venerdì, 22 Novembre 2024

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Emergenza West Nile: nuovi casi in Italia, ecco come difendersi

Nuovi e vecchi virus bussano alla porta: è il turno di West Nile.

Si tratta di un arbovirus che viene prevalentemente trasmesso dalle zanzare.

È stato identificato per la prima volta nel 1937 in Uganda e da allora si è diffuso in molte parti del mondo, compresa l’Europa e il Nord America.

Si sono attualmente registrati nuovi casi anche in Italia.

Emergenza West Nile: nuovi casi in Italia

Il virus del Nilo continua a rappresentare un problema di sanità pubblica in molte regioni del mondo, con focolai epidemici ricorrenti.

Negli Stati Uniti, dal 1999 al 2018 sono stati segnalati oltre 50.000 casi umani confermati, con più di 2.300 decessi.

Solo in Italia, quest’anno, sono stati registrati 13 casi con anche una morte segnalata.

Di questi 13, sette si sono manifestati nella forma neuroinvasiva. Le regioni colpite sono: Puglia, Friuli, Lombardia, Abruzzo ed Emilia. Il virus sarebbe arrivato sia dagli USA che dal Marocco, che dall’Oman.

I dati sul virus Wnv segnalano “una problematica che sta diventando sempre più importante, considerando che la circolazione interessa ben 6 regioni d’Italia” (fonte Iss).

“C’è un’esigenza di sorveglianza per queste malattie trasmesse dalle zanzare. Già si fa su diversi elementi, ma è una necessità che diventa sempre più stringente” evidenzia l’Adnkronos Salute.

Che cos’è il virus West Nile: sintomi e come difendersi

È un virus che appartiene al genere Flavivirus, che comprende anche altri virus come quelli della febbre gialla, della dengue e dell’encefalite giapponese

Si trasmette principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare della specie Culex. Le zanzare si infettano quando si alimentano su uccelli portatori del virus.

Gli esseri umani e altri mammiferi, come cavalli, possono essere infettati dal virus ma non svolgono un ruolo nella trasmissione, in quanto non producono sufficienti particelle virali per infettare altre zanzare.

I sintomi sono:

  • febbre anche molto alta,
  • nausea,
  • vomito,
  • linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei.
  • mal di testa,
  • debolezza muscolare,
  • disorientamento,
  • tremori,
  • disturbi visivi,
  • convulsioni

Non esiste un vaccino autorizzato per l’uomo, quindi la prevenzione si basa principalmente sul controllo delle zanzare e sulla protezione personale contro le punture.

Febbre Oropouche nuovi casi: cos’è, sintomi e come si contagia


È arrivata la notizia di due nuovi casi di febbre Oropouche riscontrati in Italia.
Che cos’è questa nuova potenziale epidemia che potrebbe diffondersi? Che sintomi da? Come si contagia?


Due casi nuovi di febbre Oropouche in Italia


Non si era mai verificata la presenza di questa febbre in Europa, di recente si sono verificati i primi due casi in Italia.
Uno è stato riscontrato in Veneto, a Giugno, su un viaggiatore di meno di 30 anni. Successivamente ne è stato identificato un altro nell’ospedale di Forlì.
I due nuovi sono stati isolati in Lombardia, identificati grazie a un test innovativo messo a punto dall’unità di bioemergenze dell’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano.
Il virus Oropouche viene identificato per la prima volta nel 1955 nel villaggio di Oropouche in Brasile, da cui prende il nome.
Il virus è endemico nella regione amazzonica del Brasile, diffuso in particolare negli stati del Pará, Amapá e Amazonas.


Febbre Oropouche: come si manifesta e come si contagia


Il virus Oropouche è trasmesso principalmente dalla puntura di zanzare infette appartenenti alla specie Culex quinquefasciatus che non è però presente in Europa.
Il virus può anche essere trasmesso da persona a persona, attraverso il contatto diretto con fluidi corporei infetti.

Il virus Oropouche causa febbre improvvisa molto alta, mal di testa, rush cutaneo, dolori muscolari, artralgie, nausea e vomito.
Nella maggior parte dei casi i sintomi sono lievi e la malattia si risolve in 3-5 giorni, ma in alcuni casi possono manifestarsi complicazioni come meningite e encefalite.


Non esiste un vaccino disponibile per prevenire la febbre Oropouche.
Il trattamento è principalmente sintomatico, con riposo, idratazione e antinfiammatori per alleviare i sintomi.
Chi effettua viaggi in Sudamerica, se riscontra i sintomi, dovrebbe recarsi presso uno dei centri di riferimento per le arbovirosi, in modo che si possa controllare e monitorare il virus.
Ricordiamo che la diagnosi tempestiva è fondamentale per prevenire potenziali focolai.

