Ognuno di noi ha un suo particolare modo di prendere sonno e dormire, ed è proprio tramite la posizione che assumiamo di notte che riusciamo a scoprire il nostro stato emotivo.
Osservandoci di più e con più attenzione in questi momenti, anche se siamo assonnati e in dormiveglia, possiamo avere una maggiore consapevolezza di quello che siamo e della nostra personalità
Di notte, nessuno ci dà le “istruzioni per l’uso”, per questo è il nostro inconscio a prendere il sopravvento. Da recenti studi è emerso infatti che proprio dietro il nostro modo di dormire si cela la nostra parte più intima, più vera, il nostro vissuto e le nostre emozioni.
Cerchiamo di riassumere brevemente le posizioni più comuni.
1. Accoccolata
Chi dorme in questa posizione ha le braccia piegate e le ginocchia raccolte, ed è una posa tipica di persone ansiose, particolarmente inclini a rimuginare sulle cose, sensibili e timide.
La posizione accoccolata ricorda quella fetale: c’è una sorta di nostalgia del grembo materno, il bisogno di raccogliersi in un bozzolo per isolarsi dal mondo esterno. Chi assume questa posizione è una persona emotivamente fragile e bisognosa di protezione.
Parola chiave timidezza.
Esercizio per migliorarsi: prima di andare a dormire, impegnati a pensare a cose belle e positive (rapporti piacevoli con la gente, prosperità ecc.) in modo da “attirarle” nei sogni.
2. Posizione sul fianco
Chi dorme in questa posizione ha le braccia lungo i lati e le gambe tese, ed è una posa tipica delle persone socievoli e tranquille.
Si tratta di persone a cui piace stare in compagnia e fidarsi anche degli estranei, fino a dimostrarsi in alcuni casi ingenui; persone a cui piace essere sé stessi, onesti senza nascondersi dietro maschere.
Parola chiave fiducia.
Esercizio per migliorarsi: nei prossimi giorni impegnati ad essere più calcolatore, va bene essere persone socievoli, ma attenzione alle truffe.
3. Posizione supina
Chi dorme in questa posizione è sdraiato a pancia in su, la schiena appoggiata sulla superficie; è la posa tipica di una persona che risulta molto sicura di sé, riservata e che non ama la confusione.
Incapace di lasciarsi andare, chi dorme così ha una personalità molto forte, in grado di mantenere il massimo controllo sulle proprie emozioni, pretende molto da sé stessa e dagli altri.
Parola chiave arroganza.
Esercizio per migliorarsi: nei prossimi giorni impegnati a non controllare le tue emozioni, abbandonati alle sensazioni e ascolta quello che il tuo corpo ha da comunicarti.
4. Posizione prona
Detta anche “a caduta libera” chi dorme in questa posizione riposa a pancia in giù e denota insicurezza e paura di perdere il controllo. Si tratta di una persona molto precisa e meticolosa, talvolta ripetitiva. Nonostante l’apparenza socievole ed esuberante è molto schiva e timorosa dei confronti e delle critiche.
Parola chiave precisione.
Esercizio per migliorarsi: attenzione a non prefissarvi obiettivi e standard comportamentali quasi impossibili.
Se qualche volta si fallisce, sospendete il giudizio su voi stessi, ricordate che il fallimento è sempre temporaneo. Nei prossimi giorni socchiudete gli occhi e abbandonatevi al caos che avete dentro.
Le donne, molto più che gli uomini, sono soggette a sbalzi d’umore, periodi di crisi e di malessere generale, che spesso portano anche ad uno stato di depressione.
Con i ritmi frenetici che caratterizzano la vita quotidiana, si ha sempre meno tempo da dedicare a se stesse.
Per noi donne, poi, è molto più difficile staccare la spina, perchè i problemi quotidiani dominano i nostri pensieri anche quando cerchiamo di rilassarci.
Ci possono, però, essere diverse soluzioni a questo. Pare infatti che bastano solamente 14 giorni per imparare a stare bene con se stesse e ad amarsi un po’ di più.
Giorno 1: Ama te stessa credits: http://www.cosmopolitan.it/
Ti sembra impossibile imparare ad apprezzarti come meriti? Ecco un esercizio molto semplice: ti serve solo carta e penna. Yasmin Trollope, fondatrice del blog The Happiness Cocktail, consiglia di scrivere una lista di tutte le cose che ci piacciono di noi e di aggiornarla man mano che ce vengono in mente delle altre. Ci assicura che questo esercizio aumenti del 25% il tasso della felicità nelle persone.
