giovedì, 2 Maggio 2024

Lady A

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C'è una pillola per dimagrire, una per dormire, una per ringiovanire. E poi una per fare l'amore: quella pillola è Lady A. Perché all'amore servono consigli, così come alle persone serve fare l'amore.

Odi et amo funziona, ma solo tra le lenzuola (LADY A)

Forse è una delle cose più facili del mondo odiare l’altro sesso. Ci viene più spontaneo del “chi è quella?” quando lui saluta una sconosciuta. Perché prima lo odiamo perché la conosce. Anche se non è colpa sua. Ma che dico, è sempre colpa sua. Così lo odiamo perché è colpa sua sempre. E la storia si ripete all’infinito, in ogni singolo momento della giornata. Ché le ragioni non sono mai troppe. Ma arriva un momento in cui occorre fare la pace. E quel momento è quasi sempre sotto le lenzuola.

Anche se la parola “pace” la cambierei volentieri, dal momento che è nel sesso che daremo sfogo a tutta la rabbia, la fisicità, la voglia di dimostrare che “comando io”. Gli esperti la chiamano “Hate Sex”, la guerra tra le lenzuola. La versione porno della lotta con i cuscini. I corpi nudi che combattono e fanno l’amore contemporaneamente. Nicholas Holtzman e Michael Strube della Washington University di St. Louis sono i due psicologi che hanno approfondito il potenziale sessuale del lato oscuro femminile e maschile. I due ricercatori hanno preso in considerazione un campione di 111 studenti, in maggioranza donne, ed hanno chiesto loro di indossare capi semplici e neutri, legare i capelli in una coda di cavallo, struccare il viso e rimuovere ogni accessorio. Li hanno fotografati e hanno chiesto ai restanti membri del gruppo di assegnare un punteggio di gradimento alle foto delle ragazze. A ciascuno è stato poi somministrato un questionario psico-attitudinale, per lasciare che emergessero eventuali tendenze pscicopatologiche, come narcisismo, machiavellismo e sociopatia. E ad emergere è stata proprio l’attrattiva del lato oscuro personale.

Perché conosciamo tutti l’effetto che fa parlare sporco sotto le lenzuola. Sappiamo tutte quanto ci viene bene minacciare fisicamente il nostro partner. E allora via alle parolacce, agli schiaffetti, ai polsi stretti, al sesso selvaggio.

Odiatevi sotto le lenzuola. Fuori potrete solo amarvi.

Cinquanta sfumature di routine (LADY A)

Non ne vogliono proprio cinquanta di sfumature, gliene basterebbero molte meno, agli uomini. Anche due o tre, tra cui il classico “giochiamo al dottore?“. Ma si sa, ha ucciso più desiderio la routine che la vista di un uomo nudo con i calzini bianchi di spugna. Perché insomma, dopo un po’ di tempo passa la voglia di cimentarsi, di fare pazzie, di lasciarsi trasportare dalle emozioni e dalle voglie, dalla pelle e dalla fame. Dopo un po’ passa la voglia anche di farlo, l’amore. E non perché non ci sia più sentimento. Solo perché dopo la conquista di qualcosa o di qualcuno, si smette di prendersene cura. Per pigrizia, per noia, per mancanza di fantasia, perché ormai la si dà per scontata. E, fateci caso, questi sono gli stessi motivi per cui si finisce per perderla quella cosa, quel qualcuno.

Così andate al cinema, a vedere “Cinquanta sfumature di grigio“, perché è troppo tempo che ne avete provate almeno cento di missionario. Perché è troppo tempo che non lavorate di fantasia per soddisfare e soddisfarvi. E vi scandalizzate alla vista di un frustino, di bende, corde e cubetti di ghiaccio, di parole forti e crude. Probabilmente non ricordate neanche più come ci si eccita. Ma, insomma, adesso è il momento di diventare tutte Anastasia Steele, poco importa che il vostro fidanzato vi stia pregando da una vita per un giochino leggermente più inconsueto. E proprio come Anastasia Steele tornate a casa. E cosa fate? Mettete su quel terribile pigiama di pile e per concludere l’opera lo infilate dentro le calze, così, perché è più sexy. Insomma, ci è riuscita lei con quelle orrende camicette a fiori.

Ma poi è normale che lui abbia paura di dirvi che al posto di quel pigiama vorrebbe una divisa da infermiera. È normale che abbia paura di chiedervi qualche giochino hot fuori dai 2×2 del matrimoniale nella vostra camera. Un sondaggio dell’Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico), eseguito su un campione di 500 persone tra i 30 e i 55 anni, ha confermato come un italiano su tre spesso abbia fantasie erotiche, ma le nasconda al proprio partner per paura delle ripercussioni sul rapporto e sulla routine. “Oggi la coppia è in crisi per una serie di motivi, e lo è anche la sfera sessuale – spiega la psicologa e psicoterapeuta Paola Vinciguerra – Ma la buona notizia è che un grande aiuto per questa parte della vita appiattita dalla routine, dalla monotonia, dallo stress, dal cambio velocissimo nel modo di comunicare tra le persone con l’uso sfrenato e alienante di smartphone e di tablet al primo posto, sono proprio le fantasie erotiche.”

