giovedì, 19 Dicembre 2024

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Animalismo, anticapitalismo o salutismo? Cosa si nasconde dietro alla scelta di astenersi dal consumo della carne? Lo scopriamo insieme con loVeg, la rubrica dedicata ai vegetariani e ai vegani, ma anche ai curiosi che, forse, lo saranno un domani

Un’Italia sempre più veg (loVeg)

Sempre più verdi le forchette di questi italiani: stando ai dati emersi dalla recente indagine GfK Eurisko-TreValli, condotta per analizzare quanto sono cambiate le abitudini alimentari in Italia da vent’anni a questa parte, si contano ben 2 milioni di persone che negli ultimi 9 anni hanno ridotto il consumo di carne, consumandone meno di una volta alla settimana, nonché più di un milione di italiani che al livello culinario si lasciano influenzare da valori vegani.

Quelli che si dichiarano aderenti a un vero e proprio regime alimentare sono il 16% del totale: i vegani risulterebbero il 3% degli intervistati, i vegetariani il 6%, subito seguiti dagli amanti del macrobiotico e dai crudisti (in una percentuale del 2%).

La ricerca ha messo, così, in luce come nell’arco di questi vent’anni la nostra cultura gastronomica siano sono aumentati gli italiani che in cucina fanno riferimento alla dieta mediterranea (nel 1995 erano il 41%, oggi il 62%). Un’abitudine ormai caduta in disuso è risultata essere il pasto completo, che si consuma sempre meno sia a pranzo (dal 68% al 48%) che a cena (dal 41% al 25%). In netto aumento, invece, la colazione (dall’87% al 70%), nuova abitudine a cui si affianca lo snack (36%), che negli anni novanta praticamente non esisteva.

Il dato relativo al 6% degli italiani che ha già scelto di rifiutare il consumo di prodotti di origine animale, ad ogni modo, viene spiegato dalla Lav, che dichiara: “spesso si crede che diventare vegetariani o vegani sia difficile, e che questa scelta possa creare degli squilibri nel nostro organismo”. Una credenza falsa eppure diffusa, anche tra i medici, che – partendo dall’assunto che la dieta debba essere quanto più varia – spesso discriminano questa scelta. Per sollecitare invece l’adesione a questo tipo di alimentazione veg, la Lav annuncia la creazione di Cambiamenu, sito dedicato a chi sceglie di mangiare in modo consapevole e senza causare sfruttamento e sofferenza.

L’organizzazione animalista, come tecnica di avvicinamento, ha quindi proposto il ‘mercoledì veg’, un giorno vegan a settimana: “Essere vegan – spiegano quelli della Lav – è un atto di responsabilità etica verso gli altri esseri viventi. Ogni anno, soltanto nel nostro Paese, vengono uccisi circa 700 milioni di animali terrestri e miliardi di animali acquatici da destinare al consumo alimentare. Gli animali vedono e sentono e, moltissime volte, sono consapevoli di ciò che li aspetta: una morte che spesso è indolore solo sulla carta. Mucche, vitelli, maiali, conigli e tantissimi altri vengono allevati per finire sulla nostra tavola o per essere sfruttati come macchine e quindi ‘rottamati’. E non dimentichiamo i pesci, o i crostacei e i molluschi, cotti o mangiati da vivi”.

Ma, oltre che per ragioni animaliste, questo tipo di alimentazione apporta innumerevoli vantaggi anche sul piano della sua sostenibilità: gli allevamenti intensivi e il ciclo della produzione della carne rappresentano la fonte del 18% delle emissioni di gas serra e dell’utilizzo di risorse in esaurimento, come l’acqua. Basti pensare che per ottenere un chilo di carne occorrono circa 15.000 litri di acqua.

I 10 migliori film veg che vi faranno abbandonare la carne per sempre (IoVeg)

Credits: www.cowspiracy.com

I film non sono solo dei mezzi di intrattenimento, ma possono rappresentare un efficace medium per diffondere la propria ideologia, dare maggiore consapevolezza a chi ci sta intorno e portare la propria causa di fronte a un pubblico più grande.

Eppure, sul fronte vegano non ci si imbatte troppo spesso in pellicole provocatorie che sfidano gli spettatori a ricredersi sulle proprie abitudini alimentari e a interrogarsi sullo stile di vita che si conduce da quando si è bambini.

Abbiamo, pertanto, stilato una lista della top 10 dei film veg e dei documentari che possono avere maggiore impatto su cosa si compra e si consuma – in termini tanto di salute quanto di etica e di rispetto dell’ambiente.

1. Earthlings (2005)

Girato da Shaun Monson e narrato dalla voce di Joaquin Phoenix, Earthlings (‘Terrestri’) è un film documentario prodotto dalla Nation Earth che ritrae il terribile trattamento riservato agli animali. Per i 95 minuti della sua durata, le telecamere nascoste vi porteranno oltre le porte, sempre chiuse, dell’industria della carne e dei suoi orrori.

