sabato, 27 Luglio 2024

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Poppy: il gatto più vecchio del mondo

Poppy è stata ufficialmente riconosciuta come il gatto più vecchio del mondo, dopo aver compiuto 24 anni – corrispondenti a 114 anni umani. Nata nel febbraio del 1990, durante lo stesso periodo in cui Nelson Mandela venne rilasciato dalla sua prigionia, la micia tartarugata ha salutato nell’arco della sua vita ben 5 Primi Ministri britannici. Attualmente, però, è una gracile vecchietta che trascorre gran parte del suo tempo rilassandosi dentro casa.
Poppy, rientrata nel Guinness dei primati, è di appena un anno più giovane del giapponese Misao Okawa, l’uomo più vecchio del mondo, e ha conquistato il suo attuale titolo dopo la morte di Pinky, un gatto del Kansas passato a miglior vita l’anno scorso all’età di 23 anni.

A Poppy, che all’oggi vive a Bournemouth nel Dorset, venne originariamente dato il nome Popsy dai suoi due primi padroni: successivamente, all’età di cinque anni, fu adottata da Marguerite Corner e da sua figlia Jacqui, che la portò poi con sé a vivere con suo marito Andy West. Dopo aver avuto due figli – Joe di undici anni e Toby di otto -, la coppia ha anche adottato altri quattro gatti, due conigli e un criceto, con cui Poppy convive pacificamente perché, nonostante sia sorda e cieca, continua a essere lei il capobranco: se, per esempio, uno degli altri gatti prova a rubarle del cibo dalla ciotola, lei parte all’attacco mordendogli un orecchio.

La gente chiede spesso a cosa sia da attribuire la longevità di Poppy“, dice Jacqui, “personalmente, credo che si debba alla dieta che conduce e all’esercizio fisico. Difatti, si tiene in forma passeggiando in giro e mangia molto: croccantini a colazione e cibo in scatola nel pomeriggio. Ma quello per cui ha un debole è il cibo da asporto: qualche volta le diamo pezzetti di alette di pollo, fish-and-chips e anche un po’ di kebab“.

Jacqui scrisse al Guinness dei primati non appena Poppy compì 24 anni, richiedendo di partecipare alla categoria “Il gatto più anziano ancora vivente”: la sua segnalazione è, poi, stata verificata e Poppy si è confermata effettivamente come il gatto più vecchio del mondo. Eppure, resta imbattuto il record della storia conseguito ad Austin in Texas: quello di Creme Puff, un gatto incredibilmente vissuto per ben 38 anni e tre giorni.

Coccole polari nello zoo di Novosibirsk (FOTO)

Mamma Gerda e il suo cucciolo allo zoo di Novosibirsk
CREDIT: AP photo/Ilnar Salakhiev

A passeggio con la mamma per la prima volta: protagonista un cucciolo di orso polare nello zoo di Novosibirsk. Mamma Gerda ha dato alla luce il suo piccolo il 7 Dicembre scorso, ma solo ora è abbastanza forte per farsi vedere in pubblico. Gli orsi polari raramente partoriscono in un habitat innaturale e quando lo fanno i cuccioli sono molto spesso piccoli e deboli. Il caso di questo piccolo orso, che gode di ottima saluta, è un vero e proprio miracolo della natura. Ci troviamo in Russia, in uno degli zoo più grandi d’Europa, definito dai viaggiatori di tutto il mondo come il migliore in assoluto per la sua spaziosità, la vasta gamma di specie animali e per essere un posto adatto ai bambini.

Alla nascita il piccolo orsetto era privo di denti, di peli e molto magro, ma grazie alle ligie cure della madre si è sviluppato velocemente. La maggior parte delle orse sono buone madri, anche se a volte per inesperienza e malnutrizione, alcune di esse sono state la causa della morte dei piccoli. I cuccioli restano con mamma orsa per i primi due/tre anni di vita, dalla quale si separano quando questa si accoppia nuovamente. Devono diventare al più presto autosufficienti e mantenere la riserva di grasso nel periodo invernale se vogliono sopravvivere.

A Marzo i cittadini e gli ospiti di Novosibirsk avranno l’opportunità di vedere questa dolce creatura. Alla fine del mese, quando l’orsetto diventerà più forte, sarà possibile determinare il suo genere. Poi sarà annunciato un concorso per il miglior nome per il cucciolo di orso polare.

