venerdì, 29 Marzo 2024

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Il parere di AssoVegan sulle frasi della Parietti (INTERVISTA)

Credit: tvblog.it

Durante la prima puntata di “Announo”, andata in onda tre giorni fa su La7, Alba Parietti ha apertamente commentato le abitudini alimentare dei vegani.

La Parietti è intervenuta dopo la testimonianza di una ragazza ex vegana dicendo: “Io francamente quando c’è un vegano a cena mi vorrei ammazzare […] Non ho mai capito niente di quel che mangiate o non mangiate. Siete l’ossessione dei poveri disgraziati che organizzano le cene”.

Noi di Blog di Lifestyle abbiamo raggiunto il vice presidente di AssoVegan, Sauro Martella, che ci ha rilasciato una dichiarazione sui commenti della Parietti.

“Ho visto la puntata da dove è stata estrapolata la frase Alba Parietti… È certamente una frase infelice, ma per onestá intellettuale va detto che fuori dal contesto il senso che appare alla sola lettura del virgolettato è molto diverso. L’affermazione era più un ammissione di incapacitá di riuscire a preparare una cena appagante al proprio ospite e anche quel “rompere le palle al mondo intero” sembrava più una frase buttata lì senza riflettere. Insomma non ho percepito nessun attacco ai Vegani, anzi più di una volta Alba Parietti ha affermato di riconoscere la scelta vegan come un ideale alto a cui lei ancora non era riuscita ad arrivare.
Dove la signora Alba Parietti riscontri questi problemi nel diventare vegan e nel preparare cene vegan, non riesco proprio a immaginarlo, visto che è tutto semplicissimo, comunque sia, trovo che abbia poco senso attaccare una sua affermazione ingenua, quando all’interno della trasmissione in questione sono state dette cose ben più gravi e inaccettabili.

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Forse un pò più di serenitá del confrontarsi aiuterebbe molto più gli animali nel vedere difeso il proprio diritto alla vita… Ma l’uomo, si sa, è fallace e chi ne paga il conto è sempre il più debole”.

Film 3D sul moto dei muscoli di una mosca

La natura affascinate e bellissima, rimane per noi ancora un grande mistero. Come afferma Goethe, nel Frammento sulla natura, «Natura! Ne siamo circondati e avvolti, incapaci di uscirne, incapaci di penetrare più addentro in lei». Non è questo il caso.

Per la prima volta, un gruppo britannico di ricercatori dell’Università di Oxford, dell’Imperial College di Londra e del Paul Scherrer Institute (Psi), ha realizzato il film in 3D dei muscoli di una mosca carnaria in volo “dall’interno”, utilizzando una nuova tecnica di scansione a raggi X, una sorgente di raggi molto potente, la Swiss Light Source. Il film è stato realizzato dall’insieme di mini filimati che poi sono stati raggruppati insieme.

Questo documento offre uno sguardo all’interno del funzionamento di uno dei più complessi meccanismi della natura, chee potrebbe servire per ispirare nuovi modelli di micro veicoli aerei e altri micromeccanismi. Inoltre, la ricerca, pubblicata su “PLoS Biology” potrebbe essere utile anche per mettere a punto nuovi strumenti diagnostici.

Nel tempo in cui un uomo strizza l’occhio, una Calliphora può battere le sue ali 50 volte, controllando ogni battito con numerosi muscoli, alcuni sottili come un capello umano. Le ali membranose non contengono muscoli, così tutti quelli necessari al volo sono nascosti alla vista, all’interno del torace.

I tessuti toracici bloccano la luce visibile, ma possono essere penetrati dai raggi X“, ha spiegato Rajmund Mokso del Psi. “Il team è riuscito a registrare radiografie a una tale velocità, che i muscoli del volo ora possono essere visti da diverse angolazioni in tutte le fasi del battito. Abbiamo unito queste immagini in visualizzazioni 3D dei muscoli del volo mentre oscillavano avanti e indietro 150 volte al secondo“.

Un altro passo avanti per la scienza.

Animali sui voli: mai più stiva si viaggia tutti insieme

Animali sui voli: mai più stiva si viaggia tutti insieme
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Mai più separati in volo. Mai più musetti tristi o depressione post volo a causa delle condizioni disdicevoli degli animali sui voli. Dagli USA parte una rivoluzione a favore dei nostri amici animali, per noi parte della famiglia ma troppe volte trattati come semplici bagagli dalle compagnie aeree.

Animali sui voli: mai più stiva si viaggia tutti insieme
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Fino ad ora gli animali erano stati costretti a viaggiare all’interno della stiva in un minuscolo trasportino che non permetteva loro di muoversi o di respirare bene. Visti gli innumerevoli smarrimenti e purtroppo anche morti che si sono susseguite negli ultimi anni, la compagnia d’oltre oceano ha deciso che gli animali di taglia non superiore ai 20 chili saranno i benvenuti all’interno dell’aeromobile accompagnando i loro padroni anche durante il viaggio.

La rivoluzione ad oggi non riguarda gli animali di grossa taglia, che continueranno a viaggiare in stiva con il servizio Delta Cargo, ma saranno assistiti da personale addetto alla loro sicurezza che controllerà il loro stato, il rispetto di standard di sicurezza e li accompagnerà dal check in all’imbarco.

