lunedì, 18 Novembre 2024

Ma cosa mangi?

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Gli alimenti non hanno più segreti: nella rubrica Ma cosa mangi la dott.ssa Fernanda Scala vi aiuta a scoprire cosa mangiate realmente

Combattere la ritenzione idrica mangiando

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Con il termine ritenzione idrica si fa riferimento ad uno stato in cui il soggetto tende ad accumulare liquidi negli spazi interstiziali, quelli presenti tra le cellule, causando uno stato di edema, o gonfiore, diffuso, in zone specifiche del copro quali cosce, glutei, addome e caviglie.
Molto diffuso tra le donne, in realtà è un disturbo che colpisce anche la popolazione maschile. Le cause possono essere svariate tra cui una cattiva alimentazione, un cattivo funzionamento del sistema venoso e linfatico, di tipo secondario in quanto associata a gravi stati patologici o indotta dall’utilizzo di farmaci specifici.

Per ridurre e contrastare la ritenzione idrica spesso si ricorre all’utilizzo di sostanze diuretiche, principalmente farmaci, che pur essendo di derivazione naturale devono essere utilizzati con criterio e sotto il controllo di uno specialista.

In realtà anche l’alimentazione può aiutarci! Sono infatti tanti gli alimenti e le bevande che, in maniera del tutto naturale, presentano proprietà drenanti e diuretiche e che quindi possono aiutare a contrastare questo fastidioso stato di gonfiore.

L’anguria

Frutto simbolo dell’estate, oltre ad essere colorata e dal piacevole sapore, l’anguria è composta principalmente da acqua (circa il 90%) e potassio. Questi elementi aiutano a mantenere un buon livello di idratazione corporea favorendo la diuresi, conferendo a questo frutto le proprietà di diuretico naturale. Inoltre grazie alla presenza al suo interno di un’interessante sostanza antitumorale ed antiossidante, il licopene, aiuta anche a prevenire i danni causati dai radicali liberi.

Il cetriolo

Ricco in acqua (oltre il 96%) e sali minerali, il cetriolo rappresenta un ottimo diuretico naturale, svolgendo un ruolo fondamentale nella prevenzione della ritenzione idrica e della cellulite. Contiene inoltre numerosi steroli vegetali, in grado di esplicare un naturale effetto anticolesterolo, ed il suo consumo costante aiuta a regolarizzare anche l’intestino.

Il sedano

Ricco di acqua, sali minerali ed una buona percentuale di vitamine, anche il sedano è un alimento depurativo, disintossicante ed in grado di prevenire e contrastare la ritenzione idrica. Grazie all’abbondante quantità di sali minerali, non rappresenta solo un eccellente drenante, ma contribuisce anche a mantenere ottimale l’equilibrio acido-basico del sangue. Il sedano può essere utilizzato sia crudo, per arricchire di sapore e di salute le nostre insalate, sia cotto sotto forma di infuso o decotto.

Gli asparagi

Antinfiammatorio, diuretico, cardiotonico, ipotensivo ed antidiabetico: sono tantissime le proprietà nutritive e terapeutiche di questo prezioso germoglio.
In particolare gli asparagi contengono differenti sostanze quali polifenoli, saponine ed una buona percentuale di sali minerali in grado di prevenire e contrastare la ritenzione idrica grazie alla sua naturale azione diuretica. Inoltre grazie al suo contenuto ipocalorico e l’ottimo quantitativo in fibre, il suo consumo è estremamente consigliato se si sta seguendo una dieta dimagrante.
Attenzione: gli asparagi contengono acido urico e quindi dovranno essere consumati con moderazione nei soggetti affetti da iperuricemia, che tendono quindi a sintetizzare un quantitativo maggiore di acido urico e che possono andare incontro a condizione di infiammazione acuta (gotta, artrite).

Una buona alimentazione è amica della salute.

Come controllare il senso di fame

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Senso di fame, nervosismo e golosità sono i motivi principali che, con l’andare del tempo, fanno aumentare di peso senza rendersi conto.
Spesso infatti chi ha questo problema non si rende conto il motivo per cui inizia a prendere peso non avendo la percezione di quanto mangia, e soprattutto della qualità del cibo che consuma.

