mercoledì, 24 Aprile 2024

Ma cosa mangi?

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Gli alimenti non hanno più segreti: nella rubrica Ma cosa mangi la dott.ssa Fernanda Scala vi aiuta a scoprire cosa mangiate realmente

Quit sugar: la dieta senza zuccheri

Credits photo: www.dailymail.co.uk

Ideata dall’australiana Sarah Wilson, la dieta quit sugar ha già raccolto numerosi consensi: il principio di base è quello di ridurre il consumo degli zuccheri.

Infatti un consumo massiccio di alimenti contenenti zuccheri non solo favorirebbe l’incremento del peso corporeo , ma soprattutto determinerebbe una vera e propria forma di dipendenza fisica.

Questo programma alimentare, articolato in otto settimane, mira infatti ad eliminare e limitare lo zucchero dalla dieta quotidiana consentendo all’organismo di disintossicarsi ritrovando benessere, energia e forma fisica.

Come funziona

Come anticipato il metodo si basa su una drastica riduzione degli zuccheri nell’alimentazione quotidiana.
Spesso quando si fa riferimento allo zucchero si pensa, erroneamente, soltanto allo zucchero che viene aggiunto alle bevande o al cibo per dolcificarli.
Ma lo zucchero non è solo quello.

Sono infatti tantissimi gli alimenti che consumiamo nel quotidiano, dalla frutta ai cibi preconfezionati, che ne sono ricchi e che a volte non vengono neanche percepiti in quanto tali.

In particolare la quit sugar punta il dito nei confronti del fruttosio, un monosaccaride simile al glucosio, che non verrebbe riconosciuto dal nostro organismo e quindi metabolizzato in sottoprodotti nocivi per la nostra salute.

Il metodo, a differenza di altre diete, non pone come obiettivo primario la perdita del peso corporeo, ma pone un maggiore accento sul ritrovare uno stato di benessere generale.
La perdita di peso rappresenterà unicamente un effetto collaterale in seguito alle variazioni alimentari apportate.

Nata da pochissime settimane, la dieta è diventata subito social: sono infatti più di 175 mila i post già disponibili su Instagram correlati all’hashtag #iqs, che propongono appetitose ricette senza zucchero.

I cibi da eliminare

Siccome il maggior incriminato è il fruttosio, completamente bandita dallo stile alimentare la frutta, ad eccezione dei frutti di bosco e dei kiwi, dato il loro quantitativo inferiore.

No al pane, specialmente quello confezionato, ai succhi di frutta, ai prodotti preconfezionati che vengono assemblati aggiungendo elevati quantitativi di zuccheri tipo muesli, barrette ai cereali e sughi già pronti, no allo yogurt dolce, al miele ed ai thé preconfezionati.

Nelle ricette quotidiane è consigliabile quindi dolcificare i cibi impiegando unicamente lo stevia, un dolcificante di origine 100% naturale, il latte, polpa di cocco, crema di anacardi ed arachidi, cacao crudo ed avocado.

Il parere dell’esperto

Prima di tutto è necessario ricordare che la dieta quit sugar non nasce come regime alimentare volto alla perdita del peso corporeo, bensì come un metodo per disintossicare l’organismo.

È ben noto infatti come soggetti affetti da sovrappeso ed obesità devono seguire una dieta con un basso contenuto in zuccheri per favorire la perdita del peso corporeo.

Inoltre l’attenzione nei confronti degli zuccheri è un tema dibattuto da molto tempo ormai.
La stessa OMS, organizzazione mondiale della sanità, ha suggerito in più occasioni di dimezzare le quantità di zucchero raccomandate, invitando le stesse aziende alimentari a ridurne l’impiego nei loro processi produttivi.
Stessa situazione per quanto riguarda le bibite zuccherate, per le quali in molti paesi è già in vigore una tassa addizionale per ridurne i consumi, e per le quali la BMA, Britsh Medical Association, ha richiesto un’ulteriore tassa del 20% per limitarne i consumi.

Questo perché attualmente lo zucchero è uno dei maggiori imputati in tema di invecchiamento della pelle, sovrappeso, obesità, diabete, nonché di malattie cardiovascolari e problematiche a livello epatico.

