venerdì, 5 Dicembre 2025

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10 segni che provano che il tuo gatto ti ama

Per gli amanti del cane, il gatto è un animale profittatore ed egoista: dal suo padrone, che è una sorta di suo sottoposto, pretende soltanto il cibo sempre nella ciotola e la pulizia della lettiera. Ma chi adora e conosce bene queste splendide creature sa perfettamente che così non è: i gatti ci amano. Soltanto che lo dimostrano in una maniera diversa. Le prove? Le trovate qui di seguito.

1. Punto di riferimento

Per il nostro amico a quattro zampe siamo così importanti che, non appena rientriamo, accorre alla porta a salutarci per poi seguirci per tutta casa, infilandosi poco prudentemente tra i nostri piedi e rischiando di farci ruzzolare per terra. Non esattamente quel che desidereremmo dopo una dura giornata di lavoro, certo, ma ognuno ama a suo modo: chi abbracciando, chi facendo gli sgambetti.

2. Interazione

Avete mai notato che i gatti cercano sempre un contatto visivo? Ci fissano, occhi negli occhi, per poi magari ammiccarci con fare sornione e comunicarci qualcosa miagolando. Chiaramente, e inspiegabilmente, noi riusciamo sempre esattamente a sapere cosa ci stanno dicendo.

3. Coccole sui generis

Li riempiamo di coccole e carezze anche quando loro non vogliono: a volte evitano di respingerci in malo modo, il che è già una gentilissima concessione, altre passano all’attacco con morsi e graffietti amichevoli. Perché, è chiaro, solo amichevoli possono essere. Soprattutto se seguiti da ruvide leccatine.

4. Proprietà

Avete presente quando i gatti si strusciano contro di voi? Beh, in realtà vi stanno rilasciando i loro feromoni addosso: in altre parole, vi stanno marcando come di loro proprietà.

5. Retaggi della maternità

Per non parlare di quando il nostro amico baffuto comincia a farci le ‘premutine’: si tratta di un gesto che i gatti cuccioli fanno per far fuoriuscire il latte dalle mammelle della madre e che ritorna in età più adulta quando identificano voi come loro figura materna.

6. Regali

I gatti sono molto generosi: gechi, lucertole, colombi, vermi. Tutti morti stecchiti: “Grazie, amore“.

7. Permalosi

State via per qualche settimana di vacanza? Beh, vi siete guadagnati sdegno e indifferenza per almeno due, tre giorni. Preferire andare altrove piuttosto che restare a casa con lui: come avete osato?

8. Poltrone umane

E la piacevole sensazione di calore di cui possiamo godere quando ci si siedono addosso durante le uggiose e fredde giornate d’inverno? Impagabile, certo. A meno che non siano venuti a sedersi proprio sul nostro naso.

9. Vulnerabilità

Il nostro gatto si mette a pancia all’aria? Ecco, non esiste più grande dimostrazione di fiducia: nel lasciarci toccare una delle loro parti più sensibili, ci stanno essenzialmente dicendo che ormai li abbiamo conquistati.

10. Coinquilini

Ma la più grande dimostrazione d’affetto sta nel fatto che convivono con noi ventiquattr’ore su ventiquattro: ci hanno accettato in casa. Sì, in casa loro.

Le peculiarità animali si devono alla sindrome da addomesticamento

Si tratta di un mistero rimasto irrisolto per più di 140 anni, fino a quando Darwin non notò qualcosa di particolare riguardo agli animali domestici. Adesso, però, gli scienziati sembrano essere giunti alla conclusione che esiste un motivo per cui i nostri amici a quattro zampe tendono ad avere determinate caratteristiche come le orecchie penzoloni, le macchie o il pelo bianco, o espressioni più giovanili con mascelle più piccole. Alcuni studiosi di genetica pensano, infatti, che un gruppo di cellule staminali embrionali detto cresta neurale colleghi tutti questi tratti così usuali in alcune razze di cani e gatti.

Benché la teoria proposta dagli esperti non sia ancora stata dimostrata, la prima ipotesi è che la connessione tra tutte le varie componenti sia la cosiddetta sindrome da addomesticamento, che può riferirsi non solo a cani, gatti, conigli, volpi, maiali e pecore, ma anche a pesci e uccelli – secondo quanto riportato nella rivista scientifica Genetics. “Quando Darwin fece le sue osservazioni, la scienza della genetica non era che ai primordi. Così, la questione della sindrome da addomesticamento è rimasta cruciale in quest’ambito. È davvero straordinario, dunque, aver realizzato che l’ipotesi della cresta neurale leghi insieme questo miscuglio di tratti” afferma Adam Wilkins, della Humboldt University di Berlino, tra gli autori dell’articolo.