Riuscire a controllare, la fame nervosa o semplicemente la golosità è possibile grazie a qualche piccolo trucco.

Imparare a mangiare lentamente

Almeno 15 minuti, questo é il tempo consigliato per consumare un pasto. Sedersi a tavola, masticare lentamente ed impiegare almeno 15 minuti a tavola aiuta a controllare il senso di fame ed a sentirsi sazi. Chi mangia in piedi, correndo, o mastica velocemente, durante la giornata avvertirà la sensazione di “non aver mangiato” e sarà maggiormente tentato a consumare frequentemente qualche alimento.
Inoltre mangiare lentamente non solo aiuta a mantenerci in forma senza aumentare di peso, ma favorisce anche i processi digestivi.

Mai saltare gli spuntini

Mangiare poco e spesso, scegliendo alimenti sani e poveri in grassi, aiuta a tenere sotto controllo il senso di fame. Non saltare i famosi spuntini é quindi fondamentale per non arrivare troppo affamati al pasto successivo.
Impariamo a scegliere prodotti dalla buona quota proteica e ricchi in fibre, nutrienti che aiutano a conferire un buon senso di sazietà. Via libera quindi a frutta, verdura, yogurt e centrifugati.
Attenzione invece agli alimenti ricchi in zuccheri, come i prodotti da forno.
Questi infatti, sebbene forniscano un senso di appagamento della fame immediato, dopo circa un ora dalla loro assunzione faranno riapparire nuovamente il senso di fame a causa della notevole produzione di insulina indotta in seguito al loro consumo.

Via libera all’acqua

L’acqua, oltre a giocare un ruolo di fondamentale importanza nel mantenimento della forma fisica considerando che la nostra massa magra, i muscoli, sono composti principalmente da questa, può aiutare a contrastare il senso di fame. Infatti se lo stomaco si riempie di acqua non invierà più lo stimolo della fame al nostro organismo, in quanto si avrà la sensazione di avere lo stomaco pieno.

Svolgere attività fisica

L’attività fisica può essere un’ottima soluzione per tutti coloro che mangiano fuori pasto soprattutto per noia o nervosismo.
Infatti oltre a contribuire ad accelerare il metabolismo, l’attività fisica permette di distrarsi evitando di trascorrere troppo tempo inoccupati, magari sul divano con un occhio rivolto alla dispensa.

Preferire i prodotti integrali a quelli raffinati

Se non si soffre di colite, diverticolite, stati clinici specifici a carico del sistema intestinale o sensibilità ai metalli pesanti, preferire il prodotto integrale a quello raffinato rappresenta un’ottima scelta per tenere sotto controllo il senso di fame.
Grazie infatti ad un contenuto superiore in fibre, i prodotti integrali forniscono un senso di sazietà più prolungato rispetto a quelli raffinati.
Inoltre oltre a tenere a bada la fame, aiutano a ridurre l’assorbimento dei grassi, migliorando anche il benessere della flora batterica.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Diete low-carb: tutto quello che c’è da sapere

Credits photo: www.greenstyle.it

“Toglieteci tutto ma non la pasta” non è lo spot di una nuova marca di pasta, bensì l’opinione degli italiani in seguito ad un sondaggio effettuato nei confronti delle diete low-carb, quei regimi dietetici che bandiscono appunto il consumo di questo genere alimentare.

Chiamate anche iperproteiche, si sono diffuse tantissimo negli ultimi anni, complici anche famosi esponenti del mondo dello spettacolo che si affidavano a questi schemi per ritornare al proprio peso forma.
Dieta a Zona, Dukan e Paleolitica, queste le maggiori rappresentanti che abolendo completamente il consumo di cereali e grano dall’alimentazione quotidiana garantiscono risultati veloci e sorprendenti.

Diete low carb: perché fanno male

Le diete low-carb sostengono che ridurre drasticamente il quantitativo di carboidrati nella dieta quotidiana, avrebbe importanti benefici sulla salute riducendo la possibilità di contrarre malattie quali l’insulino resistenza, il diabete, malattie cardiovascolari, il sovrappeso e l’obesità, favorendo inoltre la perdita del peso corporeo.

