venerdì, 22 Novembre 2024

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E se i cartoni animati parlassero il dialetto romano? (INTERVISTA)

Credits: Facebook

Immaginate Holly e Benji, Lady Oscar e Frozen catapultati nella Roma di oggi, alle prese con code sul Raccordo, con il traffico quotidiano o semplicemente con lo stress cittadino che ogni giorno si respira nella Capitale. Ci hanno pensato Andrea, Cristina, Simone e Valerio a trovare la soluzione. Il risultato è una pagina divertentissima su Facebook dal titolo “Cartoni animati alla romana”, che vede protagonisti i nostri personaggi dell’infanzia trasformati nei più espliciti romani ‘de Roma’.

Noi Blog di Lifestyle abbiamo intervistato questi simpatici quatto amministratori che ci hanno svelato qualche curiosità sulla pagina dei record che in pochi giorni ha raggiunto i 30 mila ‘mi piace’, raccontandoci nostalgie di quei mitici cartoni animati con cui tutti siamo cresciuti.

Ciao ragazzi, vi presentate ai lettori di Blog di Lifestyle?
Ciao a tutti i lettori di “Blog di LifeStyle”! Siamo Andrea, Cristina, Simone e Valerio, quattro bei trentenni brizzolati (ovviamente tranne Cristina) di Roma, amministratori e ideatori della pagina FB “Cartoni Animati alla Romana”.

Come è nata l’idea di creare questa pagina che fonde il dialetto romano con i cartoni animati?
L’idea è nata durante una cena a trastevere tra un bicchiere di vino e una carbonara. Nel bel mezzo della cena ci sono tornati in mente i meravigliosi anni ’80 e tutti i vari cartoni che hanno accompagnato la nostra infanzia. È proprio a questo punto che, ricordando le mitiche e interminabili “sgroppate” di Holly e Benji, abbiamo pensato di associare il dialetto romano ai cartoni animati. Così il giorno successivo è nata la pagina Facebook.

Le cifre parlano chiaro: siete attivi da poco e avete raggiunto già quota 48 mila like su Facebook. Qual è il segreto del vostro successo?
Ci teniamo a precisare che è assolutamente un successo inaspettato, la pagina in pochi giorni ha raggiunto 30.000 fans e per noi è stato un risultato incredibile. Alla base c’è sicuramente la nostra spontaneità associata al dialetto e ai luoghi comuni della vita quotidiana.

Non tutti i fan della vostra pagina sono romani di Roma. Vi è capitato di dover spiegare le vostre divertenti parodie alle persone che non riuscivano a capire le parole?
Qualcuno si. Ad esempio in una vignetta abbiamo inserito la parola “pipinara” la quale ha suscitato dubbi e perplessità in alcuni dei nostri sostenitori. Fortunatamente però abbiamo dei fans molto attivi che interagiscono tra di loro e sono riusciti a spiegare il significato italiano della parola! Per chi non lo sapesse “pipinara” vuol dire caos/confusione!

C’è anche un po’ di nostalgia rivedendo questi cartoni animati anni ’80 nella vostra pagina. Avete qualche ricordo particolare legato a un personaggio della vostra infanzia?
Assolutamente. Per noi ragazzi c’è forte nostalgia dei mitici “Holly e Benji”, dove per vedere la fine di una partita dovevi aspettare almeno dodici puntate! Per Cristina invece, “L’incantevole Creamy” con il suo parimpampum, Georgie e quel bonazzo di suo fratello.

Secondo voi, cosa accadrebbe se nella realtà i personaggi dei cartoni si trovassero tutti i giorni a dover far fronte al caos cittadino di Roma?
Bella domanda! Gli vogliamo proprio male a questi poveri cartoni! Comunque diventerebbero sicuramente come noi, brizzolati a 30 anni, arrabbiati e soprattutto imparerebbero le parolacce in dialetto romano!

Salutateci con qualche parola in dialetto romano (ovviamente!).
Prima di salutare vogliamo ringraziare tutti i nostri fans che ci inviano messaggi stupendi tutti i giorni, grazie davvero di cuore a tutti! per concludere, come direbbe la nostra amata Biancaneve alla Romana, “Ciaone a tutti” e mi raccomando veniteci a trovare numerosi sulla nostra pagina FB “Cartoni animati alla Romana”! Bella pe tutti!

Credits photos: pagina Facebook ‘Cartoni Animati alla Romana’

Swatch per Expo 2015, Filippa Lagerbäck: “Un onore essere qui, le donne hanno potere” (INTERVISTA)

Filippa Lagerbäck, stupenda madrina dell’evento “Conto alla rovescia Swatch per Expo 2015 Milano”. A 51 giorni dal debutto ufficiale di Expo, è finalmente partito il countdown su un totem/orologio in via Luca Beltrami (davanti a Expo Gate).