2. Vegucated (2011)

Vegucated è un documentario a sfondo sociale ma comunque comico, incentrato sulla storia di 3 ragazzi onnivori di New York che si organizzano per diventare vegani per 6 settimane per perdere peso e trarne altri benefici al livello di salute. Nel corso della loro avventura vegana, però, scopriranno il lato oscuro dell’allevamento animale e, all’improvviso, si ritroveranno contro l’industria alimentare che avevano difeso fino a qualche settimana prima della loro decisione.

3. Live and let live (2013)

Questo splendido documentario di Marc Pierschel si snoda attraverso una serie di interviste realizzate a vari vegani, andando a indagare le ragioni che spingono ad abbracciare la filosofia vegana, siano esse legate a questioni di salute, di ambientalismo o di etica animalista. Il film raccoglie le testimonianze di 6 persone che sono diventate vegane per sempre: quanto toccante può essere vedere un macellaio trasformarsi in uno chef veg?

4. Peaceable Kingdom (2004)

Questo pluripremiato documentario di 70 minuti racconta la storia di vari allevatori tradizionali che si trovano costretti a riesaminare il proprio rapporto con gli animali. È commovente vedere come questi allevatori diventino vegani, per poi creare addirittura un rifugio per gli animali abbandonati o bisognosi di aiuto. Esiste anche una versione più recente del film, realizzata dallo stesso produttore (James LaVeck) e dallo stesso regista (Jenny Stein) nel 2009 con un cast diverso, intitolata ‘Peaceable Kingdom: The Journey Home’.

5. Cowspiracy: The sustainability secret (2014)

Cowspiracy è un documentario realizzato tramite crowdfounding, co-prodotto e co-diretto da Kip Andersen e Keegan Kuhn. Il film cerca di analizzare le politiche portate avanti da varie organizzazioni ambientaliste come Greepeace e Rainforest Action Network, gettando ulteriore luce sull’impatto ambientale dell’allevamento animale intensivo.

6. Forks over knives (2011)

Forks over Knives è un documentario più concentrato su aspetti salutari dell’alimentazione, in quanto mostra sulla base di prove acclarate la stretta relazione esistente tra lo sviluppo di malattie degenerative e la dieta carnivora. La pellicola è stata realizzata con la collaborazione di un team di dottori e ricercatori per mettere in evidenza dolori e sofferenze comuni legati a obesità e diabete, patologie all’ordine del giorno ormai in America proprio per sostenere quanto esse potrebbero essere ridotte adottando una dieta a base di vegetali.

7. Simply Raw: reversing diabetes in 30 days (2009)

Simply Raw esamina il nesso tra il crudismo e il diabete. Il documentario si sviluppa intorno a 6 americani che soffrono di diabete, che passano a una dieta vegana per 30 giorni, mostrando risultati sorprendenti in quanto al calo dei livelli di zuccheri nel sangue e di riduzione della dipendenza da insulina.

8. Fat, Sick and Nearly Dead (2010)

Un film ispirante che testimonia il cambiamento di un australiano in sovrappeso, Joe Cross, il quale soffriva di una rara malattia autoimmune. Nonostante i medici non gli avessero dato più speranze, Joe decide di ristabilire la sua salute per conto suo, dandosi completamente a una dieta a base di soli succhi di frutta e verdura per un paio di mesi. I risultati? A dir poco sorprendenti.

9. Speciesism: The Movie (2013)

Si tratta di un documentario che si incentra innanzitutto sull’allevamento animale, con stralci di filosofia nel corso di tutta la pellicola sull’influenza che gli animali hanno sul mondo umano. Il regista Mark Devries ha insomma voluto indagare il mondo dell’allevamento, riferendo il titolo Speciesism al termine coniato dallo psicologo britannico Richard Ryder negli anni ’70 per asserire l’inferiorità degli animali rispetto agli esseri umani, nell’intento di rovesciarne del tutto il significato.

10. Unity (2015)

È un documentario uscito relativamente da poco, considerato un sequel del famoso documentario di Shaun Monson del 2005, Earthlings. Uscito ufficialmente negli USA ad Agosto, il film analizza le ragioni per cui il genere umano non è stato in grado di vivere in armonia con gli altri abitanti del pianeta, nonostante i grandi progressi realizzati in campi quali filosofia, religione e tecnologia.

Anna Kavaliunas, la vegana che sbugiarda i vegani (loVeg)

Il veganisimo, scelta etica o estetica? Per Anna Kavaliunas, non ci sono dubbi, è tutta una questione di vanità.
La maggior parte dei vegani – dice la ragazza in un’intervista rilasciata per il sito refinery29.comnon ammetterebbe mai che la propria scelta alimentare è dovuta al desiderio di essere magri. Naturalmente, ci sono molte ragioni per cui le persone diventano vegane: per protestare contro il maltrattamento degli animali, per boicottare le grosse aziende o sostenere le quelle più piccole e locali. Ma la verità è che c’è una larga fetta di vegani che vogliono semplicemente vedersi bene in un bikini a fascia, me compresa. Per noi la vanità trionfa sull’etica e cambiare il mondo è solo qualcosa di marginale“.

