lunedì, 7 Aprile 2025

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La moda che piace fa male alla salute

Credit: scentofobsession.com

Tutte fashion-addicted, ma le vostre nonne ve l’hanno mai detto che “chi bella vuole apparire un poco deve soffrire”?
Cosa c’entra con il mondo della moda? Be, centra: una ricerca scientifica, condotta dall’Associazione nazionale osteopati in Gran Bretagna, ha messo sotto accusa i capi d’abbigliamento più amati e acquistati perché ritenuti dannosi per la salute.

Lo studio è stato recentemente confermato anche da Tim Hutchful, presidente dell’Associazione britannica chiropratici. I vestiti più amati da tutte le donne, di ogni età e provenienza fanno male. Ci fanno male.
Gonne troppo strette, i tacchi troppo alti e i jeans eccessivamente attillati possono diventare veri e propri nemici della nostra salute. Secondo gli esperti circa il 50% degli adulti soffre di problemi fisici a causa di un abbigliamento non adatto.

Ma quali sono i capi più allarmanti?

Reggiseno. Che sia di microfibra o di pizzo, push-up o no, questo poco importa. Ciò che conta è che in sei casi su dieci, genera gravi problemi alla schiena, dolori alla spalla e disturbi al collo.

Gonne a tubino. Se sono troppo strette, allora sono anche troppo insidiose. Le gonne a tubino infatti, se troppo strette, bloccano entrambe le ginocchia, impedendo di camminare e piegarsi correttamente; a lungo andare possono creare stiramenti o problemi alle vertebre.

Gioielli pesanti. Chi non ama le collane appariscenti? Attenzione però, fanno male a spalle e collo, perché se l’accessorio è troppo pesante affatica ulteriormente i muscoli del collo, già impegnati a sostenere la testa.

Collant. Comode si, ma anche dannose e fastidiose. Comprimono eccessivamente le gambe, impedendo la corretta circolazione del sangue e possono anche limitare i movimenti della parte centrale del corpo, costringendolo a una postura scorretta.

Borse troppo pesanti. Le donne, sopratutto quelle che stanno molto fuori casa, amano le borse over size, ma la verità è che, dopo averle indossate per troppe ore consecutive, quattro donne su dieci lamentano problemi alla schiena. A riguardo, gli esperti consigliano di limitare il contenuto della borsa, facendone diminuire il peso, e alternandole con pochette e modelli più piccoli.

Cappelli. Il problema sono i cappelli troppo stretti: causa di fastidiosi mal di testa, sopratutto se il capo è indossato per tante ore.

Tacchi vertiginosi. Amanti tutte del tacco 12, attenzione. Come già abbiamo provato sulla nostra pelle, gli esperti dichiarano che indossare tacchi vertiginosi per troppe ore fa male alla schiena e anche alle dita dei piedi. La raccomandazione degli esperti è quella di usare scarpe più comode per il proprio tempo libero, ma non passate da un estremo all’altro, quindi no alle ballerine. Queste calzature fanno malissimo, perché non hanno un arco plantare e mancano dei cosiddetti ammortizzatori strutturali.

Jeans skinny. Adoratissimi, possono fare molto male alla salute di chi li indossa. Delle volte i jeans sono talmente fascianti da non permettere movimenti naturali mentre si cammina, rischiando di provocare dolori alle gambe e di impedire la circolazione del sangue.

Questi sono i capi che più rovinano la salute di chi li indossa.
Un consiglio dunque: essere alla moda va bene, ma essere in salute e stare bene è meglio.

[Credit: Repubblica.it]

Il cervello dei maschi preferisce il sesso al cibo

Forse qualcuno aveva ancora dubbi in proposito e quindi l’University of Rochester Medical Centre ha pensato bene di risolvere tutti i dubbi con uno studio condotto sul cervello del maschio per dimostrare che questo sopprime la fame a favore della ricerca di un compagno.

Lo studio è stato svolto sul cervello di un verme, di sesso maschile, che è stato esaminato al microscopio. Gli scienziati hanno esaminato due generi, maschi e ermafroditi, che ha organi riproduttivi normalmente associati con il sesso sia maschile che femminile e può accoppiarsi con i maschi.

Hanno messo i vermi in una capsula con del cibo e hanno dato loro la possibilità di scegliere tra mangiare e andare alla ricerca di un compagno. Alcuni vermi erano stati geneticamente modificati per renderli più sensibili all’odore del cibo. Il risultato? I vermi non modificati hanno abbandonato il cibo alla ricerca di un compagno, quelli modificati hanno avuto meno successo nell’accoppiamento perchè tendevano a non allontanarsi dal cibo.
I vermi ermafroditi invece hanno preferito stare fermi in prossimità del cibo.

Lo studio pubblicato sulla rivista ‘Current Biology’ suggerisce che i vermi normali sono stati in grado di ignorare o addirittura sopprimere la fame in favore di trovare un compagno.
La ricerca della University of Rochester Medical Center indica come i cambiamenti sottili nei circuiti del cervello dettano le differenze di comportamento tra maschi e femmine.

Il professor Douglas Portman sostiene che “mentre sappiamo che il comportamento umano è influenzato da numerosi fattori, tra cui le norme culturali e sociali, questi risultati indicano meccanismi biologici di base che possono non solo aiutare a spiegare alcune differenze di comportamento tra maschi e femmine, ma anche aiutare a spiegare perché persone di sesso diverso possono essere più sensibili a determinate malattie neurologiche.”
“Questi risultati dimostrano che sintonizzando le proprietà di una singola cellula, possiamo cambiare il comportamento.” conclude il professor Portman.

