sabato, 20 Dicembre 2025

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Cancro: ecco i primi 10 agenti che lo provocano

Dopo la conferma ufficiale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla pericolosità della carne rossa, potremmo esserci dimenticati, in effetti, che se pancetta, prosciutto e salsicce, aumentano, sì, il rischio di sviluppare il cancro, esistono però anche tutta una serie di sostanze e di situazioni che sono al 100% cancerogene – e no, non si tratta di cibo.

L’International Agency for Research on Cancer, organismo che raccoglie e pubblica studi sul cancro al livello mondiale, ha stilato una lista ufficiale dei 116 agenti e attività che, attualmente, sono reputate la causa primaria di patologie tumorali. La carne, però, non è inclusa tra questi perché il fatto che provochi il cancro è una probabilità e non una certezza. Diamo un’occhiata, allora, ai primi 10 agenti della lista che il cancro lo provocano di per certo:

Il fumo

Esporsi a questo tipo di stimolante, ricavato dalle foglie di tabacco, è molto semplice: basta accendere e fumare una sigaretta. Per quanto il fumo sia un’usanza molto antica, risalente all’incirca al 5000-6000 a.C., quando cioè il tabacco iniziò a essere coltivato in Sud America, esso resta il più pericoloso agente cancerogeno al mondo.

Lampade abbronzanti

Lettini e lampade dotate di raggi ultravioletti che permettono di avere la pelle dorata anche d’inverno portano a una sconsigliabile sovraesposizione della pelle ai raggi UV, cosa che può causare non solo il cancro, ma anche cataratte e invecchiamento prematuro.

Produzione di alluminio

Un incremento dei rischi di cancro ai polmoni e alla vescica è stato registrato tra gli operai che lavorano l’alluminio: i fumi chimici che i lavoratori possono inalare e l’esposizione a carbone e catrame per lunghi periodi sono altamente cancerogeni.

Arsenico

Sostanza chimica altamente tossica molto utilizzata nell’industria manifatturiera, l’arsenico può penetrare le falde acquifere e finire, perciò, anche in casa nostra. È ampiamente risaputo che l’arsenico provoca il cancro alla pelle, al fegato, ai polmoni, ai reni e alla vescica.

Aurammina

L’aurammina è una sostanza chimica utilizzata come antisettico, ma anche per le tinture. Più di una ricerca ha evidenziato un eccesso di tumori alla vescica tra i lavoratori impegnati nella manifattura di questa sostanza, sviluppatisi attraverso l’inalazione di formaldeide e zolfo nel corso del processo di trasformazione.

Lavorazione delle calzature

Legati all’incremento dei rischi del cancro al naso e della leucemia (per via dell’esposizione a sospetti cancerogeni quali la polvere di pelli), il benzene e altri solventi utilizzati nella manifattura calzaturiera sono estremamente pericolosi, benché tutto dipenda dalla durata e dal livello di esposizione.

Canne fumarie

La pulizia delle canne fumarie da fuliggine e polvere, che in passato era compito di ragazzini minuti che potessero arrampicarsi al loro interno, può provocare una tipologia di cancro molto specifica, chiamata proprio ‘il cancro dello spazzacamino’: esso è causato dall’inalazione e dall’ingestione involontaria di carbone e legna bruciata residuale.

Gassificazione del carbone

Studi condotti a proposito dei livelli di cancro tra i lavoratori nel settore della gassificazione del carbone hanno dimostrato che, laddove il carbone è messo a reazione con l’ossigeno, col vapore e col diossido di carbonio per ottenere il gas, i casi di cancro ai polmoni raggiungono livelli esponenziali.

Distillazione del catrame

Derivato del carbone, il catrame è un liquido sottile che permane anche dopo la distillazione. È usato nei rivestimenti e nelle vernici, nelle basi per tetti e pavimenti, e come collante nei prodotti a base di asfalto, ma contiene molte sostanze chimiche cancerogene come il benzene, che possono essere inalate, ingerite e assorbite dalla pelle: l’intera popolazione può perciò andare incontro a questo genere di contatto.

Produzione di carburante

I lavoratori impiegati nella lavorazione e nella produzione di carburanti, e dunque in processi di raffinamento, possono andare incontro alle emissioni dei forni, che rappresentano la causa di patologie mortali quali il cancro ai polmoni e quello ai reni.