Dato che spesso le immagini parlano più delle parole, nessun commento basta a definire la tenerezza di queste immagini.

Così come qualsiasi madre coccola suo figlio, anche mamma orsa avvolge in un tenero abbraccio il suo cucciolo di pochi mesi. Immagine mozzafiato che mostra l’amore puro.

CREDIT: www.boredpanda.com
CREDIT: www.boredpanda.com

Il cucciolo di orso gioca con mamma Gerda, la Regina delle nevi: la mordicchia, si rotola vicino a lei e poi si accovaccia tra le sue zampe.

CREDIT: www.ilblogsonoio.com
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Lei lo guarda dolcissima e lo tiene al caldo con il suo respiro.

CREDIT: www.ilblogsonoio.com
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Niente di più emozionante esiste nella vita dell’amore incondizionato e di quel senso di protezione che sono l’abbraccio di una mamma ti può dare.

Selfie mania: anche gli animali vittime dell’autoscatto

“Ancora questi selfies? E basta!”

In molti la penseranno così: la moda dei selfies – che più che una moda è diventato ormai un mix tra narcisismo, manie di protagonismo e instabilità mentale – sembra non voler proprio finire. Alle numerose varianti del più famoso degli autoscatti se ne aggiunge anche un’altra, questa volta molto più ironica e divertente e, sicuramente, surreale. Si tratta di selfies di animali.

Sembrerà strano, questo è vero, eppure è la realtà: anche gli animali si fanno i selfies. È un’idea del National Geographic che, per la sua ultima campagna pubblicitaria, con l’aiuto dell’agenzia brasiliana di photo stock Diomedia, ha deciso di creare una serie di annunci stampa simpatici.

Protagonisti di questi divertenti selfies un panda, un koala, un gorilla, un orso e un canguro; gli annunci mostrano degli adorabili animali che si fanno selfies in bagno, imitando il comportamento umano, diventato ormai peggio di una malattia.

L’idea è sicuramente molto originale, gli animali vengono disegnati con espressioni molto “umanizzate” e l’effetto realistico è assicurato. Un piccolo messaggio scritto in Capital sul fondo della pagina per lanciare un appello. Il risultato è garantito e in poco tempo le foto hanno fatto il giro del web e dei social più conosciuti.

Ecco il video in cui viene raccontato il processo di ideazione e realizzazione del progetto riuscitissimo.

http://www.youtube.com/watch?v=3m90GaSZv2k

[Credits: cargocollective.com/silviomedeiros/Diomedia-NatGeo]

Zimbabwe: nessun perseguimento per l’assassino del leone Cecil

Credit photo: notizie.tiscali.it

Lo scorso luglio la notizia dell’uccisione del leone Cecil ha fatto il giro di tutto il mondo, provocando sdegno, orrore, rabbia e moltissime proteste.

Recatosi nello Zimbabwe, il dentista del Minnesota Walter Palmer ha attaccato Cecil, il leone di 13 anni, attirandolo con un piccolo trucchetto fuori dalla zona protetta del parco in cui stava, il parco nazionale Hwange, nell’ovest dello Zimbabwe. Il leone ha attraversato 40 ore di agonia prima di incontrare la morte.
Il dentista, a quanto pare, avrebbe pagato circa 50 mila dollari per compiere questo folle atto, senza sapere – almeno stando alle sue dichiarazioni – che l’animale fosse protetto ed oggetto di studi. Il tutto grazie anche all’aiuto di Theo Bronkhorst, cacciatore professionista.

Dopo questo brutto episodio, lo Zimbabwe si era detto pronto a chiedere l’estradizione di Walter Palmer: questo, però, non è mai avvenuto. “Ha seguito tutte le procedure necessarie richieste in termini di diritto quando ha visitato il Paese. Abbiamo deciso di smettere di perseguire la questione. Stava causando inutili frizioni” ha dichiarato Muchinguri-Kashiri, il ministro per l’Ambiente del Paese.

Nessun perseguimento legale per il dentista, quindi, che potrà continuare a visitare il Paese come turista, senza subire alcun tipo di interrogazione.
I casi giudiziari contro il cacciatore Bronkhorst ed il proprietario della terra dal nome Honest Ndlovu, però, continueranno: i due, già subito dopo l’accaduto, furono arrestati con l’accusa di bracconaggio.