Tuttavia dare la colpa ad un singolo componente assunto attraverso l’alimentazione non è corretto, e soprattutto è fondamentale imparare a identificare cosa deve essere effettivamente eliminato in quanto non necessario per il nostro organismo e cosa invece, nelle giuste quantità, deve essere comunque assunto.

Nello specifico la quit sugar escludendo la frutta, si va a ridurre il quantitativo di fruttosio dall’alimentazione, da cui si potrebbe sicuramente trarre benessere essendo questo uno zucchero, ma allo stesso modo va ad escludere tutta una serie di vitamine, sali minerali e fibre fondamentali per il corretto funzionamento e la salute del nostro organismo e che, nel lungo termine, potrebbe portare a sindromi carenziali.
Inoltre gli zuccheri contenuti nella frutta vengono assorbiti solo in parte a livello intestinale grazie all’elevato contenuto in fibre presente in questo alimento.

A questo punto non è meglio imparare e comprendere quali sono le corrette quantità con cui assumere tutti gli alimenti per mantenere la propria forma fisica e benessere nell’ottica di un’alimentazione sana e variegata, piuttosto che dover essere costretti ad integrare la propria alimentazione con compresse e flaconcini?

Una buona alimentazione è amica della salute.

Dove e cosa mangiare a Trapani: piatti tipici e consigli

Dove e cosa mangiare a Trapani? Se siete amanti della Sicilia non potete non visitare Trapani.

È situata sulla costa occidentale dell’isola ed offre una varietà di piatti tipici della cucina siciliana. Siete curiosi di scoprirli?

Dove e cosa mangiare a Trapani: piatti tipici

Dove e cosa mangiare a Trapani se siamo in vacanza. È ovvio che se decidiamo di visitare Trapani ci interessa anche l’aspetto gastronomico, perciò vediamo alcuni piatti tipici:

  • Pasta con le sarde: è un classico della cucina trapanese. Si tratta di pasta condita con sarde fresche, finocchietto selvatico, uvetta, pinoli, cipolla, zafferano e pangrattato tostato. È un’eccellente combinazione di sapori dolci, salati e aromatici.
  • Cuscus di pesce: riflette l’influenza nordafricana sulla cucina siciliana. È preparato con semola di grano duro cotta al vapore, servita con un saporito sugo di pesce e frutti di mare. È ricco di spezie e aromi deliziosi. C’è anche la versione trapanese con carne di agnello o pollo, verdure come zucchine, carote e cipolle, e spezie aromatiche.
  • Busiate al pesto trapanese: le busiate sono una pasta fresca fatta a mano, condite con il pesto trapanese, una salsa a base di pomodori secchi, basilico, mandorle, aglio e olio d’oliva. È un piatto semplice ma saporito.
  • Panelle: sono frittelle a base di farina di ceci, fritte fino a ottenere una consistenza croccante. Sono spesso servite all’interno di un panino o come stuzzichino da gustare per strada.
  • Cassatella di Sant’Agata: è una piccola torta ripiena di crema di ricotta dolce e decorata con pasta di zucchero colorata. È un dessert tipico della festa di Sant’Agata, la patrona di Catania, ma è possibile trovarlo anche a Trapani.
  • Genovesi: sono dolci a forma di mezzaluna, composti da due strati di pasta sfoglia ripieni di crema pasticcera dolce. Sono un’ottima scelta per i golosi e sono facilmente reperibili nelle pasticcerie locali.

Consigli su dove mangiare a Trapani

Scegliete un locale accogliente, nel centro storico di Trapani, o vicino al mare.

Guardate i menù e scegliete i locali che offro una selezione dei piatti tipici della cucina trapanese. Meglio ancora scegliete i locali a conduzione familiare che fanno piatti casalinghi.

I ristoranti sul mare offrono eccellenti piatti di pesce, oltre che un’ottima vista. Scartate però i locali turistici.

Importante leggere le recensioni online, prima, in modo da avere già un’idea.

