Febbre Oropouche nuovi casi: cos’è, sintomi e come si contagia
È arrivata la notizia di due nuovi casi di febbre Oropouche riscontrati in Italia.
Che cos’è questa nuova potenziale epidemia che potrebbe diffondersi? Che sintomi da? Come si contagia?
Due casi nuovi di febbre Oropouche in Italia
Non si era mai verificata la presenza di questa febbre in Europa, di recente si sono verificati i primi due casi in Italia.
Uno è stato riscontrato in Veneto, a Giugno, su un viaggiatore di meno di 30 anni. Successivamente ne è stato identificato un altro nell’ospedale di Forlì.
I due nuovi sono stati isolati in Lombardia, identificati grazie a un test innovativo messo a punto dall’unità di bioemergenze dell’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano.
Il virus Oropouche viene identificato per la prima volta nel 1955 nel villaggio di Oropouche in Brasile, da cui prende il nome.
Il virus è endemico nella regione amazzonica del Brasile, diffuso in particolare negli stati del Pará, Amapá e Amazonas.
Febbre Oropouche: come si manifesta e come si contagia
Il virus Oropouche è trasmesso principalmente dalla puntura di zanzare infette appartenenti alla specie Culex quinquefasciatus che non è però presente in Europa.
Il virus può anche essere trasmesso da persona a persona, attraverso il contatto diretto con fluidi corporei infetti.
Il virus Oropouche causa febbre improvvisa molto alta, mal di testa, rush cutaneo, dolori muscolari, artralgie, nausea e vomito.
Nella maggior parte dei casi i sintomi sono lievi e la malattia si risolve in 3-5 giorni, ma in alcuni casi possono manifestarsi complicazioni come meningite e encefalite.
Non esiste un vaccino disponibile per prevenire la febbre Oropouche.
Il trattamento è principalmente sintomatico, con riposo, idratazione e antinfiammatori per alleviare i sintomi.
Chi effettua viaggi in Sudamerica, se riscontra i sintomi, dovrebbe recarsi presso uno dei centri di riferimento per le arbovirosi, in modo che si possa controllare e monitorare il virus.
Ricordiamo che la diagnosi tempestiva è fondamentale per prevenire potenziali focolai.
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