È stata Swatch, Official Watch & TimeKeeper dell’Esposizione Universale, a dar via al magico e super affascinante conto alla rovescia: simbolica la scelta del numero 51, in quanto nella sua prima collezione (datata 1983) Swatch aveva proprio 51 pezzi, ed è stato per questo che ha voluto far scattare il countdown ufficiale a 51 giorni dall’inizio di Expo Milano. Lo start è stato dato alle 18.30, 11 marzo, da Carlo Giordanetti, Direttore Creativo Swatch, Laura Burdese, Country Manager Swatch Group Italia, Giuseppe Sala, Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, e dalla madrina d’eccezione Filippa Lagerbäck. La bellissima ed elegantissima svedese è da sempre vicina ai temi dell’ecologia, del benessere e della corretta alimentazione.

Filippa Lagerback;Giuseppe Sala;Laura Burdese;Carlo Giordanetti

Testimonial e madrina di questo evento, come ti senti?
Essere madrina, essere la “mamma”, il volto di questo evento mi fa sentire davvero speciale; è un onore per me essere qui. Manca ormai poco, 51 giorni, e siamo tutti emozionati.

Come riesci ad unire televisione, conduzioni, moda, fashion ed eventi glamour? Qual è il tuo segreto?
Se c’è un segreto, davvero, allora è “essere trasparenti”. Essere semplicemente se stessi, nella propria quotidianità, e quindi famiglia, lavoro e amici. Ho anche un blog, in cui mi racconto, e sono sempre io, così come mi vedete voi. Riesco ad essere più in contatto con gli altri e nasce così un bel dialogo. Rispondo sempre ai commenti sui social, mi interessa il confronto. Sono, in fondo, una persona molto timida. Fino a 25 anni ero silenziosissima e non parlavo con nessuno.

Pensi che Milano Expo 2015 possa davvero essere una buona opportunità per noi agli occhi del mondo intero?
Assolutamente sì, è un evento così grande e importante che sicuramente colpirà tutti. Siamo italiani, ce la facciamo sempre, anche nelle difficoltà. È davvero un’occasione per fare del bene e apparire agli occhi degli altri come un paese forte, ricco e bellissimo.

Rivelaci un segreto: com’è lavorare con Luciana Littizzetto?
Stupendo, c’è solidarietà femminile e tra di noi c’è davvero un buon rapporto. Le donne in tv (anche se sono poche) hanno molto potere e tutte le donne sono davvero forti, non hanno bisogno di altro, devono solo sostenersi tra di loro.

Claudia e Marco: il nostro matrimonio sponsorizzato sarà in t-shirt (INTERVISTA)

Marco Valenti e Claudia Pandolfi

Per sempre. Solo chi ha trovato la persona giusta non vede l’ora di pronunciare quelle due parole nel giorno – che più di altri- rappresenta la promessa di amarsi per tutta la vita: il matrimonio.

Ma l’amore, anche quello più grande, da solo non basta per organizzare le nozze e tra allestimenti, pranzo, musica e addobbi vari i costi sono davvero elevati.
Tutto diventa più complicato con un lavoro precario, affitto e bollette da pagare.
Una strada, però, c’è sempre: basta essere determinati, non arrendersi davanti alle difficoltà e ovviamente amarsi tanto.

Proprio come Claudia e Marco, noti sul web come Daka e Dark, che hanno deciso di intraprendere una strada in Italia non molto conosciuta, quella del matrimonio sponsorizzato per realizzare il loro sogno d’amore.

Dimenticate l’abito bianco e le classiche bomboniere: Claudia e Marco hanno in mente un matrimonio assolutamente fuori dagli schemi e che rispecchierà le loro passioni e la loro storia.

Di che si tratta? Lo racconta direttamente a Blog di Lifestyle Claudia, che abbiamo intervistato.

Claudia, ti presenti ai nostri lettori?

Sul web sono conosciuta come Daka, ho 26 anni e mi sto laureando in Comunicazione Audiovisiva e Multimediale. Sono toscana, originaria del Valdarno, ma da un anno vivo a Treviso insieme a Marco, alias Dark, e qui ho cominciato un nuovo lavoro da piccola imprenditrice che deve ancora ingranare. Mi ritengo una persona creativa e un po’ lunatica, e quando credo in qualcosa sono inarrestabile.
Per questo sono così felice di poter parlarvi del nostro progetto.

Parliamo del vostro progetto:con il tuo fidanzato, Marco, avete deciso di fare il grande passo tentando la via del matrimonio sponsorizzato. Come mai quest’idea?

