lunedì, 15 Dicembre 2025

Ma cosa mangi?

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Gli alimenti non hanno più segreti: nella rubrica Ma cosa mangi la dott.ssa Fernanda Scala vi aiuta a scoprire cosa mangiate realmente

Gli alimenti giusti per un’abbronzatura perfetta

Credits photo: www.myitalia.me

Per avere un’ abbronzatura intensa ed uniforme i prodotti estetici a volte potrebbero non bastare. Anche gli alimenti infatti possono venirci in aiuto, donandoci un colorito uniforme e rendendo la nostra pelle sana e splendente.

Betacarotene: questo sconosciuto

Tutti gli alimenti che contengono betacarotene vengono da sempre sponsorizzati come stimolatori dell’abbronzatura, ma non è propriamente coretto.
Il betacarotene infatti è un pigmento vegetale, precursore della vitamina A, il cui colore varia dall’arancione al rosso. E’ sicuramente un potente antiossidante in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi, nonchè un precursore della vitamina A, di fondamentale importanza per il differenziamento e a crescita cellulare. Eventuali carenze di vitamina A infatti possono portare conseguenze serie a livello fisiologico (mancato accrescimento osseo, disturbi della visione e della riproduzione).

È importante sottolineare però che il betacarotene non stimola propriamente l’abbronzatura, dovuta alla produzione di un altro pigmento, la melanina a livello epiteliale, la cui funzione è essenzialmente di tipo protettivo nei confronti dei raggi ultravioletti.
Il betacarotene infatti non ci protegge dai raggi ultravioletti, ne è dimostrata la sua correlazione con la produzione di melanina ma, depositandosi a livello del tessuto adiposo e della cute, aiuta a conferire un colore dorato alla nostra pelle. Questo associato alla produzione di melatonina contribuisce a rendere l’abbronzatura più intensa.
Tantissimi gli alimenti ricchi in betacarotene tra cui le carote, le albicocche, i peperoni, le verdure a foglia larga, il melone, in alcuni oli ed in diversi cereali come il mais e l’orzo.

Mangia che ti abbronzi

Un’abbronzatura perfetta è anche il risultato di una pelle sana e curata grazie agli alimenti portati in tavola.
Via libera quindi ad alimenti ricchi in antiossidanti, quali frutta e verdura, per prevenire e contrastare i danni cutanei derivati dall’esposizione solare. Proteggiamo la nostra cute facendo il pieno di vitamine come quelle del gruppo C contenuta in kiwi, peperoni ed agrumi, o quelle deli gruppi A ed E contenute in lattuga, zucchine, broccoli e barbabietole.

Aggiungiamo alle nostre insalate estive i pomodori, ortaggi ricchi di una preziosa sostanza antitumorale, il licopene, che contribuisce a proteggere la nostra pelle dai raggi UV.

Bene anche le macedonie di stagione. In particolare il melone è un frutto dalle straordinarie proprietà nutrizionali. Ricco in acqua e vitamine, ottima fonte di fibre, rappresenta un alimento rinfrescante e saziante e che favorisce la reintegrazione dei sali minerali persi attraverso la sudorazione. Il suo consumo deve essere invece controllato nei soggetti che soffrono di diabete data la sua elevata concentrazione in zuccheri.

E soprattutto non facciamo mai mancare l’acqua, elemento chiave per una corretta idratazione della pelle.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Autunno: alimenti di bellezza

Credits photo: www.piuvivi.com

Le variazioni climatiche ed invernali dell’autunno ci fanno diminuire il tono dell’umore, facendoci rimpiangere la bella stagione estiva?
Allora è arrivato il momento di ritrovare la giusta energia e concentrazione scegliendo i nuovi alimenti che sono arrivati sulle nostre tavole.

Frutta e verdura di stagione infatti possono essere degli ottimi alleati per affrontare al meglio e con la giusta carica l’autunno, e soprattutto per fare il pieno di vitamine e sali minerali fondamentali per contrastare i malesseri di stagione.

