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La dieta mediterranea è una bugia, chi l’ha inventata e perché gli italiani ci credono

La dieta mediterranea è una bugia: ora lo sappiamo.

Tanto decantata, il vanto degli italiani che la sbandierano come migliore dieta al mondo, ma non è mai esistita.

O meglio ad un certo punto è stata inventata, solo che si trattava di una bugia.

Poi gli italiani per un po’ hanno davvero provato a seguirla, con scarsi risultati, e questa dieta è stata infine abbandonata.

Partiamo dal principio.

Chi ha inventato la dieta mediterranea?

Certamente avrete presente che ci fu una grande migrazione in America fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 da parte degli italiani.

Gli americani, un popolo già sulla via del sovrappeso, fu molto sorpresa di vedere questi italiani così magri, senza problemi cardiovascolari, di colesterolo alto e ipertensione.

Iniziarono a domandarsi che alimentazione seguissero per stare così bene, decisero dunque di condurre uno studio in Italia.

Attorno alla metà degli anni quaranta l’economo e fisiologo Ancel Keys decise di condurre uno studio presso Castelnuovo Cilento, per porre rimedio al problema dilagante dei disturbi di salute in America, alla ricerca di un nuovo modello di alimentazione da riportare in patria.

E qui direte voi: lo aveva trovato, era la dieta mediterranea! Purtroppo no.

La realtà che Keys ed il suo staff, si trovò davanti non era affatto quella che si immaginava: gli italiani facevano la fame, si nutrivano soprattutto di polenta, pane nero, ghiande, lupini, castagne, qualche verdura o erbe selvatiche e usavano il grasso di maiale (se lo avevano) per cucinare.

Tutto molto distante dalla sua teoria e da ciò che poi lui scriverà. Non poteva certo tornare in America raccontando la verità, quindi teorizzò “la dieta mediterranea” raccontando che nel sud Italia, gli italiani mangiavano soprattutto pesce, olio di oliva, legumi, cereali integrali, vino rosso, frutta e verdura. Pochi dolci (che non esistevano praticamente), poca carne rossa (che nessuno mangiava perché non se la potevano permettere) e pochi carboidrati (mangiavano solo polenta praticamente).

Tornato in patria Keys pubblicò le sue ricerche nel 1959 con il titolo “Eat Well, Still well: the Mediterraean way” millantando i benefici di una dieta inesistente mediterranea.

Perchè gli italiani credono alla bugia?

La cucina italiana all’epoca non era un fatto identitario, non esisteva e basta. La pasta non era un alimento diffuso e le carestie, dovute alle cattive annate dei raccolti, era molto diffusa.

Gli italiani mettevano in tavola soprattutto il mais e ciò che riuscivano a raccogliere, o quel poco che riuscivano a coltivare. Non esistevano delle vere e proprie ricette e per lo più si faceva la fame.

Ma lo studio in America fece faville: per la prima volta tutti ammiravano gli italiani e volevano imitarli. Gli italiani iniziarono a fregiarsi di questo modello alimentare inesistente. Lo studio di Keys arrivò tradotto in Italia nel 1962 ed iniziò a diffondersi anche nel nostro Paese (che di questa dieta non aveva mai sentito parlare).

Effettivamente gli italiani iniziarono a sperimentare questo modello alimentare, che fu trascinato via dal boom economico, dalla diffusione dei supermercati, a quella della carne, degli insaccati e degli alimenti in scatola.

La parentesi della “dieta mediterranea” fu davvero breve: gli italiani iniziarono a mangiare soprattutto carne di maiale e bovina, pasta e pane a cui fece seguito dopo gli anni ‘70 la pizza.

Ma gli italiani credono ancora alla dieta mediterranea? Sì, perché di fondo hanno fatto di una cucina inesistente il loro vanto, perché amano fregiarsi di una bugia che li faccia sentire ammirati. Questo ideale di dieta da proporre al mondo fa sentire gli italiani uniti, li consola del fatto che non sanno come competere con le altre nazioni, o come costruirsi un futuro in un mondo che li sta lasciando indietro.

