venerdì, 5 Dicembre 2025

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Le terapie anti-età potrebbero mettere a rischio la salute

Rinunciare al candore della giovinezza è un’ardua impresa per ogni donna, soprattutto quando i primi segni del tempo iniziano a rendersi visibili. Make-up, creme e prodotti vari, sembra non riescano a mantenere le promesse fatte e così sempre più numerose sono le signore che intraprendono percorsi medici volti a rallentare il tempo che fugge.

L’Albert Einsten College of Medicine di New York suona l’allarme proprio sulle cure ormonali anti-età, attraverso uno studio che ne accerta le pessime ripercussioni sulla salute. Riduzione dell’effetto delle naturali difese dell’organismo e conseguente maggiore vulnerabilità alle malattie, rendono queste terapie dannose e rischiose per la vita.

Gli ormoni abitualmente somministrati sono l’ormone umano della crescita (HGH), che permette al corpo di sviluppare un altro ormone chiamato fattore di crescita insulino-simile (IGF-1), e il dehydroepiandrostersone (DHEA). Già precedenti studi avevano individuato effetti collaterali dannosi nell’uso di HGH, estrogeni e altri ormoni, con conseguenze come cancro, problemi articolari e malattie cardiovascolari.

Lo studio newyorkese ha oggi accertato che bassi livelli di IGF-1 costituirebbero in realtà un vantaggio, dal momento che la percentuale ridotta di questo ormone, era presente negli individui, esaminati nelle sperimentazioni, più longevi.

La dottoressa Sofiya Milman, autrice principale dello studio, ha dichiarato: “Alla luce delle prove scientifiche, sufficienti valori di HGH nelle persone di mezza età, offrono benefici anti-invecchiamento a lungo termine, e i ridotti livelli dell’ormone della crescita possono effettivamente proteggere gli anziani dalle malattie dell’invecchiamento e dai rischi legati all’uso di HGH come strategia anti-invecchiamento, che si mostrano di gran lunga superiori ai potenziali benefici”.

Chiaro il messaggio degli scienziati:

si può vivere con una ruga sulla fronte, non si può vivere senza vita.

Stop al fumo anche nei luoghi aperti

In Italia, la legge antifumo del 16 gennaio 2003 n. 3, detta anche legge Sirchia, dal nome del suo promotore Girolamo Sirchia, entrata in vigore il 20 gennaio 2003, limitava la possibilità di fumare negli spazi pubblici e sui posti di lavoro.

Adesso, il Consiglio dei Ministri ha varato un disegno di legge, che entrerà in vigore il 15 aprile 2014, proposto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che prevede il divieto di fumo nei luoghi aperti. Infatti, non si potrà più fumare liberamente nei luoghi all’aperto, come parchi pubblici, giardini, strade delle città, spiagge e stadi e in quelli parzialmente aperti come portici e gallerie commerciali. Gli unici luoghi che rimarranno indenni dal divieto saranno le residenze private e le sale fumatori.

Questa scelta è stata fatta seguendo l’articolo 32 della Costituzione, in cui la Repubblica deve tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Il divieto di fumare nei luoghi pubblici ha contribuito a ridurre le nascite premature e gli attacchi d’asma dei bambini. Questi dati incoraggianti hanno permesso di arrivare a questa legge, che magari per i fumatori sembrerà un pò eccessiva, ma in definitiva darà ottimi risultati contro l’inquinamento da fumo passivo e quindi dalle conseguenze di ciò.

Questa iniziativa persegue l’obiettivo di educare tutti, e soprattutto i giovani, ad un comportamento sano e corretto al fine di prevenire la precoce acquisizione del vizio del fumo e di facilitarne la perdita per coloro che già ne stanno sperimentando gli effetti negativi. Dal punto di vista epidemiologico risulta che l’età più a rischio per iniziare a fumare è proprio
quella del passaggio dalle scuola medie alle superiori.

Come da disposizioni delle leggi vigenti, i trasgressori dei divieti saranno soggetti
a sanzioni amministrative col pagamento di multe, dai 100 ai 2000 euro. I Sanzionatori o “vigili urbani delle sigarette” avranno una bella gatta da pelare, visto che saranno anch’essi sanzionati, nel caso non ottemperino nel modo corretto al compito assegnato.

Staremo a vedere.

Leggere il pensiero adesso è possibile

credit: www.dailymail.co.uk

La lettura del pensiero è da sempre uno dei grandi sogni dell’uomo. Il cervello umano è una macchina perfetta che ha bisogno di essere studiata ed esplorata in tutte le sue infinite sfaccettature.

scansione cervello

Alcuni scienziati di Yale hanno utilizzato degli scanner cerebrali, attraverso sofisticati software di scansioni fMRI, per individuare e ricostruire i volti che le persone stanno, in quel momento, pensando nelle loro menti. Questo esperimento si basa su altri precedenti, in cui i ricercatori sono stati in grado di capire se le persone stavano guardando una spiaggia o una città, sempre attraverso scene di scansioni.