Chiunque avesse ancora dubbi a riguardo, con molta probabilità il cervello del maschio umano funziona esattamente come quello del verme maschio, dunque, cambiando l’ordine degli addendi, si sa, il risultato non cambia.

I bambini si addormentano sul divano? Ecco quali rischi corrono

Chi è mamma sa benissimo quanto è difficile far prendere sonno ai propri bambini. Per comodità, a volte, risulta più semplice farli addormentare in braccio, nel lettone oppure sul divano. Molto spesso, però, senza nemmeno saperlo ci si imbatte in alcuni rischi che compromettono la vita dei neonati. Anche se l’argomento fa paura, è giusto affrontarlo. Parola agli esperti per l’ABC del sonno sicuro.

Uno studio coordinato dal Children’s Mercy Hospital di Kansas City afferma che la pratica di far addormentare i figli sul divano di casa aumenta i rischi di mortalità per il bebè. Secondo i ricercatori che hanno esaminato i dati sulle morti improvvise di ventiquattro stati americani tra il 2004 e il 2014, oltre il 12% è avvenuto su bimbi lasciati dormire sul divano, prevalentemente durante i primi tre mesi di età. “In generale i bambini erano stati messi a dormire sulla schiena – spiegano gli studiosi -, tuttavia quelli sul divano avevano un’alta probabilità di essere trovati su un fianco o a faccia in giù. I divani molto spesso sono inclinati, ed è facile per i bambini scivolare e finire con il viso contro i cuscini

Pericoloso, al contrario di come si possa pensare, è anche condividere con il proprio bambino il divano o addirittura addormentarsi assieme a lui: il Dottor Jeffrey Colvin, uno degli autori dello studio, ha così commentato: ‘ Abbiamo scoperto che un decesso su otto si è verificato sul divano e quasi il 90% di queste morti è accaduto quando un adulto condivideva quel divano con il bambino’.

Le regole per limitare i rischi di morte improvvisa esistono e sono molto semplici. Il bebè deve essere messo a dormire da solo in un lettino o in una culla, appoggiato sulla schiena e senza cuscino e senza oggetti che possono favorire il soffocamento, come i peluches.

Infine, Colvin aggiunge che le morti infantili improvvise possono accadere in qualsiasi momento della giornata, non per forza durante le ore notturne. La sicurezza prima di tutto: un ambiente in cui non si dorme tranquilli è pericoloso sia di giorno che di notte e che il genitore sia sveglio o addormentato poco importa.

Bere latte non è innaturale, la ricerca scientifica conferma

Bere latte fa bene o male alla nostra salute? Da anni si sta dibattendo proprio su questo argomento, a colpi di articoli e ricerche più o meno fondate. Se da una parte c’è chi si oppone del tutto al consumo di latte e derivati, affermando che l’assunzione di questi prodotti potrebbe essere contro natura, in quanto nessun animale adulto beve latte, dall’altra c’è chi consiglia vivamente di aumentare il suo consumo, poiché non esistono motivi salutistici abbastanza radicati in grado di suggerire di rinunciare ai latticini. La prima ipotesi è inoltre confermata dalle numerose persone affette da intolleranze al lattosio, lo zucchero presente nel latte. Ma anche qui interviene la ricerca scientifica, che avanza la propria ipotesi, affermando che in realtà il consumo di latticini apporti soltanto vantaggi all’essere umano e che la presenza del latte nell’alimentazione quotidiana è fondamentale.

Analizzando l’intolleranza al latte, si è scoperto che questa si manifesta con sintomi ben specifici, ai quali si può rimediare portando avanti una dieta adatta, che eviti il consumo di alimenti contenenti lattosio, proteine del latte e derivati. Ma da cosa è determinata l’intolleranza? Tutti i mammiferi neonati, compreso l’uomo, possiedono un enzima, la lattasi, che ha il compito di scomporre il lattosio all’interno del duodeno e nell’intestino tenue. La produzione dell’enzima tende a calare nel tempo e cessa quasi del tutto tra i 5 e i 10 anni. Proprio per questo in molte persone adulte si manifesta l’intolleranza al latte. Questa regola non vale però per tutti, in quanto chi non produce l’enzima non sviluppa necessariamente dei problemi nel consumare il latte. Non solo. Alcuni studi scientifici hanno dimostrato anche come il consumo giornaliero di lattosio possa contribuire a selezionare una flora batterica intestinale capace di alleviare i sintomi più intensi dell’intolleranza.

Inoltre l’intolleranza al latte colpisce solo una parte degli individui, poiché in quella restante è avvenuta una mutazione genetica, che ha reso l’uomo capace di digerire il latte anche da adulto. Mutazione genetica che si è poi trasmessa nel corso del tempo a una serie di individui, sviluppandosi come vero e proprio vantaggio evolutivo. Niente a che vedere con il mondo animale.

Il latte, ricco di calorie e di nutrienti ha diversi effetti benefici sull’organismo umano: la vitamina D, per esempio, regola l’assorbimento del calcio e l’assunzione regolare di latte porterebbe alla riduzione del rischio di varie malattie, come il rachitismo. Inoltre, il consumo regolare nelle quantità raccomandate, costituisce un fattore protettivo nei confronti di malattie come l’osteoporosi, l’ipertensione, il diabete, le malattie cardiovascolari e persino alcuni tipi di cancro.