Perchè ricorda: sei sempre meglio di ciò che pensi.
Giorno 2: Fai del bene credits: http://www.cosmopolitan.it/
“La felicità viene più dal dare che dal ricevere“. Nessuna frase potrebbe esprimere il concetto in modo così chiaro, come quella pronunciata da Timothy Sharp, membro dell’Happiness Institute. Aiutare gli altri non farà stare bene solo coloro che hanno bisogno, ma anche (e forse di più), te stessa. E non si sta parlando solo di grandi gesti, ma di un semplice complimento fatto col cuore ad un amico o ad una persona che apprezziamo.
Giorno 3: Canta a squarciagola credits: http://www.cosmopolitan.it/
Chi non ha mai cantato sotto la doccia? Fregatene se gli altri si lamentano perchè sei stonata: cantare le canzoni del tuo artista preferito non può che farti del bene. Le ricerche mostrano come la musica renda attive le stesse zone che riguardano il cibo e il sesso, che sono, ovviamente, quelle legate alla felicità.
Giorno 4: Fai movimento Credits: http://www.cosmopolitan.it
Non bisogna per forza diventare dei fanatici dello sport o arrivare ad avere l’ossessione del proprio aspetto. Fare movimento e dedicarsi all’attività che ti piace di più, non avrà conseguenze positive solo sul tuo fisico ma, soprattutto, sulla tua salute. E’ importante praticare sport ogni giorno e dedicare almeno 21 minuti al movimento. Essere in forma ti farà sentire più sicura di te stessa, più sexy e piena di energia, così da avere meno possibilità di entrare in depressione.
Giorno 5: Ritaglia del tempo per ciò che ti piace credits: http://www.cosmopolitan.it
Hai un sogno nel cassetto? Un progetto che avresti voluto portare a termine? E’ giunto il momento di farlo, senza continuare a rimandare. E’ importante concentrarsi su qualcosa e avere un obiettivo da raggiungere. Ti impedirà di pensare alle preoccupazioni e capire che, in fondo, sei in grado di portare avanti qualcosa.
Giorno 6: Cerca di stare all’aria aperta credits: http://www.cosmopolitan.it
Quando qualcosa non va, quando le pressioni sono troppe, esci di casa. Non importa dove vai, ma esci e immergiti nella natura. Passeggia nel parco, corri, vai al mare. Yasmin Trollope addirittura consiglia di toccare terra: toccare il suolo ci riporterà immediatamente al tempo presente.
Giorno 7: Cerca di non paragonarti agli altri credits: http://www.cosmopolitan.it
Anche il Journal of Personality and Social Psychology lo dice: l’umore delle persone è influenzato dai paragoni che fanno con gli altri. Non temere che gli altri possano essere migliori di te e cerca di non entrare in competizione con nessuno. Concentrati solamente sui tuoi obiettivi e su cosa fare per raggiungerli.
Giorno 8: Impara a perdonare credits: http://www.cosmopolitan.it
La maggior parte delle volte la cosa migliore da fare dopo un torto subito non è quella di arrabbiarsi, bensì di perdonare. E questo non vuol dire essere deboli ma essere abbastanza intelligenti da lasciar correre. Inoltre, questo ha conseguenze positive anche sulla salute. Secondo uno studio condotto dal Journal of Behavioral Medicine, al perdono sono associati battiti cardiaci più lenti e una pressione più bassa. Se impari a perdonare sarai più rilassata, più forte e sicuramente meno stressata. Conviene, no?
Giorno 9: Premiati credits: http://www.cosmopolitan.it
Quando ti tocca fare qualcosa contro voglia, prova a fissarti una ricompensa. Dopo aver fatto qualcosa che non ti piace o che ti causa uno stato di stress, prenditi del tempo per fare qualcosa che ami, come un bel giro per i negozi o un bagno rilassante.
Giorno 10: Pensa al peggio credits: http://www.cosmopolitan.it
È inutile far finta di niente e far credere che vada tutto bene. Guarda in faccia le tue paure e pensa al modo peggiore in cui possono andare le cose. Non vuol dire essere pessimisti, ma è solo pensando al peggio, che poi tutto ti sembrerà migliore di come te lo eri aspettata.
Giorno 11: Esci con le tue amiche del cuore credits: http://www.cosmopolitan.it
Si dice “pochi ma buoni” ed è proprio così. Anche secondo il Journal of Happiness Studies non c’è bisogno di avere chissà quali grandi compagnie, anzi, è anche più gratificante sapere di avere qualche amico molto stretto, su cui poter sempre contare.
