domenica, 5 Maggio 2024

La Love Blogger

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Fosse per me passerei più tempo a fare l’amore che a scriverne. Ma, poi, qualcuno mi ha denominata La Love Blogger e da quel giorno faccio credere a tutti che io sia romantica a patto che tutti loro continuino a credere nell’amore.

Vi spiego cosa ho imparato dal mio ex (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: gruppi.chatta.it

Nella vita è importante avere una posizione.
Guarda me: sono una Blogger (non ridere, ti vedo). In pratica, nel 70% dei casi, la reazione successiva a quando affermo che lavoro faccio è: quindi che lavoro fai?
Mi consola sapere che, almeno, il restante 30% mi capisce. Dicono che noi Blogger trascorriamo 10 ore al giorno al pc (non dicono che di quelle 10 ne impieghiamo almeno 11 a cercare l’ispirazione giusta), 2 a scorrere la home di Facebook, 6 le dormiamo e le restanti 6 le impieghiamo tra la spesa, la casa e le relazioni sociali riservate esclusivamente al confrontarsi con chi fa il nostro stesso lavoro: che spiega il 30% di prima.
Comunque, fossi io un ingegnere, avessi un posto in banca, fossi un avvocato, un astronauta o un detective non si presenterebbe lo stesso iter, perché risulterei senza dubbio più credibile e affascinante agli occhi degli altri (mamma, c’avevi ragione!).

Ma c’è una categoria che pone tutti sullo stesso piano, senza troppe discriminazioni sociali, di sesso o religione. Si chiama: quello stronzo del mio ex.
Quello che un giorno mi ha detto: “Non so più se ti amo. Tu lavori troppo (mamma, metti che c’avevo ragione io?!), io mi sento solo”.
Ecco, avete presente quando il sentirsi soli implica due tette e un culo fantastico?! Già, non era il mio. E da quel giorno la mia vita è cambiata.

Sono certa che sia capitato a tutti una volta nella vita.
Sono sicura che la mia storia è quella di almeno il 70% di voi che fate un lavoro diverso dal mio, ma che avete sofferto per amore almeno quanto me. Per un ex, se proprio vogliamo dire le cose come stanno. E sarà che oggi piove. Che sembrava essere scoppiata l’estate e tutto d’un tratto – come per magia – puff, novembre è di nuovo tra noi: pioggia, lampi, fulmini e saette e io sono metereopatica, sì. Sarà che, quindi, se fossi la protagonista di un film oggi sarei senz’altro Bridget Jones, in fase premestruo, con la colonna sonora di Emotivi Anonimi impostata su “repeat”, ma con ai piedi le scarpe di Carrie Bradshaw. Sarà che le Manolo Blahnik gliele mangia il cane dell’uomo con cui va a convivere e che tanto lei ama un altro. Sarà che ti ho maledetto con tutta me stessa, ma io oggi – Caro mio ex – ti dico grazie.

Grazie per tutto quello che mi hai insegnato

– Mi hai insegnato che l’amore non è tutto.
Era tutto quello che io volevo. Ma non bisogna essere bulimici d’amore se non si vuole correre il rischio di rigettarlo fuori con la stessa forza.

– Mi hai insegnato che io vengo prima di tutto e tutti.
E che chi ti ama non ti chiederà mai di mettere da parte te stesso.

– Mi hai insegnato che il rosso mi sta bene.
Ho cambiato colore dei capelli. E sicuramente sono buffa e senz’altro il mio colore naturale è stupendo. Ma mi andava e l’ho fatto.

– Mi hai insegnato che i vizi fanno bene all’anima.
Ho smesso di fumare, sai? E credo che tra le cose che mi hanno aiutata c’è il fatto di non avere più qualcuno che mi imponga il suo pensiero salutista tra una patatina fritta e l’altra. Perché vedi, ognuno ha propri vizi.

– Mi hai insegnato che il mio lavoro è il più bello del mondo (per me).
E, sai, non dovrei mai ascoltare chi tenta di convincermi del contrario solo perché mi porta via tanto tempo.

