venerdì, 5 Dicembre 2025

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Animalismo, anticapitalismo o salutismo? Cosa si nasconde dietro alla scelta di astenersi dal consumo della carne? Lo scopriamo insieme con loVeg, la rubrica dedicata ai vegetariani e ai vegani, ma anche ai curiosi che, forse, lo saranno un domani

La Guinness lancia la birra vegan (IoVeg)

Dai vermetti nella tequila al sangue bovino in certi vini o alle uova in alcuni cocktail, anche le bevande possono presentare degli ingredienti che metterebbero in difficoltà qualsiasi vegano.

A partire dal 2016, però, ce ne sarà una che smetterà di dare problemi. All’inizio di Novembre, il Mese Vegano Internazionale, la Guinness, l’arci-nota distilleria irlandese con sede in Dublino da 246 anni, ha annunciato che non adotterà più un processo di rifinitura (una specie di procedimento di filtraggio) a base di colla di pesce, la proteina gelatinosa ricavata dalla vescica dei pesci.

La colla di pesce sarebbe l’ingrediente essenziale per rendere la birra schiumosa: le proteine in essa presenti, infatti, legano insieme quanto si accumula sul fondo del barile di birra agevolando lo scarto dei sedimenti, dando alla birra quella tipica chiarezza che è il marchio tipico di una pinta di qualità.

In realtà, però, tutto quel che la Guinness ha fatto è stato mettersi a giorno con l’intera produzione di birre nel Regno Unito, che da parecchio preferisce la birra priva di ingredienti animali.

In primis, per una questione di sapore: come è noto presso le più antiche distillerie, la birra non rifinita è ottima, perché la colla di pesce non rimuove quegli olii naturali che le conferiscono un gusto corposo e vellutato.

In secondo luogo, c’è da dire che la tecnologia è andata avanti: gli impianti delle distillerie moderne e una manutenzione accurata fanno sì che la birra possa risultare chiara già di per sé, senza nessun altro processo aggiuntivo.

Troppo spesso, le grandi distillerie commerciali, per le quali sono i costi quelli ad essere tenuti in considerazione per primi, utilizzano la colla di pesce e altri prodotti di derivazione animale come la gelatina, perché si tratta di alternative economiche all’attesa o all’uso di ingredienti veg come il Protofloc, una specie di muschio.

Pam Anderson e il Vegano sensuale (loVeg)

Vegana convinta e attivista per i diritti degli animali, Pamela Anderson ha già posato in déshabillé per la PETA, e adesso si accinge a prodigarsi per un’altra causa affine alla sua passione per il mondo animale: la cucina veg.

Nel rispondere a una serie di domande che i suoi fan le hanno fatto su Reddit AMA, Pamela ha annunciato che i preparativi per lo show di cucina vegana sono pronti e che le riprese partiranno a partire da Giugno.

Sto per lanciare un programma di cucina, il che mi fa sentire davvero elettrizzata. Si chiamerà ‘The Sensual Vegan’ (Il Vegano sensuale). Frattanto, sto scrivendo anche un libro – si tratta della mia seconda opera – e trovo tutto ciò incredibile. C’è da dire che, generalmente questi show di cucina propongono dei suggerimenti davvero troppo basici per preparare cibo vegano, e vorrei davvero che il mio programma diventasse qualcosa di più di questo. Inizieremo a girare a giugno, non vedo davvero l’ora.

La biondissima celebrità ha anche parlato di cibo, delle sue preferenze in fatto di alimenti: “Ormai è risaputo, il cibo non è esattamente tra le mie priorità nella vita, anche se può sembrare paradossale. Eppure, mi piacciono gli alimenti sani, salutari: quando mangio, si tratta sempre di qualche pietanza semplice. Come, per esempio, gli avocado. Non mi piacciono i cibi pronti, raffinati: credo che si debba mangiare semplice“.

