giovedì, 28 Marzo 2024

Lady A

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C'è una pillola per dimagrire, una per dormire, una per ringiovanire. E poi una per fare l'amore: quella pillola è Lady A. Perché all'amore servono consigli, così come alle persone serve fare l'amore.

L’intimità non è solo questione di sesso (LADY A)

Passiamo interi periodi della vita a sfilarci calzini come fossero autoreggenti, perché è l’atteggiamento quello che conta. Poi il motivo per mettere autoreggenti vere arriva e le aspettative salgono su un piedistallo altissimo, rischiando di precipitare rovinosamente al suolo. Perché sì, è bello ma non simpaticissimo, è simpatico ma non bellissimo: insomma, gli mancherà sempre qualcosa, come mancherà a noi.

Ma l’amore fa perdonare le mancanze e fa amare profondamente le presenze. Solo una mancanza non riusciremo a perdonarla mai: tanto sfiancante, intenso e salutare sesso. Perché insieme alle attenzioni, alla fiducia e all’amore, il sesso è il pilastro di una relazione. È il metro che misura l’attrazione tra due anime.

E a quelli che “il sesso non è fondamentale” farei una gigantesca e fragorosa pernacchia. Perché? Perché fare l’amore è unione, condivisione, è l’apice del cercarsi, è trovarsi con i cinque sensi (forse anche qualcuno in più), tutti lì, presenti, di colpo. È un punto dal quale non si torna più indietro. È il punto da cui si va parte, altrimenti ciao. Chi dice di riuscire a farne a meno, si sta solo accontentando di un rapporto a metà.

E chi l’ha detto che per fare l’amore bastano due corpi? Il sesso fa solo parte di un ingranaggio ancora più grande e ancora più complesso: quello dell’intimità. L’amore è chiassoso e pretenzioso, e spesso promette hic et nunc cose più grandi di lui, di noi, di tutto. Più discreta è l’intimità, spontanea complicità che anche chi ne è fuori avverte. L’intimità è una questione di testa e di chimica, per questo molti ne sono tagliati fuori. La riconduciamo alla mera fisicità, ma è infinitamente più complessa. È lei che ti fa pensare, anche solo per un momento, “sì è lui“. È lei che ti fa essere esattamente lì dove sei, in maniera pura, spensierata e serena.

Secondo un sondaggio condotto da un sito di dating online, una donna su cinque mette in discussione la propria relazione se l’intesa tra le lenzuola non è perfetta, esattamente come farebbe un maschio su tre. E sì, parliamo dell’atto fisico in sé, ma fino ad un certo punto. Perché la sessualità inizia dalle attenzioni quotidiane, dagli atteggiamenti che ogni giorno assumiamo nei confronti del partner. E ok, Richard Gere in Ufficiale e Gentiluomo magari ha distorto la nostra idea di gentleman, ma chi ti cerca tra la folla con gli occhi, chi coglie ogni momento per accarezzarti impercettibilmente, chi ti ha sempre lì, tra i pensieri, esiste, ed è la nostra metà. Quella che abbiamo scelto.

Dunque, alla domanda “quanto conta il sesso in una relazione?”, io rispondo che a fine giornata dovremmo tutti voler tornare tra le braccia di chi amiamo e fare tanto, sfiancante, intenso e salutare sesso. Esattamente come dovremmo pretendere occhi che ci guardano, mani che ci sfiorano e pensieri dedicati a noi durante tutto il resto del giorno. Ogni singolo giorno.

Se fai bene l’amore non ti dimenticheremo mai (LADY A)

Quando ami tutto diventa improvvisamente gradevole, felice, incantato. Quando ami il mondo ti sembra colorato, l’ottimismo è il profumo della vita, ti sorridono i monti e le caprette ti fanno ciao. Più o meno come dopo un orgasmo. Quando sei felice e ti sei dimenticata per qualche minuto (è una sfida, cari uomini) del lavoro in ufficio, dell’ex vipera del tuo fidanzato, dei kg che non riesci a perdere.

E non è solo perché è bello. Non è perché fa dimagrire o perché si deve fare per forza. No, affatto. È perché ti resta addosso, sulla pelle, durante il giorno e anche il giorno dopo e il giorno dopo ancora. È perché non ne avremo mai abbastanza, se lo fai bene. Ci basterà ripensare all’ultima volta per sentire la pelle d’oca. Perché durante il sesso ci si stringe, ci si possiede, ci si sfiora nel profondo. E da una cosa così non si può tornare indietro. A meno che non sia terribile. A quel punto interverranno a rimuoverlo l’amor proprio e lo shock post trauma.

E no, non è mica facile trovare la persona che è stata creata per fare l’amore con te. È difficile e più astratto della semplice e copiosa esperienza sui materassi. Si può essere particolarmente talentuosi da soli, ma quando toglie il fiato è perché si è perfetti in due. Perfetti di una perfezione tale che permetta di farlo anche con gli occhi, con le mani che si sfiorano, con le parole. Perfetti di una perfezione che ti faccia passare tutto il giorno a desiderare di fare l’amore con lui. E lui lo stesso.