Chili di troppo dopo Pasqua: ecco come smaltire gli eccessi

Credits photo: www.lincolnshireecho.co.uk

Le feste pasquali sono terminate e, nella maggior parte dei casi, ci hanno regalato dei chili di troppo.
Infatti se durante le feste ci siamo rilassati ed abbiamo allentato la cintura, in tutti i sensi, è arrivato il momento di correre ai ripari, anche perché ormai sono pochi i mesi che ci dividono dalla prova costume.

È mai possibile che solo due giorni di festa possano avere un effetto sulla forma fisica e soprattutto sull’ago della nostra cara amica bilancia? Ebbene sì.

Infatti, se solo vogliamo analizzare il quantitativo calorico senza valutare l’apporto nutrizionale, durante le giornate di festa è possibile sfiorare, se non superare, le 3000 calorie, quasi il doppio del fabbisogno nutrizionale di una persona normopeso.

Niente paura:ecco 5 buone regole da seguire per rimediare ai bagordi alimentari.

Regola numero 1: purificare

Dopo le abbuffate e gli eccessi, i giorni successivi sarebbe bene iniziare prima di tutto un percorso di purificazione. Via libera ad acqua, tisane, fibre vegetali e fibre integrali che ci aiuteranno ad eliminare le tossine in eccesso, ridurre lo stato di edema e ritenzione idrica, e migliorare l’attività intestinale. Le fibre vegetali e quelle integrali inoltre ci aiuteranno anche a tenere sotto controllo il senso di fame.

Regola numero 2: no ai digiuni

La maggior parte delle persone pensa che, dopo pasti ipercalorici e ricchi di grassi, il modo più corretto per smaltire gli eccessi sia quello di iniziare un digiuno.
Purtroppo questo non è corretto in quanto non solo il nostro organismo rallenterà i suo metabolismi in uno stato di iponutrizione, ma soprattutto la perdita corporea a cui assisteremo sarà rappresentata principalmente dai liquidi e non dai depositi di grasso.
Il risultato? Appena si riprenderà uno stile alimentare completo i chiletti che ci avevano abbandonato velocemente ricompariranno sulla bilancia.

Regola numero 3: stop a zuccheri, bevande alcoliche e grassi

Nei giorni successivi le feste eliminiamo dolci, zuccheri, bevande alcoliche e grassi. Prendiamo l’uovo di pasqua e chiudiamolo in dispensa permettendo a fegato e reni di smaltire i grassi accumulati. Inoltre un alimentazione ipolipidica, quindi povera in grassi, ci permetterà di migliorare anche i processi digestivi facendoci sentire da subito più leggeri e meno gonfi.

Regola numero 4: via libera alle proteine leggere

Iniziamo a seguire da subito un regime alimentare in cui sia limitato, se non assente, il consumo di carni rosse, salumi e formaggi. Essendo infatti degli alimenti estremamente ricchi in grassi ed in sodio, un loro ulteriore consumo non ci permetterà non solo di non smaltire i grassi in eccesso, fonte principale dell’aumento del colesterolo, ma anche di non ridurre la ritenzione idrica. Preferiamo quindi una dieta basata sul consumo di proteine leggere quali le proteine vegetali dei legumi, delle carni bianche e del pesce.

Regola numero 5: evitate diete stravaganti

E’ possibile seguire un regime alimentare estremamente ipocalorico dopo le feste, che preveda anche la completa assenza di determinati alimenti, solo se questo è strettamente limitato ad un breve periodo di tempo. Evitate quindi di seguire regimi alimentari stravaganti che durano per settimane e settimane. I risultati saranno immediati ma purtroppo non duraturi in quanto non consentiranno la perdita ponderale e corretta dei depositi adiposi.
Se volete seguire una dieta volta alla perdita del peso corporeo, affidatevi invece ad un regime alimentare ben equilibrato e studiato in base alle vostre esigenze nutrizionali.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Ma cosa mangi: a dieta con i dolci di Natale

Credits photo: wallpaper.krishoonetwork.com

C’è poco da dire, il Natale è una festa magica che rende tutti felici, grandi e piccini.
Sarà anche colpa di tutti quei dolci golosi che arrivano sulle nostre tavole?

Forse non tutti sanno che, anche se si è a dieta, esiste un modo per combinare un’alimentazione controllata con un peccato di gola natalizio.

