domenica, 12 Gennaio 2025

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Dissezionare pubblicamente un leone: succede solo a Copenhagen

Dicono che i Paesi nordici siano i più evoluti d’Europa, eppure proprio ieri lo zoo di Copenhagen (dal danese: København [kʰøb̥m̩ˈhɑʊ̯ˀn]) ha permesso la pubblica dissezione di un leone di neanche nove mesi, i cui organi sono stati esposti alla visione dei visitatori presenti, il tutto nell’ambito di un programma didattico organizzato durante le vacanze scolastiche. Stando a quanto riporta il The Guardian, il leone era uno dei tre abbattuti a Febbraio allo zoo di Odense in Danimarca centrale, sulla base del fatto che c’erano troppi felini nella struttura e non si riusciva a trovargli una collocazione alternativa.

Tra adulti e bambini, sono state all’incirca 400 le persone che si sono radunate attorno alla guida dello zoo, Rasmus Kolind, che ha dato inizio alla dissezione tagliando via la lingua del leone: molti gli spettatori ad essersi portati foulard al naso per non respirare l’odore pungente della carcassa animale. “Non sarebbe più strano ancora se me ne stessi qui a dissezionare un cadavere che odora di rose?” ha detto Kolind alla folla dei suoi spettatori “Gli animali morti odorano di animali morti, non c’è molto altro da dire”.

Non voglio vedere” diceva un ragazzino, ma una ragazzina intervistata da un’emittente locale ha descritto l’iniziativa come “divertente, anche se un po’ disgustosa“. Uno dei lavoratori dello zoo, Lotte Tranberg, ha dichiarato che il leone e i suoi due fratelli furono uccisi a febbraio perché stavano per raggiungere una maturità sessuale che li avrebbe spinti ad accoppiarsi fra loro, mentre lo zoo voleva evitare l’endogamia. Si sarebbero potuti addirittura uccidere a vicenda, ha aggiunto, perché sarebbero stati tenuti nella stessa recinzione.

Ole Hanson, ufficiale militare di 54 anni, ha portato il nipotino di 5 anni, Frej, ad assistere alla dissezione seduto sulle sue spalle: “Ma quello voleva scendere per andare a vedere più da vicino. Così, è finito proprio di fronte al leone“, ha detto Hanson. “Per i ragazzini di città è bellissimo guardare, è del tutto naturale” ha aggiunto Gitte Johanson, altra visitatrice, cresciuta in una fattoria.

Lo zoo ha dichiarato di aver deciso di dissezionare un leone maschio perché più grande della sua sorella femmina. I resti degli altri due fratelli – un maschio e una femmina – sono ancora nei freezer dello zoo e i responsabili ancora non hanno deciso che farne, ha confessato Jens Odgaard Olsson, il manager dello zoo. Joanna Swabe, membro di un gruppo di Bruxelles a difesa dei diritti degli animali, ha criticato già quest’anno questo tipo di pratica: “Gli zoo hanno la maledetta abitudine di lasciar accoppiare gli animali più del dovuto, ritrovandosi così a doverli abbattere perché aventi esigenze in più. Ma gli zoo dovrebbero avere delle responsabilità etiche e utilizzare delle contraccezioni per gestire la riproduzione, prevenire l’accoppiamento e allevare un gruppo di animali sani“.

Su Facebook, diverse decine di persone hanno accusato lo zoo e la Danimarca di essere senza cuore: eppure sulla pagina Facebook dello zoo, altri hanno preso le parti delle dissezione, chiedendo ai commentatori online se avessero mai messo piede, invece, in un macello. “La vita non è Disney Channel, fatevene una ragione” ha scritto Mikael Soenderskov, tra i danesi a difendere la dissezione.

Le dissezioni pubbliche sono, peraltro, comuni in Danimarca. Il Funen Village, museo a cielo aperto a Odense, ha ucciso e dissezionato un maiale questo mercoledì, di fronte a una platea di bambini, a cui è stato spiegato quali parti degli animali vengono consumate dagli esseri umani. Lo zoo di Odense stesso è stato eletto il migliore d’Europa, con oltre 500.000 visitatori all’anno, nel 2013 e nel 2015. Eppure, nel febbraio 2014 non sono mancate proteste internazionali nei confronti dello zoo di Copenhagen, dove allora, sempre davanti a bambini, uccisero e dissezionarono la giraffa Marius, per poi darla in pasto ai leoni.

Zimbabwe: nessun perseguimento per l’assassino del leone Cecil

Credit photo: notizie.tiscali.it

Lo scorso luglio la notizia dell’uccisione del leone Cecil ha fatto il giro di tutto il mondo, provocando sdegno, orrore, rabbia e moltissime proteste.

Recatosi nello Zimbabwe, il dentista del Minnesota Walter Palmer ha attaccato Cecil, il leone di 13 anni, attirandolo con un piccolo trucchetto fuori dalla zona protetta del parco in cui stava, il parco nazionale Hwange, nell’ovest dello Zimbabwe. Il leone ha attraversato 40 ore di agonia prima di incontrare la morte.
Il dentista, a quanto pare, avrebbe pagato circa 50 mila dollari per compiere questo folle atto, senza sapere – almeno stando alle sue dichiarazioni – che l’animale fosse protetto ed oggetto di studi. Il tutto grazie anche all’aiuto di Theo Bronkhorst, cacciatore professionista.

Dopo questo brutto episodio, lo Zimbabwe si era detto pronto a chiedere l’estradizione di Walter Palmer: questo, però, non è mai avvenuto. “Ha seguito tutte le procedure necessarie richieste in termini di diritto quando ha visitato il Paese. Abbiamo deciso di smettere di perseguire la questione. Stava causando inutili frizioni” ha dichiarato Muchinguri-Kashiri, il ministro per l’Ambiente del Paese.

