mercoledì, 1 Maggio 2024

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Una vacanza nella natura rende felici

Tutte le vacanze ispirano relax, ma secondo gli studiosi degli Annals of Tourism Research c’è una tipologia che è in grado di potenziare benessere emotivo e fisico.

Mare o montagna? Nessuna delle due, si tratta della natura. Con la primavera alle porte, il consiglio degli esperti è di trascorrere qualche giornata tra prati e parchi: fare turismo immersi nella natura, infatti, rende felici.

Il team, guidato da da Salvatore Bimonte dell’Università di Siena, è giunto a questo risultato effettuando una ricerca che ha coinvolto tre gruppi di turisti. I vacanzieri prescelti hanno visitato la Maremma toscana per tre motivazioni diverse.

Il primo gruppo era formato da persone interessate a visitare solo il parco naturalistico, il secondo era interessato invece a trascorrere del tempo soltanto al mare e infine l’ultimo gruppo intendeva godersi sia il parco sia il mare. Turismo naturalistico nel primo caso, turismo balneare nel secondo e un mix di entrambi per l’ultima tipologia.

Terminata la vacanza, i ricercatori senesi hanno verificato come fossero più felici e soddisfatti i turisti che avevano scelto il turismo naturalistico. La vicinanza con il “verde” favorisce la conservazione dell’ambiente, ci riconnette con emozioni semplici, pensieri positivi, in poche parole ci rende felici.

Provare per credere?

Ricerca sul cancro, la pelle scura ha aiutato a non ammalarsi

Secondo una recente ricerca sul cancro condotta dal biologo britannico Mel Greaves, i primi esseri umani avevano la pelle bianca, tramutata, poi, in nera e ancora in bianca. Perchè questa evoluzione? Ce lo spiega nel suo studio condotto con lo staff dell’Istitute of cancer research di Londra.

Lo scienziato ha analizzato venticinque casi di cancro della pelle negli albini d’Africa e ha scoperto che, a differenza della popolazione caucasica, in questi soggetti il basalioma, conosciuto anche come carcinoma basocellulare e il carcinoma a cellule squamose conducono a una morte rapida e in giovane età.
La prevenzione di questo tipo di tumore è stato, secondo Mel Greaves, alla base dell’evoluzione del colore della pelle negli uomini.
Questa teoria, invece, non è accolta da illustri scienziati come Charles Darwin secondo cui il cancro alla pelle colpisce gli uomini e le donne che hanno superato l’età riproduttiva.

Secondo lo studio londinese, invece, quando i primi uomini hanno abbandonato la pelliccia, la loro pelle nuda è stata, da subito, esposta ai raggi ultra violetti del sole e la selezione naturale ha premiato – non facendoli ammalare – quegli uomini che avevano la pelle più scura e che, quindi, meglio erano riparati.

In seguito, circa 50.000 – 100.000 anni fa, le popolazioni che emigrarono verso Nord non ebbero più bisogno di quella protezione e, quindi, del colore scuro della pelle che meglio li riparava dai cocenti e dannosi raggi solari, e ritornarono ad avere una carnagione più chiara.

Naturalmente è difficile poter comprendere quale delle teorie evoluzionistiche sia più vicina alla realtà del tempo, ci troviamo sempre nel campo della scienza che si perfeziona con il passare degli anni e con l’avvento di nuove scoperte. Si tratta di punti di vista, seppur molto autorevoli e di argomenti per dibattiti scientifici.