Oggi il 48% degli italiani è in forte sovrappeso, mangia pochissime verdure, poco pesce e pochissimi legumi. Di contro vanno ancore forte carne, pasta, pizza ed i fast food.

Fonti:

Fame di guerra. La cucina del poco e del senza

La cucina italiana non esiste. Bugie e falsi miti sui prodotti e i piatti cosiddetti tipici 

LA DIETA MEDITERRANEA: UNA BUGIA NUTRIZIONALE DELL’ERA ATTUALE?

Cibum nostrum. Mito e rovina della dieta mediterranea

La dieta mediterranea: realtà, mito, invenzione

Virus Zika: cos’è, sintomi e come si contagia

Il virus Zika va ad aggiungersi alla lista, già ben nutrita, di virus che stanno entrando in piena attività anche in Europa.

Un caso è stato individuato a Melzo, un Comune del milanese, si tratta di una persona di ritorno da un viaggio. Anche in questo caso le protagoniste sono le zanzare: la Aedes.

Possiamo parlare di allarme? No. La Zika si contrae spesso durante i viaggi, bisognerebbe prestare attenzione.

Cos’è il virus Zika?

Questo virus appartiene alla famiglia dei Flavivirus, la stessa famiglia a cui appartengono il virus della Dengue e della febbre gialla ed è originario dell’Africa.

È stato identificato per la prima volta nel 1947 nella foresta di Zika in Uganda. Fino al 2015, i casi di infezione da virus Zika erano relativamente rari e confinati all’Africa e all’Asia. Tuttavia, a partire da quell’anno, il virus si è diffuso rapidamente in varie parti del mondo, causando epidemie in Sudamerica, America centrale e Caraibi.

Come si manifesta il virus e come si trasmette?

L’infezione da virus Zika è spesso asintomatica o causa sintomi lievi, come febbre, eruzione cutanea, congiuntivite e dolori articolari. Tuttavia, in alcuni casi, può portare a complicazioni più gravi, come la sindrome di Guillain-Barré, una rara condizione autoimmune che può causare paralisi temporanea. Inoltre, il virus Zika è particolarmente pericoloso per le donne in gravidanza, poiché può causare gravi difetti congeniti nel feto, come la microcefalia.

Lo Zika si trasmette principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare della specie Aedes aegypti. Può anche essere trasmesso da madre a figlio durante la gravidanza o attraverso rapporti sessuali e con le trasfusioni.

Prevenzione e trattamento

Per prevenire l’infezione da virus Zika, è importante adottare misure di protezione contro le punture di zanzare, come l’uso di repellenti, l’installazione di zanzariere e l’eliminazione di potenziali focolai di riproduzione delle zanzare. Inoltre, le donne in gravidanza dovrebbero evitare di recarsi in aree a rischio di trasmissione del virus.

Attualmente, non esiste un trattamento specifico per l’infezione da virus Zika. La cura si basa principalmente sul trattamento dei sintomi e sul mantenimento di un adeguato livello di idratazione.

Articoli correlati:

Ragno violino: ecco cosa fare se ti morde


Giuseppe Russo, di Collepasso, in Salento, è morto a causa del morso di un ragno violino.
Il ragazzo pensava inizialmente di esser stato punto da una zanzara, ma quando si è recato in pronto soccorso perché la ferita peggiorava, ha fatto la terribile scoperta.

Quindi come dobbiamo comportarci se ci morde questo ragno? Come lo riconosciamo? Come lo teniamo lontano?

Ragno violino: chi è e dove si nasconde?


Il Loxosceles rufescens è facilmente riconoscibile grazie ad una macchia che ha sul dorso è che ricorda appunto il violino. Si tratta di un ragno velenoso.

Lo si può trovare in giardino ma anche dentro casa. Si annida nei battiscopa, nei solai, ma anche dietro i mobili, negli scantinati e nelle scatole di cartone. Predilige le zone calde e asciutte.
È un predatore notturno che si nutre di insetti.

I segni ed i sintomi del morso del ragno violino


Il morso potrebbe inizialmente non dare nessun segno.