La tavola autunnale, sebbene non presenti i colori vivaci della stagione estiva, è sicuramente ricca di tante prelibatezze estremamente preziose per il nostro benessere.

La frutta autunnale

L’uva, frutto che ci accompagna per la maggior parte del periodo autunnale, è ricca in ferro, calcio, fosforo, vitamina A, C, e B, e possiede proprietà antiossidanti e anticancro.
Dolce e zuccherina è un alimento dall’elevato contenuto energetico e calorico, pari a circa 61 kcal ogni 100gr di prodotto.
Poco adatto a chi segue una dieta in cui è necessario mantenere la glicemia in certi limiti, è invece indicata nelle diete rivolte agli sportivi, che potranno consumarla tranquillamente anche un’ora prima dell’allenamento assicurandosi un pieno di zuccheri e sali minerali.
Attenzione invece se soffrite di colonpatia: il consumo di questo frutto è infatti sconsigliata in presenza di patologie a carico del tratto intestinale o in presenza di colon irritabile.

La pera invece, fonte naturale di acqua e sali minerali come potassio, fosforo, calcio e magnesio, è un frutto che fornisce zuccheri semplici senza mettere a rischio la nostra linea, grazie alle sue 30 kcal per 100 grammi di prodotto.
Inoltre, grazie all’elevato contenuto in fibra principalmente la lignina e la pectina, aiuta a regolarizzare l’intestino in modo naturale.
La presenza invece di vitamine A, B e C, favorisce il recupero muscolare, previene la formazione delle rughe, e migliora la circolazione sanguigna.

Il melograno è famoso per le sue proprietà benefiche, grazie alla presenza al suo interno di piccoli chicchi rossi ricchi di sali minerali e vitamine.
Con circa 63 kcal per 100 grammi di prodotto, il melograno contiene acido ellagico, un polifenolo antiossidante, presente principalmente nella buccia, dalle interessanti proprietà antitumorali.

Regina incontrastata dell’autunno è invece la mela. Tante tipologie sul mercato ma tutte accumunate dalla caratteristica di essere un naturale elisir di salute.
Con circa 40 kcal per 100 grammi di prodotto, rappresentano un ottimo spuntino per chi segue una dieta ipocalorica. Oltre all’elevato contenuto in sali minerali come potassio, magnesio, sodio, ferro, fosforo, zolfo, calcio, sodio, e vitamine, aiuta a contrastare stanchezza e nervosismo, favorendo i processi digestivi.
È inoltre un frutto con pochissimi zuccheri e grassi, ricco di pectina che contribuisce a tenere sotto controllo il tasso glicemico contenuto nel sangue.

Seguono le arance, note a tutti per l’elevato contenuto in vitamina C.
Questo frutto è in grado di stimolare la funzionalità intestinale e la sensazione di sazietà.
Con circa 34 kcal per 100 grammi di prodotto, sono ricche di vitamine, fibre e sali minerali.
Inoltre grazie alla presenza di numerosi antiossidanti, polifenoli e terpeni, sono estremamente preziosi per mantenere elastica e giovane la pelle.
Attenzione però se soffrite di gastrite o di reflusso gastroesofageo! In questi casi infatti il consumo di arance causerà un aumento dell’acidità gastrica.

Sicuramente non può mancare il caco, dolce frutto autunnale dalle preziose proprietà nutrizionali. Ricco in vitamina C, beta-carotene e potassio, ha un potente effetto drenante e diuretico.
Ricco di antiossidanti naturali, aiuta l’organismo a proteggere le cellule dall’effetto dei radicali liberi. Naturale concentrato di energia, circa 70 Kcal per 100g di prodotto, rappresenta una buona scelta alimentare per chi pratica sport, mentre dovrà essere consumato con moderazione da chi deve perdere qualche chiletto.

La verdura autunnale

Ma il bello dell’autunno non è solo nella frutta, ma anche nella verdura che arriva sulle nostre tavole.
Spinaci, bietole, verze, un vero e proprio serbatoio vitaminico, principalmente del gruppo A, C, E, K e B, e di sostanze antiossidanti. Sono inoltre alimenti ricchi in luteina, sostanza che protegge gli occhi dalle radiazioni solari, ed in ferro.

