mercoledì, 17 Dicembre 2025

IoVeg

Home IoVeg
Animalismo, anticapitalismo o salutismo? Cosa si nasconde dietro alla scelta di astenersi dal consumo della carne? Lo scopriamo insieme con loVeg, la rubrica dedicata ai vegetariani e ai vegani, ma anche ai curiosi che, forse, lo saranno un domani

Vegani in Italia, sempre più incisivi (IoVeg)

Credits: veganlife-blog.com

In Italia i vegani e i vegetariani aumentano a un ritmo incredibile: sono 1.600 al giorno gli italiani che intraprendono la scelta veg. Nel 2013 erano il 6%, nel 2014 già il 7,1%, per poi diventare l’8% nel 2015: a dirlo è il rapporto annuale Eurispes, ‘Bistecca? No, grazie’. E, così, eccone sempre di più a meravigliarci: che sia sul posto di lavoro o in famiglia, quella che era stata ritenuta una ‘moda’ si sta attestando sempre più come un vero e proprio fenomeno di massa. Per di più, non si sta assistendo ad alcuna polarizzazione tra chi mangia verdure da una parte e chi preferisce la carne dall’altra: si sta assistendo, in realtà, a un cambiamento trasversale delle nostre abitudini alimentari.

Ad avere inciso in maniera significativa è stato l’allarme a proposito della carne rossa e degli insaccati: “Si tratta di cibi che aumentano il rischio cancro“, ha dichiarato nell’ottobre 2015 l’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità. Subito dopo, le vendite di carni e salumi sono calate del 10%. Di recente, però, anche a fronte di un ridimensionamento dello stesso allarme, le carni hanno riguadagnato terreno. Eppure, niente sarà più come prima: “È dal 2010 che i consumi di carne diminuiscono al ritmo del 5% l’anno“, puntualizza Nicola De Carne di Nielsen Italia. D’altro canto, le vendite dei prodotti caratteristici della tavola veg, come bevande sostitutive del latte (quelle a base di soia, riso o mandorle) o formaggi di soia e zuppe di verdura pronte, hanno registrato un netto aumento nel 2015.

Anche nel mondo della ristorazione, si fanno largo sempre più catene come Veggy Days e Universo Vegano, proliferano le pasticcerie veg e nei supermarket si è calcolato che il fatturato annuo prodotto grazie alla vendita di prodotti vegetali ammonti a 320 milioni. Persino la Findus ha lanciato gli hamburger vegetariani. E che dire del più grande nome del latte, quello della Granarolo? “L’anno scorso abbiamo lanciato la linea Granarolo vegetale (bevande a base di soia, riso, mandorla) e in nove mesi abbiamo fatturato per 14 milioni. Molto oltre le attese“, ha dichiarato il presidente Gianpiero Calzolari che aggiunge: “A marzo lanceremo burger, polpette e piatti pronti a base 100% vegetale“.

I supermercati, nello specifico, si sono tenuti al passo con le nuove tendenze: la Coop ha introdotto già dal 2013 la sua linea ViviVerde, l’Esselunga ha, invece, quella VeganOk. A rifornirli, sono aziende che producono per conto dei marchi privati della grande distribuzione: una tra tutte, la Zerbinati di Alessandria, che conta 33 milioni di fatturato sulla vendita di zuppe e verdure confezionate, cui a breve andranno ad aggiungersi gli hamburger vegetariani. E, ancora, il settore dell’editoria: i volumi ‘veg’ pubblicati in Italia sono stati 41 nel 2013, 98 nel 2014 e 193 nel 2015: “La gente si avvicina per gradi“, dice Antonio Monaco delle Edizioni Sonda.

Non si tratta, ad ogni modo, di una scelta che va a ledere le finanze di casa: l’acquisto di qualche prodotto meno comune e quindi più costoso viene compensata dall’abolizione della carne. Stando alle parole di Monaco, l’Italia è sul punto di strappare alla Germania il titolo di Paese più vegetariano dell’Unione Europea: “Hanno una percentuale di vegetariani compresa tra il 7 e l’11% anche Svezia e Austria. Seguono a discreta distanza Russia, Usa, Francia, Spagna, Giappone e Cina, tra il 2 e il 4%. Poi ci sarebbe l’India con il suo 30%: ma qui influiscono fattori economici e religiosi e il paragone, perciò, non sussiste“.

