domenica, 14 Dicembre 2025

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Notizie di attualità sul mondo degli animali, diritti e doveri per chi possiede un animale domestico, storie sugli amici a quattro zampe

Cani e gatti mai più in stiva

Credit: gawker.com

La compagnia di volo statunitense Delta ha stabilito che, dal mese di marzo, i cani ospitati sui propri aerei non saranno più trasportati in stiva ma viaggeranno direttamente in cabina coi loro padroni. Da dieci anni a questa parte, infatti, i casi di animali morti o scomparsi sono stati fin troppo ricorrenti, così la Delta ha pensato di porre rimedio a questo spiacevole problema. Il cambiamento, purtroppo, non contempla i cani di grossa taglia, i quali saranno però seguiti da specifico personale addetto alla loro sicurezza. Una decisione, quella della compagnia americana, che sposa appieno le esigenze dei padroni, nonché i diritti degli animali, e che forse porterà anche le società concorrenti ad allinearsi rispetto a questa prassi.

Con Delta, perciò, gli animali di piccola taglia potranno viaggiare in cabina con il passeggero (“carry on pet”); per tutti gli altri andrà richiesto il trasporto con Delta Cargo (“Ship your pet with Delta Cargo”), il quale presenta particolari standard e misure per il trasporto degli animali. Dal I marzo 2016, i pet non trasportabili in cabina andranno spediti come “merci” secondo questo sistema. “Molti alla Delta sono amanti degli animali, sappiamo che sono importanti membri delle famiglie – dice Bill Lentsch, senior vice president ed air customer service and cargo operations della società – Questo cambiamento assicurerà un servizio di alta qualità e di estrema affidabilità per gli animali domestici quando i loro proprietari sceglieranno di spedirli con Delta Cargo“.

Attualmente, quasi tutte le compagnie aeree permettono di trasportare animali, ma non c’è una regolamentazione univoca per l’accesso a bordo di cani e gatti di proprietà del passeggero. Ciascuna società di volo può decidere tipologia e dimensioni del trasportino e il totale degli animali ammessi in cabina, cosa che può causare non pochi problemi: per esempio, Alitalia qualche tempo fa fu condannata per avere negato a un passeggero l’imbarco del cane, visto che il volo era in realtà gestito dalla AirOne, che non ammette animali a bordo.

Gli animali di taglia media o grande, in genere, sono ospitati nella stiva pressurizzata con gabbie rinforzate, e il trasportino deve per legge permettere all’animale di star comodo, di potersi girare e accucciare, deve consentirgli di respirare, deve essere robusto e impermeabile e può avere sul fondo un telo o del tessuto assorbente.
L’animale non ha obbligo di indossare il guinzaglio né la museruola, che non vanno lasciati dentro il trasportino. Attenzione, però, a certe compagnie, che non lasciano imbarcare cani sedati e cani e gatti brachicefali (quelli cioè dal muso schiacciato), i quali per respirare devono avere più spazio a loro disposizione.

Va comunque considerato che non tutte le società di volo accettano ogni tipologia di animale: per ragni, pappagalli, serpenti e iguana, quindi, è meglio informarsi sulla normativa interna prima di comprare il biglietto aereo.

Per quanto riguarda i voli Alitalia, gli animali fino a 10 kg, gabbia inclusa, possono essere ospitati in in cabina, ma quelli che pesano di più vanno sistemati in stiva. Ciascun velivolo può accogliere fino a un massimo di due animali e una volta arrivati in aeroporto è sufficiente fare il check-in e aspettare che l’amico peloso venga preso in custodia dagli addetti della compagnia.

Sui voli dell’Air Transat sono ammessi soltanto cani e gatti e solo per il trasporto in stiva, fatti salvi i cani da guida: se questi ultimi presentano regolare certificazione e viaggiano con un/a disabile, possono tranquillamente accedere alla cabina passeggeri. Il posto per l’amico a quattro zampe in stiva va prenotato entro 72 ore prima della partenza, al prezzo di 275 dollari ciascuno, somma a cui si devono aggiungere 30 dollari di tasse per l’ispezione veterinaria obbligatoria dell’Agriculture Canada. Ancora, gli animali vanno posizionati all’interno di una gabbia che rispetti il regolamento IATA, con nome dell’animale esposto, e questa deve essere grande abbastanza da permettergli di stare in piedi con le zampe distese, di voltarsi e stendersi.

Sui voli Lufthansa, cani e gatti sono accettati in cabina all’interno della gabbietta (di dimensioni massime di 55 x 40 x 23 cm) e il peso di animale e trasportino non deve superare gli 8 kg. Gli animali di grossa taglia, invece, vengono sistemati in posti appositi in un’area climatizzata della stiva merci, mentre i cani guida che accompagnano non vedenti e non udenti vengono ammessi gratuitamente in cabina, previa comunicazione.

Sugli aerei della EasyJet, invece, non sono ammessi animali; cani guida o da accompagnamento possono viaggiare ma solo su voli specifici. Tutt’altra la politica dell’Air Canada: “La nostra policy, valida su tutte le rotte nel mondo e relativa al trasporto di animali vivi sia in cabina che in stiva, resta invariata. Continuiamo a offrire questo servizio su tutta la nostra rete di oltre 202 destinazioni e su tutti i voli. Nessuna restrizione anche per il tipo di animale da trasportare è prevista al momento“, dice Umberto Solimeno, direttore della sezione italiana dell’Air Canada.

Prima di ogni partenza, poi, bisogna sempre ricordarsi di procurarsi il kit necessario dell’animale in viaggio: passaporto canino con vaccinazione antirabbica, ciotole per acqua e cibo, giochi e tessuti assorbenti.