Quella del “matrimonio con sponsor” è una tendenza piuttosto recente, importata dagli USA, nata dalla necessità: una coppia che desidera sposarsi, ma ha limitate risorse economiche a disposizione, si rivolge a professionisti e attività del settore chiedendo servizi e prodotti in cambio di pubblicità; in pratica si presta come testimonial, con modalità promozionali che variano molto a seconda della richiesta degli sponsor, della propria creatività e disponibilità di tempo.

Noi siamo venuti a conoscenza di questa possibilità cercando su Internet modi per risparmiare nell’organizzazione del nostro matrimonio, in particolare imbattendoci nelle storie di alcune coppie che si erano già imbarcate in quest’impresa con successo, e non ci ho pensato due volte prima di decidere “proviamoci anche noi!“.

Una coppia che al giorno d’oggi vuole sposarsi, quanto deve spendere?

Ti rispondo dal nostro personale punto di vista, quello di una coppia di giovani entrati da poco nel mondo del lavoro, che da un anno vivono in affitto e che hanno davanti a sé un mutuo: tanto.
Anche il più semplice e intimo dei matrimoni ha delle spese imprescindibili, come ad esempio il pranzo o la cena da offrire a familiari ed amici nel grande giorno.

Per fortuna oggi ci sono molti modi nuovi di pensare un matrimonio, e quindi anche di risparmiare (ci sono siti che offrono la possibilità di vendere e acquistare abiti da sposa usati, per esempio, o che suggeriscono bomboniere fai-da-te), ma quando il desiderio dei futuri sposi è quello di vivere un giorno speciale insieme ai propri cari, si tratta sempre di cifre impegnative.

Parte del progetto è anche il vostro blog, a cosa date spazio? In evidenza c’è un motto Keep calm and plan your wedding: con quale spirito affrontate il vostro matrimonio?

Esatto: il blog diperdi.blogspot.it è il fulcro del nostro progetto. Su quelle pagine racconto giorno dopo giorno (“Di per Di” sta anche per questo, oltre che per “Dark per Daka”) la nostra avventura, spiego le nostre necessità, parlo dei nostri sponsor e do spazio anche a coloro che parlano di noi, per esempio su altri blog o webzine.

Il tono del blog è informale e piuttosto intimo, come se mi stessi rivolgendo a dei vecchi amici, ed è questo lo spirito con cui vogliamo affrontare questa impresa: chiediamo solidarietà da nerd a nerd, e offriamo il nostro entusiasmo da eterni bambini a chi vuole aiutarci.
Certo, non sempre è facile: di fronte alle difficoltà, allora, meglio ricordarsi di “mantenere la calma” e andare avanti!

Nel blog vi definite sposi nerd: che differenza c’è con degli sposi normali?

Nel 2014, il confine tra “normale” e “non normale” è molto blando, e noi non ci riteniamo speciali.
Ma se in origine il termine “nerd” aveva una valenza dispregiativa (letteralmente significa “sfigato”, in Inglese), oggi indica una categoria di persone accomunata da un’ampia varietà di interessi, dalla letteratura fantascientifica al fumetto italiano, dai videogiochi al gioco in scatola, dalle serie TV al
cosplay… Marco ed io abbiamo la fortuna di condividere queste passioni, e di viverle insieme quotidianamente: non abbiamo la TV, come la maggior parte delle coppie italiane, ma possediamo una discreta collezione di DVD; non andiamo in discoteca, ma non ci perdiamo una fiera del fumetto; non diamo importanza a S. Valentino, ma guai se l’uno prova un gioco appena uscito senza aspettare l’altra, o viceversa.

In quanto futuri sposi, la differenza con la maggior parte delle coppie è che noi sogniamo un matrimonio in t-shirt anziché in abito bianco e fantastichiamo su dadi a 20 facce come bomboniere…

Facciamo un passo indietro: come vi siete cononsciuti e come è avvenuta la proposta di matrimonio ?

A questo punto, la risposta non dovrebbe stupirvi: Marco ed io ci siamo conosciuti su Internet. Frequentavamo lo stesso forum di appassionati di gioco di ruolo, siamo diventati amici “leggendoci”; l’amicizia è durata quasi tre anni, prima che avessimo l’occasione di passare del tempo insieme, senza altri amici, e di capire in un istante che eravamo due metà della stessa mela.

Poco dopo ci siamo fidanzati ufficialmente, e la prima a fare il passo sono stata io: ho regalato a Marco un quadernetto dove avremmo scritto tutto ciò che ci sarebbe piaciuto fare insieme da lì in avanti, e quando lui lo ha aperto ci ha trovato dentro l’anello e la scritta “Marco, ci sposiamo?“.

Ma è stato Marco, quello più originale: una sera che ero da lui mi ha chiesto di provare un videogioco; la protagonista era una mia rappresentazione, che arrivata al termine di un percorso ha incontrato un alter-ego di Marco.
Potete immaginare la mia sorpresa quando questo mi ha chiesto “Claudia, ci sposiamo?“!