Sì, proprio la divisa da infermiera al posto del pigiama di pile. Proprio l’amore silenzioso con i tuoi nell’altra stanza. Così come mille altre fantasie semplici, pericolose, divertenti, estremamente hot. Perché è questo il sesso: l’ingrediente principale, la concretezza del sentimento. È risate, sospiri, parole spinte e assolutamente nessuna inibizione. Non è né il luogo né il momento per essere ortodossi. È sapersi tenere un uomo e far sì che ti desideri non per abitudine, ma perché come te nessuna.

Assecondiamo le nostre voglie, assecondiamo i nostri sensi. Tutti e cinque, contemporaneamente. In un film può pure succedere che una ragazza imbranata e vestita male faccia innamorare un milionario che gioca con le corde meglio di Capitan Findus. Ma nella vita vera ci siete tu e lui. E l’unico motivo per cui dovreste bendarvi è decisamente per non vedere “Cinquanta sfumature di grigio“.

Bastano dieci minuti (LADY A)

Abbiamo un pregiudizio nei confronti dei “dieci minuti“. Li snobbiamo per paura che non bastino, ma in realtà possono durare a sufficienza. Q.b. come lo zucchero a velo nella ricetta del ciambellone. 600 lunghi e dolci secondi. Perché insomma, in dieci minuti ci si può piastrare i capelli, si possono ritrovare le chiavi di casa perse la sera prima, si può fare un parcheggio in retromarcia in una manciata di manovre, come piace a noi donne. In dieci minuti si può fare l’amore. Quello perfetto, quello che basta e avanza, se lo sai fare.

Secondo gli esperti della Society for Sex Therapy and Reserch statunitense, è proprio questa la durata ideale per un rapporto intimo. Wait, wait: coccole escluse. Un’equipe di cinquanta studiosi ha preso in esame, negli ultimi anni, le prestazioni sessuali di centinaia di coppie, che avevano lamentato problemi circa la durata dei loro rapporti. Ma gli scienziati sono riusciti a dimostrare come il picco della passione ci sia proprio nei primi dieci minuti del coito. Non un minuto di più: dopo potrebbe verificarsi l’effetto “ora di greco al liceo classico”. Dunque, un sapiente utilizzo di questi dieci minuti, potrà farvi rasentare la perfezione scientifica a letto: ché alla fine scorrono in fretta, ma non vuol dire che siano pochi. Dieci minuti tra le lenzuola non volano mica come dieci minuti in attesa del proprio turno alla posta.

Così per il sesso perfetto bastano dieci minuti, ma per il resto non basta una vita. Per quello ci vogliono somme infinite di dieci minuti. Ma a me più della perfezione piace la realtà: e allora non voglio il sesso perfetto, voglio l’amore vero, reale, quello che come viene viene, ma sempre benissimo. Quello che mica inizia al “minuto uno” e finisce al “minuto dieci”: piuttosto inizia quando apro gli occhi e finisce quando li chiudo. Ammesso che non me li faccia riaprire.

Ma già ci vedo tutti lì, a cronometrare l’incronometrabile.

L’uomo giusto arriva. Dopo tanti sbagliati (LADY A)

Capita che sia l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato, che però ci sa fare nel modo giusto. E tu ci caschi, lo sai ma non lo sai, allo stesso tempo. Così magari l’uomo giusto passa lì davanti e tu sei troppo impegnata a farti domande, a illuderti, a raccontarti bugie o semplicemente a sbronzarti in preda a delusioni amorose. Perché si sa, la vodka è il modo più dolce per dimenticare. Così collezioni esperienze, storie e momenti, magari perdi tempo, ma neanche tanto. Perché? Perché quei tentativi mancati di felicità, quei fallimenti sentimentali che ci distruggono, sono la nostra fortuna. No, non sono matta. Dobbiamo dire grazie ai nostri ex. Sì, care amiche, loro sono l’incarnazione delle nostre certezze. Più della Nutella in fase premestruale. Loro sono tutto ciò che non vogliamo, tutto ciò che con fermezza e determinazione abbiamo lasciato andare. Sono quelli egoisti, troppo ambiziosi, troppo perfettini e noiosi, troppo mammoni e viziati. Non sono quelli giusti, sono quelli del “troppo“.

Per alcune noi quello giusto non esiste, è solo il nutrizionista o il parrucchiere. Ma a quelle che ci credono, voglio dire che l’uomo giusto arriva, dopo tanti sbagliati. Arriva quello che guida con la mano sulla tua coscia. Arriva quello che dopo una lite furiosa deve fare l’amore con te perché è il miglior modo per fare pace. Arriva quello che mangia l’insalata con te solo perché l’hai preparata con tanto amore. Arriva quello che ti regala i tuoi fiori preferiti perché ascolta quello che dici. Arriva quello che quando parla del futuro usa il “noi”. Arriva quello che ti fa spuntare punti G ovunque. Quello che ti guarda e sa già cosa stai pensando. Quello che sul tuo volto legge rabbia, gioia, delusione, ansia, preoccupazione. Quello che ti dice “tu sei mia e io sono tuo” e lo pensa davvero. E lo mette in pratica davvero.

Ecco, dopo tanti sbagliati il mio uomo giusto è arrivato. Arriverà anche il tuo, il tuo e il tuo. Arriverà l’uomo giusto di tutte perché sapremo che incarna esattamente quello che vogliamo.

Se poi cucina lui, è proprio quello perfetto.