lunedì, 7 Aprile 2025

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Levarsi le scarpe prima di entrare in casa: ecco perché

Dovrebbe trattarsi di un uso comune, ma purtroppo non tutti credono sia indispensabile e tengono le scarpe anche in casa – quando invece andrebbero tolte e vi spieghiamo perché.

I germi che riusciamo a portare in casa grazie alle suole delle nostre scarpe sono circa 400.000, e insieme con essi possono penetrare anche virus responsabili di diarrea, polmonite e meningite. Se, pertanto, in casa ci sono malati e bambini, cioè soggetti dal sistema immunitario più debole, occorrerebbe prestare una maggiore attenzione in questo senso.

In più, se non si indossano le scarpe in casa il pavimento risulterà più facile da lavare, con la possibilità di abbandonare detersivi aggressivi e di cominciare a utilizzare acqua e aceto o bicarbonato – una soluzione decisamente meno inquinante.

Peraltro, mettersi le pantofole quando si è a casa è un atto di civiltà anche per chi abita al piano inferiore, che non sarà disturbato dal rumore dei nostri tacchi. Indossare le pantofole, poi, è un sinonimo di relax: dopo una giornata di lavoro, cosa c’è di meglio di liberarsi dalla costrizione delle scarpe? I piedi ritrovano distensione e la circolazione si riattiva: lo stesso sistema nervoso inquadra il fatto di levarsi le scarpe come un gesto liberatorio.

Anche quando si ricevono degli ospiti, sarebbe opportuno proporre loro delle pantofole apposite, in modo da farli sentire a casa e allo stesso tempo evitare che i pavimenti si sporchino: si possono facilmente realizzare pantofole usando diversi strati di scampoli ricuciti assieme, da riporre magari in una grossa pantofola che raccolga tutte quelle destinate agli ospiti.

Onde elettromagnetiche: come difendersi?

Il cellulare sotto il cuscino, la tv accesa mentre non la stiamo guardando e la radiosveglia sul comodino: questo elettrosmog quando ci danneggia? Secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro tutto questo, che per noi fa parte della quotidianità, è da inserire nella classe di cancerogenicità 2B, ovvero fra le cause possibili di gravi malattie. Ecco le precauzioni da prendere in considerazione: perchè prevenire è meglio che curare.

Invisibili e intangibili le onde elettromagnetiche sono presenti in ogni luogo, dalle nostre case all’ufficio, e si estendono ovunque. Sono generate dalle fonti più diverse, a partire dal Sole, dalle stelle, dalle galassie oppure prodotte artificialmente da pc, tv, smartphone, lavatrici, forni a micro-onde e sistemi di allarme ed elettrodomestici di ogni tipo.

Un buon uso del telefonino

La prima soluzione per rifugiarsi dall’elettrosmog è quella di spegnere il cellulare quando non ci serve: mentre sei a pranzo con l’amica del cuore, per esempio, evita di tenerlo sul tavolo e goditi ciò che ti circonda. La stessa cosa vale per la notte. Perchè addormentarsi con il telefono sul comodino o, addirittura, sotto il cuscino? Molti studi confermano che lo smartphone vada tenuto fuori dalla camera da letto: la luce blu emanata dai dispositivi elettronici non solo è causa di insonnia e malessere, ma può anche danneggiare la vista. Inoltre, è scientificamente provato che la luce blu sopprime la produzione di melatonina, un ormone preziosissimo per la regolazione dei cicli del sonno. Durante una telefonata, specialmente se di lunga durata, usate gli auricolari o il vivavoce in modo da tenere il telefono il più lontano possibile dalla testa. La stessa cosa vale per i bambini: non consentite ai vostri figli di usare il cellulare, se non in caso di reale emergenza: i loro organi sono più vulnerabili alle onde elettromagnetiche. Ricordate che il telefono fisso (non il cordless) resta sempre la soluzione migliore.

