venerdì, 26 Aprile 2024

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Animalismo, anticapitalismo o salutismo? Cosa si nasconde dietro alla scelta di astenersi dal consumo della carne? Lo scopriamo insieme con loVeg, la rubrica dedicata ai vegetariani e ai vegani, ma anche ai curiosi che, forse, lo saranno un domani

Le migliori città veg in Europa? Sono 5 (IoVeg)

Credits: love2fly.iberia.com

Mangiare veg: un tempo una scelta difficile per i viaggiatori, ora non più. Sono sempre più numerosi i ristoranti nel mondo il cui menù ha subito notevoli variazioni proprio per andare incontro alle esigenze di un’utenza che, come quella vegetariana e vegana, diventa sempre più incisiva: e le diete vegetariana e vegana, del resto, non sono neanche più soltanto inquadrabili nell’ottica del ‘salutismo’ o dell’animalismo, ma stanno diventando dei veri e propri campi di sperimentazione per i grandi chef di fama internazionale.

La piattaforma online Wimdu, perciò, ha deciso di pubblicare la classifica delle città europee in cui la cucina vegetariana e vegana vengono preferite alle altre, una top 5 realizzata in base al maggior numero di hashtag ‘veggie’ utilizzati dagli utenti di Instagram.

5. Roma: la carbonara non è tutto

Al quinto posto, ecco la capitale italiana: nonostante gli innumerevoli piatti a base di carne presenti nella cucina italiana, la nostra dieta si presta in maniera ottimale ad essere declinata in senso vegetariano e vegano, dato l’uso massiccio che tra i nostri fornelli si fa di pasta e verdure. A Roma, nello specifico, si raccomanda un giro da La Capra Campa, ristorante e bistrot dove non solo si possono gustare piatti veg, ma si possono anche seguire corsi di cucina vegetariana e vegana.

4. Bruxelles: non solo istituzioni europee

La capitale belga non ospita solamente il grigiore della politica e della burocrazia di tutta Europa: Bruxelles è, invece, una città marcatamente veg e, qui, uno dei ristoranti più frequentati dai vegetariani è lo Tsampa, i cui locali si trovano nel retro di uno shop di prodotti biologici. La parola d’ordine, anche piuttosto efficace, è la semplicità: unire salute e sapore nelle pietanze per dimostrare che uno stile di vita alternativo non significa per forza fare sacrifici.

3. Berlino: capitale del mondo veg

Al terzo posto troviamo, invece, Berlino che proprio di recente è stata nominata ‘Capitale vegetariana nel mondo’ dalla nota rivista di cucina Saveur. Tantissimi i locali qui dedicati alla cucina veg, tra i quali però merita una menzione speciale il ristorante Samâdhi: portato avanti da ex rifugiati vietnamiti, il ristorante serve piatti tipici del sud-est asiatico, dai meno ai più piccanti.

2. Parigi: le super veg, c’est magnifique

Sul secondo gradino del podio c’è Parigi: una vera e propria sorpresa, se si pensa che la cuisine française si serve essenzialmente di carne e di foie gras. Ma per fortuna, qualcosa è cambiato: ora, nei bistrot degli Champs-Élysées si gustano spuntini vegani, sorseggiando ottimi bicchieri di vino. Tra i migliori di questi, la cantina Sol Semilla, dove tutte le portate in menù sono di una qualità talmente alta che persino il celeberrimo chef Alain Ducasse le ha raccomandate.

1. Londra: rock’n’veg

In vetta alla classifica troviamo la mitica capitale del Regno Unito: Londra, che si attesta definitivamente come la città europea più all’avanguardia anche nel settore del food. Qui, l’incontro di miriadi di culture diverse si riversa inevitabilmente anche nei piatti serviti nei ristoranti, tanto onnivori quanto veg. Elencare tutti quelli presenti a Londra sarebbe impossibile: guardandoli, però, da una prospettiva ‘rock’ (genere musicale di cui Londra è madre) è il Green Note il miglior locale vegano, che offre anche spettacoli di musica dal vivo. È qui che si sono esibiti grandi nomi della musica del calibro di Leonard Cohen o di Amy Winehouse.

