sabato, 20 Dicembre 2025

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Le 10 cattive abitudini che fanno ingrassare

Il raggiungimento della perfetta forma fisica è un tema che, negli ultimi tempi, tocca la maggior parte della popolazione, di cui in maggioranza sono donne. Spesso nonostante le varie diete, la palestra e il consumo di 2 litri d’acqua al giorno, notiamo tristemente che il nostro corpo non perde neanche un grammo.
Allora, davanti allo specchio, non soddisfatti della nostra forma fisica, ci chiediamo cosa stiamo sbagliando nella nostra alimentazione. A volte però il problema non è quello che mangiamo, ma come mangiamo.
Ci sono infatti delle cattive abitudini che tendono a farci ingrassare, e così tutto il duro lavoro tra dieta e palestra sembra essere vano.

Con la collaborazione della nutrizionista Fernanda Scala abbiamo stilato un elenco con le 10 cattive abitudini che fanno ingrassare.

1. Saltare la colazione

Fare colazione non solo fa bene perché contribuisce a dare le energie necessarie per affrontare la giornata, ma aiuta anche a perdere peso in quanto accelera il metabolismo. Saltandola si rischierà di arrivare ai pasti successivi con un grosso senso di fame che ci porterà a mangiare di più.

2. Mangiare davanti al computer o alla Tv

Consumare i pasti davanti al computer o mentre si guarda la tv è una cattiva abitudine che può favorire l’aumento del peso corporeo, in quanto fa perdere la percezione di quello che si sta mangiando e, soprattutto, di quanto si mangia.

3. Consumo eccessivo di bevande alcoliche, gassate, energetiche e zuccherate

Spesso non si ha la percezione che anche le bevande sono dei veri e propri alimenti. In particolare le bevande alcoliche, energetiche o zuccherate sono ricche di calorie che, se non vengono opportunamente smaltite, favoriscono l’aumento del peso corporeo.

4. Mangiare la notte

Dobbiamo saper distinguere la vera fame dalla noia, perché è quest’ultima che ci induce a mangiare durante le ore notturne. Gli spuntini notturni sono dei veri e propri nemici della forma fisica perché durante le ore notturne smaltiamo con maggiore difficoltà gli zuccheri ed i grassi introdotti, e questi -con l’andare del tempo- si trasformeranno in quel fastidioso chilo in più.

5. Mangiare velocemente

È una delle più comuni cattive abitudini alimentari. Mangiare velocemente oltre che ridurre il senso di sazietà rende anche più complessi i processi digestivi.

6. Condurre una vita sedentaria

Riposarsi sul divano o dormire fino a tardi è piacevole, ma è nocivo per la nostra forma fisica. Senza un po’ di movimento o di sport avremo più difficoltà a smaltire ciò che abbiamo mangiato.

7. Consumare alimenti dietetici

Tramite le pubblicità ci facciamo abbindolare che i cosiddetti “alimenti dietetici”, quelli considerati con pochi grassi e calorie, siano adatti per una dieta, ma in realtà questi tipi di alimenti (barrette, snack, yogurt ect) non sono poi così magri e poveri di grassi come vogliono farci credere. Se analizzassimo bene le etichette resteremo abbastanza delusi nello scoprire che sono ricchi di zuccheri- elencati sotto varie forme come sciroppo di mais, glucosio, fruttosio, destrosio- il cui abuso rischia di far ingrassare.

8. Combinare i cibi in maniera scorretta

Associare gli alimenti in maniera scorretta è un’altra delle cattive abitudini più diffuse che provoca l’aumento del peso. Ad esempio mangiare due o più alimenti ad alto tasso proteico nello stesso pasto (es. carne + formaggio) o due tipi di carboidrati (es. pane e patate, pane e pasta) causerà un rallentamento della digestione, rendendo più difficile lo smaltimento dei nutrienti introdotti che provocheranno quella fastidiosa sensazione di pesantezza.

9. Escludere completamente i grassi da una dieta

A differenza di quanto si pensi, una dieta ipocalorica bilanciata prevede anche una determinata quota di grassi “buoni” fondamentali sia per garantire i processi fisiologici e metabolici del nostro organismo, sia per assicurare un corretto potere saziante.

10. Non dormire abbastanza

Si dice che dormire poco fa male alla salute e che il nostro organismo ha bisogno di almeno 8 ore di sonno. Voci di corridoio o realtà? Ebbene si, assolutamente vero, dormire poche ore non solo ci rende stanchi e spossati per il resto della giornata, ma causa anche un notevole senso di fame. Infatti se l’equilibrio sonno/veglia viene alterato questo si riflette a livello ormonale, ed in particolare a livello di due ormoni, la leptina e la grelina, che giocano un ruolo fondamentale nei meccanismi che regolano l’appetito ed il senso di fame.

Come cucinare gamberetti fritti in 3 secondi (VIDEO)

Cucinare croccanti gamberetti fritti in soli tre secondi, ora è davvero possibile. Vi chiedete come sia possibile? Arriva direttamente dal Giappone un metodo super “facile” e velocissimo per realizzare una frittura di gamberetti perfetta in un solo batter di ciglia.

