martedì, 26 Novembre 2024

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Da Cenerentola a Jessica Rabbit: anche i cartoni contro il cancro al seno

Si è appena concluso il mese rosa, il periodo dedicato alla prevenzione del cancro al seno. La malattia, vissuta da tante donne, non è certo argomento facile di cui parlare. A volte, però, con un pizzico di ironia si riescono a superare anche i muri più difficili.
Ed è proprio con il sorriso che l’artista milanese AleXsandro Palombo ha deciso di affrontare la tematica. Grazie alla sua arte ha disegnato alcuni tra i personaggi dei cartoni animati più famosi per trasmettere un unico e importante messaggio: l’importanza della prevenzione, il coraggio di affrontare la malattia e la forza di parlarne.


“Sopravvissute al cancro al seno” è la nuova serie delle opere dell’artista, lanciate con provocazione e ironia. Nei suoi artwork, il creativo ha immaginato i più famosi personaggi femminili dei cartoni animati come donne reali alle prese con questa difficile malattia. Il risultato? Il coraggio di mostrare i segni della propria ‘battaglia’.

Prevenzione, dunque, ma anche accettazione delle conseguenze che non devono compromettere l’identità femminile. Una potente e iconica riflessione sulla malattia, la mastectomia e i suoi effetti, identità femminile e accettazione, questi disegni diventano un efficace strumento di sensibilizzazione per porre l’attenzione sul problema del cancro al seno e sull’importanza della diagnosi precoce dei tumori alla mammella. La star di questa serie sono tante Principesse Disney come Cenerentola, Biancaneve, Ariel, Aurora, Jasmine e Tiana, ma anche popolari protagoniste di cartoon come Marge Simpson, Lois Griffin, Wonder Woman, Jessica Rabbit, Betty Boop, Olivia e Wilma Flinstone.

E ricordate:ottobre deve essere solo il primo di tanti mesi per sottoporsi a visite e controlli presso gli ambulatori di prevenzione sparsi su tutto il territorio italiano. Perchè prevenire, è meglio che curare.

Brittany Maynard, malata terminale, realizza il suo ultimo desiderio: visitare il Gran Canyon

La storia di Brittany Maynard ha commosso gli USA. A soli ventinove anni ha scoperto di avere un tumore al cervello. Dopo un’operazione e un ciclo di cure, in aprile i medici le hanno detto che il cancro era tornato più aggressivo di prima, e le restavano solo sei mesi di vita, da trascorrere tra atroci dolori. Brittany però ha preso una coraggiosa decisione: morirà in Oregon, dove è permesso il suicidio assistito, preferendo quindi una “dolce morte” per andarsene “con dignità”, stabilendo anche il giorno della sua morte, il 1° novembre.

A 48 ore dal suo addio, Brittany Maynard ha deciso di realizzare il suo ultimo desiderio visitando il Gran Canyon insieme alla sua famiglia, slittando di un giorno la data della sua morte. “Questa settimana io e la mia famiglia abbiamo viaggiato per il Grand Canyon, grazie alla gentilezza degli americani di tutto il Paese che mi sono venuti incontro per far sì che i miei ultimi desideri prima di morire divenissero realtà.” Queste le parole che Brittany ha scritto sul suo diario online. “Il Canyon era incredibilmente bello, mi ha lasciata senza respiro. E ho passato il mio tempo con le due cose che amo di più: la mia famiglia e la natura”.

Fino a un anno fa, Brittany conduceva una vita felice. Dopo il giorno del suo matrimonio con Dan, la donna inizia ad accusare diversi mal di testa, e a gennaio scopre la diagnosi finale: cancro al cervello. Inizialmente, i dottori le hanno dato dieci anni di vita, ma i dolori hanno iniziato a manifestarsi più frequentemente, e quindi a Brittany non restavano altro che sei mesi di vita. Ha iniziato a fare una lista di cose che vorrbb fare prima di morire, e l’ultimo desiderio è stato realizzato il 30 ottobre, visitando il Gran Canyon con suo marito e la sua famiglia.

“Purtroppo” – si legge sul suo blog, “è impossibile dimenticare il mio cancro. Forti mal di testa e dolore al collo non sono mai lontani, e purtroppo la mattina dopo la visita al Grand Canyon ho avuto la mio peggior crisi finora. È stato un duro richiamo che i miei sintomi continuano a peggiorare così come il tumore continua a seguire il suo corso.” Brittany e i suoi famigliari si sono trasferiti in Oregon, dove esiste una struttura, la Compassion & Choices, che permette ai pazienti di morire con l’aiuto di un farmaco.

