lunedì, 7 Aprile 2025

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Il freddo? Il miglior alleato nel bruciare i grassi

Ci siamo quasi: sta per arrivare quel periodo dell’anno in cui accendere i riscaldamenti può essere una grande tentazione. Ma resistervi potrebbe rivelarsi non soltanto un risparmio di denaro: un nuovo studio ha infatti dimostrato che le basse temperature favoriscono lo smaltimento delle calorie, trasformando i grassi cattivi in grassi buoni.

Questa recente teoria si basa sulla differenza sostanziale che esiste tra le cellule adipose bianche e quelle marroni: i grassi bianchi sono quelli che generalmente si accumulano negli odiosi rotolini di pancia e nelle temutissime maniglie dell’amore, mentre quelli marroni sono considerati grassi “sani”. Queste cellule adipose marroni sono specializzate, infatti, nel bruciare calorie producendo, appunto, calore: ad averne in maggiore quantità sono i bambini, che hanno bisogno di mantenersi al caldo, ma anche alcuni fortunati adulti, che per questo motivo hanno una silhouette più longilinea pur non facendo alcuno sforzo per mantenersi in forma.

Già studi precedenti avevano dimostrato che è possibile trasformare le proprie cellule adipose in grassi marroni grazie alle basse temperature, ma, grazie a questa recente ricerca, gli scienziati hanno inoltre scoperto il processo molecolare che al livello celebrale controlla l’assunzione del cibo, trasformando i grassi bianchi in grassi marroni. È questo un processo che influenza notevolmente la quantità di energia che consumiamo, così come la quantità di peso che perdiamo.

I ricercatori dell’Università di Yale, il cui studio è stato pubblicato nella rivista scientifica Cell, hanno dimostrato che i neuroni che controllano la fame e l’appetito possono controllare anche il processo di trasformazione che porta le cellule adipose bianche a diventare marroni. Gli scienziati hanno stimolato questo tipo di conversione nei topi e hanno, così, scoperto, che essa li metteva al riparo dal diventare obesi nonostante il regime alimentare ad alto contenuto di grassi cui erano sottoposti.

Xiaoyong Yang, professore di Medicina e Fisiologia comparata, ha affermato: “I nostri studi rivelano che la trasformazione dei grassi bianchi in marroni fa parte di un processo fisiologico estremamente dinamico controllato dal cervello. Il che significa che modifiche attitudinali al livello cerebrale possono senza dubbio influenzare lo smaltimento dei grassi che assumiamo“.

Obesity Day: giornata mondiale contro l’obesità

“Ogni quindici chili di peso in eccesso, si rischia di perdere tra gli otto e i dieci anni di vita, con un rischio di morte più elevato del 30%”. Questo l’allarme lanciato dall’OMS In occasione della Giornata Mondiale contro l’Obesità che si celebra oggi.

Distribuiti in tutta la penisola 200 centri di dietologia forniranno consulenza gratuita e distribuiranno materiale divulgativi. Non si effettueranno visite individuali, ma sarà offerta un’attività di informazione e valutazione di alcuni parametri antropometrici, quali peso, altezza e circonferenza vita per definire il livello di normopeso, sovrappeso e obesità e il conseguente rischio di sindrome metabolica.

In Italia l’obesità è la seconda causa di morte dopo il fumo. Gli obesi nel bel Paese sono più del 10%. E se aggiungiamo a questi anche le persone in sovrappeso si raggiunge più della metà della popolazione.
Dati allarmanti se si pensa che l’obesità aumenta del 90% la mortalità per problemi cardiovascolari e aumenti di 10 volte il rischio di sviluppare malattie come il diabete.
Inoltre le statistiche rivelano una predisposizione maggiore nell’uomo rispetto che nella donna, anche se di pochi punti percentuali. 11,1% vs il 9,2% delle donne.

Secondo dati dell’AIO (Associazione Italiana Obesità) “solo il 5% dei casi di obesità è causato da disfunzioni di tipo ormonale”. In altre parole, nella grande maggioranza delle situazioni riscontrate l’obesità si può combattere.
Fino ad oggi la tecnica che ha ottenuto più risultati è stata l’associazione di due campi della medicina diversi ma spesso complementare, nutrizione e psicologia.

“Nell’obesità c’è una profonda influenza di fattori psicologici. Le persone obese hanno infatti, in molti casi, sviluppato una vera e propria dipendenza dal cibo. In altre parole, assumono cibo come risposta a moltissime situazioni di stress o anche di dispiacere della loro vita. Il primo passo per rompere questo circolo vizioso è aiutare la persona obesa a entrare in contatto con le proprie emozioni e sensazioni, e aiutarla a riscoprire che la soddisfazione dei suoi bisogni non passa necessariamente attraverso il cibo.” dichiara lo psicologo Giovanni Porta.

I vantaggi di perdere peso, oltre che per la salute si vedrebbero anche dal punto di vista economico. Si pensi che perdere 7 kg per un obeso, ad esempio, significa risparmiare 380 euro l’anno in farmaci antipertensivi e anti diabetici. Nel complesso, l’obesità costa quasi 750 euro l’anno a persona, come riporta l’Ansa.

Un motivo in più che non dovrebbe neanche essere necessario per prendere una decisione che migliori la vita per sempre: dimagrire. Farlo per se stessi, per i propri cari, e perché no, anche per il proprio portafoglio.

Le cose da sapere sul virus Ebola

L’epidemia sta allarmando tutta l’Europa, come tutto il mondo da aprile 2014. La peggiore, da quando il virus Ebola è stato scoperto, nel 1976, in Congo e Sud Sudan. E oltre l’Europa e il resto del mondo, preoccupa coloro che si preparano all’arrivo del virus in Italia: secondo i dati, il rischio sarebbe del 5% circa.

