mercoledì, 17 Dicembre 2025

Salute

Home Salute Pagina 79
Notizie sulla salute, sugli stili di vita, scoperte mediche, farmaci, diete, fitness

Musica e fitness, la coppia perfetta

credits photo: assortedfitness.com

Basta fare un giro in una qualsiasi palestra per rendersi conto di quanto la musica sia importante per l’attività fisica. In quasi tutte le palestre, infatti, la musica è inserita come sottofondo ad addominali, piegamenti, sollevamento pesi e sedute di cardio, e, laddove non ci sia, vedremo quasi tutti con un paio di cuffiette.

Non è solo per una questione di noia, dovuto all’allenarsi in solitudine, che ascoltiamo musica. I suoi benefici sono stati scientificamente dimostrati e vanno dal ridurre le inibizioni al regolare l’umore, dal catturare l’attenzione all’evocare ricordi. Ma soprattutto, cosa molto importante per chi è impegnato in una sessione di palestra, incoraggia il movimento.

A dimostrarlo ci pensa una ricerca londinese condotta dal dottor Karageorghis. Secondo l’esperto sono quattro i fattori che confermano la teoria che la musica favorisce lo svolgimento dell’attività fisica.

Innanzitutto, le persone tendono ad adattare i propri gesti ed i propri movimenti al ritmo della musica. Il secondo fattore è datto dalla musicalità, ossia dall’armonia del suono. A determinarlo è più un aspetto culturale, che favorisce il diffondersi di un determinato genere musicale. Infine, un importante ruolo è giocato da ciò che evoca l’ascolto di una determinata canzone.

Fitness e musica è, quindi, l’abbinamento perfetto. Sono, infatti, cinque le capacità che la musica condiziona mentre facciamo attività fisica. Favorisce la dissociazione, facendoci distrarre dall’affaticamento. Ascoltata prima di una gara o di un allenamento garantisce l’attivazione rendendoci propensi al movimento. Accresce la sincronizzazione, aumentando i livelli della prestazione. Infine aiuta ad incrementare la coordinazione e a creare l’atmosfera giusta per una forte motivazione personale, attenzione e concentrazione.

Vegana per 9 anni ora ritorna alla carne: “Che goduria!”

Vegana per 9 lunghi anni, ora Sibilla Iacopini è “ritornata” al suo vecchio grande amore, la carne: la sua scelta sta scatenando un dibattito sempre più acceso sul web tra chi accetta ed elogia la sua decisione di ritornare ad un’alimentazione che comprenda anche la carne e chi, invece, difende a spada tratta lo stile di vita dei vegani.

Questa donna non è stata “costretta” o spinta da nessuno a cambiare stile e tipo di alimentazione. Nessuno le ha mai detto qualcosa e la sua scelta non è dipesa da un’opera di pseudo-convincimento di altri. La vegana ha abbandonato i pasti ai quali era prima abituata raccontando di una scelta di “puro godimento”.

Sibilla ha parlato di questa fase di transizione su GenerazioneBio: “Ho iniziato a cambiare la mia alimentazione circa nove anni fa, quando sono diventata vegetariana prima e poi, gradatamente, vegana. L’ho fatto per tanti motivi, etici innanzitutto, avendo letto e compreso dell’impatto che lo stile di alimentazione vigente ha sul pianeta, le persone e gli animali; poi salutistici e infine psicologici, per il senso di controllo sulla mia vita che ricavavo dall’attenermi scrupolosamente a una regola. Ciononostante, non mi sono mai sentita veramente parte di un gruppo, perché non mi riconoscevo nello spirito battagliero che normalmente viene associato a una persona vegana. Quel mix di superiorità morale, indignazione e condanna che senza parole, o con molte parole, dice: tu sei sbagliato”.

La trasformazione è avvenuta solo “ascoltando il corpo”: sono state le sensazioni, i desideri, la fame, l’istinto, i sapori e i profumi a averla spinta fino a qui. E lei ne è davvero entusiasta.

