giovedì, 19 Dicembre 2024

Lady A

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C'è una pillola per dimagrire, una per dormire, una per ringiovanire. E poi una per fare l'amore: quella pillola è Lady A. Perché all'amore servono consigli, così come alle persone serve fare l'amore.

Quello che le donne non dicono (LADY A)

Hai ragione”, “mi vedo magra”, “simpatica la tua amica”: secondo la leggenda, nessuna donna ha mai pronunciato una di queste frasi a un uomo. Il suo uomo. Perché si sa, diciamo tante cose, ma mai quelle che il nostro lui vuole sentirsi dire. Perché quello che le donne non dicono, lo urlano, lo rinfacciano, se lo legano al dito. O perché quello che non diciamo, in alcuni casi, probabilmente non può essere detto. Per ripicca, spesso, perché vorremmo iniziaste voi a parlare dell’argomento tabù, una volta tanto. Per fare le misteriose, perché ce ne vergogniamo, perché ci fa ancora soffrire, perché faremmo soffrire voi e il vostro ego smisurato.

Quindi no, cari mariti, compagni, amanti, amici, non vi diremo con quante persone siamo state a letto. Saremo sempre lì, noi donne, a far finta di contare sulle dita di una mano, ma nessuno, eccetto il nostro ippocampo, saprà mai con precisione certosina il numero di partner con cui abbiamo condiviso l’intimità. Perché è passato, perché i motivi sono tanti, perché i ricordi a volte fanno male e rovinano il presente.

Non vi parleremo delle nostre esperienze sessuali, perché si chiama intimità e beh, se non siamo Nina Moric, deve restare tale per definizione. Ogni esperienza è diversa e ci segna, ci insegna, ci aiuta a comprendere cosa ci piace, cosa no. Aiutateci anche voi, senza stare lì a giudicare il nostro grado di esperienza.
Non vi confronteremo con i nostri ex, solo perché sapere che lo usate meglio vi farà dormire bene stanotte. Così come non vi diremo se a letto siete bravi o no: insomma, cari, si vede.
Non vi diremo che vi odiamo quando guardate le altre, perché dirvelo non eliminerà l’istinto muscolare che si aziona al passaggio di ogni quarta coppa B. Faremo semplicemente esplodere un terzo conflitto mondiale se superate la torsione della bambina dell’esorcista. Ma con discrezione.
Non vi diremo che non sopportiamo nessun essere di sesso femminile che vi si avvicini nel raggio di cinque metri. E non è misoginia, è proprio che non si devono avvicinare se ci tengono alla giugulare. Ma noi saremo sempre lì, con un sorriso falsissimo stampato sul viso, a dirvi tra i denti “non sono gelosa, nessun problema”, dandovi così solo il tempo materiale per scappare.

Non vi diremo che sarebbe meglio se vi ingozzaste come tacchini adesso, perché no, noi non cucineremo mai come la vostra mamma ed è meglio che siate preparati ad anni di tentativi ed esperimenti, per la maggior parte non riusciti.
Non vi racconteremo le storie che ci hanno fatto soffrire, perché siamo lì con voi e non c’è posto per nessun altro in quel momento, neanche per i ricordi.
Non elencheremo cosa non ci piace di voi, perché siamo così innamorate che ci piace tutto. E anche perché c’è tempo per rinfacciarvi ogni cosa: a cosa serve il matrimonio, se no?
Non vi diremo se abbiamo raggiunto l’orgasmo o se abbiamo provato i vocalizzi per la prima a La Scala, ubicata di solito nella nostra cabina doccia. E non ve lo diremo perché ci piace che restiate lì a crogiolarvi nel dubbio. Perché magari ogni volta avete un motivo per impegnarvi un po’ di più.

Non vi diremo tante cose, ma l’elenco del detto resterà insuperabile. Perché alla fine, quello che le donne non dicono, l’hanno già fatto. Così cari mariti, compagni, amanti, amici, un consiglio: preoccupatevi di quello che le donne non dicono, prima di lamentarvi dell’infinita mole di quello che dicono.

Siamo donne, non mantidi religiose (LADY A)

Non è vero che le mantidi religiose sono verdi: gli uomini ne hanno davanti di more, rosse, bionde, con le meches o lo shatush, ogni giorno. Perché quando le mantidi religiose erano lì a servire la colazione a letto ai loro mariti, noi eravamo già qui, a maltrattare i poveri maschietti. Senza ritegno e senza minimi sensi di colpa che ricordino che sì, apparteniamo al genere umano, noi donne. Poveri uomini. Perdono la testa per noi, ma a noi non basta, dobbiamo anche strappargliela via. Proprio come le mantidi, quegli insetti dalla sessualità cannibale che spaventano il sesso forte e consentono al sesso debole di credere che in natura ci sia ancora qualcosa di giusto.