Le cellule della cresta neurale si formano vicino al midollo spinale in sviluppo degli embrioni vertebrati: non appena l’embrione matura, queste cellule migrano verso diverse parti del corpo e danno vita a tipi di tessuto differenti. Questi tessuti includono cellule pigmentate e parti del cranio, della mascella, dei denti e delle orecchie, ma anche delle ghiandole surrenali, che costituiscono il centro principale del riflesso “attacco-o-fuga”. Le cellule della cresta neurale influenzano indirettamente anche lo sviluppo del cervello. Secondo l’ipotesi proposta dal Dottor Wilkins e dagli scienziati delle università di Vienna e di Harvard, i mammiferi domestici possono mostrare uno sviluppo ridotto della cresta neurale rispetto a quello dei loro lontani avi. “Quando l’uomo ha cominciato ad addomesticare questi animali – spiega Wilkins – deve averlo fatto selezionando inavvertitamente quelli dai deficit più lievi al livello di cresta neurale, portando così a una minore o più lenta maturazione delle ghiandole surrenali. In tal modo, questi animali risultavano i meno temibili.”

Tra gli altri effetti che produce, il deficit relativo alla cresta neurale può provocare macchie bianche sulla pelle o sul pelo, orecchie penzoloni, anomalie dentali, variazioni nello sviluppo mandibolare, tutti sintomi osservati nella sindrome da addomesticamento. Gli esperti suggeriscono, inoltre, che le ridotte dimensioni del prosencefalo nella maggioranza degli animali domestici possono attribuirsi a un effetto indiretto prodotto da variazioni della cresta neurale, dal momento che i segnali chimici inviati da questo tipo di cellule sono indispensabili per uno sviluppo cerebrale appropriato. Questa ipotesi della cresta neurale potrebbe, allora, non essere affatto errata: molti sono gli scienziati che si stanno affrettando a effettuare mappature di geni alterati a causa dell’addomesticamento, sia nel ratto, che nella volpe e nel cane. Stando alle ipotesi formulate, alcuni di questi geni influenzeranno la futura biologia delle cellule della cresta neurale .

Cani e gatti: vivere con loro è un vero toccasana

Stando alle statistiche Euromonitor, gli animali domestici in Italia sarebbero oltre 60 milioni: quasi 7 milioni i cani, più di 7 i gatti, 30 milioni i pesci, 13 milioni gli uccelli, senza trascurare gli altrettanto numerosi rettili e roditori. E dai dati del rapporto Assalco-Zoomark 2014 – effettuato su un campione di 500 persone – si apprende con maggiore precisione che mentre i cani vivono nel 55,6% dei nuclei familiari, i gatti sfiorano appena il 50%. A preferire i felini sono senz’altro i single, che solo in una percentuale del 22% hanno accordato il loro favore al cane come animale da compagnia: numeri che si ribaltano specularmente se i soggetti in esame sono le famiglie con bambini.

Eppure, a prescindere dalla scelta dell’amico a quattro zampe, tutti concordano nel riconoscere gli enormi vantaggi tratti dal vivere con cani e gatti: più del 90% degli intervistati sostiene di non poter rinunciare all’amore del proprio animale domestico e ha confessato di voler trascorrerci insieme quanto più tempo possibile.
Ma non è soltanto una questione di stato d’animo: i dati del settimo rapporto di Zoomark rivelano che il 94% delle persone sono convinte che avere un animale domestico sia concretamente d’aiuto nel tenere unita la famiglia, essendo capace di somministrare affetto incondizionato anche nelle situazioni più difficili.

Per di più, secondo il 97% dei soggetti coinvolti nel sondaggio avere un amico a quattro zampe è di grande supporto agli anziani, che interagendo con loro vengono sollecitati sia al livello mentale sia al livello fisico. Un aspetto, quello della stimolazione fisica, che non riguarda esclusivamente chi è più in là con l’età: oltre la metà degli intervistati ha infatti riconosciuto che si sente motivato a fare lunghe camminate proprio perché il proprio amico a quattro zampe ha bisogno di essere portato a passeggiare più di una volta al giorno.

Animali che dormono ovunque: immensa tenerezza (FOTO)

Credit: www.boredpanda.com

Dev’essere dura la vita del dolce cucciolo strapazza-cuori: coccole, cibo, passeggiata, ancora coccole, giochi e infine lui, l’amato e meritatissimo riposo.

Se poi i cuccioli sono di dimensioni ridotte, ecco diventare il sonno una costante indiscutibile del loro modo di occupare la giornata. In effetti il piccolo pipistrello bruno dorme quasi 20 ore su 24, lo scoiattolo 15, ma al contrario al cavallo servono solo poco meno di tre ore per ricaricarsi.

Trattenete le lacrime, sono in arrivo una serie di foto che muoveranno anche gli animi meno sensibili e che vi condurranno ad adottare un piccolo pipistrello bruno come fedele animale domestico. Ma attenti ai capelli.

[Credit photos: Boredpanda.com]