“Ero diventata vegana e avevo deciso di volta in volta quale cibo fosse migliore per me, l’avevo imposto al mio corpo senza mai ascoltarlo. Non so che ne diranno i dietisti, i vegetariani, i vegani, i macrobotici, i crudisti, la mia mamma (che saluto) e gli esperti di ogni genere: per me è puro godimento, e ancora non ho smesso di raccogliere consapevolezza da questo immenso senso di libertà che provo, da quando ho smesso di imporre al mio corpo punti di vista altrui spacciati per miei”.

Gli errori che le donne fanno in palestra

Quante donne vanno in palestra? Risposta: tante. Ma non tutte sanno esattamente quali siano gli esercizi più adatti al loro corpo. C’è chi vuole semplicemente dimagrire, ma oltre a perdere i chili di troppo dovrebbe anche pensare a rassodare la pelle; c’è chi vuole tonificare il corpo, chi vuole metter massa muscolare o semplicemente tenersi in forma. Ma tantissimi sono gli errori che le donne fanno. Eccone riassunti tre: eccesso di attività aerobica, scarso impegno negli esercizi di tonificazione e mancanza di esercizi con pesi liberi utilizzando inoltre carichi appropriati.

Eccesso di attività aerobica

Ci sono alcune donne che pur di perdere peso o ridurre la cellulite – o almeno questo credono di fare – spendono tutto il tempo tra tapis-roulant, bici, tappeti, senza capire, però, come, nonostante l’intensa attività fisica e il sudore, non riescano a vedere miglioramenti importanti: bisogna ricordare che l’attività aerobica favorisce il consumo dei grassi e migliora la microcircolazione, però l’eccesso può portare al risultato opposto. Queste effetto è dato dalla risposta endocrina all’attività fisica.

Allenamenti troppo lunghi e stancanti favoriscono il rilascio da parte dell’organismo di cortisolo, che ostacola il dimagrimento. Tra le conseguenze di una troppo eccessiva attività aerobica in palestra ci sono il rallentamento del metabolismo, l’aumento della ritenzione idrica, il catabolismo della massa muscolare e la stanchezza generale.

Fare allenamento, sì, e bene, ma senza esagerare per non vedere il realizzarsi dell’effetto opposto a quello sperato. L’allenamento non deve essere troppo lungo ed estenuante, dai 20 ai 40 minuti di esercizi. Per quanto riguarda l’intensità dell’esercizio, dovrebbe aggirarsi intorno al 70/80% della frequenza cardiaca massimale.

Poca tonificazione

Si è sempre creduto, nella mentalità comune, che “fare pesi” sia un “esercizio da uomini”, che faccia venire bicipiti e tricipiti degni di una bodybuilder e che, quindi, non interessi le donne. Niente di più sbagliato: innanzitutto perché muscoli crescono a causa della presenza di ormoni maschili, che sono ovviamente scarsi nelle donne, in secondo luogo perché per avere “muscoli” alle braccia e alle gambe serve anche un’alimentazione ipercalorica ed iperproteica e in ultima analisi perché bisogna che il sollevamento pesi sia un’attività molto intensa e duratura nel tempo affinché possa essere sufficiente. Il lavoro di tonificazione è importante per dimagrire e ottenere un minimo mi muscolatura. Per queste ragioni è importante svolgere esercizi di tonificazione due o tre volte la settimana.
Per una donna che vuole dimagrire o rassodarsi è importante dedicare dai 30 ai 60 minuti dell’allenamento (il 60/70% dell’allenamento) al lavoro di tonificazione

Esercizi liberi, pesi adeguati

Gli esercizi base si eseguono utilizzando i pesi liberi, altri, invece, si eseguono con l’aiuto di macchinari e apparecchiature. Le ragazze in palestra pensano che gli esercizi con i macchinari siano più semplici da eseguire, in quanto c’è appunto un macchinario che aiuta il movimento. Ma gli esercizi a corpo libero aiutano a far lavorare di più il corpo: addominali, squat, flessioni, fianchi, glutei e bacino, affondi, trazioni con lat machine e distensioni su panca piana e sopra le spalle, eseguiti con poche ripetizioni (8/15) e con più peso possibile.