Fare l’amore fa bene all’amore. E se lo fate bene, noi non vi dimenticheremo mai. Perché quando l’hai scoperto non ne puoi più fare a meno. Diventa il termine di paragone della tua intimità. Come quando scopri un dolce buonissimo e quando hai voglia di dolce poi vuoi sempre e solo quello.

Così io rivoglio sempre te. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.

Perché fai bene l’amore, come e forse più del resto. E non ti dimenticherò mai.

Il vero cavaliere fa finire prima te (LADY A)

Ok, finito. Ti è piaciuto?“. No, non mi è piaciuto se non ho finito anch’io, l’avrebbe capito anche Flavia Vento sotto metadone. E se non lo dicono, invece, lo fanno. La maggior parte dei sapiens sapiens con cui condividiamo l’intimità agisce tra le lenzuola per il puro soddisfacimento personale, con atteggiamenti che ricordano tanto quelli di conigli in calore. E beh, una volta finito, “grazie e alla prossima puntata”. Fino a quando siamo noi a non voler più guardare quella noiosa serie TV.

Poi, ecco una cometa nella notte. Come un unicorno, come la taglia perfetta del bikini che ti piace, come una cinquanta euro trovata nella giacca della scorsa stagione, arriva lui, l’orgasmo. E a portarlo è un cavaliere, il principe azzurro che avevamo sempre sognato. Perché è così che ci appare dopo che ci ha regalato una fantastica esperienza sensoriale in camera da letto. Azzurro e perfetto. Anche se è piagnucolone e lamentoso come tutti gli altri. Lui avrà sempre quella marcia in più, quell’evidenziatore sul fattore Y che lo rende ineguagliabile ai nostri occhi. Sì, ai nostri “occhi”…

Perché ci siamo evolute. Siamo donne ambiziose, in carriera, sicure di quello che siamo e di ciò che meritiamo. Non siamo più le principesse che aspettano di essere salvate. Ma torniamo inesorabilmente tali in un unico posto: tra le lenzuola. Ed è lì che ci aspettiamo tutte le attenzioni del mondo, tutte le premure, le carinerie e il galateo, mischiati a una dose considerevole di passione. E così vi classifichiamo: siete veri cavalieri se fate finire prima noi. Che sia per sfida, per curiosità o perché galanti lo siete davvero. E non è infinitamente meglio dedicare del tempo a una cosa che piaccia a entrambi? Tanto per tutto ciò che non sia quello che vogliamo, di tempo non ne spendiamo neanche un po’.

La conclusione, dunque, cari amici, è solo una:

non mazzi di fiori, ma orgasmi.

Perché i pro che vi distanziano da quelli di un vibratore, sono sempre meno.

Il Kamasutra non fa per i vertebrati (LADY A)

Alcuni lo fanno con il cuscino, altri col divano, altri con un Magnum double chocolate, il Kamasutra. Poi ci sono i più fortunati, che possono mettere in pratica le antiche usanze sanscrite con una donna, o con un uomo a seconda dei gusti, addirittura umani, consenzienti e collaborativi.

Si chiamava Vatsyayana, l’autore del Kamasutra, il manuale indiano dell’amore, complicato da riprodurre almeno quanto è complicato pronunciare il nome del suo genitore. Perché tutti abbiamo dato un’occhiata alle posizioni descritte dal libro, constatando che sì, non tutte contemplano la presenza di ossa e legamenti nel corpo umano. Provate ad esempio con la “carriola acrobatica” o con “gli equilibristi”: scommetto che anche un rettile avrebbe difficoltà. E noi ci eravamo avvicinati tanto così con le posizioni provate in macchina, districandoci tra sedili, freno a mano, cambio e partner, perché necessariamente serve anche lui. Poi abbiamo capito che, dopo aver fatto l’amore, vince non chi ha finito il libro, ma chi ha ancora i menischi al proprio posto.

Un pool di ricercatori brasiliani, ha effettuato per 13 lunghi anni, una ricerca in tre ospedali della città di Campinas, mettendo su una vera e propria apologia del tanto criticato “missionario“. La maggior parte dei casi di frattura dell’organo sessuale maschile, sono dovuti, infatti, proprio a posizioni in cui è lei sopra a dirigere il gioco. Dunque, come non rischiare spiacevoli inconvenienti? Scegliendo la tradizionale, piacevole e sempreverde posizione del missionario, consapevoli di quello che il nostro fisico è in grado ancora di sostenere. Perché, gli studiosi non generalizzano: una coppia giovane e in salute, con pieno dominio sul proprio corpo, può sperimentare tutto, e dico tutto, quello che vuole.

Così il Kamasutra risulta affascinante, intrigante e in grado di innescare divertenti sfide tra le lenzuola, ma risulta anche estremamente pericoloso soprattutto in casi specifici, come l’età avanzata, cistiti, endometriosi, infezioni e secchezza vaginale. È un attimo, infatti, che la splendida partner sopra di voi, si trasformi nel medico di guardia al Pronto Soccorso. Perché alcune posizioni del libro sono così estreme che meriterebbero la GoPro.

Così, dopo averlo letto, posso con assoluta certezza affermare che anche in questo caso il libro è meglio del film. Così come posso affermare che se c’è l’amore e se c’è la fantasia, il sesso viene benissimo anche senza manuali indiani.

Chè quello che conta, a letto come nella vita, è prendere posizione.

Quale, leggetela o inventatela.