sabato, 27 Aprile 2024

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Adriana Lima racconta la sconvolgente dieta degli Angeli di Victoria’s Secret

Il fatto che la materia prima su cui lavorare sia indispensabile non è opinabile. Dare, invece, tutto il merito al metabolismo veloce lo è, decisamente. “È questione di costituzione”, frignano le top models, esibendo fiere il proprio fisico asciutto e scultoreo e provocando istinti omicidi nelle donne e stupore e apprezzamenti negli uomini.

Adriana Lima, come altre sue colleghe hanno fatto in passato, disintegra questi luoghi comuni, dichiarando al Telegraph l’effettivo sacrificio a cui le modelle sono sottoposte. Un sacrificio insano, malato ed estenuante, giustificabile, forse, solo dal risultato.

Il duro percorso che porta, infatti, gli Angeli di Victoria’s Secret ad ottenere fisici perfetti, in occasione della sfilata di Novembre, inizia almeno quattro mesi prima. Un calcolo sulla massa grassa, già esigua, delle top models quantifica l’obiettivo da raggiungere e la dose di nutrienti necessari per realizzarlo. Un regime alimentare rigido, che le modelle devono associare ad un altrettanto rigida attività fisica.

Allenamenti di cinque ore, che diventano sempre più pesanti via via che ci si avvicina allo show, momento in cui anche l’alimentazione misurata, lascia spazio ai soli frullati proteici, sostituiti infine dal digiuno nelle quarantott’ore che precedono la sfilata e alla proibita assunzione di liquidi nelle ultime dodici ore.

Criticabile o condannabile, le top model lo accettano come parte integrante del proprio lavoro, descrivendola come una dieta ordinaria. Una regime alimentare che dieta non può definirsi, dal momento che questa, per etimologia, prevede un equilibrio nell’apporto di tutti i principi nutritivi.

Si gioca con il corpo, come si gioca con gli oggetti

ed è permesso quando a giustificarlo è il canone di bellezza imposto dalla società. Un canone che neanche il metabolismo più veloce della terra, potrebbe singolarmente soddisfare.

La regola dei 5 secondi trova conferma scientifica

Credit: pazienti.it

Sarà capitato ad ognuno di noi, almeno una volta nella vita, di rovesciare per terra una bevanda o di far cadere un alimento. E la classica domanda che subito viene in mente è: posso mangiarlo o meglio buttarlo via? Con i liquidi il problema ovviamente non si pone, a meno che non si sia un cane o un gatto.

Per gli alimenti invece una delle tante leggende metropolitane circolanti vuole che il cibo caduto in terra si possa consumare a patto che non si facciano passare più di 5 secondi dal suo impatto col suolo. La famosa “regola dei 5 secondi” o “Five seconds rule” per dirlo all’inglese.

Quella che finora era stata considerata da molti come una sciocchezza o una diceria ha ora invece, almeno in parte, trovato una conferma scientifica. Un autorevole studio compiuto dai ricercatori dell’Università di Aston, a Birmigham, nel Regno Unito, ha messo in luce come i germi non attacchino immediatamente l’alimento caduto, ma debba passare un certo lasso di tempo affinchè ciò accada.

I vari esperimenti sono stati compiuti su differenti tipologie di vivande, come pasta, biscotti, pane e dolci, lasciati cadere su pavimenti con mattonelle, lisci, ruvidi o con tappeti e moquette. E i risultati hanno parzialmente dato ragione alla diceria popolare.

Gli studiosi hanno infatti osservato che, in base al cibo e al tipo di terreno su cui esso si trova a giacere, i batteri, come l’escherichia coli e lo staffilococco, impiegano da 3 secondi a mezzo minuto per aggredire gli alimenti caduti in terra. Questo per quanto riguarda i cibi secchi, mentre per le bevande i tempi si accorciano ancora di più.

Quindi niente drammi o paranoie se per sbaglio ciò che si sta per mangiare non raggiunge la bocca e finisce invece sul pavimento. Ma la prontezza di riflessi rimane comunque fondamentale per non mettere a rischio la propria salute.

[Fonte:adnkronos.com]

L’insonnia in Italia colpisce 12 milioni di persone

Credit photo: www.huffingtonpost.it

Dormire poco la notte, e rendere ancora meno di giorno. Dormire troppo la notte, e rischiare di addormentarsi anche di giorno.

I disturbi del sonno sono davvero diversi tra loro, e colpiscono 12 mila italiani. A rivelarlo uno studio condotto dagli esperti dalla World Association of Sleep Medicine.
Nello specifico lo studio effettuato da questo team di esperti del sonno, ha stabilito che le problematiche più ricorrenti sono cinque.

