sabato, 6 Dicembre 2025

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ESCLUSIVA – Rihanna fa shopping a Portocervo, continuano le sue vacanze italiane (FOTO)

Rihanna ha scelto l’Italia. La cantante originaria delle Barbados sta passando questi ultimi ma bollenti giorni di Agosto nel nostro territorio, soprattutto sulle coste tirreniche. Paparazzata in Sicilia, Panarea – dove ha visitato una vineria che si chiama Gambino – e nella meravigliosa Capri, la cantante è arrivata anche a Ponza con il suo yacht “Galaxy“. Pochissimi gli scatti che la ritraggono in bikini ma moltissima è la curiosità di fans e turisti.

Oggi Rihanna è a Portocervo, in Sardegna. Noi di Blog di Lifestyle l’abbiamo paparazzata in esclusiva per i nostri lettori grazie a delle “speciali inviate” sul posto. La cantante ha fatto shopping in piazzetta da Prada, Miu Miu, Versace e Ferragamo. Tantissimo lo stupore dei passanti e tanta la disperazione dei fans italiani impossibilitati a raggiungerla anche solo per una foto o un autografo.

Rihanna non fa concerti nel nostro territorio: tanta è l’amarezza dei fans che da sempre cercano di portare Rih in Italia con tappe dei suoi tour. Milano o Roma potrebbero essere le città papabili, ma la cantante non sembra ancora dar pace ai suoi Navy. Ha scelto, però, la nostra bella Italia per le sue vacanze: un giro di tutte le coste e isole più belle del tirreno accanto alle sue amiche e scortata da bodyguard.

Quale sarà la prossima meta?

#IceBucketChallenge, ma quanti sanno cos’è la SLA?

La protesta dei malati di SLA in Italia risuona forte e chiaro in tutto il mondo: “Le secchiate? Solo ipocrisia”.
Loro sono i primi a riconoscere che l’iniziativa è partita bene, molto bene in America, ma che, strada facendo, si è dimenticato il reale obbiettivo dell’Ice Bucket Challenge.
Ormai le secchiate d’acqua non solo altro che l’ultima moda del momento: è sicuramente più comodo farsi riprendere con i capelli e gli indumenti bagnati piuttosto che tirare fuori il portafoglio e donare per una buona causa.

Personalmente ritengo che molti di quelli che hanno partecipato alla campagna #IceBucketChallange non sanno nemmeno di preciso cos’è la SLA.

Ecco una spiegazione.

La SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica – chiamata anche morbo di Lou Gehrig per via di un giocatore di baseball che attirò l’attenzione pubblica sulla malattia nel 1939 – è una malattia neurodegenerativa progressiva del motoneurone, che colpisce selettivamente i motoneuroni, cioè porta a una paralisi totale. La prima parte del corpo ad essere colpita da questa malattia è la corteccia celebrale, poi, in un secondo livello, il tronco encefalico e il midollo spinale.
La SLA è una patologia rara, colpisce 2 – 3 persone ogni 100 000 individui all’anno, principalmente uomini. È estremamente rara dopo gli 80 anni.

Attualmente non si conosce il numero esatto di malati di SLA in Italia, poiché non sono stati ancora completati i relativi registri, ma si stimano almeno 3.500 malati e 1.000 nuovi casi all’anno con una forte concentrazione il Lombardia, poi Campania, Lazio e Sicilia – anche se questo potrebbe dipendere in buona parte da una maggiore capacità di diagnosi delle strutture ospedaliere locali.

Esordio e decorso della malattia variano molto da individuo a individuo e dipendono dalla forma di SLA da cui si è colpiti. I sintomi iniziali sono: brevi contrazioni muscolari, detti anche fascicolazioni, crampi, rigidità e debolezza muscolare che influiscono sul funzionamento di un arto.
Questo tipo di esordio riguarda circa il 75% dei casi, mentre il restante 25% ha un esordio differente, detto bulbare, che si manifesta con difficoltà nella parola fino alla perdita della capacità di comunicare verbalmente e difficoltà di deglutizione. Le differenze di sintomi iniziali della malattia dipendono da quale dei motoneuroni viene colpito prima: se il primo è che si trova a livello della corteccia cerebrale si avrà un esordio bulbare, invece l’esordio sarà spinale se il motoneurone colpito si trova a livello del tronco encefalico e del midollo spinale.
E non si tratta della perdita progressiva della capacitò di muoversi, parlare, deglutire e spesso anche respirare autonomamente, la SLA colpisce anche il lobo fronte temporale, causando la demenza.

La diagnosi viene fatta per lo più in maniera sintomatica e avviene mediamente dopo un anno dall’insorgenza dei sintomi, anche se ci sono stati casi in cui la malattia viene diagnosticata in tempi molto più lunghi.

Ma quali sono le cause, i fattori che scatenano la malattia?