Ad ogni casa le sue onde

Cucina, salotto, camera da letto e bagno: ogni abitazione è esposta ai campi elettromagnetici emessi da apparecchi elettrici funzionanti a 50 Hertz/Hz. Dal forno elettrico a quello a microonde, dal pc ai tablet, dalla televisione alla radiosveglia fino alle termocoperte. Fate mente locale e datevi una risposta: siamo o non siamo circondati ovunque da onde elettromagnetiche?

Soluzioni green

Rendere la casa più verde non solo fa bene all’umore, ma anche alla salute. Cactus, felci, sanseveria, tillandsia assorbono pericolosi inquinanti cancerogeni prodotti non solo dallo smog e dalle industrie, ma anche dal riscaldamento domestico e dalle onde elettromagnetiche.

Cristalloterapia

Minerali tra cui la grafite e pietre come quarzi, malachite e tormaline proteggono dalle radiazioni e purificano gli ambienti dalle radiazioni. L’ametista è splendida anche per le sfumature cromatiche, deliziosa da posizionare sul comodino o una mensola. Secondo il Feng Shui, per chi trascorre molte ore davanti allo schermo, è indicato posizionare dei cristalli di rocca vicino al letto e sopra i cavi del computer.

Il tessuto barriera

L’Università di Limoges in Francia ha brevettato un tessuto scudo composto da nickel non allergico, acciaio inossidabile, alluminio, e pirite. Sono abiti ispirati alle divise di chi ogni giorno lavora a contatto con le radiazioni e servono a limitare l’intensità delle onde elettromagnetiche emesse da trasmettitori di raggi infrarossi come smartphone e tablet.

‘Non puoi vederle, gustarle o odorarle, ma sono una delle più pervasive forme di inquinamento degli stati industrializzati: sono le onde elettromagnetiche legate alla tecnologia delle reti wireless ed alla telefonia mobile. Queste tecnologie hanno portato dei benefici, ma provocano effetti sulla salute umana’.(Ronald Herberman, Direttore dell’Università di Pittsburgh, istituto di Oncologia).

Le donne devono dormire di più, ecco perché

credits photo: wdonna.it

Che le donne e gli uomini siano diversi è una verità ormai accertata. In fondo, come afferma il celebre psicologo John Gray, gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere. Questo non sono solo le evidenze a dirlo, ma anche numerose ricerche scientifiche.

È ormai assodato, infatti, che ci siano delle differenze nel cervello di uomini e donne che li portano a comportarsi ed a reagire in maniera a volte opposta. Le donne sono notoriamente più emotive e multitasking, mentre gli uomini hanno una maggiore memoria visiva che li favorisce nell’orientamento e tendono a non esteriorizzare i loro sentimenti.

Ma non finisce qui. Una ricerca recentissima effettuata dai ricercatori della Duke University nella Carolina del Nord ha confermato queste differenze aggiungendo che la donna ha bisogno di un maggior numero di ore di sonno rispetto a quelle di cui necessita l’uomo.

Il cervello della donna deve riposare di più. Ed è subito spiegato il perchè: la nostra capacità multitasking, che ci permette di occuparci di numerose cose contemporaneamente, come leggere mentre guardiamo la tv, cucinare e tenere d’occhio i bambini, ci fa consumare energie superiori a quelle profuse dal genere maschile. Per questo motivo abbiamo bisogno di più tempo per “ricaricarci”.

Gli uomini, invece, secondo lo studio pubblicato su Science World Report, non hanno di questi problemi.La mancanza di sonno nelle donne risulta essere dannosissima. Se non permettiamo al nostro cervello di rigenerarsi e autoripararsi, attraverso una bella dormita, andiamo incontro a depressione e a cambi di uomore repentini.

Un appello va quindi rivolto agli uomini: se non volete subire quei nostri fastidiosissimi, e tanto criticati, cambi di umore, lasciateci dormire di più.