La scelta vegan di Beyoncé e Jay-Z (loVeg)

Il nuovo progetto della coppia più famosa del mondo formata da Beyoncé e Jay-Z? Far diventare tutti vegani. Già il 3 dicembre 2013 i due annunciarono, tramite social media, che avrebbero dato inizio alla loro “sfida” vegana per 22 giorni: era il giorno prima del quarantaquattresimo compleanno di Jay-Z, ma anche il giorno immediatamente successivo al loro ingresso da partner nell’azienda alimentare fondata da Marco Borges, loro trainer e maestro di vita.

A febbraio di quest’anno, circa un anno dopo, 22 Days Nutrition (questo il nome della loro azienda) ha avviato un servizio di consegna a domicilio di cibo vegano (al costo di 600 dollari per tutti e 22 i giorni) che ha fatto il tutto esaurito non appena la coppia ha pubblicizzato la sfida sui social. Il nome, in effetti, deriva dalla convinzione di Borges che ci vorrebbero 21 giorni per prendere un’abitudine e che, perciò, a partire dal ventiduesimo si è sulla strada giusta.

Tutti i pasti sono privi di soia, di latticini e di glutine, ma 22 Days Nutrition distribuisce anche barrette proteiche e integratori in polvere. Attualmente i due soci stanno indagando su un possibile frutto o vegetale da utilizzare per la creazione di snack in busta. E si pensa anche a pasti già pronti da acquistare al supermercato o a punti vendita che renderanno questa tipologia di cibo più fruibile in maniera più semplice. “Le persone vogliono stare in salute – dice Borges – ma per una ragione o per un’altra la convenienza batte la salute“.

Dopo aver intrapreso questa scelta, la stessa Beyoncé ha affermato: “sono le cose più piccole che noti all’inizio, come per esempio il fatto di avere più energia. Ma i benefici del veganismo devono essere alla portata di tutti: dovremmo dedicare più tempo ad amare noi stessi, a prenderci cura di noi stessi attraverso un’alimentazione sana“.

USA: i fast food ridicolizzano i vegani (loVeg)

Arby’s, nota catena di fast food americani, ha recentemente adottato una strategia di marketing davvero poco rispettosa nei confronti di vegani e vegetariani: dopo aver lanciato il proprio slogan ‘We have the meats‘ (‘Abbiamo la carne’), l’azienda è stata inondata da messaggi di disapprovazione tramite ogni tipo di canale, da Facebook a Twitter, cosa che tuttavia non le ha impedito di pubblicizzare la sua ultima novità, il bacon con zucchero di canna.

Arby’s ha deciso di rispondere al malcontento generale radicalizzando la propria linea e ha reso pubblica una lettera aperta indirizzata a tutti quelli che non mangiano carne: una mossa che alla maggioranza della comunità veg americana non è andata proprio giù. Nella lettera, infatti, si esprime una sarcastica solidarietà verso quanti potrebbero sentirsi in tentazione di fronte al nuovo bacon con zucchero di canna.

Noi rispettiamo la vostra scelta di vita e lo scopo di questa lettera non è quello di convertirvi, ma soltanto quello di dimostrarvi il nostro sostegno – scrivono con tono beffardo quelli di Arby’s – Abbiamo ascoltato le vostre voci sui messaggi vocali, su Twitter e su Facebook, eppure noi continuiamo ad amare i nostri prodotti, pur consapevoli che non sono fatti per tutti. Abbiamo lanciato una novità, il bacon con zucchero di canna, e ci sentiamo in colpa: sappiamo che può essere difficile resistere. Avendo creato questa tentazione, vorremmo perciò fornirvi aiuto con un numero di telefono da chiamare, un supporto per vegani e vegetariani che vogliono resistere a questa novità e avere consigli su come non cadere in tentazione. Siate forti. Siamo qui per voi.

Moltissime le risposte che ne sono scaturite, tra cui quella più emblematica è stata quella di Nathan Runkle, fondatore e presidente di Mercy For Animals, associazione internazionale no-profit volta alla prevenzione della crudeltà contro gli animali da allevamento e alla promozione di scelte alimentari consapevoli.