Segue generalmente un ponfo, che prude, è arrossato e che può dare dolore.

L’arrossamento può ingrandire e possono comparire lesioni, con vesciche o pus, nei casi più gravi si arriva alla necrosi della parte.

Cosa fare se ti morde un ragno violino?


Per prima cosa è importante mantenere la calma, in modo che il veleno non vada rapidamente in circolo.
Lava delicatamente la zona con acqua e sapone. Rilavare la ferita con acqua ossigenata per rimuovere eventuali batteri. Usa un impacco di ghiaccio o un panno freddo per ridurre il gonfiore e il dolore.
Puoi usare farmaci da banco come ibuprofene o paracetamolo per alleviare il dolore.

È normale che la parte si arrossi e si gonfi, ma se diventa nera, se compaiono vesciche e pus, se hai febbre alta, mal di testa, fatica a respirare, dolori al petto, vomito e crampi devi andare subito in pronto soccorso. Se hai modo cattura il ragno in modo che lo possano esaminare.

In caso si abbiano bisogno di consigli chiamare il numero verde del centro antiveleni 06 6859 3726 .

Vaiolo delle scimmie: allarme sanitario mondiale, fate attenzione

Il Vaiolo delle scimmie è diventato un’emergenza sanitaria internazionale, lo ha dichiarato l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il comitato di emergenza si è riunito ed ha concluso che la situazione costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale.

Il virologo Fabrizio Pregliasco sostiene che: “Mpox (il virus) è un problema in questo momento in Congo con questa nuova variante. Ovviamente non sappiamo mai quale sia la reale possibilità di diffusione nel resto del mondo”.

Nel frattempo è bene che la popolazione si informi e si tuteli, soprattutto chi viaggia.

Cos’è il vaiolo delle scimmie ?

È un’infezione virale rara, causata dal virus Monkeypox (Mpox), che appartiene alla famiglia dei Orthopoxvirus. Sebbene la malattia sia stata identificata per la prima volta negli anni ’70, ha guadagnato attenzione globale a causa di focolai più recenti.

È stato scoperto per la prima volta nelle scimmie nel 1958, anche se l’agente patogeno si trova comunemente nei roditori. L’infezione è endemica in alcune regioni dell’Africa centrale e occidentale, ma casi sporadici sono stati segnalati in altre parti del mondo, alimentati da viaggi o commercio di animali esotici.

Sintomi del Mpox

I sintomi del virus possono manifestarsi tra 5 e 21 giorni dopo l’esposizione al virus e possono durare da 2 a 4 settimane. I segni iniziali includono:

  • Febbre
  • Mal di testa
  • Dolori muscolari
  • Malessere generale

Dopo alcuni giorni, si sviluppano eruzioni cutanee caratteristiche, che iniziano nel viso e possono diffondersi ad altre parti del corpo. Le eruzioni passano attraverso diverse fasi, da macchie piatte a vesciche e croste. La gravità della malattia varia, ma può essere più severa nei bambini e in individui con sistema immunitario compromesso.

Trasmissione del Mpox

La trasmissione del virus avviene principalmente attraverso il contatto diretto con fluidi corporei, lesioni o materiale infetto. È possibile contrarre la malattia anche attraverso il consumo di carne di animali infetti o il morso di un animale. La trasmissione interumana è meno comune ma può avvenire tramite contatto stretto con una persona infetta o attraverso goccioline respiratorie in caso di esposizione prolungata.

Prevenzione

Vediamo alcune strategie:

  1. Evitare il contatto con animali sospetti o malati: è importante non manipolare animali selvatici che potrebbero essere portatori del virus.
  2. Vaccinazione: sebbene non esista un vaccino specifico per il vaiolo delle scimmie, il vaccino contro il vaiolo offre una certa protezione.
  3. Igiene personale: lavare frequentemente le mani con acqua e sapone e utilizzare disinfettanti a base di alcool.
  4. Isolamento delle persone infette: le persone con sintomi dovrebbero rimanere isolate fino alla completa guarigione.