Altro alimento che regna festoso sulle nostre tavole autunnali è la zucca che con la sua dolcezza e versatilità rappresenta un elisir naturale di salute.
Ricco in betacarotene, fibre, potassio e selenio, è un alimento estremamente digeribile, rinfrescante, dal potere saziante ed ipocalorico (circa 17 kcal per 100 grammi di prodotto).
Concentrato naturale multivitaminico, principalmente quelle del gruppo A, B e C, è inoltre ricca in sali minerali come calcio, sodio, potassio, fosforo, rame, magnesio, ferro, selenio, manganese e zinco.

Non possono mancare i cavoli ed il cavolfiore, appartenenti alla famiglia delle crucifere, ricchi di proprietà importanti. Al di là del basso contenuto calorico, circa 21 kcal per 100 grammi di prodotto, presentano un’interessante contenuto in micronutrienti ed oligoelementi. Sebbene presenti un modesto contentuo in ferro, la presenza di vitamina C, ne consente un maggiore assorbimento a livello intestinale. Inoltre il suo odore intenso è conferito dalla presenza di tiocianati, preziose sostanze antitumorali.

In autunno compare sulle nostre tavole anche il radicchio, con le sue importanti proprietà depurative e diuretiche. Presenta un elevato contenuto in vitamine (A, B2 e C), sali minerali e fibre.
Grazie al suo elevato quantitativo di acqua può rappresentare un ottimo aiuto per chi soffre di stitichezza o ha difficoltà digestive.

Tanto atteso ed amato da grandi e piccini, ricompare sulle nostre tavole anche il carciofo.
Alimento tonico e digestivo, presenta un elevato contenuto in ferro, ed una nota attività coleretica, grazie alla presenza della cinarina, sostanza in grado di stimolare la secrezione biliare ed esplicare un benefico effetto a livello epatico e dell’apparato digestivo.
Alimento ipocalorico, circa 22 kcal per 100 grammi di prodotto, grazie all’elevato quantitativo di acqua, fibre, sali minerali e vitamine, stimola la diuresi regolarizzando l’attività intestinale.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Metodologie di cottura: ecco quali preferire

Credits photo: www.piattoforte.tiscali.it

Quando cuciniamo i cibi è un’ottima abitudine scegliere quelle metodologie di cottura in grado di mantenere il più possibile inalterate le proprietà nutrizionali del prodotto.
Questo perché con la cottura il rischio che i nutrienti vengano alterati è elevato.

Bollitura

La bollitura determina una perdita ed un’alterazione dei nutrienti presenti all’interno degli alimenti.

Il classico esempio è rappresentato dalle verdure che quando vengono cotte in abbondante acqua perdono la maggior parte di vitamine e sali minerali.
Per questo motivo, laddove possibile, si consiglia di recuperare il liquido di cottura proprio perché ricco di sostanze importanti quali le vitamine, principalmente quelle del gruppo C e B, ed i folati.

Anche nel caso dei cereali, quali grano, riso, orzo, farro, avena, sebbene la cottura in acqua migliori la disponibilità dell’amido alla digestione enzimatica, migliorando quindi i processi digestivi e di assorbimento, la perdita delle principali vitamine, quali la tiamina o la niacina, è di circa il 60%.

Cottura a vapore

La cottura a vapore è una metodologia di cottura consigliata, a meno di condizioni cliniche o patologiche specifiche del soggetto, in quanto la trasmissione del calore avviene per convenzione senza che si verifichi un processo di osmosi, ovvero un passaggio di micronutrienti dal prodotto al liquido di cottura.

La cottura a vapore permette infatti di mantenere inalterati il colore, l’aroma ed i nutrienti dell’alimento.

