mercoledì, 25 Dicembre 2024

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Tra San Giuseppe e la signora Dodd, il papà viene festeggiato ogni anno

Il 19 marzo è alle porte, San Giuseppe è pronto per essere celebrato così come tutti i papà d’Italia.

La festa del papà non è una data fissa ovunque, cambia a seconda della tradizione: nei paesi di tradizione cattolica, come l’Italia ad esempio, si festeggia nel giorno di San Giuseppe, in quelli anglosassoni invece coincide con un’altra ricorrenza: il compleanno del padre della signora Dodd che nel 1910 ha “inventato” la festa del papà.

La festa del papà nacque nei primi anni del XX secolo più precisamente il 5 Luglio del 1908 nel West Virginia presso la chiesa metodista di Fairmont. Un anno dopo la signora Smart Dodd, per l’appunto, trasse ispirazione dalla festa della mamma per organizzare il 19 giugno del 1910 la prima festa del papà in forma ufficiale a Spokane Washington. La data non venne scelta a caso, ma fatta coincidere con la data di nascita del padre della signora Dodd.

Da allora la festa del papà si diffuse in tutto il mondo anche se il giorno della sua celebrazione può variare da nazione a nazione. É una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo che in molti paesi cade, infatti, nella terza domenica del mese di giugno e spesso coincide con la consegna di un regalo dei bambini al proprio padre.

Non c’è età che tenga: il proprio papà, esattamente come la mamma, andrebbe festeggiato a dovere ogni giorno dell’anno, ma, visto che esiste una Festa in calendario a lui dedicata, perché non prestargli particolare attenzione?

In Italia la festa del papà è spesso accompagnata da tradizioni e usanze locali che possono variare da regione a regione. Ad esempio in Sicilia in occasione della festa del papà è consuetudine invitare i meno fortunati a pranzo, mentre in altre zone si festeggia anche la fine dell’inverno bruciando l’incolto sui campi o accendendo dei falò.

Molto varia è anche la tradizione culinaria legata ai dolci tipici della festa del papà: nel Lazio sono diffusi i Bignè di San Giuseppe mentre nell’Italia centro meridionale, con particolare riferimento alla Campania, il dolce tipico della festa del papà è la zeppola.
Nelle regioni del Nord il dolce tipico della festa del papà è la raviola che viene realizzata rinchiudendo un’involucro di pasta frolla su un cucchiaio di marmellata, crema o altro ripieno.
In Toscana è diffuso un dolce cotto nel latte a base di riso, alimento che viene anche utilizzato per fare le zeppole di riso o le crespelle di riso tipiche della Sicilia.

Ma cosa può aggiungere un bambino ad un piatto di zeppole?
Il classico bigliettino di auguri prendendo spunto anche da qualche poesia on line.
Internet è colmo di poesie e frasi adatte ad ogni occasione ed ovviamente il giorno del papà è fra queste.

Continuando a cercare online si trovano una infinità di gadjet succosissimi, una serie di pensieri originali che a buon prezzo possono fare contenti i padri di tutte le età.
Diplomi di merito, regali simpatici, segnalibri, cornicette sono tutti gadget facilmente personalizzabili che possono essere un simpatico modo per far sviluppare la fantasia di chi li dona e rendere speciale un oggetto altrimenti comune.
Ed infine arriviamo ai tempi moderni con i padri “2.0” che vivono nel mondo della tecnologia: per farli contenti i maggiori siti di vendita commerciale hanno lanciato una campagna con sconti per l’acquisto di console da gioco, tablet ed ebook.

Per i papà del 2014, che siano super tecnologici o meno, si aspetta una festa con mille sorprese.

Una vacanza nella natura rende felici

Tutte le vacanze ispirano relax, ma secondo gli studiosi degli Annals of Tourism Research c’è una tipologia che è in grado di potenziare benessere emotivo e fisico.

Mare o montagna? Nessuna delle due, si tratta della natura. Con la primavera alle porte, il consiglio degli esperti è di trascorrere qualche giornata tra prati e parchi: fare turismo immersi nella natura, infatti, rende felici.

Il team, guidato da da Salvatore Bimonte dell’Università di Siena, è giunto a questo risultato effettuando una ricerca che ha coinvolto tre gruppi di turisti. I vacanzieri prescelti hanno visitato la Maremma toscana per tre motivazioni diverse.

Il primo gruppo era formato da persone interessate a visitare solo il parco naturalistico, il secondo era interessato invece a trascorrere del tempo soltanto al mare e infine l’ultimo gruppo intendeva godersi sia il parco sia il mare. Turismo naturalistico nel primo caso, turismo balneare nel secondo e un mix di entrambi per l’ultima tipologia.

Terminata la vacanza, i ricercatori senesi hanno verificato come fossero più felici e soddisfatti i turisti che avevano scelto il turismo naturalistico. La vicinanza con il “verde” favorisce la conservazione dell’ambiente, ci riconnette con emozioni semplici, pensieri positivi, in poche parole ci rende felici.

Provare per credere?

Ricerca sul cancro, la pelle scura ha aiutato a non ammalarsi

Secondo una recente ricerca sul cancro condotta dal biologo britannico Mel Greaves, i primi esseri umani avevano la pelle bianca, tramutata, poi, in nera e ancora in bianca. Perchè questa evoluzione? Ce lo spiega nel suo studio condotto con lo staff dell’Istitute of cancer research di Londra.

Lo scienziato ha analizzato venticinque casi di cancro della pelle negli albini d’Africa e ha scoperto che, a differenza della popolazione caucasica, in questi soggetti il basalioma, conosciuto anche come carcinoma basocellulare e il carcinoma a cellule squamose conducono a una morte rapida e in giovane età.
La prevenzione di questo tipo di tumore è stato, secondo Mel Greaves, alla base dell’evoluzione del colore della pelle negli uomini.
Questa teoria, invece, non è accolta da illustri scienziati come Charles Darwin secondo cui il cancro alla pelle colpisce gli uomini e le donne che hanno superato l’età riproduttiva.

Secondo lo studio londinese, invece, quando i primi uomini hanno abbandonato la pelliccia, la loro pelle nuda è stata, da subito, esposta ai raggi ultra violetti del sole e la selezione naturale ha premiato – non facendoli ammalare – quegli uomini che avevano la pelle più scura e che, quindi, meglio erano riparati.

In seguito, circa 50.000 – 100.000 anni fa, le popolazioni che emigrarono verso Nord non ebbero più bisogno di quella protezione e, quindi, del colore scuro della pelle che meglio li riparava dai cocenti e dannosi raggi solari, e ritornarono ad avere una carnagione più chiara.

Naturalmente è difficile poter comprendere quale delle teorie evoluzionistiche sia più vicina alla realtà del tempo, ci troviamo sempre nel campo della scienza che si perfeziona con il passare degli anni e con l’avvento di nuove scoperte. Si tratta di punti di vista, seppur molto autorevoli e di argomenti per dibattiti scientifici.