Continuerai a fare gli stessi errori?

[Fonte: nonsolofitness]

Sindrome di Otello: dalla gelosia all’ossessione

“Un mostro dagli occhi verdi, un piccolo tarlo che penetra nei pensieri e insinua dubbi e insicurezze”: nella sua tragedia Otello, Shakespeare aveva colto i punti essenziali della gelosia, ossia quel sentimento morboso nei confronti del partner, che mostra ad alcune persone prive di fiducia in sè tradimenti che in realtà non esistono. Questo mostro, però, non è frutto della fantasia, ma è ben presente nella società, così come conferma Michele Cucchi, direttore del centro medico Santagostino di Milano, il quale per combatterlo ha organizzato un cineforum emotivo.

Nel 2004 si affermava che la maggior parte dei delitti passionali avvenivano tra le mura di casa, superando persino le percentuali di quelli causati dalla mafia. Oggi, la situazione non è affatto cambiata: secondo i dati Eurispes, infatti, dall’agosto 2012 al luglio 2014, sono stati 320 gli omicidi legati alla gelosia, tra cui 206 sono i casi di femminicidio.

La conclusione semplicista e banale sarebbe dunque che alla base di questi omicidi ci sia un sentimento di odio e violenza interiore. Sbagliato. In realtà la gelosia ossessiva nasce da un profondo senso di insicurezza, irrequietudine e incertezza dello stesso assassino. È quanto spiega Cucchi, che per aiutare le persone a superare questo sentimento ha organizzato un cineforum. Si tratta di 4 incontri, il primo dei quali intitolato “Il giallo della gelosia, fra amore e ossessione” ha già fatto il tutto esaurito.

Così come commenta Cucchi “il cineforum ha l’obbiettivo di allenare il cervello emotivo delle persone, entrando nell’opera, sviluppando la competenza emotiva dell’empatia. Il cinema racconta la vita delle persone permettendo di entrare nell’esperienza degli altri e di imparare a capirci meglio.” Ecco perché è importante delineare e conoscere il profilo dei moderni Otello.

La persona eccessivamente gelosa può manifestare il suo sentimento in diversi modi: il primo tra tutti è sicuramente quello del sadismo e della possessione, che lo porta a vivere in una sorta di condizione di pretesa verso un rapporto che dovrebbe essere in realtà di scambio reciproco ed equilibrato. In secondo luogo ci sono coloro che immaginano le cose più assurde come di essere stati traditi senza avere alcuna prova che lo confermi. E infine c’è chi soffre di erotomania, il caso psichiatrico più grave di gelosia delirante, in cui si vantano sul partner dei diritti che in realtà non si hanno.

Per tutti questi profili la migliore soluzione è, secondo quanto sostiene Cucchi, la comunicazione. Confrontarsi, non mentire può aiutare l’altro a sentirsi sicuro e protetto come nel grembo materno. In genere, infatti, è proprio questa mancanza a causare la maggior parte dei delitti passionali. La figura che arriva a compiere l’omicidio nell’80 % dei casi è un disoccupato con un’età media tra i 31 e i 51 anni, proprio il periodo nel quale uomo e donna dovrebbero essere autonomi e indipendenti dalla propria famiglia. Questo rito di passaggio però non sempre viene assimilato nella maniera corretta e in alcuni particolari soggetti genera la cosiddetta sindrome di Otello.

E come ben sappiamo non basta l’amore per vincerla. Occorre un profondo processo di introspezione, leggere dentro se stessi e trovare lì le cause primarie della propria insicurezza. Solo così e grazie alla comprensione da parte dell’uomo o della donna amata, si potrà sconfiggere la gelosia e vivere la relazione d’amore in serenità. Più facile a dirsi che a farsi.