Anna diventa vegana, in effetti, dopo essersi trasferita a Los Angeles in California: “Vorrei poter dire che l’idea di rinunciare alla carne e ai prodotti caseari mi sia venuta vedendo un documentario straziante su come uccidono i polli, ma non è così. Ho aderito volentieri a questa moda vegana perché mi sembrava trendy, volevo essere una di Los Angeles: con un fisico in forma, bello, longilineo. Ma più andavo avanti, più cambiavo: non era una semplice dieta nuova, ma un cambiamento di identità. I miei amici mi facevano notare questa trasformazione, nel frattempo io diventavo sempre più magra, eppure quando avvolgevo il mio petto ossuto in un mini-top mi sentivo bene, non mi importava. Mi giustificavo dicendomi che era più che legittimo rifiutare il cibo spazzatura e le calorie in eccesso, ma la verità è che ho cominciato a privarmi di tutto: prima la carne, poi il glutine, poi mangiavo solo cibi a crudo. Ero ossessionata dal cibo, contavo ogni caloria, anche se stavo mangiando come un uccellino. Programmavo la mia vita in base alla palestra, mi allenavo almeno tre ore al giorno“.

Ossessionata dal cibo e dalla forma fisica, Anna comincia a perdere il contatto con la realtà: “Dicevo che era una scelta che avevo fatto per sentirmi meglio – prosegue la giovane vegana – Ma dov’era tutta la mia energia? Dove la serenità che dovrebbe accompagnare questo rigido regime alimentare? A prevalere in me era solo una costante sensazione di vuoto. Avevo eliminato il mio grasso corporeo, e assieme ad esso la mia vita sociale e la mia personalità. Ma piuttosto che ammettere che ero caduta in un circolo vizioso, mi nascondevo dietro al veganismo“.

Un giorno, poi, mi sono ritrovata a fissare per venti minuti una bistecca di controfiletto: era perfetta e rappresentava tutto quello che non ero più e che avevo perso, il mio senso dell’umorismo, le uscite con gli amici, il bere vino. Ormai c’era la nuova me: ossessionata dal cibo, con la sua lattuga fatta in casa, terrorizzata dal mangiare qualsiasi altra cosa. Non ho mangiato la bistecca quel giorno, sarebbe stato troppo facile. Non volevo tornare indietro ignorando l’esperienza maturata nell’ultimo anno: non avevo certo bisogno di un pezzo di carne per ritrovare me stessa. Piuttosto, dovevo iniziare una relazione con il mio corpo che avesse senso, per davvero“.

Anna è attualmente alla ricerca del suo equilibrio, ma non è semplice: il suo corpo è stato messo a dura prova dall’astinenza e dal consumo di pochi cibi semplici. “Darmi appuntamento è diventato un terno al lotto: mi bastano due bicchieri di pinot e sono già pronta a spogliarmi. Sono sempre vegana, ma non una militante. Sto imparando ad avere fiducia nel mio corpo, piuttosto che a fargli guerra quotidianamente. Finora, non avevo mai compreso quanto la mia personalità potesse essere influenzata da come e cosa mangiavo: il cibo non è soltanto un mix di macro e micro nutrienti, quello che mangiamo è alla base stessa della nostra identità“.

Parigi: apre la Macelleria Vegetariana (loVeg)

Apre a Parigi la Boucherie Végétarienne, la prima macelleria vegetariana dove saranno serviti hamburger, scaloppine e costolette senza alcuna traccia di carne animale. L’obiettivo della neo-nata attività saranno, nello specifico, i cosiddetti ‘flexitariani’, sarebbe a dire tutti coloro che conducono già uno stile alimentare prevalentemente vegetariano ma che di tanto in tanto si concedono una fetta di carne.

In Francia, in effetti, i vegetariani costituiscono solo il 3% della popolazione totale, mentre più di un quarto dei non vegetariani (27%) si sarebbero dichiarati pronti a diventare, appunto, ‘flexitariani’. “Vogliamo rivolgerci un pubblico vasto – spiega Isabelle Bensimon, tra i gestori della Boucherie Végétarienne – “coinvolgendo soprattutto coloro che vorrebbero mangiare diversamente ma che ancora non sanno bene come comportarsi al livello alimentare“.

Qui, perciò, niente maiale né vitello, ma soltanto prodotti preparati con una pasta a base di soia e frumento, surgelata a -30° C per riuscire a ritrovare la stessa consistenza della carne. Ma anche tofu, tempeh e leguminose varie la fanno da padrone: per come si presentano e per il loro sapore, queste pietanze non solo assomigliano davvero alla carne, ma contengono anche una quantità di proteine sufficiente a soddisfare il nostro fabbisogno giornaliero.

Non si tralasciano nemmeno le preferenze dei vegani, con prodotti privi di uova e formaggio che potranno essere consumati sul posto o ordinati da asporto, dimostrando anche agli altri che un’alimentazione responsabile è davvero possibile e meno complicata di quanto si creda. Spesso cucinati secondo ricette molto originali, questi piatti offriranno l’occasione di scoprire nuovi orizzonti culinari e, chissà, forse persino i carnivori più convinti si lasceranno tentare.