In realtà le diete iperproteiche comportano importanti complicazioni a livello fisiologico.

I carboidrati infatti vengono utilizzati dal nostro organismo in numerosi metabolismi biologici e, prima di tutto, per ricavare l’energia necessaria per sostenere importanti funzioni vitali.
Quando questi non vengono più assunti per via alimentare, iniziano ad essere utilizzate le riserve epatiche per garantire il glucosio, e quindi l’energia necessaria.
Quando anche queste si saranno esaurite allora verrà innescato un vero e proprio meccanismo di emergenza, noto come gluconeogenesi, in cui il glucosio verrà prodotto partendo dagli aminoacidi contenuti nel tessuto muscolare. A lungo andare il risultato sarò quindi non una perdita del tessuto adiposo, la massa grassa, ma bensì una riduzione della massa muscolare.

La gluconogenesi inoltre comporterà a livello epatico la produzione di corpi chetonici, piccoli composti di natura lipidica normalmente presenti in basse quantità nel sangue, che verranno utilizzati da altri tessuti quali il tessuto cardiaco e quello muscolo scheletrico per produrre energia.
Un’eccessiva produzione di corpi chetonici può comportare numerosi rischi per la salute tra cui la diminuzione del pH del sangue, sviluppando una condizione patologica chiamata acidosi, aritmia cardiaca e danni a livello renale.

Inoltre le diete low-carb apportano troppi grassi e proteine di origine animale, limitando il consumo di frutta e verdura e comportando importanti carenze nutrizionali.

Seguire una dieta low-carb per un periodo limitato di tempo solo per riuscire a perdere i chili di troppo? Assolutamente falso.
Queste diete infatti portano spesso solo all’effetto “yo-yo”, siccome si tenderà a riacquistare velocemente il peso perduto se non anche qualche in chilo in più.

Carboidrati sì, ma quelli giusti

A differenza di quanto si possa pensare i carboidrati non sono solo presenti nei cereali e nei prodotti che derivano dal grano, ma sono tanti gli alimenti e le bevande che li contengono. Le stesse aziende alimentari nei loro processi produttivi aggiungono ad esempio zuccheri, e quindi carboidrati, per conferire maggiore croccantezza, sapore e ridurre la deperibilità degli stessi.

Sicuramente ridurre l’apporto di zuccheri nella dieta quotidiana, e quindi saper prima di tutto scegliere quali alimenti acquistare, è di fondamentale importanza per ridurre l’insorgenza del sovrappeso e dell’obesità, ma non tutti i carboidrati sono uguali e non tutti devono essere eliminati dalla dieta.

Sì quindi ad una dieta equilibrata e soprattutto variegata, inserendo le giuste quote di zuccheri e carboidrati, rappresentati principalmente dai cereali quali pasta, riso, grano, farro, orzo, kamut, segale nonché da frutta e verdura.
Il consiglio in più? Imparare a scegliere e preferire i cereali integrali, in modo da fornire non solo il giusto apporto energetico, ma anche un’ottima fonte di fibre per il benessere del nostro organismo.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Dieta e luoghi comuni: ecco i più diffusi

Credits photo: www.esseredonnaonline.it

“Per dimagrire è necessario saltare un pasto” oppure “Il caffè amaro accelera il metabolismo” ed ancora “Per perdere peso non bisogna mangiare la pasta”, questi e tanti altri ancora i luoghi comuni e le convinzioni più diffuse tra tutti coloro che vogliono perdere qualche chilo di troppo.

Non sempre però le informazioni che riceviamo e che leggiamo sono corrette, rischiando solo di non riuscire ad ottenere il risultato tanto atteso mettendo, in molti casi, a grave rischio la nostra salute e benessere.

Saltare un pasto fa dimagrire

Maggiormente utilizzata da chi lavora fuori casa, saltare un pasto, solitamente il pranzo, per riuscire a perdere qualche chilo di troppo è sicuramente il luogo comune maggiormente diffuso.
In realtà è un’abitudine completamente sbagliata in quanto il rischio non è solo quello di arrivare al pasto successivo estremamente affamati, con il rischio di introdurre un elevato quantitativo di cibo, ma soprattutto perché l’organismo và in ipoglicemia.