Giorno 12: Divertiti con il tuo lui credits: http://www.cosmopolitan.it
Se hai un compagno non permettere che gli impegni quotidiani ti impediscano di passare del tempo con lui. Non rinunciare all’intimità e al sesso, vero e proprio tocca sana. Fare l’amore con la persona che ami è una delle cose che ti renderà più felice e gli effetti sul senso di felicità dureranno fino al giorno successivo.
Giorno 13: Fai il conto alla rovescia per gli eventi importanti credits: http://www.cosmopolitan.it
Si dice che l’attesa aumenti il piacere. Se ci fate caso, infatti, quando aspettiamo con impazienza un avvenimento, una volta che arriva lo viviamo ancora più intensamente. Quindi, prendi un calendario o un’agenda e man mano spunta i giorni che ti separano da ciò che aspetti, che può essere una vacanza, un concerto o un’uscita speciale.
Giorno 14: Non smettere di sorridere credits: http://www.cosmopolitan.it Sorridere resta il miglior modo per stare bene e per sentirsi più rilassati. Anche quando tutto sembra andare per il verso sbagliato, sorridi, nonostante possa sembrarti un sorriso triste e falso.
E, come diceva Jim Morrison, “sorridi anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste c’è la tristezza di non saper sorridere“.
È ovvio che non bastano dei consigli per sentirsi di colpo invincibili e non sarebbe nemmeno normale. I momenti no capitano a tutti e in vari momenti della vita. L’importante è non scoraggiarsi mai e pensare sempre alle cose belle che ci circondano e a quelle che ci danno la forza di andare avanti.
Essere medici negli Usa significa confrontarsi tante volte con persone affette da disturbi dovuti ad un’alimentazione del tutto scorretta come l’obesità e il diabete. Per questo, dal 2012, l’Università della Louisiana ha inaugurato all’interno della scuola di medicina il primo corso di cucina.
Tutto ha avuto inizio 3 anni fa quando l’University School of Tulane in Louisiana ha dato il via al primo esperimento chiamando un docente cuoco per gli studenti del primo e del secondo anno. Da allora la pratica si è sempre più diffusa tra i corsi di medicina e ad oggi sono quasi il 10% le università che negli Usa hanno adottato questo sistema.
Le motivazioni di questa scelta sono aiutare i futuri medici a prevenire i disturbi alimentari dei loro pazienti e poter, a loro volta, essere un esempio di buona nutrizione.
“Traduciamo i principi evidenti di una dieta salutare, come quella mediterranea, per la cucina americana” – è quanto afferma Tim Harlan, cuoco e medico all’interno del Goldring Center for Culinary Medicine. Il programma viene infatti strutturato in una parte teorica in cui si definiscono i principi base della dieta meditteranea e una pratica che integrino le definizioni già studiate ed ha la durata di due anni.
Mentre si pensa di completare gli studi del terzo ee quarto anno con corsi su malattie specifiche come l’insufficienza cardiaca, l’HIV e la celiachia per far si che i futuri medici possano migliorare sempre più le condizioni salutari dei loro pazienti.
C’è grande aspettativa soprattutto sui primi due anni che, secondo Harlan, potrebbero segnare un cambiamento epocale, rendendo i medici che assegnano questi piani di assistenza culinari talmente esperti da scrivere le ricette per la dieta al posto delle prescrizioni.
Dopo gli attacchi nel 10° e 11° arrondissement di Parigi, che hanno causato la morte di 127 innocenti, cresce l’allerta per i feriti e, in particolare, lo stabilimento francese del Sangue (l’etablissement français du sang) lancia un appello per la raccolta del sangue.
Il mondo si è stretto nel tricolore francese per gli attentati che ieri dopo le 22 hanno risvegliato la paura nel cuore di chi vive nella capitale, ma anche di tutte le persone del mondo. PeaceforParis è l’hashtag che sul web invoca pace e serenità, mentre i medici si mobilitano in una corsa contro il tempo per aiutare i feriti.
Sono 180 infatti le persone che hanno bisogno di essere medicate, di cui 80 sono attualmente in “urgenza assoluta”. Si sono così presto diffusi sui social gli hashtags #dondusang e #JedonnepourParis per invitare tutti i possibili donatori, di qualsiasi nazionalità nei pressi di Parigi, ma anche in tutta la Francia, a donare sangue per salvare la vita di chi ancora ha una speranza.
Per questo occorre andare sul sito dondusang.net e cercare il centro per la donazione del sangue più vicino a voi. In ragione di una forte affluenza, potrebbe essere necessario attendere: il sito è funzionante, occorre solo un po’ di pazienza.