato in un momento della mia vita. A me piace sia l’abito lineare sia quello ampio, ma deve avere carattere e non essere banale o troppo semplice. Quest’anno ci sarà un mix tra romantico tradizionale e moderno. La sposa è giovane e bisogna trasformare il “per sempre” dell’abito da sposa nel nostro mondo attuale.

La stylist Alessandra Rinaudo: "L'abito da sposa è un 'per sempre' bellissimo" (INTERVISTA)

A cura di Fabiola Granier, Valentina Scillieri, Tatjana Ucci

Cyprien Richardi: ‘Tirate fuori il that’s all che c’è in voi’ (INTERVISTA)

Credit Photo: Facebook

Cyprien Richardi ha dato vita ad un blog di moda che lo vede protagonista a 360 gradi. In cyprienthatsall.com esprime tutta la sua personalità, e cerca di trasmettere a chiunque lo segue quello che per lui rappresenta la moda: il mezzo per fare la differenza in un sistema che ci vuole tutti uguali. Ecco cosa ha raccontato in esclusiva a Blog di Lifestyle.

– Ti conosciamo grazie a al tuo blog cyprienthatsall.com. Ci racconti cosa ti ha condotto ad aprire questo blog? Perché si chiama così?

Cyprienthatsall è nato a febbraio.
Ho avuto un’esperienza precedente con un socio che però è andata male. E così ho deciso di dare vita ad una qualcosa di innovativo è che fosse interamente improntato su me stesso. That’s all è tratto dalla battuta de “Il diavolo veste Prada”.
Quando ho incontrato la Signora Anna Wintour alla Fashion Week di Parigi, a febbraio di quest’anno, l’ho fermata per raccontarle perché il mio blog si chiama così. Lei ha sorriso e mi ha ringraziato tanto.

Ormai that’s all sta diventando un luogo comune per indicare una persona originale e che intende uscire dalla mischia. Quando i miei amici mi dicono: “Cyprien, ho conosciuto una persona che ti somiglia molto.” Io rispondo: “Sì, ma non ha il that’s all”. Quel valore aggiuntivo che vorrei avessero tutte le persone che mi seguono.

– Cosa ne pensi delle nuove tendenze emerse dalle fiere di moda?

Le nuove tendenze sono molteplici. Quello che io adoro è il ritorno del capo sartoriale. Ma cerco di rivisitarlo secondo il mio gusto: amo mixare la classe e l’eleganza allo stile sportivo.

– Come definisci il tuo stile?

Cerco di prendere tutto ciò che il mercato del fashion mi consiglia e di rivisitarlo.
Il sistema ci vuole tutti uguali, mentre io cerco di fare molta ricerca per poter poi rielaborare i capi in base alla mia personalità. Ma si tratta di un lungo percorso interiore ancor prima che esteriore.

– Qual’è il must have di questa estate?

I completi.
Io adoro molto i completi: maglietta o canotta, pantaloncino e giacca. Ma con delle stampe particolari, ricercate. Arricchiti con dettagli che rendono l’outfit fresco, giovane e che rispecchi la propria immagine.

– Quali sono le novità che riguardano la tua sfera del tuo lavorativa?

Cyprien that’s all sta diventando anche un brand.
Sto lavorando per questo adesso. Saremo pronti a gennaio, ma chi segue il mio blog ha già modo di vedere un progetto a cui tengo molto: i papillon. Assieme ai cappelli, i papillon sono uno degli accessori che più amo, e adesso sto lavorando a qualcosa di mio per dare vita ad una collezione molto personalizzata ed esclusiva. Poi c’è in atto anche un altro progetto che uscirà anch’esso a gennaio per l’Expo 2015: biciclette, elettriche e personalizzate. L’idea è di biciclette che possono essere vestite.
Una grande novità sono i miei look interattivi: con un click è possibile acquistare tutto.

– C’è qualcuno a cui ti ispiri per il tuo lavoro? Un modello che segui?

Io non ho miti. Il mito di me stesso sono io. Voglio arrivare a fare delle cose importanti, e per farlo bisogna credere molto in se stessi e vivere intensamente la propria vita: viaggio spesso, e questo è anche un modo per seguire il flusso, ricercare, e rielaborare, per dare vita a qualcosa di esclusivo.

– Saluti i nostri lettori lasciando loro un consiglio?

Cari lettori, cercate sempre di tirare fuori il that’s all che c’è in voi.