Per questo serve avere maggiori certezze di fondo.

Cos’è il l’Ebola e come si manifesta?

È un virus molto aggressivo, che appartiene alla famiglia delle Filoviridiae, e che provoca svariati sintomi, come febbri emorragiche, dolori ai muscoli e disfunzioni del sistema nervoso centrale. Il periodo di incubazione (dal momento del contagio all’insorgenza dei primi sintomi) va da 2 a 21 giorni. La morte è fulminante e sopraggiunge con la stessa velocità.

Sono stati isolati finora cinque ceppi differenti del virus, quattro dei quali sono letali per l’uomo. Di solito il virus è molto infettivo e virulento, e quindi se colpisce una o due persone di un villaggio si diffonde con estrema rapidità.

Da dove proviene?

A trasportare il virus sarebbero le volpi volanti delle foreste tropicali, prive tuttavia di sintomi. Il passaggio a qualche altra specie e poi all’uomo attraverso il bush-meat, cioè la carne ricavata da animali selvatici come antilopi o scimpanzé, deve essere stato la causa e il principio dell’epidemia.

Come si trasmette?

Il virus Ebola si trasmette principalmente attraverso fluidi corporei, come muco, sangue, saliva, ma anche attraverso rapporti sessuali (sembra che il virus rimanga attivo nello sperma anche fino a tre mesi dopo la guarigione). È stata però confermata sugli scimpanzé la trasmissione aerea del virus. Nei villaggi la vicinanza dei vari membri della famiglia, favorisce la trasmissione del virus. Inoltre è contrai bile solo da persone che già hanno presentato i sintomi tipici.

Quanto è pericoloso?

La sua percentuale di fatalità è del 68%. Finora ha colpito piccoli agglomerati in posti remoti, sterminando gran parte della popolazione presente. Lo sbarco nelle grandi città, favorirebbe le condizioni per una epidemia.

Perché la scopriamo solo ora?

Probabilmente a causa dell’incremento della penetrazione nelle foreste da parte delle compagnie di legname e minerarie.

Esiste una cura?

Nonostante alcuni tentativi, non ci sono ancora metodi clinicamente riconosciuti. Con la somministrazione di antipiretici e del farmaco Zmapp, è possibile la sopravvivenza, come già avvenuto in due casi.

Potete seguirne gli sviluppi le informazioni di base, la storia del virus, gli aggiornamenti sull’epidemia, il punto sulla sperimentazione, attraverso la diffusione e dati dell’Oms, con gli aggiornamenti pubblicati nella pagina Speciale Virus Ebola.

Dormire con il cellulare in camera fa ingrassare

credits photo beautistas.com

Dormire con il cellulare in camera, magari anche vicino al letto, è da sempre stato sconsigliato da qualsiasi specialista. Oltre alle radiazioni emesse, dannosissime per la nostra salute, da oggi in pericolo è anche il nostro metabolismo.
Avere lo smarthphone o qualsiasi altro dispositivo, tablet, pc, accesi durante la notte fa ingrassare.
La luce blu degli strumenti tecnologici condizionerebbe la produzione di melatonina, che a sua volta favorirebbe il sonno, importantissimo per regolare il nostro metabolismo.
Una reazione a catena non indifferente.

I ricercatori hanno dimostrato delle relazioni tra il sonno e l’obesità. Ma non solo. A quanto pare i disturbi del sonno favorirebbero anche il diabete e altre malattie importanti, quali il cancro e varie patologie cardiache.

La notte è fatta per dormire e ricaricarsi, e per dormire il nostro organismo ha bisogno di un ambiente completamente buio. E la luce del display o del tablet potrebbe rendere l’ambiente circostante non adatto al riposo notturno per le cellule del nostro corpo, che percepisce la luce prima di noi.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Granada, in Spagna ha scoperto che le iniezioni di melatonina, l’ormone del sonno, hanno contribuito a combattere l’obesità e il diabete nei ratti, contribuendo a regolare i loro sistemi.
A questi si sono aggiunti gli esperti di Manchester University che stanno studiando come la regolazione del sonno potrebbe aiutare i pazienti già affetti da diabete, malattia spesso collegata con l’obesità.

“Siamo interessati a scoprire come un’alterazione del modello sonno-veglia possa essere coinvolta nell’insorgenza di diabete e obesità, e se, migliorando il tempo del sonno si possa anche avere un effetto positivo sulle malattie come il diabete e l’obesità. Ci sono un sacco di ricerche che dimostrano che siamo predisposti ad addormentarci di notte quando scende il buio e in quel momento si ‘sveglia’ la melatonina, mentre quando sorge il sole la melatonina viene bloccata. Questo ciclo luce-buio è un bene per il nostro corpo per percepire i cambiamenti nell’ambiente.
Quindi, se si inizia a ricevere la luce al momento sbagliato e si continua a ricevere luce artificiale fino a tarda sera si interrompe la secrezione di melatonina e si potrebbe contribuire ad alterazioni nel metabolismo.”
Dichiara il dottor Simon Kyle, esperto ricercatore del sonno presso l’Università.

Il consiglio del dottor Kyle è di spegnere smartphone, tablet e pc almeno due ore prima di andare a letto in modo da ridurre l’esposizione del nostro organismo alla luce artificiale.

Il nostro peso (e la nostra salute in generale) non dipende solo da quello che mangiamo ma anche dallo stile di vita che conduciamo. Dunque più verdure e meno smartphone per tutti, il nostro corpo ce ne sarebbe infinitamente grato.