Il Tirolo meridionale è pet friendly

Tra le varie regioni del Tirolo del Sud, è Ferienland Kufstein quella più pet friendly; subito a seguire c’è quella di Wipptal: entrambe sono infatti dotate di strutture cinofle per accogliere quanti non ammettano di separarsi d’estate dai propri amici a quattro zampe. Qui, al posto delle stelle – o meglio, insieme alle stelle – è possibile assegnare dei riconoscimenti agli alberghi anche con le “impronte”: più ce ne sono, meglio sarà tanto per i padroni quanto per i cani. Fra tutti il più attrezzato è senz’altro il Fiana a Ischgl nella valle di Paznaun, ormai tra le strutture ricettive leader del campo, dove i cani e i loro padroni saranno a diretto contatto con la Natura, tra i laghetti e i corsi d’acqua del massiccio del Silvretta.

In alcuni appartamenti nella soleggiata regione di Alpbachtal Seenland è addirittura possibile portare fino a quattro cani per ospite: nei giardini recintati i cani sono liberi di scorrazzare senza problemi e i proprietari degli appartamenti fanno di buon grado da dog sitter se dovesse essercene la necessità. In altre zone, come per esempio a Seefeld, esistono pensioni per cani in cui il soggiorno è collettivo: ci sono, in genere, il gruppo per gli esemplari di piccola-media stazza e quello per quelli di stazza medio-grande, gestiti a ogni modo da istruttori cinofili altamente qualificati.

Per cani e padroni che amano le escursioni è stato fatto sì che gli amici a quattro zampe possano attraversare il nuovo ponte sospeso a 200 metri d’altezza e di 86 metri di lunghezza nella Ötztal: dal momento che è risaputo che i cani hanno paura di passeggiare sulle grate di metallo, qui è stata realizzata una striscia di 35 centimetri che faccia da passatoia apposita. Ma non soltanto nel Tirolo si può andare in vacanza col proprio fedele compagno: anche altre zone dell’Austria sono pet friendly e sono tutte elencate all’interno di un sito specifico che offre tutte le informazioni, i nomi di alberghi, pensioni, appartamenti, e le segnalazioni di eventi a tema.

Pet in famiglia: in aumento e sempre più tutelati

credits photo: impresamia.com

Quando si decide di adottare un animale si assumono diverse responsabilità. Il nostro amico a quattro zampe diventa un vero e proprio componente della famiglia e, ve lo assicuriamo, vi ripagherà diventando un fornitore di gioia a volontà. L’amore che un animale può dare è unico e le famiglie italiane l’hanno capito. Secondo il ‘Rapporto sul mondo degli animali da compagnia‘, realizzato con il contributo di IRI Information Resources e dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI), sono infatti sempre di più, il 43%, le famiglie che decidono di vivere con almeno un pet. Poco importa se si tratta di un cane, un gatto o un silenzioso pesce rosso.

Sono quindi, ad oggi, circa 60 milioni gli animali domestici presenti nelle famiglie italiane: 7,5 milioni sono gatti, 7 milioni cani e per il resto si tratta di piccoli animali (pesci, roditori e animali esotici). Prendersi cura di loro, però, non è sempre facile e di certo non è economico. L’attenzione alla loro salute cresce però costantemente. Sono, infatti, 30 mila i veterinari attivi nel nostro paese. Di questi, molti sono specializzati nella cura di specifiche tipologie di animali e tutti pongono particolare attenzione all’alimentazione e allo stile di vita dei nostri pet. Questa crescente attenzione si ripercuote sull’aspettativa della vita media di Fido e Miao, che negli ultimi anni si è allungata.

L’importanza di un’alimentazione di qualità è sottolineata anche dalle recenti normative: l’Europa disciplina in modo severo la qualità e la sicurezza delle materie prime e degli ingredienti destinati al pet food e l’Italia ha approvato da diversi anni il Piano Nazionale di Controllo Ufficiale sull’Alimentazione degli Animali.

Che i nostri amici animali facciano parte della famiglia è ormai un’idea diffusa, tant’è che è stata depositata una proposta di legge che vuole collegare l’anagrafe canina con lo stato di famiglia dei proprietari. Sempre di più sono, poi, le campagne a livello mondiale che sensibilizzano verso una ‘proprietà responsabile‘: i cani devono avere il microchip e tutti i padroni, di qualsiasi specie, devono preoccuparsi di vaccinare e curare la salute mentale e psichica dei propri amici animali.

Gli Orsi Grizzly a rischio a Yellowstone

orsi grizzly
Credit: mashable.com

Gli orsi grizzly sono a rischio. Una nuova proposta di legge negli Stati Uniti consentirebbe la caccia di questi animali che da 40 anni sono considerati specie protetta, soprattutto nel parco di Yellowstone.

E’la prima volta che questo succede dal 1070 e secondo l’Associated Press, che ha diffuso la notizia, gli orsi grizzly potranno essere cacciati anche se non all’interno del Parco, in altre zone circostanti come gli stati del Montana, Idaho e Wyoming.
I Grizzlies prima giravano liberamente per il Nord America, erano una delle specie più popolose del continente americano prima dell’arrivo dei coloni europei. Simboleggiavano proprio la natura incontaminata e selvaggia del continente. Ma furono da subito presi di mira dai cacciatori che sin dal 1800 non hanno dato tregua a questa specie di orsi.

La popolazione era cresciuta negli ultimi anni proprio a causa del divieto di caccia e della protezione riservata all’animale come specie protetta. Sono tantissime le voci che si dicono contrarie a questo provvedimento, come quella del governatore del Montana Steve Bullock.

Ci vorrà oltre un anno prima che la proposta di legge faccia il suo corso e venga eventualmente approvata. I limite che sarà posto, oltre il quale la specie verrà nuovamente salvaguardata, è di 600 orsi.