Inoltre, da un punto di vista nutrizionale, è una metodologia di cottura estremamente indicata nelle diete ipocaloriche, volte quindi alla perdita del peso corporeo, in quanto non è necessario aggiungere grassi o condimenti per la cottura, e le preparazioni saranno quindi più leggere.

Cottura al forno

La cottura al forno è una metodologia che prevede l’aumento della temperatura partendo dalla superficie esterna dell’alimento per poi raggiungere le zone centrali.

In questo modo si determinano processi di carbonizzazione superficiale che possono comportare anche la formazione di composti tossici, dovuti alla decomposizione termica ed alla degradazione di proteine, zuccheri e lipidi, nonché la perdita di vitamine. Le vitamine che vengono maggiormente perse sono quelle del gruppo B.

Contrariamente la cottura in forno migliora la digeribilità proteica e glucidica.

Cottura alla griglia

Nella grigliatura la trasmissione del calore avviene principalmente per irraggiamento ed in parte per conduzione.

Rappresenta una metodologia ad alto rischio per diverse motivazioni e principalmente in quanto si ha una difficoltà nel controllare la temperatura di cottura, condizione che può provocare bruciature localizzate o diffuse dei cibi, con conseguente produzione di sostanze tossiche, principalmente idrocarburi policiclici aromatici.

Buona norma è quindi quella di impiegare strumenti che consentano di controllare semplicemente il livello di cottura, evitando quindi la formazioni di zone carbonizzate.

Frittura

Quando si utilizza la frittura come metodo di cottura, l’alimento che deve essere cotto viene immerso in una sostanza grassa, sia questa di origine vegetale o animale.

Alle alte temperature raggiunte pari a 150°/190° i grassi subiscono una degradazione perdendo gran parte dei micronutrienti benefici per la salute, nonché si osserva la formazione di sostanze tossiche ed indigeribili.

L’esempio più comune è rappresentato dalla produzione di acrilamide, sostanza neurotossica, in grado di causare danni al tessuto nervoso.
Inoltre se questa sostanza viene assunta in dosi elevate è in gradi di agire sulla riproduzione e di favorire i processi cancerogeni.

Questa sostanza si può produrre negli alimenti durante i processi di cottura in cui le temperature arrivano a 120°C o maggiori.

Qualsiasi sia la metodologia che scegliete di utilizzare bisogna ricordare che una cottura adeguata degli alimenti è comunque fondamentale, in quanto consente di distruggere microrganismi patogeni presenti all’interno dell’alimento, sostante indesiderate o tossine che possono causare anche delle tossinfezioni alimentari, a meno che queste non siano termoresistenti.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Pranzo di Pasqua: ecco come affrontarlo rimanendo in forma

Credits photo: www.diredonna.it

Agnello, uova ripiene, pasta al forno, torte rustiche, pastiera napoletana, fave, ricotta salata, salumi, colomba, uova di cioccolata: tante le specialità e le ricette che imbandiranno le tavole durante il pranzo di Pasqua.

Ma tutte queste delizie quanto metteranno a dura prova la nostra forma fisica? Sebbene sembri difficile da immaginare, al termine delle feste pasquali la nostra bilancia potrebbe non essere molto clemente e regalarci anche 2-3 chili in più rispetto all’inizio delle feste.
Questo perché, tra un piatto ed un altro, si fa presto a perdere il conto delle calorie, superando anche le 3000 calorie con un singolo pasto.

Le calorie nascoste nei piatti pasquali

Le giornate di festa mettono sempre a dura prova la nostra linea e spesso, al termine di queste, ci troviamo a fare i conti con la bilancia.

Ma come è possibile aver preso tutti quei chili se abbiamo mangiato solo “un pezzetto di cioccolato”, provato solo “una fettina di dolce“, mangiato giusto “due fave”, assaggiato “tortani e rustici in piccolissime porzioni”?
Consideriamo prima di tutto che non è solo la quantità del cibo che consumiamo ad incidere sulla forma fisica, ma soprattutto la qualità ed il contenuto nutrizionale dei cibi che vengono consumati.