Un lato B da urlo grazie all’elettroshock

Come fare per avere un lato B perfetto come quello delle star? Niente più esercizi in palestra, squat tremendi su gambe e cosce, diete ferree e camminate lunghissime. Da ora solo elettroshock. Sì, avete capito bene, un elettroshock per avere finalmente glutei tonici e sodi. Sarebbe questa la nuova svolta del fitness 2.0.

La scoperta è stata pubblicata sul “Sun“, e sembrerebbe già portare la sua ventata di originalità e successo tra il pubblico femminile. Secondo questo trattamento, un elettroshock equivarrebbe a 360 squat di seguito, per un lato B perfetto. Basta semplicemente una “scossa” sui glutei, senza sudare né affaticarsi più di tanto, magari mentre si legge un libro sorseggiando una buona tazza di the caldo, affinché la cellulite venga drasticamente ridotta e, favorendo il drenaggio dei liquidi, si tonifichi e si renda più liscia la pelle.

C’è già chi l’ha provato: non si prova alcun dolore ma si avverte una leggera vibrazione o una sensazione di solletico. Niente di più. Ogni sessione di “elettroshock” costa circa 150 dollari (circa 130 euro) e dura 50 minuti (tanto quanto una lezione di zumba, aerobica o fitness in palestra).

Il macchinario si chiama Caci Quantum, e porterebbe grandi risultati fin dal primo trattamento. Ma per avere un lato B perfetto si consiglia di ripeterlo per almeno 5 volte.

Carne cancerogena: arriva la bistecca 100% vegetale

Credit: meteoweb.eu

La carne è sotto accusa da tutti i media tradizionale, il caffè pure. E tra tanta disinformazione, arriva da un ateneo dell’Olanda – più precisamente da Atze Jan van der Goot, tecnologo degli alimenti presso l’università olandese di Wageningen – il Vegetarian Butcher, cioè la bistecca con prodotti 100% vegetali, che avrà la stessa consistenza e proprietà nutritive della carne vera.

Com’è possibile la creazione di una bistecca “carne-free”? La produzione nasce da uno strumento, messo a punto dal gruppo olandese, e chiamato “shear cell technology”, costituito da due cilindri uno dentro l’altro, nei quali è inserito il materiale di origine vegetale (nello specifico, proteine vegetali mischiate con acqua) che è necessario alla creazione della bistecca. I due cilindri ruotano, stirando e deformando così stirando le sostanze inserite nello strumento. La velocità di rotazione, e la temperatura cui viene settato l’apparecchio, fanno sì che le proteine di origine vegetale (della soia, del grano, anche dei piselli) perdano la propria conformazione di origine e assumano una consistenza simile a quella della carne. Il risultato pare proprio una simil-bistecca, sia come consistenza che come proprietà nutrizionali.
E si tratta di cibo che può essere facilmente riproducibile su scala industriale, ma anche per uso domestico.

“La nostra ambizione – dice Atze Jan van der Goot – è arrivare a una bistecca vera. Ancora dobbiamo lavorarci ma i risultati raggiunti finora sono promettenti”.

Medici contro Gwyneth Paltrow per teoria su reggiseno e cancro

Credits: ilgiornale.it

Non c’è un attimo di pace per Gwyneth Paltrow. Dopo solo pochi mesi dal suo controverso annuncio che propagandava sul suo blog Goop una pulizia con il vapore delle parti intime femminili, l’attrice ha di nuovo sollevato un polverone, scatenando le ire dei medici statunitensi che l’hanno accusata di diffondere un vecchio mito secondo il quale il reggiseno sarebbe una delle cause del tumore alla mammella. Nel post incriminatorio, pubblicato sul blog di Gwyneth Paltrow, il dottor Habib Sadeghì afferma che i reggiseni stretti comprimono i linfonodi del seno, impedendo alle tossine di uscire e causando così il loro accumulo che porta al cancro.

Soltanto una bufala, ma è bastato per suscitare la replica indignata dell’American Cancer Society, che ha così affermato sul proprio sito: “Non c’è alcuno studio epidemiologico pubblicato su riviste scientifiche che suggerisce che il reggiseno aumenti il rischio di tumore o che lo faccia la compressione linfatica”.

Pochi mesi fa l’attrice, dal proprio blog aveva magnificato le proprietà di una “doccia di vaporè nelle parti intime per riequilibrare gli ormoni femminili”, una pratica sconsigliata dagli esperti perché può alterare la flora batterica naturale aumentando il rischio di infezioni. E voi, credete a questo vecchio mito?