La scelta di Brittany ha sollevato un polverone, e lei si è difesa con la campagna “Brittany Maynard Found”, combattendo perché altri Stati diano il via libera alla prescrizione degli stessi farmaci. Grazie ad una legge del 1997, nello Stato – oltre che in Vermont, Montana, New Mexico e Washington – i malati terminali hanno infatti la facoltà di porre fine alle loro sofferenze. Da quando è entrata in vigore la norma, 1.173 persone hanno ottenuto la prescrizione per i farmaci, ma poi solo 752 li hanno utilizzati per morire. “Il mio sogno”, dice, “è che ogni americano nelle mie condizioni possa scegliere di morire se lo desidera”.

Brittany Maynard morirà nel suo letto nello stato dell’Oregon, circondata da suo marito, i suoi genitori e la sua migliore amica.

Migliorare il quoziente intellettivo? Si può

La notizia arriva dallo University College di Londra: stando a un recente studio realizzato dai suoi ricercatori e apparso sulla rivista scientifica Nature, il quoziente intellettivo umano – che si era sempre pensato rimanesse inalterato nell’arco della vita – può aumentare, anche all’età di settant’anni.

La possibilità di migliorare l’acume mentale è data sostanzialmente da cambi strutturali che avvengono nel cervello: essi consistono in un aumento sia di volume sia di densità della materia grigia nell’area della corteccia motoria sinistra, stimolata dalla lettura e dalla parola.

In più, va sfatato il mito secondo cui la prestanza fisica e l’intelligenza sono due aspetti agli antipodi l’una dell’altra: l’esercizio aerobico giova al cervello. Gli studiosi dell’Università dell’Illinois di Urbana Champaign hanno registrato che l’attività fisica permette l’aumento della materia grigia nella regione dell’ippocampo, quella che apprende nuove conoscenze e le memorizza nella corteccia frontale. Per questo si consiglia di camminare 30 minuti al giorno per cinque giorni.

Se poi siamo più pigri, c’è comunque un’alternativa: un sonnellino pomeridiano è uno dei migliori toccasana che il cervello abbia mai conosciuto. Una ricerca condotta alla University of California a Berkeley, a opera di Matthew Walker, ha dimostrato che, mettendo un gruppo di studenti a studiare per svariate ore e poi permettendo a parte di loro di schiacciare un pisolino, quelli che avevano dormito imparavano di più di quelli che avevano continuato a studiare. Dormire, difatti, stimola la produzione delle cosiddette “bollicine di champagne cerebrali”, quelle che indicano quando l’ippocampo sta trasferendo informazioni alla corteccia, per poi essere archiviate in modo definitivo. Il cervello, insomma, dà migliori prestazioni quando lo si lascia libero: in Giappone, alla Tohoku University, hanno dimostrato scientificamente che lo stato di ozio assoluto permette di sviluppare la creatività, che risiede nel trovare connessioni che rimangono impercettibili agli occhi altrui.

E che dire della memoria a breve termine? Aiuta a migliorare la fluidità cerebrale, favorisce il ragionamento e la risoluzione dei problemi indipendentemente dalle conoscenze pregresse: le capacità mnemoniche potenziano l’intelligenza, come risulta visibile attraverso la diagnostica per immagini, grazie a cui si è visto che molte zone del cervello – come la corteccia prefrontale laterale, la corteccia parietale inferiore, il cingolato anteriore, i gangli basali – si attivano di più.

Altri suggerimenti per aumentare il QI? Studiare una lingua straniera, che inoltre rimanda di 5 anni il rischio di demenza senile, ma anche seguire una dieta mediterranea , che è essenziale per migliorare il nostro apprendimento.

Mattinieri, ecco perchè sono più felici dei dormiglioni

Le lancette sono state spostate indietro di un’ora e vi siete svegliati comunque presto?
Mattinieri, secondo una ricerca inglese condotta dalla Roehampton University sarete più felici dei vostri amici dormiglioni.
Alzarsi presto la mattina, infatti, sarebbe indice di benessere fisico e mentale e garanzia di felicità.
Nel dettaglio, lo studio ha coinvolto 1.068 adulti approfonendendo l’influenza dei loro bioritmi su umore e salute.

I mattinieri, rappresentati dal 13% del campione, hanno dichiarato di svegliarsi prima delle 7, il 6% invece prima delle 9 proprio non mette piede giù dal letto. I mattinieri, secondo quanto detto dal direttore della ricerca Joerg Huber, si dichiarano più sani, più felici e più magri.

Qual è il motivo? La sveglia presto la mattina dona più tempo per sè, perchè consente di non correre nelle proprie attività quotidiane. Fare colazione con calma, bere il caffè seduti e non di corsa mentre si preparano le ultime cose prima di andare via, sono dei benefici che un’ora di sonno in più al mattino non regala.
O meglio, questi benefici si disperderanno, probabilmente, in quella nuvola di stress causata dal ritardo accumulato.

E anche i dormiglioni più incalliti in quel caso penseranno “Se mi fossi svegliato prima…!

[Fonte focus.it]