sabato, 6 Dicembre 2025

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Anemia sideropenica: cos’è, come riconoscerla, cosa fare

Anemia sideropenica

Anemia sideropenica: di cosa si tratta?

E’ una carenza di ferro che è un elemento molto importante per il buon funzionamento dell’organismo e della nostra salute.

Nel caso di questa tipologia anemica, prima si ha la carenza del ferro per cui vengono sfruttate le riserve di tale elemento (sideropenia), se non curata, esaurite le scorte, subentra l’anemia vera e propria.

Questa anemia, detta sideropenica, determina un’insufficiente produzione di globuli rossi (in caso di anemia il livello di emoglobina, molecola contenuta nei globuli rossi e adibita al trasporto dell’ossigeno, è inferiore ai valori minimi normali).

Come sappiamo di avere l’anemia sideropenica?

Attraverso questi segnali:

  • pallore
  • perdita dei capelli
  • astenia
  • dispnea
  • unghie fragili
  • facilità verso le lesioni cutanee
  • tachicardia
  • palpitazioni
  • difficoltà di concentrazione
  • minor tolleranza al freddo
  • infiammazione delle mucosi orali (stomatite e glossite)

Quali sono le cause dell’anemia sideropenica?

Fra le cause del disturbo identifichiamo:

  • flusso mestruale abbondante
  • gravidanza
  • perdite di sangue del tratto gastrointestinale

Inoltre vanno presi in considerazione i valori di:

  • emoglobina
  • ferritina
  • recettore stabile della transferrina (sTFR)

Cosa fare in caso di anemia sideropenica?

E’ sicuramente necessario modificare la dieta in modo da aumentare l’apporto di ferro. Quindi è consigliato incrementare il consumo di:

  • carni rosse
  • carni bianche
  • pesci come tonno, merluzzo, salmone
  • frattaglie
  • mitili
  • ostriche
  • uova
  • cacao fondente
  • legumi (ceci, fave, fagioli e lenticchie)
  • i vegetali a foglia verde
  • frutta secca

Questi cibi devono preferibilmente essere accompagnati da fonti di vitamina C che favoriscono l’assorbimento del ferro (kiwi, spinaci, agrumi, prezzemolo, broccoli, lattuga etc).

Non associare invece a questi alimenti quelli ricchi di tannini (tè, caffè, cioccolato, vino, alcune erbe) che riducono l’assorbimento del ferro. Idem per i cibi ricchi di calcio.

Nel caso in cui questo non basti si dovrà provvedere alle somministrazioni per via orale di sali ferrosi o ferrici.

Si ricorre alla somministrazione di trasfusioni, per via parentale, solo nei casi gravi con malformazioni genetiche.

http://116.203.40.97/bicchiere-di-acqua-al-mattino-i-benefici-per-lorganismo-90040.html

Brividi senza febbre: la psicosi del West Nile

Brividi senza febbre

Brividi senza febbre: oddio sarà mica il West Nile?

Non conoscete il nuovo virus che miete vittime in Italia?

Passata la fobia della meningite ecco che scoppia il caso della febbre del Nilo. Ed è subito psicosi.

Il West Nile e i brividi senza febbre

Si sono verificati alcuni casi di febbre del Nilo in Emilia e in Friuli ed a Pregnana Milanese.

Un uomo, in Lombardia, si è recato in ospedale in quanto riscontrava difficoltà a respirare, le sue condizioni si sono aggravate e dagli esami è emerso che si trattava proprio del West Nile.

Il secondo cittadino del rhodanese ha, invece, contratto l’infezione durante una vacanza a Marina di Massa, ha rilevato cali visivi seguiti da un’encefalite.

A Udine sarebbero stati infettati un umo di 34 anni e anche una ragazzina di 15, anche se il caso del primo risale alla metà di luglio nonostante solo adesso siano arrivati i risultati delle analisi di laboratorio che confermano come anche il suo possa classificarsi tra i casi di febbre del Nilo.

In provincia di Ferrara, è morta un’anziana donna di 88 anni che aveva contratto il virus West Nile.

Luigi Nicolardi, direttore del dipartimento di Prevenzione Ulss 4 ha spiegato che: “Il virus può essere molto pericoloso. Nelle persone anziane, può causare gravi forme di meningoencefalite“.

L’esperto dell’Ulss è stato interpellato dal sindaco di Jesolo: “Abbiamo chiesto di intensificare la disinfestazione, ma occorre sensibilizzare i cittadini, perché quello che fiacciamo vale solo per gli ambienti pubblici. Attenzione a non lasciare l’acqua morta quando si innaffiano i fiori, a mettere pastiglie nei tombini, e soprattutto a coprirsi la sera”.

La regione Veneto, già a luglio, era stata la prima protagonista della psicosi: “Il sistema sanitario è in grado di riconoscere prontamente la malattia ed erogare cure efficaci quando un paziente si presenta con determinati sintomi“.