L’antipasto pasquale sarà principalmente costituito da salumi vari, fave, ricotta salata, uova ripiene. Una porzione media mista, quindi non abbondante, inizierà ad apportare le prime 450 – 500 calorie, con un notevole apporto in grassi saturi.

All’antipasto seguiranno i primi piatti quali, lasagne, cannelloni, paste all’uovo e ripiene dove, una porzione media pari a 80gr fornirà in media dalle 500 alle 650 calorie, accompagnate da un elevato contenuto glucidico e proteico.

Carni alla brace difficilmente mancheranno sulla tavola delle feste. I tagli che normalmente accompagneranno le nostre braciate difficilmente interesseranno parti magre, apportando quindi circa 300 calorie per 100gr di prodotto.

E non è finita qui:a conclusione di questa giornata a colpi di calorie ecco trionfare i dolci, altri protagonisti di questo giorno di festa a cui porre particolare attenzione.
Infatti il “pezzetto di cioccolato” che andremo ad assaggiare, mediamente pari a 50 grammi, con circa 280 calorie per la versione al latte, 260 calorie per chi opta per il fondente, 270 calorie per gli amanti del bianco, fino a sfiorare, e spesso superare, le 300 calorie per le versioni arricchite da nocciole, mandorle e caramello, a conclusione di un pasto così ricco potrebbe rappresentare molto più di un semplice “strappo alla regola”.

Una fetta di colomba invece, pari a circa 100 grammi, con il suo aspetto “leggero” apporta invece circa 400 calorie. Chi invece opterà per le versioni più elaborate e farcite da creme e cioccolato le calorie ed il quantitativo in grassi sarà destinato ad aumentare in maniera esponenziale.

Altro dolce non proprio light è la classica pastiera napoletana che, con le sue 380 calorie per soli 100 grammi di prodotto, una fettina per intenderci, rappresenta nel suo insieme un pasto completo.

Ovviamente dovremo considerare anche il consumo di alcolici quali vino birra, spumante, che incideranno sull’apporto calorico del pranzo apportando circa 300-400 calorie aggiuntive.

Il consiglio per tagliare qualche caloria

Sicuramente nei giorni di festa è difficile immaginare di riuscire a seguire uno specifico regime alimentare, escludendo ovviamente situazioni e necessità specifiche.
Per poter concedersi qualche strappo alla regola senza però eccedere o mettere a dura prova la nostra linea possiamo utilizzare qualche semplice trucco.

La mattina del pranzo pasquale evitiamo di consumare colazioni estremamente abbondati e ricche in grassi. No quindi a brioche, merendine e dolci, così come a preparazioni salate quali toast, uova e salumi. Optiamo invece per uno yogurt dal ridotto contenuto in grassi, una spremuta d’arancia o dei fiocchi di avena. È importante, anche in vista di un pranzo sostanzioso, cercare di non saltare la colazione ma preferire piuttosto un piccolo pasto leggero. Questo aiuterà a non arrivare troppo affamati a tavola.

Durante il pranzo dimezziamo le porzioni, evitiamo di fare il bis, e cerchiamo di limitare il consumo di pane, cracker e grissini che andrebbero solo ad innalzare ulteriormente l’apporto in carboidrati. Se pranziamo al ristorante cerchiamo di evitare preparazioni laboriose e ricche in condimenti, scegliendo sempre un contorno a base di verdure, crude o cotte, preferibilmente non ripassate in condimenti, in modo da garantire una buona quota in fibre vegetali.

Inoltre limitiamo il consumo di alimenti ricchi in grassi alla singola giornata festiva. I giorni successivi cerchiamo di praticare qualche attività sportiva, magari all’aria aperta, in modo da favorire lo smaltimento dei grassi e delle tossine accumulate.

Trascorse le feste intraprendiamo invece un programma alimentare ben equilibrato e studiato in base alle specifiche esigenze nutrizionali della persona per perdere peso, laddove necessario, o mantenere la forma fisica, preservando prima di tutto salute e benessere.

Una buona alimentazione è amica della salute.