– Mi hai insegnato che la mia migliore amica è speciale.
E se tenevi il muso quando stavamo fuori tutti assieme non era di certo per causa sua. Lei non mi avrebbe portato via da te, eri tu che avevi smania di essere altrove.

– Mi hai insegnato che non mi devo accontentare mai.
E non dovresti nemmeno tu. Non è una colpa aver fallito in una storia, la colpa è stata averla spinta oltre il limite del rispetto.

– Mi hai insegnato che i sentimenti meritano lealtà.
E che essere leali nei sentimenti conta più che avere dei sentimenti veri per qualcuno.

– Mi hai insegnato che rinnegare dei sentimenti non serve.
Perché io ti amavo ancora quando sei andato via. E, per fortuna, ho assecondato il mio dolore che oggi mi ha resa libera di amare ancora. Ma non te.

– Mi hai insegnato che non bisogna abbandonare le cose a metà, perché chi lo fa poi torna a recuperarne i pezzi.
Ma resto dell’idea che farlo finché si è in due, è più difficile certo, ma è maledettamente appagante. Altrimenti impari che non ne valeva la pena e che puoi farlo da sola.

– Mi hai insegnato a non smettere mai di credere nell’amore.
Perché l’amore tutto ripaga e cancella via ogni ferita. Anche la più profonda. Anche quella che sembrava impossibile da sanare. L’amore è per chi se lo merita.

– Mi hai insegnato ad aspettare.
E, credimi, è stata forse la cosa più difficile. Ma tu mi hai insegnato che io merito più amore di così.

Ps. Nella vita è importante avere una posizione. E io ho scelto la mia.

Ognuno ha l’amore che si merita (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: biancalba.com

A parlare d’amore si corre sempre un certo rischio.
Il più grande tra tutti è quello di confondere il motivo per cui hai iniziato. Ma anche quello che gli altri fraintendano dove vuoi arrivare non è da meno. In quanto agli altri ci ho fatto il callo, io parlo d’amore tutti i giorni. In quanto a me, invece, mi è toccato sbatterci la testa contro. Più e più volte.

Deve essere andata così. Un po’ come per le credenze popolari.
Uguale alla storia che se ti siedi nella parte in cui il tavolo fa angolo allora non ti sposi. Senz’altro qualcuno, allo stesso modo, millenni fa deve aver messo in giro ‘sta storia che l’amore è l’altro. E così sono secoli – buttati – in cui cerchiamo disperatamente quest’altro. Quello che ci completi. Quello senza il quale la nostra vita non sarebbe più la stessa e non deve esserlo se non c’è lui. O lei. O, insomma, lo facciamo tutti: ci aggrappiamo all’altro, lo stringiamo forte tra le nostre mani e badiamo bene di non mollare la presa che se no lo perdiamo. In realtà quello che stiamo facendo è riversare nell’altro tutta la nostra forza. Che se, sfiga vuole, un giorno siamo costretti ad aprirle quelle mani, ci rendiamo conto che non stavamo stringendo proprio niente. O meglio: niente di quello che avremmo voluto. Ma eravamo troppo impegnati a non perderlo per accorgercene.

L’ostinazione non è sinonimo d’amore. Né fa rima con coraggio.
L’essere umano è una macchina perfetta. E sorprenderà sapere che, se solo potessimo, noi non faremmo nulla tutto il giorno. Niente. Niente che comprometta un dispendio di energie. L’essere umano è abitudinario per antonomasia e chiedetegli tutto ma non di cambiare il suo canale tivù preferito, nemmeno mentre non lo sta guardando: è il suo canale tivù preferito e la televisione resta accesa lì, punto. Figuratevi se siamo bravi, allora, a tirarci fuori da storie che non ci piacciono e che fino a ieri erano tutto. Impossibile. E allora è colpa sua. Non fa abbastanza. È cambiato. È colpa dell’altro. Nel gergo comune tutto questo è traducibile in un banalissimo: non lo voglio ma non lo so accettare. Non posso. Significherebbe, a quel punto, ammettere che in questo puzzle perfetto che la mia mente aveva costruito manca un pezzo. Manco io.

A te la scelta. Io la mia l’ho fatta tempo fa.