Nessun perseguimento legale per il dentista, quindi, che potrà continuare a visitare il Paese come turista, senza subire alcun tipo di interrogazione.
I casi giudiziari contro il cacciatore Bronkhorst ed il proprietario della terra dal nome Honest Ndlovu, però, continueranno: i due, già subito dopo l’accaduto, furono arrestati con l’accusa di bracconaggio.

10 segni che provano che il tuo gatto ti ama

Per gli amanti del cane, il gatto è un animale profittatore ed egoista: dal suo padrone, che è una sorta di suo sottoposto, pretende soltanto il cibo sempre nella ciotola e la pulizia della lettiera. Ma chi adora e conosce bene queste splendide creature sa perfettamente che così non è: i gatti ci amano. Soltanto che lo dimostrano in una maniera diversa. Le prove? Le trovate qui di seguito.

1. Punto di riferimento

Per il nostro amico a quattro zampe siamo così importanti che, non appena rientriamo, accorre alla porta a salutarci per poi seguirci per tutta casa, infilandosi poco prudentemente tra i nostri piedi e rischiando di farci ruzzolare per terra. Non esattamente quel che desidereremmo dopo una dura giornata di lavoro, certo, ma ognuno ama a suo modo: chi abbracciando, chi facendo gli sgambetti.

2. Interazione

Avete mai notato che i gatti cercano sempre un contatto visivo? Ci fissano, occhi negli occhi, per poi magari ammiccarci con fare sornione e comunicarci qualcosa miagolando. Chiaramente, e inspiegabilmente, noi riusciamo sempre esattamente a sapere cosa ci stanno dicendo.

3. Coccole sui generis

Li riempiamo di coccole e carezze anche quando loro non vogliono: a volte evitano di respingerci in malo modo, il che è già una gentilissima concessione, altre passano all’attacco con morsi e graffietti amichevoli. Perché, è chiaro, solo amichevoli possono essere. Soprattutto se seguiti da ruvide leccatine.

4. Proprietà

Avete presente quando i gatti si strusciano contro di voi? Beh, in realtà vi stanno rilasciando i loro feromoni addosso: in altre parole, vi stanno marcando come di loro proprietà.

5. Retaggi della maternità

Per non parlare di quando il nostro amico baffuto comincia a farci le ‘premutine’: si tratta di un gesto che i gatti cuccioli fanno per far fuoriuscire il latte dalle mammelle della madre e che ritorna in età più adulta quando identificano voi come loro figura materna.

6. Regali

I gatti sono molto generosi: gechi, lucertole, colombi, vermi. Tutti morti stecchiti: “Grazie, amore“.

7. Permalosi

State via per qualche settimana di vacanza? Beh, vi siete guadagnati sdegno e indifferenza per almeno due, tre giorni. Preferire andare altrove piuttosto che restare a casa con lui: come avete osato?

8. Poltrone umane

E la piacevole sensazione di calore di cui possiamo godere quando ci si siedono addosso durante le uggiose e fredde giornate d’inverno? Impagabile, certo. A meno che non siano venuti a sedersi proprio sul nostro naso.

9. Vulnerabilità

Il nostro gatto si mette a pancia all’aria? Ecco, non esiste più grande dimostrazione di fiducia: nel lasciarci toccare una delle loro parti più sensibili, ci stanno essenzialmente dicendo che ormai li abbiamo conquistati.

10. Coinquilini

Ma la più grande dimostrazione d’affetto sta nel fatto che convivono con noi ventiquattr’ore su ventiquattro: ci hanno accettato in casa. Sì, in casa loro.

Nala, la gatta più famosa di Instagram (FOTO)

È altamente probabile che l’abbiate già vista da qualche parte in rete: Nala è, del resto, la gatta più famosa di Instagram, dove vanta un profilo da 2,3 milioni di follower.

L’adorabile felina dai tenerissimi occhi tondi è un incrocio tra le razze Siamese e Tabby ed ha all’incirca 5 anni: quando nel novembre del 2010 la sua padroncina Varisiri Mathachittiphan la scelse al rifugio per animali aveva, in effetti, 4-5 mesi, perciò si può presumere che il compleanno della micia cada intorno al mese di Giugno.

Nala, che all’epoca non era ancora Nala, si trovava in quel rifugio per animali perché i padroni precedenti possedevano già troppi gatti e l’avevano data via: fortunatamente, una volta adottata la vita ha ripreso a sorriderle. “Nonostante non avessi alcuna intenzione di adottare un gattino quel giorno, quando la vidi, immediatamente sentii dentro di me che eravamo fatte l’una per l’altra. – spiega la giovane Varisiri – Il motivo per il quale ho realizzato un account Instagram per Nala è stato il volerla rimettere in contatto con la sua famiglia e con i suoi amici di prima“.

Non avrei mai creduto che sarebbe riuscita ad avere così tanti seguaci, ma adesso abbiamo tutta la vostra attenzione e perciò vorremmo dire qualcosa di importante. – continua la Mathachittiphan – Esistono delle realtà spiacevoli che si verificano nei rifugi per animali. La verità dei fatti è che tanto i gattini quanto i cuccioli sono pressoché inermi e dipendono completamente dai loro amici umani, che dovrebbero prendersi cura di loro. Ma nei rifugi, il 75% degli animali viene soppresso per via del sovraffollamento che vi si crea, ed è per questa ragione che è importante sterilizzare i propri“.