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Peste bubbonica: un caso in USA, come si trasmette e sintomi

La peste bubbonica ha abbandonato l’Europa tantissimi anni fa, ma a quanto pare esiste ancora nel resto del mondo.

Si è registrato qualche caso, troppo presto per creare un allarme, anche se i titoli che si leggono in giro non sono rassicuranti.

È stato registrato un nuovo caso negli USA, senza scatenare il panico spiegheremo oggi cos’è la peste umana, come si diffonde e come riconoscerla.

Peste bubbonica: un nuovo caso in USA, precedenti in Cina

In un paese del Colorado, Pueblo, si è registrato un caso di peste umana. Il Dipartimento di Salute Pubblica e Ambiente di Pueblo ha indicato che il soggetto riferiva dolori muscolari, nausea e vomito. Si tratterebbe di una dorma che ha dato luogo ad una dozzina di casi all’anno negli Stati Uniti. Nell’Oregon un uomo ha iniziato a manifestare i sintomi dopo che un gatto lo ha graffiato.

I casi di peste si sono riscontrati anche in Sud America, Africa e Asia.

Nel 2019 si è riscontrato un caso anche nelle province interne della Mongolia.

Come si trasmette e che sintomi da la peste umana

Fermo restando che non ci sono stati casi di peste umana in Italia ed in Europa, approfondiamo cos’è la peste umana.

La peste umana è causata dal batterio Yersinia pestis, e può manifestarsi come peste bubbonica, peste polmonare primaria, peste setticemica e secondaria e peste minore.

Nel caso della prima abbiamo linfonodi ingrossati, infiammati e dolenti; nel secondo caso si ha un’ infezione dell’apparato respiratorio profondo ed il contagio avviene tramite droplet e aerosol; nella peste setticemica abbiamo un’invasione batterica del sangue ed infine nella peste minore, si ha una sintomatologia lieve ma è comunque pericolosa.

La peste umana inizialmente mostra i sintomi aspecifici simili a quelli di una sindrome influenzale, tra i quali figurano febbre improvvisa e alta, malessere generalizzato, brividi, mal di testa, affaticamento, tachicardia e pressione bassa.
Si trasmette principalmente attraverso il morso della pulce dello Yersinia pestis, che possono trovarsi su gatti, ratti, scoiattoli etc.

La malattia si può anche contagiare attraverso i droplet di persone ammalate o animali infetti.

Caldo afoso: i rimedi più bizzarri dal mondo per combatterlo

Iniziato da poco, questo caldo afoso ci ha già stancato. Il peggio purtroppo deve ancora venire.

L’Italia, come da diverso tempo, è spaccata in due: al sud non piove e si muore dal caldo, mentre al nord si registrano piogge violente, grandinate e allagamenti.

L’effetto del cambiamento climatico purtroppo è sotto gli occhi di tutti. Se l’anno scorso abbiamo avuto un giugno che sembrava più settembre ma con un’ondata di caldo anticipata, quest’anno l’estate ha faticato ad arrivare ed in alcune regione non è arrivata per nulla.

Oggi però non vedremo bollettini drammatici, parleremo di curiosità e bizzarrie.

Caldo afoso: fango, cactus e riso

Vi siete mai chiesti come fanno le popolazioni indigene a difendersi dal caldo atroce?

Nelle regioni desertiche dell’Africa, le persone si coprono di fango per rinfrescarsi durante le giornate più calde. Il fango agisce come un’argilla naturale che aiuta a mantenere la pelle fresca e idratata.

In Messico e in altre parti dell’America Latina, bere the ottenuto dai fiori di cactus è considerato un rimedio efficace contro il caldo. Le proprietà rinfrescanti e idratanti del cactus aiutano a combattere la disidratazione.

In Giappone, è tradizione mangiare gelatina di riso durante l’estate. Questa pietanza, chiamata “kuzukiri”, ha un alto contenuto d’acqua e aiuta a rinfrescarsi.

I modi più bizzarri per combattere il caldo: palme, abiti bagnati o di corteccia e cibo piccante

Nei paesi tropicali, come le Filippine, è comune l’uso di ventagli fatti di foglie di palma per rinfrescarsi naturalmente. Nelle isole della Polinesia, come le Hawaii e Tahiti, è tradizionale indossare cappelli intrecciati con foglie di palma.

In India, le persone indossano abiti leggeri bagnati per sfruttare l’effetto rinfrescante dell’evaporazione dell’acqua dalla superficie della pelle.

In Giappone, quando arriva il caldo, si usa mangiare piatti molto piccanti per rinfrescarsi. Il piccante favorisce la sudorazione, in tal modo dopo ci sente più freschi e si sopporta meglio l’afa.

In alcune culture indigene del Pacifico, come in Papua Nuova Guinea, gli abitanti indossano abiti fatti di corteccia d’albero. Questo materiale naturale è leggero, fresco e traspirante, fornendo una protezione dal sole senza eccessivo calore.

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