Sono vegetariano e ho un messaggio per Arby’s: il tuo bacon è rivoltante e non voglio averci niente a che fare. Nella tua lettera aperta ci hai preso in giro con un’offerta di sostegno ridicola e persino un numero verde. Ma sei tu che ha bisogno di aiuto, Arby, hai un disperato bisogno di verità: la tua carne non solo è potenzialmente contaminata da batteri fecali mortali, ma è anche piena di ormoni della crescita, antibiotici e conservanti chimici come il nitrito di sodio, che l’American Cancer Society ha definito potenzialmente cancerogeno. È scientificamente provato che il consumo di carne rossa aumenta notevolmente il rischio di diversi tipi di cancro, di malattie cardiache e di morte prematura. A me invece piacerebbe vivere, grazie. Amo la mia vita molto più della tua pancetta. Vorrei provaste a mangiare carne mentre guardate un video che rivela da dove proviene. Provate a mettere in onda questi video sui grandi schermi dentro ai vostri locali e a osservare la reazione dei vostri clienti. Il consumo di carne è notevolmente diminuito nel corso degli ultimi anni: Nasdaq.com recentemente ha persino lanciato l’allarme di un’imminente ‘morte della carne’. Quindi, Arby’s, è il tuo momento di chiedere aiuto. La carne è morta e morente, e un giorno non lontano la vostra attività lo sarà altrettanto, se non cambiate il vostro approccio. Siate forti. Siamo qui per voi‘.

Come si festeggia il World Vegan Day in Italia (IoVeg)

Credits: zliving.com

Nasceva solo ventun anni fa e all’epoca la maggior parte della gente non aveva idea di cosa fosse uno stile di vita vegano, ma oggi il World Vegan Day viene festeggiato anche in Italia e rappresenta la dimostrazione lampante di quanto si sia diffusa la consapevolezza che un mondo privo di massacri e sfruttamento degli animali non sia così impossibile da realizzare. E il 1° novembre diventa, così, la giornata ufficiale per sperimentare quest’alternativa. In giro per l’Italia, moltissime sono le manifestazioni dedicate al cruelty-free: Blog di Lifestyle vi segnala allora quelle proprio da non perdere.

Nella capitale, la festa si terrà in largo di Torre Argentina dove la Lega Anti Vivisezione distribuirà gratuitamente ricettari vegan e l’opuscolo “Piccola guida pratica”, che fa luce sui motivi e i benefici di questa scelta etica. Sempre a Roma, in Largo dei Lombardi, Animal Equality porterà virtualmente i passanti nei posti in cui vivono gli animali da allevamento, per illustrargli quello che a tutti sarebbe visibile “se i macelli avessero le pareti di vetro“.

Ancora, a Padova i Vegan Days saranno due. Già da sabato 31 ottobre, a Tuttinfiera sono stati organizzati momenti di dibattito su etica, ambiente e salute con molteplici personalità dell’universo vegano: dalla dj e scrittrice Paola Maugeri ai cuochi Eduardo Ferrante e Annalisa Malerba, passando per medici e nutrizionisti, fino ad arrivare al filosofo a attivista Leonardo Caffo. Da non tralasciare, poi, il Vegan Bistrò, dove si potranno assaggiare tofu, tempeh, seitan e mozzarisella: l’obiettivo della giornata è quello di coinvolgere e incuriosire i non-veg, raccontando una scelta che molte volte l’ignoranza fa vedere come estrema, mentre nella vita di tutti i giorni si rivela facile e naturale.

Davvero spassoso il titolo scelto per l’evento di Settignano, a Firenze: “Cachi e macachi” sostiene non solo la scelta vegan, ma anche un progetto d’inserimento in condizioni di semilibertà all’interno di bioparchi europei dei 15 macachi attualmente ospitati presso il Parco di Cavriglia (Arezzo). I fondi ricavati mediante cene e brunch saranno devoluti proprio per la realizzazione di questo programma. Se, poi, ve la cavate bene a cucinare, perché non partecipare al concorso “La torta gentile”, che selezionerà il miglior dolce privo di derivati animali.

Non dimentichiamo che “antispecismo” vuol dire empatia nei confronti di tutte le creature esistenti, esseri umani compresi: ecco perché in questa giornata, Animal Amnesty ha deciso di dedicarsi all’emergenza rifugiati: così, il 1° novembre a Brescia, Modena, Bologna, Napoli e Cosenza avranno luogo svariati eventi per offrire piatti vegan, ma anche altri beni, da portare nei centri profughi di tutto lo Stivale, per metterli a disposizione di chi, per sfuggire alla guerra, ha dovuto abbandonare alle sue spalle tutta la propria vita. Nel World Vegan Day, il cibo, insomma, ritorna a farsi condivisione reale.