Attualmente si ritiene che la SLA sia una malattia con cause multifattoriali, cioè che il suo insorgere possa essere determinato da una serie di motivi di tipo sia genetico che ambientale.
Studi recenti hanno individuato tra le cause anche il mutamento di un gruppo di geni, che sarebbe un fattore predisponente.
Attualmente, però, maggior attenzione viene rivolta a cause ambientali e stili di vita che possono, nel soggetti predisposti, facilitare l’insorgenza della malattia. Tra questi fattori ambientali ci sono, ad esempio, il contatto con agenti inquinanti, o i traumi frequenti alla testa.

La maggior parte dei pazienti affetti da SLA alterna periodi di ricovero ospedaliero a periodi di assistenza domiciliare continua, sia di tipo medico che non. Non va sottovalutato l’altissimo impatto sociale della malattia che investe tutta la famiglia – ad esempio, capita spesso che il coniuge della persona malata lascia o riduce la propria attività lavorativa, per seguire costantemente il malato e adattare la casa alle esigenze di quest’ultimo. L’impatto psicologico non è da meno.

Ora come ora, non ci sono cure in grado di arrestare o prevenire la malattia. Per questo motivo era partita la raccolta fondi #IceBucketChallenge, per dare un contributo economico alla ricerca di una cura. Per dare la felicità a chi è, purtroppo, più sfortunato di noi.
La cosa però ci è sfuggita di mano, e le secchiate d’acqua ghiacciata non sono diventate altro che un modo per farsi vedere e mettersi in mostra sui social network. A voi, che fate i buffoni su in problema così grande, chiedo gentilmente di mettervi una mano sulla coscienza.

Risparmiatevi il ghiaccio e donate.

[Credit: osservatoriomalattierare.it]

Foot pilates, la gym specifica per ondeggiare sui tacchi alti

Come gli uomini, sono in grado di farci impazzire, e, come loro, anche di farci soffrire. Ma noi donne li perdoniamo sempre, senza tentennare, perché niente può farci sentire belle come un tacco 12.

Ondeggiamo sicure, convinte che quei centimetri in più servano a mostrare la nostra audacia al mondo, ma dopo qualche ora la voglia di mostrarsi viene prontamente sostituita dalla voglia di sedersi. Caldo, piante che più doloranti non si può, gonfiori: questi alcuni degli effetti dei tacchi alti sui piedi.

Ma visto che prevenire è meglio che curare, il dottor Scholl, con l’aiuto della personal trainer Simona Musocchi, ha perfezionato una ginnastica specifica per aiutare il gentil sesso ad ondeggiare senza sofferenza sui tacchi.

Il suo nome è foot pilates e prevede semplici esercizi che già dopo una settimana influiranno positivamente sulla tenuta da tacco a spillo.

Prima del tacco 12

Fase uno. Sdraiati sul pavimento tenendo un cuscino sotto il polpaccio. Scrivi nell’aria, con la punta del piede, i numeri dall’1 al 10. Ripeti con l’altra gamba.

Fase due. A gambe unite, in piedi, alzati sulle punta dei piedi per almeno dieci volte.

Fase tre. Stretching del polpaccio: Porta una gamba davanti all’altra, con i piedi in linea a circa 20 cm di distanza, e piega il ginocchio avanti mantenendo la gamba posteriore ben dritta. Tieni la posizione almeno un minuto per gamba.

Durante il tacco 12

Fase uno. Appena hai modo di sederti e non essere guardata, togli le scarpe ed effettua delle circonduzione delle caviglie in entrambi i sensi.

Fase due. Per dici volte effettua un punta tacco sul pavimento, allungando i muscoli e riattivando la circolazione.

Dopo il tacco 12

Fase uno. Dopo un pediluvio rinfrescante, cammina a piedi nudi per casa, alternando andature sulle punte, sui talloni, sulla parte interna e su quella esterna dei piedi.

Fase due. Lascia rotolare sotto la pianta del piede e per una decina di volte una pallina da tennis.

Fase tre. Massaggia i piedi liberamente, in modo da rilassarli.

Poche e semplici mosse per soffrire meno e prevenire anche le rughe d’espressione, l’espressione del dolore. Che il foot pilates sia con voi.

Scandalo Zara: il brand realizza una maglia con la stella di David

Nelle ultime ore il noto brand d’abbigliamento low cost Zara sta facendo molto parlare di se a causa della vendita shock di una una t-shirt a righe con una grossa stella gialla che molto ricorda i pigiami a righe che erano costretti ad indossare gli ebrei durante il terribile regime nazista.

Nella descrizione della t-shirt, realizzata per il settore dell’abbigliamento bimbo dai 3 mesi ai 3 anni, c’è scritto “Sheriff Shirt” alludendo al fatto che la grande stella, gialla e a sei punte, riprende il distintivo degli sceriffi americani. Molti però ci hanno visto la stella di David, simbolo degli ebrei, e la scelta di inserirla in un capo a righe bianche e blu ha poco a che vedere con la divisa da cowboy, ma è senza alcun dubbio un richiamo alle divise dei deportati.

L’indignazione ha fatto il giro del web e la maglia è stata ritirata dal commercio sia online che nei vari punti vendita.