“Ognuno ha l’amore che si merita”

Così mi è stato detto quando tentavo di riversare la colpa su di lui se il mio amore mi faceva più rabbia che bene. E così dico io oggi a tutti coloro che cercano l’amore altrove, senza per questo cercarlo prima in se stessi.

Con il cuore in stand-by e le emozioni alterne (LA LOVE BLOGGER)

Credit photo: mirthassblog-mirtha.blogspot.com

Chiusura ermetica per il cuore ed emozioni ad intermittenza.
Dal mio viso non trapela nemmeno uno di quei sorrisi accennati, traditori di sensazioni tutt’altro che innocue. Né il mio corpo emana alcun tipo di segnale. Battito regolare. Farfalle nello stomaco morte. È primavera e non mi innamoro nemmeno del primo che passa. Inizio a preoccuparmi e nel frattempo paragono le mie emozioni alle luci che si usano per decorare gli alberi di Natale. Quelle che funzionano ad intervalli più o meno regolari, ognuna per i fatti suoi, finché non si rompono del tutto.

Se stai pensando che sembro avere l’umore di chi ha appena vinto alla lotteria, bhè, c’hai preso. Perché io mi sento felice esattamente così.
È solo che inizio a credere nel karma e in particolar modo nel fatto che, in un’altra vita, devo aver infranto talmente tanti di quei cuori che oggi ne sto pagando le conseguenze. Comunque volendo stilare una lista di presupposti validi affinché una di quelle lampadine si accenda, la buona notizia è che ce ne sono abbastanza: deve essere bello ma non troppo, intelligente più di me, simpatico ma non solo per se stesso, vivere lontano da me da non poterlo vedere tutti i giorni ma non troppo da non poterlo vedere mai, deve essere bravo a letto (con me, non con lui!), fedele, premuroso, single per davvero e altre 4/5 cose mitologiche. La cattiva notizia è che non esiste.

Ovviamente non sto qui a dire che sono io il problema.
Perché mi sa tanto di frase fatta da usare quando si intende lasciare qualcuno e non si trovano parole meno inflazionate per farlo. E poi perché il problema sei tu.
Fosse per me, ancora una volta, passerei più tempo a fare l’amore che a scriverne. Arrossirei in viso ben volentieri e ti donerei la più coinvolgente delle risate per una battuta che esce dalla tua bocca. E che mi fanno ridere davvero, mica è un cliché. Fosse per me saremmo già andati a cena. Avremmo poggiato i cellulari sul tavolo, tra le posate e l’acqua, per abitudine, ma poi non li avremmo guardati mai. Ci saremmo ritrovati a confidarci paure nascoste e a parlare di cose che avevamo creduto di aver dimenticato. Così avremmo aperto una bottiglia di vino, rosso come piace a me, anche se domani la sveglia sarebbe suonata presto. E poi avremmo fatto l’amore, sì.

La verità è che la cena te la racconto. I sorrisi sono costretti dietro ad un telefono. E i momenti in cui ti ho con me si alternano a momenti in cui devo dimenticare perfino che esisti. Per non parlare delle volte in cui ero io a voler fare l’amore.
E sei tu che, per ogni volta in cui non c’eri, mi hai insegnato ad accendere le mie emozioni quando sono io a volerlo e a sentirmi pronta. Io che oggi, se mi va, giro per casa quasi nuda e lo faccio solo per me.

Ci credi nei rapporti a distanza? (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: ilmurodallalto.it

– Ci credi nei rapporti a distanza?
– Dipende. Quanto sono vicini i cuori?

Mica credere che avere la propria metà fisicamente vicina renda tutto più semplice.
La vera distanza è data da due cuori divisi che non riescono a comunicare tra loro. Avete mai visto il film “Amore a mille.. Miglia”? Bé a dire il vero io no, ma rende il concetto alla perfezione (ne sono sicura): non importa da quale parte del mondo questi due cuori si stiano cercando è solo così che possono trovarsi.
Il punto è che i rapporti tra le persone sono una cosa assai complicata. Così, spesso, si tende a cercare alibi dietro ai quali nascondere il timore che qualcosa possa andare storto, o il mancato coraggio di mettersi in gioco per davvero. Non lo ritengo un demerito. Chi ci perde qui siete voi timorosi, perché l’amore tutto ripaga ma richiede coraggio. Che una relazione sia a distanza o meno conoscerà difficoltà e momenti di sconforto, alcuni superabili altri non. A fare la differenza non sono cose come l’amore, la possibilità di finire a far la pace sul divano dopo un litigio, né – risvolto della medaglia – avere il tempo di placare gli animi prima di rivedersi data la distanza. A fare la differenza è la volontà che si impiega nella riuscita di un rapporto.