Pandoro e panettone

Prima di valutarne le proprietà nutrizionali dobbiamo ricordarci che sono dei dolci ipercalorici ricchi in burro, uova e zucchero, che non li rendono certamente dei dolci ideale per chi segue una dieta ipocalorica.
Ai più scrupolosi cultori della linea interesserà sapere che il pandoro fornisce molte più calorie rispetto al panettone. Abbiamo infatti circa 450 calorie per cento grammi di prodotto contro le “sole” 333 del panettone, un bel peccato di gola che, se inserito all’interno di uno schema alimentare corretto ed equilibrato, potremmo concederci senza troppi sensi di colpa e rinunce.

Un semplice trucco infatti per potersi concedere una soffice fetta, è quello di sceglierlo al mattino. In questo modo avremo tutta la giornata a nostra disposizione per poter smaltire le calorie introdotte. Certamente in uno schema alimentare corretto una sana colazione non è certo rappresentata dal pandoro o dal panettone, ma rappresenta uno strappo alla regola che potremo permetterci a Natale.

Se lo scegliamo per una dolce colazione associamolo ad una bella tazza di the verde, acceleratore naturale del metabolismo, rispetto ad una tazza di latte vaccino che apporterebbe ulteriori grassi e calorie alla nostra colazione non proprio light.

La frutta secca ed il torrone

Ormai è ben noto che la frutta secca contiene interessanti proprietà nutrizionali. L’elevato contenuto di sali minerali quali magnesio e potassio, nonché l’interessante percentuale di omega 3, li rendono un alimento altamente attraente, soprattutto agli occhi delle donne, in quanto contribuiscono a mantenere giovane e bella la pelle.

Il problema principale quindi non è rappresentato dalla tipologia di alimento ma dalla quantità che viene consumata durante le feste. Si rimarrà infatti alquanto sorpresi che 100gr di noci, circa 25, apportano 660kcal, mettendo a dura prova la nostra forma fisica.
Se poi aggiungiamo miele e sciroppo di glucosio trasformandoli in croccanti torroni, le calorie, e soprattutto gli zuccheri, aumenteranno notevolmente mettendo a dura prova l’ago della bilancia.

Non riusciamo proprio a rinunciare ad un pezzetto? Cerchiamo almeno di fare una lunga camminata per smaltire le calorie ingerite.

Biscotti e frollini di Natale

A forma di omino, albero di Natale, cometa, pupazzo di neve, glassati, al burro, alle mandorle, al cioccolato: i biscotti di Natale sono belli da vedere e, soprattutto talmente buoni che uno tira l’altro.
Solitamente sono ricchi di burro il che li rende un alimento difficilmente conciliabile con una dieta. Basta pensare infatti che 100gr di biscotti frollini apportano circa 465 Kcal.

Per renderli più leggeri possiamo provare con tante varianti utilizzando prima di tutto le spezie come la cannella, lo zenzero ed i chiodi di garofano che ci permetteranno di non rinunciare all’amato biscotto tagliando però un po’ di zucchero e di calorie.

Dolci, dolci ed ancora dolci

Panettone, pandoro, torrone, biscotti: questi i dolci natalizi maggiormente diffusi in Italia, ma se ci si muove lungo le regioni del nostro bel paese sono ancora tanti i dolci che accompagnano le giornate di festa.
Al sud, ad esempio, abbiamo molti dolci diversi fra di loro accomunati da un elemento chiave: la frittura.
Struffoli napoletani, pignolata siciliana e cartellate baresi, delle vere e proprie bombe caloriche fritte, caramellate o guarnite da miele e confettini, che mediamente apportano circa 500Kcal per 100gr di prodotto.

Al nord invece troveremo altre specialità come ad esempio lo zelen, tipico dolce del trentino, che di dolce. E soprattutto di innocuo, ha solo l’aspetto in quanto potrebbe essere consumato tranquillamente in sostituzione ad un pasto. Infatti un’innocua fettina, circa 100gr di prodotto, apporta circa 550 Kcal.

Rinunciare ai dolci di Natale? Assolutamente no. L’indicazione è quella di concederci una piccola porzione la mattina, ancora meglio se ci attende una bella giornata in movimento, magari all’aria aperta.