West Nile, i brividi senza febbre sono un sintomo?

A trasmettere la febbre del Nilo è la Culex quinquefasciatus, una zanzara.

Il periodo di incubazione per la febbre del Nilo occidentale varia dai 2 ai 15 giorni circa.

I sintomi sono:

  • brividi senza febbre,
  • febbre moderata,
  • malessere generalizzato,
  • diminuzione dell’appetito,
  • nausea,
  • mal di testa,
  • dolore oculare,
  • mal di schiena,
  • dolori muscolari,
  • tosse,
  • eruzioni cutanee,
  • diarrea,
  • linfonodi ingrossati,
  • difficoltà a respirare

Nelle forme più gravi si presentano:

  • febbre elevata,
  • encefalite,
  • meningite,
  • mal di testa severo,
  • debolezza e paralisi flaccida,
  • sintomi gastrointestinali,
  • disorientamento,
  • tremori,
  • convulsioni,
  • coma,
  • eruzioni cutanee su tronco, collo, braccia o gambe,
  • atassia (progressiva perdita della coordinazione muscolare)

Non esistono vaccini o trattamenti specifici.

Si raccomanda di usare rimedi repellenti contro gli insetti, in modo da prevenire un’eventuale puntura da parte di insetti portatori del virus.

Inoltre evitare in zone a rischio il contatto con animali deceduti e di prevenire la proliferazione delle zanzare limitando le superfici umide.

Medusa rimedi ustioni: cosa fare

Medusa rimedi ustioni

Medusa rimedi ustioni: cosa fare?

Può capitare di essere in acqua ed essere accarezzati dai lunghi tentacoli urticanti delle meduse.

Un incontro poco piacevole.

Sapete come affrontarlo?

Medusa rimedi ustioni: cosa fare

Carine le meduse ma meglio non toccarle!

Quei lunghi e trasparenti tentacoli iniettano un liquido urticante e le punture sono davvero molto dolorose.

Quindi se siamo in acqua e la medusa ci colpisce avvertiremo subito bruciore e prurito.

Ecco cosa fare:

  1. niente panico, la tossina urticante accentua il suo effetto
  2. uscire dall’acqua
  3. lavare la puntura con acqua di mare

Non esporsi ai raggi solari. Non grattarsi e non strofinare nulla sopra la puntura.

Non risciacquare con acqua dolce poichè sembra che contribuisca alla rottura delle piccole sfere che contengono il liquido urticante.

Se dopo aver subito la puntura di medusa ti senti confuso, respiri con difficoltà, avverti vertigini, mal di testa, nausea, vomito o si gonfiano anche altre parti del corpo, chiama il 118 perché potrebbe verificarsi uno shock anafilattico.

Se si viene colpiti in zone come viso, occhi e bocca correre al pronto soccorso senza toccare né applicare nulla.

Medusa rimedi ustioni: rimedi naturali

  • impacchi di acqua e bicarbonato, per le sue proprietà disinfettanti
  • aceto bianco, perché riduce il dolore e inibisce il veleno
  • utilizzare un gel astringente al cloruro di alluminio, per il suo potere di ridurre il dolore e bloccare la diffusione del veleno
  • sono consigliate pomate naturali a base di calendula
  • l’aloe è specifica per la guarigione di ustioni e ferite, bisogna stendere sulla puntura un generoso strato di gel e lasciarlo agire
  • olio essenziale di lavanda, qualche goccia miscelata ad olio di mandorle. Si applica sul punto dolorante, è rilassante e cicatrizzante

La credenza popolare vuole che urinando sopra la puntura si allievi il dolore. No, è inutile. Evitare l’ammoniaca in generale.

I giovani non fanno il test HIV – e il rischio di contagio aumenta

test HIV

contagio

Oggi si parla poco di HIV e AIDS e molti giovani sottovalutano il rischio di contagio, ma la prevenzione e la diagnosi tramite test HIV sono fondamentali.

Negli anni in cui il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) è stato scoperto, la consapevolezza del rischio del contagio è dilagata, insieme al panico di ammalarsi. Le persone si sottoponevano al test HIV e limitavano le situazioni a rischio per non contrarre il virus. Alla TV non si parlava d’altro e innumerevoli erano gli spot che invitavano le persone alla prudenza.

In effetti i primi anni dopo la scoperta sono stati terribili e chi contraeva l’HIV difficilmente aveva una prognosi rosea. Le prime cure iniziarono ad arrivare, ma avevano spesso degli effetti collaterali terribili ed erano ancora numerosi i morti per AIDS (lo stato avanzato dell’infezione da HIV).

Con il passare degli anni la situazione è decisamente migliorata. Gli esperti hanno scoperto molte più cose sul virus dell’HIV, le terapie sono migliorare e, ad oggi, questa pur se terribile infezione è ormai considerata uno stato cronico, non più mortale.