Il miglior Natale? Quello veg (IoVeg)

A Natale, il vero regalo da fare al pianeta e a noi stessi è uno solo: cambiare stile di vita, facendo una scelta ‘veg’, la sola realmente sostenibile e animal-friendly“: così si è pronunciata l’ENPA, l’Ente per la Protezione degli Animali, in occasione delle imminenti feste natalizie, che quest’anno, neanche a farlo apposta, seguono il COP21, l’incontro tenutosi a Parigi contro il riscaldamento globale. L’accordo raggiunto in questa sede, però, sembra ancora troppo concentrato sulla questione dei combustibili fossili, e troppo poco sull’impatto climatico che l’industria della carne produce col rilascio nell’atmosfera di grosse quantità di gas serra (in proporzioni stimate dal 18% al 51% delle immissioni complessive dovute ad attività umane).

L’intento dell’ENPA è quello di invitare tutti a partecipare attivamente a quella rivoluzione “verde” non più differibile se si vuol garantire un futuro al nostro pianeta.

Ognuno di noi, perciò, può dare il proprio contributo in questa importante impresa, ma come?

Sposando, innanzitutto, la filosofia del “cruelty-free” sin dal cenone di Natale e di Capodanno, sostituendo i prodotti animali con quelli vegetali.

Inoltre, un’ottima idea regalo consiste nel donare un buono per una cena vegetariana o vegana, o comunque per acquisti veg in negozi bio ed ecologici.

Ancora, si può pensare di regalare un’iscrizione ad associazioni che si organizzano in difesa del pianeta, siano esse animaliste o ambientaliste.

Un altro suggerimento dell’ENPA è quello di regalare piante da frutto per il terrazzo o per gli interni, che sono grandi alleate contro l’inquinamento “domestico”.

Per combattere l’effetto serra, si possono anche regalare alberelli al proprio Comune di residenza, da piantare in punti strategici che rispettino e implementino gli ecosistemi locali: invece di comprare e addobbare un abete destinato a morire, l’alberello piantato in città non sarà mai sradicato e verra coltivato per tutta la vita.

Un altro regalo da fare potrebbero essere bustine di semi di piante selvatiche per realizzare orti casalinghi, a base di salvia, timo o rosmarino.

Ma per far di questo un Natale al 100% “animal-friendly”, l’imperativo da rispettare è l’astensione dal regalare cani, gatti o qualsiasi altro cucciolo, poiché molti poi finiscono per essere abbandonati nel periodo estivo. A chi volesse fare questa scelta consapevolmente, Enpa raccomanda di non prenderlo in negozio, ma di andare presso canili o altre strutture di ricovero, in cui numerosi trovatelli aspettano di essere adottati e amati.

Inutile dire che sono da bandire le pellicce, ma attenzione ai colli delle giacche, che spesso e volentieri non sono affato “finti”. Del tutto bocciato, poi, l’avorio, vero e proprio delitto contro natura, oltre che prodotto qillegale.

Infine, a Natale come per tutto l’anno, evitare circhi e zoo: lunga vita agli animali liberi.

Un’Italia sempre più veg (loVeg)

Sempre più verdi le forchette di questi italiani: stando ai dati emersi dalla recente indagine GfK Eurisko-TreValli, condotta per analizzare quanto sono cambiate le abitudini alimentari in Italia da vent’anni a questa parte, si contano ben 2 milioni di persone che negli ultimi 9 anni hanno ridotto il consumo di carne, consumandone meno di una volta alla settimana, nonché più di un milione di italiani che al livello culinario si lasciano influenzare da valori vegani.

Quelli che si dichiarano aderenti a un vero e proprio regime alimentare sono il 16% del totale: i vegani risulterebbero il 3% degli intervistati, i vegetariani il 6%, subito seguiti dagli amanti del macrobiotico e dai crudisti (in una percentuale del 2%).

La ricerca ha messo, così, in luce come nell’arco di questi vent’anni la nostra cultura gastronomica siano sono aumentati gli italiani che in cucina fanno riferimento alla dieta mediterranea (nel 1995 erano il 41%, oggi il 62%). Un’abitudine ormai caduta in disuso è risultata essere il pasto completo, che si consuma sempre meno sia a pranzo (dal 68% al 48%) che a cena (dal 41% al 25%). In netto aumento, invece, la colazione (dall’87% al 70%), nuova abitudine a cui si affianca lo snack (36%), che negli anni novanta praticamente non esisteva.

