domenica, 21 Dicembre 2025

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Lacrime: ne esistono di 3 diversi tipi

credits photo: bioradar.it

A primo impatto, le lacrime, possono sembrare tutte uguali: liquide, trasparenti e salate. Ma, se osservate attentamente al microscopio, all’interno di quelle piccole goccioline ci sono migliaia di minuscoli particolari che ci permettono di trovare delle differenze tra loro.
Maurice Mikkers, fotografo olandese specializzato in campo medico-scientifico, ha osservato le lacrime al microscopio per un progetto denominato: The Imaginarium of Tears.

Secondo la scienza le lacrime si dividono in tre principali categorie: quelle emotive, che versiamo quando siamo tristi, commossi, felici o arrabbiati; quelle di riflesso, che versiamo in risposta a uno stimolo irritante esterno; e quelle basali, che tengono l’occhio umettato e in salute.

Ma Mikkers, con questo progetto ha voluto scoprire se fosse davvero così, e che quindi ad ogni classificazione corrispondessero delle precise caratteristiche microscopiche.
Così, ha analizzato le lacrime di alcuni suoi amici, esponendoli ad una serie di stimoli che provocassero lacrime: l’aroma di peperoncini e cipolle, aria indirizzata negli occhi o pianti a comando.
Dopodiché, ha prelevato con un contagocce le lacrime dagli occhi degli amici, e le ha poste su un vetrino aspettando che cristallizzassero in modo da poterle osservare al microscopio.

Infine, ha affermato che, la causa del loro versamento non sembra influenzare il modo in cui appaiono al microscopio. Non è la tipologia di lacrima a influenzare il suo aspetto finale, ma il motivo per cui esse escono piano dai nostri occhi.
Due lacrime di una stessa persona, possono avere un aspetto diverso al microscopio in base al modo di cristallizzazione. Indipendentemente dalla classificazione, ogni lacrima ha delle proprie caratteristiche, una diversa viscosità e composizione, e una diversa gamma di sostanze biologiche disciolte in acqua salata, come anticorpi, enzimi e una parte grassa e oleosa.

I ritmi della vita in base al cronotipo (FOTO)

La nostra giornata è un ciclo diviso in due fasi, che vanno insieme al sole: una che dura per tutto il giorno, un’altra che inizia quando il sole tramonta. In ognuna di queste due fasi il nostro organismo produce degli ormoni e la cronobiologia studia gli effetti che seguono la produzione di questi ormoni.

Per usare un linguaggio più specifico, la cronobiologia è quella branca medica ancora in fase sperimentale che si occupa della cronopatologia e cioè degli effetti del ritmo circadiano sulla nostra salute.

Il ritmo circadiano è quello che regola la nostra fase di sonno-veglia. Questa può essere caratterizzata da momenti di massima carica energica alternati a gravi cali. Conoscere e capire la natura del nostro ritmo circadiano ci darà la possibilità di capire quando possiamo sforzare il nostro corpo e dare il meglio di noi e quando, invece, sarebbe meglio sedersi e rilassarsi.

Riuscire a comprendere il nostro ritmo circadiano ci permette di stabilire anche quante ore di sonno fanno al caso nostro. Ognuno di noi ha, infatti, caratteristiche differenti e non tutti hanno bisogno di dormire alla stessa maniera.

Questa nuova scienza medica ha individuato tre diversi cronotipi: il cronotipo mattiniero, notturno e intermedio.

1. Il cronotipo mattiniero- L’allodola


cronotipo-allodola
Al cronotipo mattiniero, associato all’allodola, appartiene solo 1 individuo su 10. Il 10% della popolazione mondiale ha questa caratteristica, di presentare, come le allodole, la sindrome da sonno anticipato. A questo 10% appartengono tutti quelli che hanno una sveglia biologica perfetta, di quelli che si addormentano alle 21 e si svegliano senza occhiaie e borse sotto gli occhi, alle prime luci dell’alba. Addirittura, in alcuni casi estremi, chi appartiene a questo cronotipo, spesso si lamenta di non riuscire a svolgere alcuna attività serale a causa dell’eccessiva stanchezza. Quindi, è chiaro che se appartenete alla cerchia delle allodole la sera è proprio il momento in cui le vostre energie hanno bisogno di essere ricaricate. Nelle ore prima del pranzo pare proprio che la vostra energia sia, invece, al massimo.