L’insonnia cronica, colpisce maggiormente le donne.
Nel 50% dei casi questo disturbo del sonno è legato a situazioni di ansia, stress, o depressione.
Si tenta di contrariare tale disturbo attraverso l’assunzione di farmaci ad azione sedativa. Questo però è un atteggiamento errato nei confronti della causa che, in realtà, è di natura differente (ansia, stress, depressione), bisognerebbe quindi optare per l’utilizzo di farmaci a basi di dopamina che agisce sulla condizione mentale di chi ne fa uso.

Altro disturbo a colpire per la maggiore l’emisfero femminile è detto Mioclonia Ipnica.
Comunemente conosciuta come la sindrome delle gambe senza riposo questo tipo di disturbo, che colpisce il 2% della popolazione, interrompe il sonno conseguentemente a spasmi muscolari che, seppur lievi, si ripetono ogni 30-40 secondi.

Il 3\4% della popolazione infantile è, invece, colpito da sonnambulismo, detto altrimenti parasonnia. Solitamente questo tipo di disturbo tende a svanire con la crescita del bambino, ma è comunque una situazione da tenere sotto controllo, lasciandosi consigliare da uno specialista, soprattutto in casi che si ripetono 2\3 volte l’anno.

Negli uomini, invece, resta alta la percentuale di coloro che soffrono di apnee morfiche ostruttive, ben il 4% a confronto del 2% nelle donne. Diverse conformazioni fisiche come una mandibola molto piccola, abitudini scorrette come il fumo, o problematiche relative al sovrappeso, conducono al restringimento delle prime vie aeree con un conseguente scarso apporto di ossigeno. Questo implica che il sonno venga disturbato dal russare durante la notte.

In modo nettamente opposto a quello che è il mondo dell’insonnia, vi è invece l’ipersonnia. Questo disturbo colpisce il 5% della popolazione e crea diversi scompensi. L’ipersonnia, infatti, riguarda quelle persone che al contrario dormono troppo e faticano a restare svegli in situazioni di ordinaria routine, anche durante la giornata.
Questo tipo di disturbo causa perdita della memoria, disorientamento, situazioni di nervosismo apparentemente inspiegabile, e una forte stanchezza che accompagna tutta la giornata.

Questi sono solo alcuni – i più frequenti – dei disturbi che la notte tengono 12 milioni di italiani lontani dalle braccia di Morfeo.

[Credit photo: www.uffingtonpost.it]

Estèe Lauder multata per la pubblicità ingannevole della sua crema antirughe

Estèe Lauder dovrà pagare una multa da quattrocentomila euro per la pubblicità ingannevole di una crema antirughe. In questa pubblicità, il funzionamento della crema in questione era paragonato all’efficacia di un trattamento di chirurgia estetica, come un laser o un lifting.

L’efficacia di una crema antirughe non può essere paragonata all’efficacia di un trattamento chirurgico di alcun tipo, ed è per questo che l’Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione tenutasi il 27 febbraio 2014, ha sanzionato per pubblicità ingannevole la società Estèe Lauder con due distinti provvedimenti.

Il primo riguarda la linea di prodotti Repairwear Laser a marchio Clinique. Negli spot, diffusi non solo in televisione, ma anche su internet, sui giornali e sulle confezioni dei prodotti, viene effettuato un raffronto tra i risultati ottenibili con questi cosmetici e quelli legati a un trattamento di medicina estetica.
In particolare il perito incaricato dall’Autorità ha affermato che le due percentuali di miglioramento antirughe proposte nella pubblicità erano rilevate in ambiti non omogenei.
Il confronto su questo campo spingerebbe i consumatori all’acquisto del prodotto, ma l’Antitrust ha stabilito l’inadeguatezza dei messaggi pubblicitari, che non potranno più essere trasmessi.

Estèe Lauder multata per la pubblicità ingannevole della sua crema antirughe

Il secondo procedimento, invece, coinvolge direttamente il gruppo L’Oreal, che si assume l’impegno, nei confronti dell’Autorità, di evitare, nell’ambito di future campagne pubblicitarie di tutti i propri prodotti cosmetici, qualsiasi raffronto tra l’efficacia degli stessi e i trattamenti di natura medica e chirurgica.
L’Oreal, inoltre, provvederà a modificare le varie campagne pubblicitarie e le confezioni dei prodotti appartenenti alla Revitalift Laser X3. Nelle prossime pubblicità verrà eliminato non solo il riferimento al trattamento laser, ma anche i vanti relativi alle percentuali di miglioramento della pelle e sui tempi necessari per ottenerlo.
L’Antitrust ha, dunque, accettato gli impegni di L’Oreal e probabilmente la pubblicità diffusa in Italia per reclamizzare i prodotti in questione potrà risultare differente rispetto agli spot per l’estero.

Prendersi cura della propria pelle fa bene, ma l’importante è ricordare che l’infallibile siero anti-età, come ormai dovremmo aver capito, proprio non esiste. Accettiamoci così, con quella ruga e quelle imperfezioni che ci caratterizzano.