L’ipoglicemia è una condizione in cui il livello di zucchero nel sangue è estremamente basso. In queste condizioni il surrene inizia a rilasciare cortisolo, un ormone noto anche come ormone dello stress, la cui azione principale è quella di indurre un aumento di glicemia, e quindi di zucchero. Non trovando energia disponibile in circolo il cortisolo agirà a livello dei tessuti muscolari, attingendo alle sue fonti di glicogeno.
Il risultato? Una riduzione della massa e della tonicità muscolare. Attenzione quindi: la perdita di peso che potrete osservare non è dovuta ad una riduzione della massa grassa, ma bensì a quella magra, i muscoli appunto.

Il caffè amaro accelera il metabolismo

È ben noto come la caffeina, sostanza appartenente agli alcaloidi, sia in grado di influenzare numerose reazioni biologiche all’interno del nostro organismo. In particolare questa è in grado di interagire con recettori specifici che regolano la funzionalità del sistema nervoso, cardiovascolare ed endocrino.
Proprio per mezzo di queste interazioni, verranno innescate delle specifiche reazioni a catena, con produzione di specifiche sostanze, come ad esempio l’adrenalina, in grado di favorire un leggero innalzamento del metabolismo basale dell’organismo.

Che il caffè sia dolce o amaro è irrilevante in quanto questo non avrà alcun effetto addizionale sui meccanismi innescati dalla caffeina. È importante invece non assumere dosi eccessive di zuccheri se si vuole perdere peso, e prestare particolare attenzione se si è affetti da obesità e diabete.
Attenzione: la dose massima giornaliera raccomandata di caffeina corrisponde a tre caffè al giorno, per evitare spiacevoli conseguenze sulla nostra salute, quali tachicardia, nervosismo o reflusso gastro esofageo.

Per perdere peso non bisogna mangiare la pasta

I cereali rappresentano la base della dieta mediterranea, in quanto sono una preziosa fonte energetica.
Escluderli dalla dieta quotidiana pensando di perdere peso è sicuramente una scelta alimentare non corretta, in quanto l’organismo dovrà attingere da altre fonti, epatica e muscolare, per poter ricavare l’energia necessaria.
No quindi ad escluderli, si a scegliere quelli giusti, preferendo il prodotto integrale a quello raffinato, imparando a consumarli nelle giuste quantità, ed impiegando corrette metodologie di cottura.
Il consiglio: proviamo ad introdurre nella dieta anche altri cereali, quali il farro e l’orzo, entrambi ricchi di interessanti proprietà nutrizionali e con un ottimo contenuto in fibre.

Gli alimenti che fanno dimagrire sono quelli che contengono poche calorie

Quando si vuole perdere peso spesso si scelgono gli alimenti che contengono il minore quantitativo calorico.
Mai affermazione fu più scorretta. Le calorie non sono tutto.
Per poter perdere peso bisogna dare maggiore importanza ai componenti presenti all’interno del prodotto, al suo quantitativo in glucidi, grassi e proteine.
Spesso, ad esempio, si ritiene che le barrette a base di cereali, con mediamente 90 kcal a barretta, rappresentino la scelta ideale per uno snack leggero. In realtà, se si analizza il suo contenuto nutrizionale, si resterà abbastanza sorpresi nello scoprire che queste sono composte principalmente da zuccheri (più del 50%), e principalmente sciroppo di glucosio, che normalmente devono essere limitati se si vuole ridurre il girovita.
Uno snack che potrebbe andar bene per chi pratica un’intensa attività sportiva e non se la si consuma comodamente seduti alla propria scrivania.

Il pane integrale non fa ingrassare

Assolutamente falso. Il pane integrale presenta all’incirca lo stesso quantitativo calorico del pane comune.
L’unica differenza risiede nel maggiore quantitativo di fibre in esso contenuto, in grado di esercitare un effetto benefico a livello intestinale, favorendo inoltre l’assorbimento degli zuccheri e dei grassi.
Se si vuole perdere peso sarà comunque necessario valutare la corretta quota glucidica necessaria, sia essa rappresentata da un prodotto integrale o non.

Una buona alimentazione è amica della salute.