2. Il cronotipo notturno- Il gufo


cronotipo-gufo
Il cronotipo notturno, che è associato al gufo, va proprio contro i ritmi della società. Il 20% della popolazione mondiale non ha alcun problema ad addormentarsi tardi. È invece, una grande fatica alzarsi la mattina. Chi appartiene alla sfera del gufo impiega diverse ore la mattina prima di riuscire ad essere in forma e a recuperare tutte le energie. Il picco massimo di rendimento si verifica nelle ore serali. Alcuni, nei caos più estremi, riescono a resistere fino alle 2-3 di notte. Peccato che i lavori vadano fatti di mattina e non quando tutto il mondo del tuo emisfero dorme.

Il cronotipo intermedio- Il colibrì


cronotipo-colibri
Se appartenete al cronotipo intermedio – ed è assai probabile dato che a questo cronotipo appartiene il 70% della popolazione- detto anche il cronotipo del colibrì, siete assai flessibili e anche parecchio fortunati. Non seguiti delle regole precise, non vi comportate sempre alla stessa maniera: vi adeguate, come i giunchi in riva al fiume, alle situazioni e riuscire a gestirle alla perfezione.

In effetti, non è del tutto corretto. Il cronotipo colibrì, infatti, non è da intendere come un modello perfetto, alcune persone “intermedie” possono soffrire anche di disturbi del sonno.

Da cosa dipende il cronotipo?

La notizia è che non è una scelta. Appartenere ad un cronotipo o ad un altro non dipende da noi, è tutta una questione di geni ed ormoni. Se non riuscite a sopportare il fatto di essere un allodola o un gufo, non c’è nulla d fare: è proprio arrivato il momento di imparare a fare i conti con se stessi e a vivere in base ai propri ritmi.

Il cronotipo e la vita di coppia

Il cronotipo può influenzare non solo la vita lavorativa ma anche quella di coppia. Se siete dei colibrì allora tutto andrà alla grande, il vostro partner potrà essere un gufo o un’allodola e non ci saranno problemi. Se invece un cronotipo mattutino ha un partner notturno allora la situazione sarà complicata. Le caratteristiche e ritmi che scandiscono la vita sia dell’uno che dell’altro cronotipo sono così differenti che renderanno quasi impossibile la vita di coppia. Stress, malumore e comportamenti aggressivi saranno alla base del vostro rapporto. In questo caso la convivenza sarà difficile ma non impossibile.

Non dovrete stravolgere la vostra vita e cambiare i vostri ritmi, basterà infatti rispettare i ritmi del proprio partner.

Morire di sonno è possibile, così come morire di fame e di sete. Tutti abbiamo bisogno di dormire, e abbiamo bisogno di farlo bene per un certo numero di ore. Insufficienti ore di sonno, infatti, possono provocare alcuni disturbi comportamentali, come deficit cognitivi e scarsa memoria.

Ma vi siete mai chiesti cosa faccia il cervello mentre noi dormiamo? Le ore di sonno, in realtà, sono richieste necessariamente dal cervello stesso che le utilizza per la riproduzione cellulare permettendo una rigenerazione delle sinapsi corticali che sono legate all’apprendimento.

Dormire è indispensabile per ricaricare giustamente il nostro organismo e durante le ore di sonno siamo capaci di memorizzare nuove conoscenze senza dover cancellare vecchi ricordi.

Stress? Reazioni diverse negli uomini e nelle donne

Credit: befan.it

Uomini e donne reagiscono in modo molto diverso allo stress.

In condizioni di forte stress, è più facile che l’uomo si attacchi alla bottiglia, mentre la donna si deprime, soffre di emicrania o di disturbi alimentari (anoressia, bulimia) e del sonno.