Allo stesso tempo, le persone hanno iniziato ad avere meno paura. Si parla sempre meno di HIV e AIDS e questa è una nota negativa nella lotta a questa piaga. Oggi molti giovani non hanno la stessa percezione del rischio di 20 anni fa, non prendono quindi le giuste precauzioni e non fanno il test HIV. E il contagio nelle persone sotto i 30 anni è purtroppo in aumento.

Prevenzione e diagnosi con il test HIV: dagli USA all’Italia

Negli Stati Uniti, i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) consigliano di sottoporre al test HIV tutte le persone sessualmente attive dai 15 anni. Nonostante questa raccomandazione, sembra che solo l’1% delle persone si sottoponga al test, ma è proprio tra i giovanissimi di oltreoceano che il contagio è maggiore (sembra che il 40% delle nuove diagnosi sia composto da persone al di sotto dei 29 anni).

Tra tutti i malati di HIV negli Stati Uniti, circa il 15% vive con l’infezione senza esserne consapevole. Sembra che il problema principale sia, come avevamo anticipato qui sopra, la mancata percezione del rischio corso.

test

La situazione in Italia

La situazione nel nostro paese non è molto diversa da quella statunitense. La buona notizia è che in generale, i contagi dell’HIV sono diminuiti rispetto al passato, ma sono proprio i giovani che invece hanno visto un incremento di infezioni da questo virus.

Ovviamente anche nel Bel Paese c’è una percezione del rischio più bassa rispetto al passato e questo non vale solo per l’HIV, ma per tutte le malattie sessualmente trasmissibili. Secondo un articolo di qualche mese fa, il maggior rischio di contrarre questo tipo di infezioni è favorito dalla facilità di fare nuovi incontri a livello sessuale tramite internet.

A questo proposito, non molto tempo fa un servizio de Le Iene ha parlato di un episodio a dir poco raccapricciante. Un uomo di 35 anni sieropositivo da 11, è stato incriminato per aver avuto intenzionalmente rapporti non protetti con oltre 200 persone (donne, uomini e trans, conosciuti soprattutto su internet). L’uomo è anche sotto inchiesta per omicidio colposo della sua compagna, morta di AIDS l’anno scorso (con cui stava da anni).

Ovviamente l’uomo è colpevole di un reato grave e verrà condannato per questo. Quello che preoccupa però è il numero di persone che possono essere state contagiate da lui in 11 anni che a loro volta, inconsapevolmente, possono aver trasmesso il virus ad altri partner.

È veramente importante eseguire un test HIV quando c’è stato un purché minimo rischio di contagio, per evitare che quella che è già un’epidemia possa diffondersi ancora di più.

test in casa

Come eseguire il test HIV

L’unico modo per scoprire se si è sieropositivi è tramite un test HIV. In generale, è necessario andare presso un centro di analisi e richiedere di fare il prelievo per la ricerca degli anticorpi all’HIV nel sangue.

Il test HIV benché si chiami così, non rileva infatti il virus stesso, ma gli anticorpi che vengono creati da un organismo contagiato. Ogni organismo ci mette un determinato tempo per creare tali anticorpi e, per questa ragione, non è possibile fare questo tipo di test i giorni subito successivi al sospetto contagio.

La cosa più saggia da fare è aspettare almeno un mese e nel frattempo usare le dovute precauzioni per, nell’evenienza, non trasmettere il virus ad altre persone. È anche vero però che il tempo in cui gli anticorpi vengono creati (chiamato ‘periodo finestra‘) non è uguale per tutti. Quindi, se il primo test dopo un mese dal sospetto contagio dovesse essere negativo, è consigliato ripetere un test HIV anche dopo altri 2 mesi.

Il metodo tradizionale del test prevede un semplice prelievo di sangue che poi viene analizzato in laboratorio e il risultato si riceve entro 2/3 giorni. Da qualche anno inoltre esiste la possibilità di eseguire il test HIV a casa.

Fare il test HIV a casa

Poter fare il test HIV a casa è un agevolazione per tutta quella categoria di persone che, differentemente, non si sottoporrebbero al normale esame. Cercando online del autotest HIV prezzo e modalità di esecuzione, si riescono a capire i vantaggi che hanno portato ad usare sempre più questo metodo diagnostico casalingo.

HIV

Le persone che facilmente non vogliono dare spiegazioni sul perché necessitano fare questa analisi, possono ordinare online il kit per eseguire a casa il test rapido per l’HIV che è molto semplice da fare. I prezzi orientativamente si aggirano sui 30€, è necessario assicurarsi che siano prodotti a marchiatura CE e il risultato è pressoché immediato.

La modalità di esecuzione è talmente semplice che anche i più giovani possono eseguire il test HIV senza problemi, per così iniziare a prendere le dovute precauzioni e non far dilagare ancora di più questa infezione che, pur non essendo più una condanna a morte certa, rimane una condizione cronica a vita.