Al primo appuntamento ci descriviamo simpatiche e solari, e magari è vero, ma poi saremo anche st****e per tutti gli altri. Ma questo loro non lo sanno. Si lasciano abbindolare da una minigonna, un sorriso smagliante e un push-up ben assestato, dimenticando per un momento che dovranno comprare tutto il pacchetto. Un pacchetto fatto di rancori, gelosie, scenate isteriche, e “chi diavolo è quella lì?”. Un pacchetto che finirà con il tarpare le ali della nostra povera vittima e che andrà a provocargli strazianti sensi di colpa anche durante la partita di campionato della sua squadra del cuore.

E non so se questo meccanismo si inneschi da bambine, quando al posto della cicala, a cantare per la formica c’era un quartetto di mantidi, fatto sta che, crescendo, la situazione non è cambiata. Perché poi abbiamo imparato che con qualche lacrima e una scenata che neanche a Broadway, lui finirà per sospirare e accontentarci. Per questo, in un rarissimo impeto di assoluto maschilismo, vi chiedo: di grazia, la smettiamo?

Smettiamola di controllarlo, di contargli il numero degli ammiccamenti oculari o il numero di ragazze che saluta per strada. Smettiamola di cronometrargli il tempo che dedica a qualcos’altro che non siamo noi. Ché a noi serve una persona felice accanto, non un manichino che ci regga le borse durante lo shopping. E in che modo può farci stare meglio osservarlo mentre sacrifica pezzetti di sé? Ve lo dico io, in nessuno. La verità è che sappiamo essere buone come una clarissa cappuccina dopo i voti, ma anche st****e come una comitiva di mantidi dopo l’accoppiamento. Li scegliamo, facciamo sì che ci venerino, pretendiamo di trasformarli, lo facciamo e poi non li vogliamo neanche più. Perché non assomigliano neanche da lontano alla persona che avevamo scelto. Perché sono persone completamente annichilite.

Libertà di coppia, non significa che lui può fare esattamente tutto ciò che vuole lei: stampiamocelo bene in testa. Insegniamogli piuttosto che l’amore non basta, ma c’è bisogno di attenzioni, comunicazione, fiducia. Siamo donne, non mantidi religiose.

Quello che mi ha insegnato Temptation Island (LADY A)

Un rogo di massa: è questo quello che ho desiderato ardentemente nell’ultima puntata del programma televisivo di Maria De Filippi, Temptation Island. La puntata delle verità, quella del mare di lacrime davanti al falò. Quella che ha visto omuncoli deboli e disgustosi guadagnarsi il perdono delle loro fidanzate che hanno calpestato la propria dignità come avrebbero dovuto calpestare le facce toste dei propri uomini. Quelli che prima del programma erano pezzi di marmo, gonfi e sicuri, e che davanti alle loro debolezze sono diventati secchi escrementi sofferenti al ciglio della strada. E ribadisco, avrei fatto un falò sia con un genere che con l’altro: insomma, dagli uomini potevamo non aspettarci altro, ma dalle donne dovevamo aspettarci innumerevoli secchiate di autostima in più. Perché da Temptation Island, dopo aver visto tutti quei video da conato sulla mia dolce metà, io non sarei uscita in coppia o da sola, ma lesbica.

Così, oltre al controllo dell’ira, mi sento di condividere con voi alcune altre lezioni fornitemi dal programma, che in sintesi riassumerei in un dito: il medio.

1. Quelli belli, sensibili e intelligenti se li rubano le bionde tatuate con la quarta e le labbra galleggianti, come Aurora, salvo poi maltrattarli e lasciarli in diretta nazionale per quelli belli e basta. E poi rimanere sole.

2. Nei momenti di difficoltà, rispondere con “Embè, e quindi?”. Aurora insegna.

3. Se lui non vuole accompagnarti a fare shopping, basterà smuovere i suoi sensi di colpa con un “io t’ho cresciuto!”.

4. Se è vero amore, lui si tuffa in piscina che manco Jack con Rose all’affondo del Titanic.

5. Se è vero amore, esci da Temptation Island.

6. Alcune vendette femminili vengono davvero servite fredde. Tipo dopo dieci anni. Claudia la sua l’aveva proprio surgelata.

7. Solo un uomo innamorato come Dario crede a uno scherzo architettato in quell’orrido modo. Suvvia, la barca con lo striscione non va più di moda dai tempi di Ufficiale e Gentiluomo.