Una delle cause della diversità sullo stress tra mondo maschile e mondo femminile riguarda alcune zone del cervello femminile che risultano più voluminose ed attive rispetto alle stesse nel cervello maschile.
Infatti la corteccia frontale ha uno spessore maggiore nelle donne ed è collegata con le cosiddette aree limbiche, ossia quelle che sono la sede dell’emotività e che da sempre, nella donna, si attivano più intensamente.

Questa differenza è stata dimostrata anche in condizioni di stress: infatti l’area del cervello che si attiva in risposta allo stress, lo fa in modo differente negli uomini e nelle donne.
Negli uomini si è accertato che lo stress è associato ad un aumento del CBF (celebral blood flow) nella corteccia prefrontale; nelle donne che si trovano nelle stesse condizioni, invece, si è verificata un’attivazione del sistema limbico, la parte del cervello principalmente coinvolta nelle emozioni.
Questa diversità spiega il motivo per cui la presenza di disturbi come l’ansia e la depressione variano tra i sessi: infatti attraverso diverse ricerche scientifiche è stato dimostrato che le donne hanno il doppio del tasso di incidenza di depressione e disturbi d’ansia rispetto agli uomini.

Altro dato importante emerso da queste ricerche rivela che il gentil sesso nella maggior parte dei casi risponde allo stress incrementando l’attività in zone del cervello coinvolte con le emozioni e che questi cambiamenti durano di più rispetto agli uomini.

Ma perché uomini e donne reagiscono in maniera così diversa in situazioni stressanti?
Secondo uno studio scientifico una delle cause principali di questa netta differenza tra i due sessi riguarda principalmente un gene, chiamato SRY, che si trova sul cromosoma maschile Y e che finora si credeva responsabile soltanto del sesso del feto.

Morta per colpa del talco cancerogeno: la Johnson & Johnson risarcirà la famiglia

Credits: www.forexinfo.it

Il tribunale di Missouri ha deciso: la Johnson & Johnson dovrà pagare 72 milioni di dollari (corrispondenti a oltre 65 milioni di euro) alla famiglia di una donna morta di cancro alle ovaie a causa dell’uso prolungato del borotalco Baby Bowder prodotto dalla multinazionale americana. Stando a quanto riporta la BBC Online, la vittima, Jackie Fox, 62enne originaria dell’Alabama, era una cliente fedelissima del marchio e utilizzava questo prodotto da oltre 35 anni. Il decesso è avvenuto lo scorso anno, ma solo ora il tribunale del Missouri ha dato la sua sentenza definitiva, imponendo un maxi risarcimento alla compagnia americana.

Dopo la sentenza, è scoppiata la polemica tra la Comunità Scientifica. Si può parlare di talco cancerogeno? Quanto dobbiamo preoccuparci? Durante il processo, gli avvocati della vittima hanno sostenuto che la Johnson & Johnson sapesse dei rischi di cancro del prodotto e che avrebbe omesso di informare i consumatori sui possibili pericoli. Tuttavia, sebbene non esistano prove scientifiche sul collegamento tra i prodotti a base di talco e i tumori, bisogna ricordare che già dieci anni fa il talco era stato inserito nella lista delle possibili polveri cancerogene per il corpo. Il motivo? Semplice. Il talco, diffondendosi negli organi genitali, potrebbe causare infiammazioni croniche che a loro volta potrebbero favorire una formazione tumorale.

Si tratta ovviamente solo di un’ipotesi, ma intanto la multinazionale ha respinto le accuse e ora sta valutando un possibile appello proprio per via della mancanza di prove certe. Il problema è che ormai il caso è scoppiato e negli USA si parla già di allarme “talco cancerogeno”. Questa polvere, infatti, è presente in moltissimi prodotti per il corpo, quali quelli per l’infanzia (oltre la già citata Baby Powder, c’è anche lo Shower to Shower), ciprie, ombretti e saponi. Pur dimostrandosi “solidale” con la famiglia della donna deceduta, la Johnson & Johnson si è detta decisa a portare avanti la sua lotta per difendere il suo marchio di fabbrica. E mentre si è scatenata la guerra legale, noi consumatori, che facciamo spesa ogni giorno, dovremmo iniziare davvero a preoccuparci per la nostra salute? Il talco può davvero causare il cancro?