Insomma sì.
Io ci credo nei rapporti a distanza e dovreste farlo anche voi.
È stato condotto anche uno studio a riguardo dalla City University di Hong Kong, pubblicato sul Journal of Communication. Il risultato? La lontananza crea dei legami molto più solidi e duraturi nel tempo rispetto a chi si vede tutti i giorni. I rapporti a distanza, a quanto pare, hanno quel quid in più che si chiama desiderio.

Ma come fare a mantenerlo vivo?

1. Non rischiare che il telefono diventi un vostro nemico.
È chiaro che sentire la sua voce è la parte più bella della giornata se lui\lei non c’è. Ma che non diventi un’ossessione che si trasforma in un impedimento al vostro rapporto: lasciatevi i vostri spazi e non vi trasformate in stalker da cui potrebbe diventare preferibile prendere le distanze (in tutti i sensi!).

2. Non ti annullare.
Il fatto che viviate una storia a distanza non significa che tu non possa essere felice. Anzi. A patto che tu sia alla ricerca di un amore sano e indipendente e non che, invece, stia solo cercando di colmare un bisogno. Riflettici.

3. La mancanza è il vostro punto di forza.
Quanto ti manca da 1 a 10? Pressapoco 200, lo so. Non è un valido motivo per essere triste: è proprio lui\lei che vuoi. In un rapporto come questo nulla si dà per scontato e di certo a mantenervi insieme non è l’abitudine. Al batticuore di quando vi rincontrate non ci si abitua.

4. Avvicina i vostri cuori.
Fagli sentire la tua presenza. Coivolgilo nelle tue giornate. Mandagli foto e immortala pezzi della tua quotidianità da condividere con lui\lei. Ricordati di sorridere: il sorriso della persona che ami accorcia le distanze.

5. Fidati.
Di lui, di lei. Fidati. Se ti vuol tradire lo fa anche se abitate sullo stesso pianerottolo. No alle polemiche inutili che irrigidiscono i rapporti.

6. Tempo al tempo.
Ad ognuno il suo. Non cercare conferme immediate. Tieni sempre ben a mente che prima di essere una coppia siete due singoli individui. Ognuno con i propri bisogni e le proprie difficoltà giornaliere. Impara ad essere paziente e a rispettare anche le necessità dell’altro.

7. Prenditi cura di te.
Ancor prima che di voi. Non devi trascurarti solo perché il tuo ragazzo è lontano. Anzi, mostrati impeccabile tutte le volte che vi rivedete, proprio come ad un primo appuntamento. Ne hai avuto di tempo per prepararti, no? Vi vedete talmente poco che i momenti in cui indossi il pigiamone di pile e i cerotti per respirare la notte possono attendere.

Vale anche per lui: sorprendila.
Se ad attenderla alla stazione ci vai anche solo con un fiore la renderai davvero felice. E non hai scuse, vivete lontani non è che la porti fuori a cena tutte le sere, un po’ di inventiva, sù.

8. A quando?
Non lasciate che trascorra troppo tempo tra un vostro incontro e un altro. Un rapporto ha bisogno di cure.

9. Progetti.
Quando sentite che la vostra relazione è ormai consolidata, progettate il vostro futuro insieme. Le storie a distanza possono durare.. Ma non per sempre.

10. Pazienza.
“A gentleman is simply a patient wolf” diceva Lana Turner.
Quello che in molti non sanno sui lupi è che sono animali estremamente fedeli. Con un forte senso di attaccamento al proprio branco, dediti ai propri cuccioli, sono altruisti e capaci di vivere in coppia all’insegna del rispetto più assoluto fino alla morte.

Fate come i lupi. Siate amanti pazienti e rispettosi.