Questa scoperta innovativa potrebbe essere utilizzata dalla polizia per identificare i criminali dai cervelli dei testimoni, creando e-fits semplicemente pensando al volto della persona. Inoltre potrebbe aiutare a ricostruire i sogni.

Si tratta di una forma di lettura della mente“, ha detto Marvin Chun, professore di Psicologia, scienze cognitive e neurobiologia e autore del documento pubblicato sulla rivista Neuroimage.

Uno degli Studenti di Chun, Alan S. Cowen, si è posto la domanda se fosse o no possibile ricostruire un volto umano da modelli di attività cerebrale. Il compito è stato arduo, poichè i volti delle persone sono più simili tra di loro rispetto agli edifici. “Noi percepiamo i volti ad un livello maggiormente dettagliato, rispetto alle altre cose“, ha detto Cowen.

Il team ha lavorato con il finanziamento dall’ufficio di Yale Provost, utilizzando sei soggetti. I dati ottenuti sono stati utilizzati per creare una sorta di biblioteca statistica delle modalità in cui i cervelli hanno risposto alle singole facce. Le immagini ricostruite erano abbastanza buone per i ricercatori per capire quale volto veniva guardato da una selezione di 600.

Cowen ha sottolineato che l’accuratezza di queste ricostruzioni facciali aumenta con il tempo. Questa tecnica può essere utilizzata come strumento di ricerca, ad esempio per studiare come i bambini autistici rispondono alla visione delle facce. Inoltre Chun ha sottolineato che se non avesse avuto delle basi solide per questo grande esperimento, che magari poteva apparine come un’ottima plot per un romanzo, non avrebbe mai ricevuto i finanziamenti esterni.

Questa metodologia rappresenta, non solo un approccio nuovo e promettente per indagare la percezione del viso, ma suggerisce anche strade per ricostruire ‘offline’ esperienze, tra cui sogni, ricordi e immaginazione, che sono principalmente rappresentati in aree corticali di più alto livello. In pratica, un sogno ad occhi aperti.

Bellabeat: l’app per ascoltare il battito del bambino

credit: www.mashable.com

Bellabeat è la nuova innovativa applicazione per smartphone, che consente alle future mamme di ascoltare il battito cardiaco del nascituro e tenere traccia dei progressi del loro bambino nel grembo materno.

Questo sistema Connected Bellabeat include un monitor della frequenza cardiaca fetale e permette di future mamme di entrare in sintonia con il battito cardiaco del loro bambino e registrare i suoni. Traccia anche i dati importanti sullo stato di avanzamento del bambino, tra cui battiti al minuto, il numero di volte in cui i calci del bambino e il peso del feto in crescita.

Inoltre, ha anche la capacità di monitorare lo stato d’animo della madre, registrando i suoi sentimenti durante la gravidanza, registrando note sull’app. Una volta al mese, le utenti saranno invitate a rispondere a due domande sui loro sentimenti e stati d’animo generale e se l’applicazione rileva, ad esempio, sintomi che indicano i primi segni di depressione, incoraggia l’utente a parlare con il medico.

Bellabeat dispositivo

L’applicazione offre anche una piattaforma sociale chiamata BellaBeat globale, dove le donne in gravidanza possono interagire tra di loro, scambiandosi esperienze e condividendo informazioni per creare un vero e proprio diario gravidanza.

Il co-fondatore di Bellabeat, Urska Srsen ha detto “L’ascolto del battito cardiaco del nascituro è stata la caratteristica originale. Tutte le altre sono state aggiunte intorno a questa. Ci sono tonnellate di siti web per la gravidanza e applicazioni per smartphone sul mercato, ma le donne non hanno il tempo di interpretare tutte queste informazioni in termini di stile di vita”. Srsen non ha sviluppato Bellabeat da sola, ma con il matematico Sandro Mur e la dottoressa Tanja Premru, rinomata specialista di ostetricia e ginecologia, specializzata in medicina materno-fetale.

Il sistema è stato disponibile per poco più di un mese ed è già stato acquistato da circa 3.000 clienti, 200 dei quali sono genitori in attesa nel Regno Unito. Bellabeat adesso è ricercato da professionisti della salute, dopo aver sentito ottime recensioni, quindi la società ha ben pensato di lanciare un servizio di abbonamento per le cliniche di maternità e per i professionisti negli Stati Uniti.

La Srsen ha aggiunto che ci sarà l’aggiunta di nuovi dispositivi di localizzazione che funzioneranno con l’app per consentire il monitoraggio della pressione del sangue, dell’aumento di peso e di zucchero nel sangue durante la prima fase della gravidanza.

L’importanza finale del sistema Connected Bellabeat risiede nel suo obiettivo di portare strumenti ottimali per il controllo della gravidanza direttamente da casa e per iniziare i futuri genitori all’utilizzo di strumenti digitali, puntando a ridurre i costi sanitari e migliorando l’esperienza complessiva delle future mamme e dei futuri papà.

L’App Bellabeat si può scaricare su iOS gratuitamente e sullo store Android, con una versione completa prevista per l’estate, sarà disponibile una versione beta.