La tecnica sembra esser stata brevettata alla perfezione: il gamberetto viene letteralmente “sparato” orizzontalmente da un dispositivo ad aria compressa. Nello stesso momento vengono lanciati verso l’alto i vari condimenti: olio, frittura, farina, e i gamberetti, alla fine del percorso, attraversano in pochi istanti anche una gittata di fuoco. Terminano il viaggio culinario sbattendo su dei cuscini, su cui è stampato un bersaglio, e cadono in basso atterrando su un piatto già preparato pronto ad accogliere i gamberetti cotti a puntino.

Il video è diventato uno dei più visualizzati su YouTube e vede protagoniste due attrici giapponesi ai “fornelli” per dei gustosissimi gamberetti fritti al volo.

Ecco un’idea brillante e super originale per il pranzo di Natale o il cenone della Vigilia. Forse troppo pericoloso e di difficile realizzazione? Già, forse un po’ troppo.

L’orgasmo è più facile se si conosce bene il partner

Talvolta tarda ad arrivare e sicuramente se ne guadagna in termini di pazienza. Ma quando arriva, l’orgasmo è per una donna la medicina assoluta, l’equivalente della cucina lavata dopo la cena della vigilia, la cosa più bella dopo la Nutella.

E sì, ci vuole dedizione, tenacia, allenamento, ma, secondo uno studio statunitense, questi non sono gli unici fattori in grado di condizionare il raggiungimento del massimo piacere femminile. A quanto pare, a incidere abbondantemente sulla riuscita del rapporto sarebbe la salda conoscenza del partner sessuale. Dunque, secondo i ricercatori, un orgasmo regalato da un rapporto occasionale è una chimera, anche per il semplice fatto che gli uomini, durante l’avventura di una notte, sono più concentrati sul raggiungimento del proprio piacere, piuttosto che su quello della partner. Più facile è, al contrario, raggiungere l’orgasmo man mano che la conoscenza diventa più profonda.

Tanta teoria, questa, coadiuvata da dati molto più pratici: soltanto l’11% delle donne prova piacere durante il primo rapporto sessuale con un uomo, il 16% al secondo o terzo appuntamento, il 34% dopo cinque o sei serate passate insieme, il 67% dopo circa sei mesi. I motivi? Tanti, primo fra tutti il fatto di riuscire con il tempo a capire cosa piace all’altro. Importante è anche il coinvolgimento mentale, che si evolve con l’evolversi del rapporto, così come la maggiore confidenza nel richiedere particolari ed erotici servigi.

Ma le amanti del sesso occasionale, non devono perdersi d’animo: secondo la dottoressa Justin Lehmiller, ricercatrice dall’università di Harvard, l’atteggiamento mentale con cui ci si approccia al sesso occasionale conta moltissimo. Il 45% del campione, infatti, dice di raggiungere l’orgasmo se è intenzionata a sviluppare una relazione con quell’uomo, mentre senza questo tipo di obiettivo il piacere arriva solo al 37%. Inoltre, la probabilità di giungere al piacere aumenta se alla penetrazione vengono affiancate altre attività: +18% se la donna si stimola manualmente, +5% se è lui a masturbarla manualmente, +3% in caso di fellatio, +9% in caso di cunnilinguus e +15% con il sesso anale.

Che alla fine, signore, fingere non serve. Serve solo aspettare. E ricompensare il partner con l’unico momento in cui siamo davvero innocue.

Cosa ci spinge a farci selfie?

Credit: privatewifi.com

Selfie, selfie e ancora selfie, in tutte le salse. Ma dopo mesi di autoscatti, sorrisi e filtri di instagram, un gruppo di psicologi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in collaborazione con la fondazione IBSA, si sono chiesti perché un individuo senta il bisogno di immortalarsi e di mostrarsi a tutti: amici, nemici e completi estranei.

Dopo un sondaggio e un incontro in facoltà a Milano (dal nome Mente e social media: come cambia l’individuo?) sono stati riconosciuti gli scopi principali dei selfie. Al primo posto come risultato appare “far ridere e divertire gli altri” con il 39% dei voto, al secondo posto la “vanità” con il 30% e infine “raccontare un momento della propria vita”, 21%.
La ricerca – realizzata tra agosto e ottobre 2014 su 150 partecipanti (35% maschi, 65% femmine) con età media di 32 anni – ha quindi messo alla luce un fattore importante: le persone si fanno i selfie per esprimere non solo come sono o come si sentono, ma anche, e sopratutto, per raccontare agli altri con chi sono, dove sono e cosa stanno facendo.

Gli psicologi dell’Università di Milano hanno descritto come più estroverse le persone che si fanno selfie, al contrario di quelle che non se li fanno: si dimostrano in fatti più ed estroverse, più inclini a rapporti sociali, più coscienziosi, cioè più caute e capaci di controllarsi, con la tendenza a pianificare le proprie azioni piuttosto che ad agire di impulso.

Una differenza da sottolineare è quella – per gli attenti osservatori giaà nota – tra selfie maschili e selfie femminili. Le donne sono decisamente più propense a scattarsi foto, e ne fanno infatti molte di più degli uomini. Poi sperano maggiormente di ricevere commenti positivi dagli amici sui social network ma temono anche di ricevere commenti negativi dagli altri più di quello che temono gli uomini.

[Credit: marieclaire.it]