Ancora non è stato annunciato quando apparirà sugli schermi, ma ‘The Sensual Vegan’ suona come qualcosa di davvero interessante. Anche per tutti i fanatici italiani di programmi in streaming, rigorosamente veg.

Pammies: le scarpe veg di Pamela Anderson (loVeg)

Dopo essersi cimentata in cucina, la nota attrice americana Pamela Anderson ha deciso di lanciare, in collaborazione anche con la designer francese Amélie Pichard, una nuova linea di scarpe e accessori vegan.

Le linee, a dire il vero, sono addirittura due: la prima è una collezione di stivali in simil-camoscio chiamati Pammies, così comodi che potrebbero essere indossati anche in spiaggia, a detta di Pam. Gli stivali ricordano molto il modello degli UGG boots, ma sono realizzati in materiali riciclati. Per ora, i modelli sono tre: i Cove Classic, gli Zuma e i Malibu. Dove comprarli? Sul sito PammiesLife.com, dove saranno disponibili a partire da ottobre.

La seconda linea, invece, è molto più ispirata agli anni ’90 e comprende 7 diversi modelli di scarpe e una borsa da mare. Tutta la collezione, frutto della collaborazione con la Pichard, è composta da articoli realizzati con plastiche, cotone, acrilici e gomma non tossici, perché, come ha lei stessa dichiarato, “i giovani vogliono fare scelte migliori quando si tratta di consumi, quando si tratta di moda. Abbiamo bisogno di opzioni sostenibili anche per quanto riguarda scarpe e borse“.

Questa seconda collezione, in particolare, rifletterà la passione dell’attrice per gli anni Novanta, con inserti di denim, materiali in plexiglass per i tacchi delle scarpe e suole in glitter argentato: “È grandioso che la moda di quegli anni sia in qualche modo riemersa. È un bene per me, ma anche per la mia carriera, per trovare sostegno e realizzare progetti di attivismo creativo come questi“, ha puntualizzato Pam.

La cerimonia di inaugurazione delle sue collezioni, prevista per il 10 dicembre a Los Angeles, si preannuncia un vero e proprio trionfo: “Il mio scopo? – conclude la Anderson – Quello di dimostrare che i vegani possono essere sexy, super divertenti e alla moda, oltre che pienamente consapevoli delle scelte che prendono“.

I 10 migliori film veg che vi faranno abbandonare la carne per sempre (IoVeg)

Credits: www.cowspiracy.com

I film non sono solo dei mezzi di intrattenimento, ma possono rappresentare un efficace medium per diffondere la propria ideologia, dare maggiore consapevolezza a chi ci sta intorno e portare la propria causa di fronte a un pubblico più grande.

Eppure, sul fronte vegano non ci si imbatte troppo spesso in pellicole provocatorie che sfidano gli spettatori a ricredersi sulle proprie abitudini alimentari e a interrogarsi sullo stile di vita che si conduce da quando si è bambini.

Abbiamo, pertanto, stilato una lista della top 10 dei film veg e dei documentari che possono avere maggiore impatto su cosa si compra e si consuma – in termini tanto di salute quanto di etica e di rispetto dell’ambiente.

1. Earthlings (2005)

Girato da Shaun Monson e narrato dalla voce di Joaquin Phoenix, Earthlings (‘Terrestri’) è un film documentario prodotto dalla Nation Earth che ritrae il terribile trattamento riservato agli animali. Per i 95 minuti della sua durata, le telecamere nascoste vi porteranno oltre le porte, sempre chiuse, dell’industria della carne e dei suoi orrori.

2. Vegucated (2011)

Vegucated è un documentario a sfondo sociale ma comunque comico, incentrato sulla storia di 3 ragazzi onnivori di New York che si organizzano per diventare vegani per 6 settimane per perdere peso e trarne altri benefici al livello di salute. Nel corso della loro avventura vegana, però, scopriranno il lato oscuro dell’allevamento animale e, all’improvviso, si ritroveranno contro l’industria alimentare che avevano difeso fino a qualche settimana prima della loro decisione.

