lunedì, 15 Dicembre 2025

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Tumori: è pronto il vaccino per curarlo

credits photo: quilivorno.it

La ricerca scientifica è vicina ad un’importante svolta: un vaccino universale contro i tumori. Questo potrebbe rappresentare un nuovo passo avanti, ed il merito è di un gruppo di scienziati dell’Università tedesca Johannes Gutenberg di Magonza, che ha sviluppato un farmaco capace di indurre una forte risposta del sistema immunitario, efficace contro il cancro, anche se somministrato in piccole dosi.
Come riportato dalla nota rivista scientifica Nature, il vaccino è stato testato con successo su animali e su tre pazienti umani affetti da melanoma, in stadio avanzato.
Questo si presenta sotto forma di capsula, composta da “goccioline” di grasso, contenente una speciale molecola di RNA intercambiabile, a seconda del tumore da combattere, programmata per scatenare una risposta immunitaria mirata.
La capsula viene iniettata per endovena, e raggiunge milza, linfonodi e midollo osseo; qui viene catturata da particolari cellule specializzate nella cattura di antigeni, chiamate dendritiche, in grado di tradurre l’Rna in una proteina tumorale, il cosiddetto “antigene tumorale“, che scatena la reazione immune.

Gli esperti hanno testato con successo il vaccino su topi da laboratorio affetti da svariate forme di cancro, solo successivamente, i test sono stati ripetuti su tre pazienti umani. Il risultato è stato stravolgente, ma la svolta è rappresentata dal fatto che la molecola principale, ovvero l’Rna, può essere modificata a seconda della tipologia di tumore da combattere, rendendo questo vaccino “universale”, perché capace di funzionare contro la malattia del secolo.

Ansia: le donne ne soffrono più degli uomini

credits photo: riza.it

Un recente studio, condotto dall’Università di Cambridge, ha evidenziato che le donne hanno quasi il doppio delle probabilità di soffrire d’ansia rispetto agli uomini. Non solo, le categorie più colpite sono le donne, i giovani sotto i 35 anni e chi ha problemi di salute (il 32% delle persone con sclerosi multipla e il 15-23% dei pazienti affetti da cancro hanno un disturbo d’ansia); mentre, è particolarmente carente in alcune popolazioni, come le culture indigene, e in alcune comunità, come i tossicodipendenti, prostitute e omosessuali.

I risultati dello studio, condotto a livello globale, sono stati pubblicati nella rivista Brain and Behavior, e mostrano numeri davvero allarmanti: in Europa, più di 60 milioni di persone, ogni anno, vengono colpite da disturbi d’ansia (circa 4 persone su 100); l’America del Nord è la più colpita, con 8 persone su 100 che soffrono d’ansia; l’Asia orientale, invece, è la meno colpita, con 3 persone ogni 100.
Tuttavia, anche se le cifre sono esorbitanti, la percentuale di persone che soffrono di questo problema di salute mentale, è rimasta costante tra il 1990 e il 2010.

I disturbi ansiosi potrebbero rendere la vita di chi ne soffre, estremamente difficile, e non vanno confusi con i disturbi causati dalla depressione.
“C’è stata un sacco di attenzione per la depressione, ma l’ansia è altrettanto importante e debilitante e può portare allo sviluppo di altre malattie e disturbi psichiatrici, aumentare il rischio di suicidio ed è associata con alti costi per la società. È importante per i nostri servizi sanitari per capire come comuni sono e quali gruppi di persone sono a più alto rischio” ha affermato Olivia Remes, tra gli autori della ricerca, e medico presso il dipartimento di salute pubblica e di cure primarie presso l’Università di Cambridge.

Ma cos’è realmente l’ansia?

L’ansia è una sensazione di preoccupazione, di paura e di disagio, che persiste per lungo tempo, fino a condizionare la vita quotidiana di chi ne è colpito. Talvolta, sono presenti anche sintomi come pressione sanguigna elevata, sensazione di sonno e nausea.

Come combatterla?

Prima di iniziare qualsiasi trattamento per combattere l’ansia, è necessario discuterne con un medico specializzato, che può prescrivere trattamenti farmacologici, in base alle condizioni di ogni paziente. Per i casi meno severi, sono disponibili libri e corsi on-line, che offrono modi per imparare a gestire l’ansia.
Altri consigli utili sono quelli di evitare troppa caffeina e alcool, smettere di fumare e fare attività fisica regolarmente, che può aiutare a rilassarsi.