Avete già avuto contatti da qualche eventuale sponsor? E i social network quanto vi stanno aiutando nella vostra campagna?

In realtà è qualche azienda che ha avuto un contatto da noi: vista la particolarità della nostra richiesta, quella di organizzare un “matrimonio nerd”, preferisco muovermi personalmente e scrivere a chi potrebbe essere interessato a sponsorizzarci. E si, abbiamo avuto qualche risposta positiva.

Sicuramente senza i social network, ed in particolare Facebook e Twitter, tutto questo non sarebbe possibile: la visibilità è tutto, in un progetto del genere, e io spendo molto tempo a condividere contenuti e ad ampliare la portata del nostro appello in ogni modo offerto dal web:stiamo per aprire anche un profilo su Instagram e un canale su YouTube.

Come lo immaginate quindi il giorno più importante?

Abbiamo talmente tante idee più o meno folli, che i nostri wedding planner Chiara e Maurizio, faticano a starci dietro! Vogliamo organizzare una giornata indimenticabile per noi ma anche per chi ci sarà, all’insegna delle nostre passioni più grandi, in particolare quella per i videogiochi e per i giochi di ruolo.
Sarà tutto a tema, quindi, dagli inviti alle bomboniere, naturalmente entro le possibilità che i nostri sponsor ci offriranno.

Ma non vogliamo rivelare troppo: abbiamo in mente qualcosa che potrebbe fare del nostro grande giorno un evento finora mai visto…
Speriamo solo di riuscire a reperire le risorse necessarie, e anche per questo abbiamo appena lanciato una raccolta fondi: ogni aiuto, piccolo o grande, o anche solo il vostro supporto morale, sarà sinceramente apprezzato!

Tu e Marco siete la dimostrazione che non bisogna arrendersi davanti alle difficoltà.
È vero allora che l’amore può tutto?

Lo dico spesso, e lo penso davvero: il destino premia gli entusiasti, quando sanno tirarsi su le maniche per realizzare i propri sogni.
In questo periodo di crisi le difficoltà sono all’ordine del giorno, e sopravvive solo chi non si arrende. Trovare la persona speciale che ti completi è sicuramente un grosso vantaggio, perché ti regala la prospettiva di un futuro felice da inseguire.

Ma non basta: bisogna prima di tutto credere in se stessi e coltivare quotidianamente la propria persona; solo l’amore tra due individui completi può tutto.

Coinquilini: come trovarli e da chi stare alla larga (INTERVISTA)

Coinquilini: c’è chi li cerca per affrontare una nuova vita, quella universitaria, tra lezioni, bi-locali e abbonamenti per la metropolitana. C’è chi vuole liberarsene: troppo frastuono la notte, piatti sempre sporchi e orari delle pulizie non rispettati mai. Senza parlare delle bollette pagate l’ultimo giorno e della dispensa sempre vuota.
C’è chi ne ha bisogno, per dividere le spese così pazze e ammortizzare il caroprezzo della vita al nord.

Come trovarli e da chi stare alla larga? Abbiamo fatto due chiacchiere con Giuseppe, l’amministratore della pagina “Il Coinquilino di Merda”. Ecco cosa ci ha risposto.

Ciao Giuseppe, come è nata l’idea della pagina? Hai avuto delle esperienze negative con dei coinquilini?

Ciao Fabiola, l’idea è nata quando una mia coinquilina si asciugava i capelli con il phon in corridoio, verso l’una di notte. A quel punto ho detto: o la uccido o faccio qualcosa per sfogarmi. Così è nata la pagina. Poi ho scoperto che non ero l’unico ad avere questo tipo di frustrazione.

Quali devono essere le “qualità perfette per un perfetto coinquilino”?

Per il “perfetto coinquilino” hai sbagliato interlocutore! Io penso che il coinquilino perfetto non esista, anzi credo che esistano solo coinquilini di merda. Ognuno lo è modo suo e nessuno si salva.

Quali sono i litigi più comuni tra coinquilini?

Tempo fa abbiamo lanciato un sondaggio dalla pagina proprio sulle cose e azioni più gravi del coinquilino di merda, ed è emerso senza dubbio
che la cosa meno sopportata è la scarsa igiene. Viste le testimonianze, comunque, aggiungo le liti sul cibo e sulla carta igienica.

Da chi stare alla larga?
Dipende! Personalmente io non sopporto i coinquilini che fanno gli amiconi e poi ti fregano i soldi delle bollette. Preferisco i cinghiali che però si fanno voler bene.

Le tre “regole” perfette per la convivenza perfetta

Le tre regole:
vai a vivere da solo
vai a vivere da solo
vai a vivere da solo

altrimenti scappa.