3. Live and let live (2013)

Questo splendido documentario di Marc Pierschel si snoda attraverso una serie di interviste realizzate a vari vegani, andando a indagare le ragioni che spingono ad abbracciare la filosofia vegana, siano esse legate a questioni di salute, di ambientalismo o di etica animalista. Il film raccoglie le testimonianze di 6 persone che sono diventate vegane per sempre: quanto toccante può essere vedere un macellaio trasformarsi in uno chef veg?

4. Peaceable Kingdom (2004)

Questo pluripremiato documentario di 70 minuti racconta la storia di vari allevatori tradizionali che si trovano costretti a riesaminare il proprio rapporto con gli animali. È commovente vedere come questi allevatori diventino vegani, per poi creare addirittura un rifugio per gli animali abbandonati o bisognosi di aiuto. Esiste anche una versione più recente del film, realizzata dallo stesso produttore (James LaVeck) e dallo stesso regista (Jenny Stein) nel 2009 con un cast diverso, intitolata ‘Peaceable Kingdom: The Journey Home’.

5. Cowspiracy: The sustainability secret (2014)

Cowspiracy è un documentario realizzato tramite crowdfounding, co-prodotto e co-diretto da Kip Andersen e Keegan Kuhn. Il film cerca di analizzare le politiche portate avanti da varie organizzazioni ambientaliste come Greepeace e Rainforest Action Network, gettando ulteriore luce sull’impatto ambientale dell’allevamento animale intensivo.

6. Forks over knives (2011)

Forks over Knives è un documentario più concentrato su aspetti salutari dell’alimentazione, in quanto mostra sulla base di prove acclarate la stretta relazione esistente tra lo sviluppo di malattie degenerative e la dieta carnivora. La pellicola è stata realizzata con la collaborazione di un team di dottori e ricercatori per mettere in evidenza dolori e sofferenze comuni legati a obesità e diabete, patologie all’ordine del giorno ormai in America proprio per sostenere quanto esse potrebbero essere ridotte adottando una dieta a base di vegetali.

7. Simply Raw: reversing diabetes in 30 days (2009)

Simply Raw esamina il nesso tra il crudismo e il diabete. Il documentario si sviluppa intorno a 6 americani che soffrono di diabete, che passano a una dieta vegana per 30 giorni, mostrando risultati sorprendenti in quanto al calo dei livelli di zuccheri nel sangue e di riduzione della dipendenza da insulina.

8. Fat, Sick and Nearly Dead (2010)

Un film ispirante che testimonia il cambiamento di un australiano in sovrappeso, Joe Cross, il quale soffriva di una rara malattia autoimmune. Nonostante i medici non gli avessero dato più speranze, Joe decide di ristabilire la sua salute per conto suo, dandosi completamente a una dieta a base di soli succhi di frutta e verdura per un paio di mesi. I risultati? A dir poco sorprendenti.

9. Speciesism: The Movie (2013)

Si tratta di un documentario che si incentra innanzitutto sull’allevamento animale, con stralci di filosofia nel corso di tutta la pellicola sull’influenza che gli animali hanno sul mondo umano. Il regista Mark Devries ha insomma voluto indagare il mondo dell’allevamento, riferendo il titolo Speciesism al termine coniato dallo psicologo britannico Richard Ryder negli anni ’70 per asserire l’inferiorità degli animali rispetto agli esseri umani, nell’intento di rovesciarne del tutto il significato.

10. Unity (2015)

È un documentario uscito relativamente da poco, considerato un sequel del famoso documentario di Shaun Monson del 2005, Earthlings. Uscito ufficialmente negli USA ad Agosto, il film analizza le ragioni per cui il genere umano non è stato in grado di vivere in armonia con gli altri abitanti del pianeta, nonostante i grandi progressi realizzati in campi quali filosofia, religione e tecnologia.