Il dato relativo al 6% degli italiani che ha già scelto di rifiutare il consumo di prodotti di origine animale, ad ogni modo, viene spiegato dalla Lav, che dichiara: “spesso si crede che diventare vegetariani o vegani sia difficile, e che questa scelta possa creare degli squilibri nel nostro organismo”. Una credenza falsa eppure diffusa, anche tra i medici, che – partendo dall’assunto che la dieta debba essere quanto più varia – spesso discriminano questa scelta. Per sollecitare invece l’adesione a questo tipo di alimentazione veg, la Lav annuncia la creazione di Cambiamenu, sito dedicato a chi sceglie di mangiare in modo consapevole e senza causare sfruttamento e sofferenza.

L’organizzazione animalista, come tecnica di avvicinamento, ha quindi proposto il ‘mercoledì veg’, un giorno vegan a settimana: “Essere vegan – spiegano quelli della Lav – è un atto di responsabilità etica verso gli altri esseri viventi. Ogni anno, soltanto nel nostro Paese, vengono uccisi circa 700 milioni di animali terrestri e miliardi di animali acquatici da destinare al consumo alimentare. Gli animali vedono e sentono e, moltissime volte, sono consapevoli di ciò che li aspetta: una morte che spesso è indolore solo sulla carta. Mucche, vitelli, maiali, conigli e tantissimi altri vengono allevati per finire sulla nostra tavola o per essere sfruttati come macchine e quindi ‘rottamati’. E non dimentichiamo i pesci, o i crostacei e i molluschi, cotti o mangiati da vivi”.

Ma, oltre che per ragioni animaliste, questo tipo di alimentazione apporta innumerevoli vantaggi anche sul piano della sua sostenibilità: gli allevamenti intensivi e il ciclo della produzione della carne rappresentano la fonte del 18% delle emissioni di gas serra e dell’utilizzo di risorse in esaurimento, come l’acqua. Basti pensare che per ottenere un chilo di carne occorrono circa 15.000 litri di acqua.

Il miglior ristorante green? La mensa scolastica della Muse (IoVeg)

Con un menù completamente veg, una struttura a energia solare e una produzione di rifiuti di poco superiore allo zero: è la mensa della scuola privata Muse School, la cui fondazione si deve alla moglie del regista cinematografico James Cameron, Suzy Amis (un tempo modella e attrice), che nel 2006 scelse Calabasas a Los Angeles come sua sede operativa, ad essere stata dichiarata “il ristorante più eco-sostenibile del mondo”. L’annuncio è stato pubblicato sulla pagina Facebook della Green Restaurant Association (Gra), ente statunitense no profit impegnato nella certificazione dei ristoranti a norma eco-friendly secondo una serie di criteri che spaziano dalla produzione di rifiuti all’energia, dal cibo al consumo di acqua. La mensa della Muse, i cui studenti vanno dai 3 ai 18 anni, ha così ricevuto il “Certificato di ristorante verde a 4 stelle”: a quanto riporta la Gra, infatti, la scuola nel 2016 è riuscita a raggiungere ben 561,19 GreenPoints, ovvero 185 in più rispetto all’anno scorso. Un risultato eccellente, dovuto in larga parte all’adozione di misure specifiche volte a creare un minor impatto ambientale: l’energia solare e la cucina vegana. “Un sogno che si è avverato” per le due fondatrici della Muse, Suzy Amis Cameron e sua sorella Rebecca.

Nell’edificio scolastico, tutto – dalle luci all’aria condizionata, dalla cucina al frigorifero e al freezer – è alimentato tramite energia solare e il menù della mensa è del tutto privo di prodotti animali e caseari.

Ma non è tutto: tra le ulteriori green policy della Muse vi sono anche la produzione a chilometro zero degli alimenti grazie alla coltivazione di orti scolastici, un programma di riciclo delle sostanze di scarto, l’illuminazione a led e un consumo dell’acqua di 1,89271 litri al minuto grazie a degli appositi filtri.

L’energia solare è subentrata nel 2015: come spiega il regista James Cameron sul sito della Muse, l’adozione del solare si è avuta con l’installazione di cinque Sun Flowers, dei pannelli solari a forma di girasole (alti 10 metri e larghi 5) capaci di coprire tra il 75% e il 90% del fabbisogno giornaliero energetico della struttura. In definitiva, un progetto completo che potrebbe già da ora essere preso a modello esemplare in tutto il mondo.