8. Alessia, l’ingegnere ha il suo fascino, ma vuoi mettere uno che ti fa venire il culo di JLo?

9. Le vaginoscopie a vagine sconosciute ma gradevoli, aiutano gli uomini a ritrovare se stessi.

10. Se ti si siede in braccio per calmarti o è un attore di telenovelas spagnole o è uno sfigato come Mauro.

11. Potrai essere anche un ingegnere della NASA, cara Marta, ma se parli come una lavavetri Ucraina e dai di matto come la Santanché, resti una lavavetri Ucraina che ricorda la Santanché.

12. I balli caraibici valgono solo se te lo appoggia.

13. Quelle col caschetto asimmetrico non sono corrette, vanno sbattute come tamburi sin da subito, cara Alessandra.

14. La roba dei messaggi sui bigliettini la abbandoniamo alle elementari. Dopo sei uno sfigato come Mauro.

15. Prima lo devi prendere a unghiate, poi lo perdoni.

16. “Muori quando c’hai tempo” non ha la stessa forza comunicativa di un vaffa****o st****o!

17. Isabella, visto che sei gnocca non dovevi neanche pensare di perdonare uno che manda bigliettini dalla finestra. Perché andare dietro Marta non era già abbastanza da ritardato.

18. La dignità che decidi di svendere è direttamente proporzionale all’altezza delle tue corna.

19. Se “lo odi, ti fa schifo, non ha più una fidanzata di qua” ecc, non DEVI dirgli di sì se ti chiede di sposarlo. CAPITO Antonella?

20. Se lei inizia a piangere, urlare e spaccare bicchieri, scappa perché o è pazza o è Marta.

21. A Temptation Island l’unica cosa che mettete alla prova è l’umano buongusto.

22. Il cervello dei maschi si trova nei loro genitali.

23. Emanuele, le instabilità mentali non si curano con le morette, ma con gli psicofarmaci.

24. La nostra capacità di lamentarci resta immutata anche davanti ad aitanti pezzi di manzo. Lo stesso non si può dire per gli uomini, che non hanno capacità.

25. Temptation Island è un esperimento riuscitissimo che ci ha ribadito esattamente quello che sapevano già.

A volte non serve il viaggio, ma la valigia (LADY A)

Brutta storia le valigie. “Non ci entra mai niente dentro“, anche se con quello che ci ho messo riuscirei a vestire il Mozambico. “Non si chiude mai“, anche se ho superato di almeno 5 kg il limite di capienza. E fortuna che ho il sederone. Devi scegliere cosa metterci dentro, e noi donne siamo “tutto o niente”. Le imbarchi sperando arrivino a destinazione, un po come i bilioni di parole che rivolgi al cervello del tuo ragazzo. “Sono pesanti e fanno rumore“, ma ci credo. Insomma, pare sia chiaro, nutro profondi pregiudizi nei confronti delle valigie. Ma c’è stato un momento, intensissimo, in cui le ho rivalutate di netto: quando ho scoperto La Valigia Rossa.

No, non è il nome di un’agenzia di viaggi, né serve per viaggiare materialmente. Ma di viaggi sensoriali, questa speciale valigia è in grado di fartene provare davvero tanti. Ecco, vi spiego: avete presente le presentatrici Tupperware? O Folletto? Quelle che ti ritrovi sull’uscio come Testimoni di Geova, che ti mostrano come rinchiudere sottovuoto un cadavere in un contenitore o come aspirare il gatto dal divano? Ecco, la questione è più o meno simile, ma estremamente più piacevole. Perché le presentatrici de “La Valigia Rossa” non vi faranno venire voglia di testare la suola dei nuovi sandali a suon di pedate, ma vi faranno venire voglia di ospitarle per il prossimo ventennio.

A volte non serve un viaggio, ma la valigia (LADY A)

Ma alla fine, che cosa c’è in questa valigia, vi starete chiedendo. Sex toys, oli intimi da massaggio, palline per la ginnastica pelvica, lubrificanti, vibratori e qualsiasi cosa abbia a che fare col sesso e il benessere sessuale femminile. Ve l’ho detto che vi sarebbe piaciuta. Insomma il bagaglio del piacere, la scatola dei desideri, il contenitore della felicità, la soluzione alle serate solitarie o alle voglie insoddisfatte. E oltre a questo, tanta, tanta prevenzione. Basta cercare i contatti, partecipare a una riunione e ordinare La Valigia Rossa. Lei che non avrà le crisi pre mestruali, lei che non si specchierà incessantemente, lei che soddisferà tutti i vostri bisogni senza la necessità di striduli urletti e copiose minacce, come i vostri fidanzati.

Uomini, io ve lo dico che servite sempre a meno.