La scelta della Delta Airlines va incontro alle esigenze dei padroni che troppo spesso hanno dovuto rinunciare alle vacanze per non lasciare soli i loro cuccioli a casa o in qualche pensione.

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Ogni compagnia aerea ha il pieno controllo nella gestione delle regole sul volo per gli animali. Questa moltitudine di regolamentazioni e restrizioni è molto spesso causa di problemi per il passeggero.
Ad esempio sui voli Alitalia, animali fino a un massimo di 10 chili, gabbia compresa, possono viaggiare in cabina, mentre quelli con un peso superiore devono essere sistemati in stiva. Ogni velivolo può accogliere uno, massimo due animali e una volta giunti in aeroporto basta fare il check-in e attendere che l’amico a quattro o a due zampe venga preso in consegna dal personale.

La politica adottata da Marzo dalla Delta punta al pieno rispetto degli animali con la speranza che le altre compagnie aeree si orientino nel breve periodo nella stessa direzione. Si stanno avvicinando sempre più le vacanze estive e poter facilmente spostarsi con i propri animali potrebbe risolvere in parte o per sempre anche il problema dell’abbandono.

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La narcosi uccide l’orsa Daniza

L’orsa Daniza non è sopravvissuta all’iniezione di sonnifero somministratole durante la notte per catturarla. Dopo aver ferito un uomo nei boschi del Trentino, l’animale si era dato alla fuga insieme ai suoi cuccioli, per sfuggire alla cattura. In seguito all’accaduto, la provincia di Trento aveva deciso di uccidere l’orsa Daniza in un primo momento, e poi di catturarla perché ritenuta potenzialmente pericolosa.

Il Corpo Forestale dello Stato di iniziativa ha aperto un’indagine dopo la morte dell’orsa Daniza ipotizzando i reati di maltrattamento di animali e uccisione senza motivo reale dell’animale. A quanto si apprende, nell’agosto scorso, il Corpo Forestale dello Stato aveva inviato una lettera al ministero dell’Ambiente e al presidente della Provincia di Trento esprimendo perplessità sull’iniziativa della Provincia di catturare e isolare in cattività in una struttura solo l’orsa, peraltro senza i propri cuccioli.

Con la morte dell’Orsa Daniza lo schifo e la vergogna sono stati raggiunti“. Così commenta Angelo Bonelli, coportavoce nazionale dei Verdi. “E’ morta – sottolinea – per mano delle istituzioni un’orsa che voleva difendere i propri cuccioli dal pericolo e ora anche i piccoli cuccioli sono in pericolo di vita senza la protezione della loro mamma. Chi doveva difendere l’orsa ovvero il ministero dell’Ambiente ha assunto una posizione indecente e fuori dall’ordinamento giuridico italiano. I boschi non sono degli zoo e un bosco senza animali sarebbe come una città senza umani e da questi atti purtroppo e drammaticamente si misura anche il grado di non civiltà della nostra società“, conclude Bonelli.

L’Ente Nazionale Protezione Animali definisce la morte dell’orsa Daniza un “animalicidio” e chiede le dimissioni del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. “Ciò che è accaduto all’orsa Daniza non è un incidente né un fatto casuale: è un animalicidio in pieno regola“. Nelle settimane, le associazioni e le iniziative a difesa dell’animale sono state numerosissime, chiedendo più volte di lasciare in pace l’animale, che aveva l’unica colpa di avere aggredito un uomo solo per proteggere i suoi cuccioli.

La presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, preannuncia una vera e propria mobilitazione legale da parte dell’associazione contro la Provincia di Trento, gli amministratori locali ed i politici locali che “hanno scatenato questa guerra di religione. Ma anche coloro i quali hanno materialmente eseguito l’intervento di telenarcosi. Al riguardo chiediamo di sapere se tale intervento sia stato posto in essere da personale medico-veterinario e se siano state rispettate tutti i protocolli veterinari“.
La narcosi è sempre rischiosa negli animali selvatici“, commenta Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), aggiungendo che l’animale ne subisce uno stress importante, anche per lo ‘sparo’ dell’anestetico che è necessario effettuare per raggiungerlo (telenarcosi).

Inoltre l’Ente Nazionale Protezione Animali chiede quale ruolo abbia giocato il Ministero dell’Ambiente in questa vicenda “visto che si è dimostrato incapace di tutelare l’animale: per questo l’associazione chiede le dimissioni immediate del ministro. Chi a vario titolo è coinvolto nell’animalicidio di Daniza stia sicuro di non dormire sonni tranquilli: questo per noi e per tutti i cittadini italiani che hanno preso a cuore il caso dell’orsa è il punto di partenza di una battaglia che porteremo avanti finché Daniza non avrà giustizia“, conclude l’Enpa in un comunicato.

Il risultato di questo animalicidio dimostra, ancora una volta, come l’uomo sia l’unico pericolo per gli animali, infrangendo il suo territorio di proposito. L’uomo ferito dall’orsa potrà vivere con qualche graffio, mentre i cuccioli di Daniza resteranno orfani per il resto della loro vita.