Un esame del sangue per guarire dalla depressione

Credit: befan.it

Una delle ultime novità in campo medico è un esame del sangue che fornisce dati per predisporre coloro che sono affetti dalla depressione verso trattamenti personalizzati che aumenterebbero le percentuali di guarigione. Il test è in grado di predire accuratamente se i pazienti risponderanno, positivamente o meno, ai farmaci antidepressivi in commercio.
Questo perché, circa la metà delle persone colpite dalla depressione non ha miglioramenti con l’aiuto degli antidepressivi di prima linea; mentre, un terzo degli ammalati, non migliora con l’utilizzo di nessun trattamento farmacologico disponibile.

Prima della scoperta di questo particolare esame del sangue, non vi era alcun modo di scoprire in anticipo quali pazienti avrebbero avuto bisogno di una cura più o meno aggressiva, in base alle loro esigenze mediche e fisiche. Anzi, la maggior parte dei trattamenti per la depressione, finora è stata condotta provando ad esclusione i diversi farmaci in commercio.
Il nuovo test, invece, misura due biomarcatori che rilevano i livelli di infiammazione nel sangue, dai quali gli scienziati arrivano poi alla scelta della cura. Infatti, è stato scoperto che i pazienti con i livelli di entrambi i biomarcatori al di sopra di una certa soglia, al 100% non risponderanno ai farmaci convenzionali. Quelli con marcatori di infiammazione sotto la soglia, hanno buone possibilità di rispondere positivamente agli antidepressivi di prima linea.

L’autore dello studio è il Prof. Carmine Pariante, dell’Istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze al King College di Londra, che ha dichiarato: “L’identificazione di biomarcatori in grado di predire la risposta al trattamento è fondamentale per ridurre l’onere sociale ed economico della depressione, e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Questo studio fornisce un approccio clinico adatto per personalizzare la terapia antidepressiva ai pazienti che hanno l’infiammazione nel sangue al di sopra di una certa soglia potrebbe essere orientata verso precedenza l’accesso a strategie di antidepressivi più assertiva, tra cui l’aggiunta di altri antidepressivi o farmaci anti-infiammatori.”

Un altro importante passo avanti, che porta in alto il nome del nostro Paese.

Correre rende creativi, lo afferma una ricerca (FOTO)

credits photo: 3thirdsystem.wordpress.com

Correre fa bene, questo è un dato di fatto. Aumenta la resistenza, aiuta a tenere sotto controllo il peso e la pressione sanguigna e contribuisce anche a migliorare il nostro umore, permettendoci di sfogare la rabbia e lo stress della giornata. Ma c’è anche un altro beneficio che una sana corsa produce: aumenta la creatività.

Ad affermarlo è una ricerca internazionale commissionata da Brooks Running che, nell’occasione del Global Running Day del 1 giugno, ha intervistato ben 7000 persone appassionate di corsa provenienti da ogni parte del mondo. Il risultato è stato chiaro: 6 persone su 10 afferma che correre aiuta a schiarirsi le idee e a trovare un modo creativo per risolvere i problemi quotidiani.

Insomma, correre da una svolta alla propria giornata, la migliora. Ed è per questo che la maggior parte, il 97% degli intervistati, preferisce farlo di mattina. In questo modo si riesce a ricevere la carica giusta per affrontare ogni tipo di problema e fatica. In particolare il 60% delle persone riscontra una maggiore energia nell’affrontare gli impegni lavorativi, il 44% avverte un miglioramento in termini di autostima e umore, il 26% si sente più tonico e reattivo quando corre.

credits photo:  ansa.it
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Susana Pezzi Rodriguez, Communications Manager di Brooks Italia, ha affermato: “i risultati della ricerca ci confermano quello che da tempo già sappiamo, cioè che correre ha il potere di cambiare la vita delle persone. Non a caso la filosofia alla base del nostro brand è Run Happy: la corsa vista non come performance ma come attività che fa bene all’umore, alle relazioni e alla vita”.

credits photo: ansa.it
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Altri dati sono emersi dalla ricerca. Solo al 4% delle persone piace correre in città, il resto preferisce spostarsi altrove: il 49% al mare, il 30% in campagna e il 17% in montagna. Più della metà degli intervistati ha iniziato a correre da autodidatta e molti, dopo la corsa, condividono le loro performance sui social. A fare da sottofondo alla corsa ci pensa la musica. Cuffiette alle orecchie, gli stili più amati sono, in ordine, il rock, la musica dance e il pop. Infine le più attive sembrano essere le donne: sono 6 su 10. La maggior parte di loro va a correre senza nessun make-up e indossa il reggiseno sportivo anche durante la giornata.