Mons pubis, ecco la nuova tendenza per l’estate 2015

“Un essere umano è una creatura estetica, prima ancora che etica” scriveva così Joseph Brodsky, intuendo prima di altri la continua necessità dell’umanità di rispondere a canoni di bellezza prima ancora che alla semplice morale. Esempio di questo concetto è la nuova tendenza per l’estate 2015, il mons pubis. Questo sostituisce il bikini bridge” e il “thigh gap” come trend social e non solo, arrivando a definire come antiestetico un pezzo di carne poco sopra il pube.
A rendere il fenomeno davvero insistente arriva poi la chirurgia estetica che con il Monsplasty, chiamato anche Pubic Lift, si ripromette di aiutare le donne ad eliminare il cumulo di grasso indesiderato nella zona intima. Ma andiamo per gradi e scopriamo insieme qual è la novità.

Il significato di bellezza è cambiato ormai da un po’: le donne tutte curve sono rimaste cristallizzate negli anni ’50 nelle immagini di Brigitte Bardot e Marilyn Monroe. Da allora grasso non è più sinonimo di bello ed il corpo si è andato ad assottigliare sempre più ogni decennio, arrivando ad intaccare anche l’ultima parte di carne utile nella ricerca perenne della perfezione.

Così la nuova idea di bellezza, strano a dirsi, si è fatta ancora più radicale ed ossessiva da quando anche i social possono trasformare qualsiasi elemento in trend. L’ultimo hashtag prima del #mons pubis era infatti il #bikini bridge, letteralmente ponte del bikini. Parliamo di quella parte di corpo che si intravede su ragazze particolarmente magre, nel momento in cui il costume, anziché aderire sulla pelle, rimane sospeso tra le ossa di un’anca e l’altra.

La moda, difficile da spiegare, non aveva però trovato molti ostacoli per farsi amare, soprattutto dalle fan dei selfie, sostituendo così facilmente il thight gap, ossia lo spazio tra le cosce. Con questo canone, nato da una foto postata dalla modella Cara Delevigne, si esaltavano come esempio di bellezza delle gambe che non si toccavano tra loro all’altezza delle cosce. L’hastag #thigh gap è però ormai acqua passata e oggi i social cinguettano #monspubis.

Ma che cos’è?

In questo caso, le aspiranti Miss summer 2015 hanno riscontrato il problema in quel cumulo di carne che si forma generalmente nella zona pubica con l’aumento di peso, la nascita di un bambino o ancora l’invecchiamento. Il mons pubis non rappresenterebbe affatto la bellezza e nemmeno la perfezione. Prima che la stagione estiva arrivi dunque, gli esperti hanno pensato ad una nuova forma di chirurgia plastica chiamata “Monsplastic”.

Da quel che si dice, questo trattamento ridurrebbe la pelle cascante e stringerebbe il muscolo e il tessuto rimanente per creare una perfezione apparente.
Nulla di strano, se non ci ricordassimo che il mons pubis si riferiscce ad una delle parti più delicate del nostro corpo. A detta dell’esperto Jamie Sherril però l’operazione non è affatto invasiva e utilizzerebbe semplicemente l’energia della radio frequenza per rafforzare il collagene nella pelle e aiutare la donna a sentirsi più giovane. Rimangono comunque le perplessità.

Perché sottoporsi ad un simile trattamento?

La risposta dovrebbe essere chiara oltreoceano, alle donne di Costa del Sol, dove la clinica sembra destinata ad avere successo, e agli studiosi inglesi, che nel frattempo hanno definito già un prezzo, pari a quasi 1500 sterline per l’operazione.

Una riflessione però dovrebbe venire spontanea su quale sia oggi, nel 2015, il vero significato di salute associato alla bellezza estetica e se, dopo il bikini bridge e il mons pubis, si possa ancora parlare di sostanza ed etica come valori di primo ordine.