lunedì, 29 Maggio 2023

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Riccio africano operato a Roma per raro tumore

Credits: adnkronos

Una storia e lieto fine quella di un piccolo riccio africano. L’animale, affetto da una rara malattia intestinale, era stato salvato precedentemente dalla strada dai suoi proprietari e portato presso la Clinica per animali esotici di Roma dove in giornata è stato operato con una tecnica mai tentata prima, grazie alla quale è guarito.

A raccontare il raro caso del piccolo animale è il veterinario Nicola Di Girolamo, che ha così commentato all’Adnkronos Salute: «Si tratta di un riccio africano portato a visita dai proprietari perché non mangiava più da due giorni. Era stato salvato dai proprietari che lo avevano trovato abbandonato per strada un anno prima. Abbiamo fatto delle lastre e un’ecografia e abbiamo diagnosticato una grande massa che circondava l’intestino». Conseguentemente, il riccio è stato subito operato d’urgenza e il veterinario ha potuto così togliere la parte di intestino malata.

Il piccolo animale pesava 350 grammi, mentre la massa rimossa 50 grammi, “come se fossero 10 kg in un uomo di 70 kg” ha proseguito l’esperto. “Si trattava di una rara forma di neoplasia. Un intervento del genere per questo problema non è mai stato riportato prima. Il riccio dopo 2 settimane stava bene ed era in via di guarigione. Ormai sono passate diverse settimane dall’intervento e possiamo sciogliere la prognosi”.

Il merito va comunque ai proprietari per essersi accorti appena in tempo del problema e hanno portato il riccio in Clinica. “In animali cosi piccoli la minima differenza dalla normalità deve destare preoccupazione. Infatti un animale come il riccio africano non mostra molti sintomi di malessere, se non magari una diminuzione dell’attività e una mancanza di appetito”, ha concluso Di Girolamo. Tutto è bene quel che finisce bene e anche i veterinari della Clinica di Roma sono contenti che il problema si è risolto per il meglio.

Pompieri: calendario sexy per aiutare i cuccioli (FOTO)

credits: https://www.facebook.com

In Australia, dal 1993, un gruppo di giovani e avvenenti pompieri aiutano, grazie alla realizzazione di un calendario, due associazioni di beneficenza per i bimbi ustionati, la Children’s Hospital Foundation e la Westmead Children’s Hospital. In 23 anni hanno raccolto 1,3 milioni di dollari australiani, circa 900 mila euro.

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Quest’anno hanno deciso di estendere il loro aiuto anche ai cuccioli di cani abbandonati. Ecco le foto in anteprima del calendario super sexy che sicuramente farà impazzire le donne di tutto il mondo. Uomini bellissimi e dal fisico scolpito tengono in braccio degli adorabili cuccioli. Insomma, un mix di bellezza e tenerezza: cosa chiedere di più?

Il calendario sarà pubblicato nel 2017, ma alcune foto sono già visibili sulla pagina Facebook Firefighters Calendar Australia.

Poppy: il gatto più vecchio del mondo

Poppy è stata ufficialmente riconosciuta come il gatto più vecchio del mondo, dopo aver compiuto 24 anni – corrispondenti a 114 anni umani. Nata nel febbraio del 1990, durante lo stesso periodo in cui Nelson Mandela venne rilasciato dalla sua prigionia, la micia tartarugata ha salutato nell’arco della sua vita ben 5 Primi Ministri britannici. Attualmente, però, è una gracile vecchietta che trascorre gran parte del suo tempo rilassandosi dentro casa.
Poppy, rientrata nel Guinness dei primati, è di appena un anno più giovane del giapponese Misao Okawa, l’uomo più vecchio del mondo, e ha conquistato il suo attuale titolo dopo la morte di Pinky, un gatto del Kansas passato a miglior vita l’anno scorso all’età di 23 anni.

A Poppy, che all’oggi vive a Bournemouth nel Dorset, venne originariamente dato il nome Popsy dai suoi due primi padroni: successivamente, all’età di cinque anni, fu adottata da Marguerite Corner e da sua figlia Jacqui, che la portò poi con sé a vivere con suo marito Andy West. Dopo aver avuto due figli – Joe di undici anni e Toby di otto -, la coppia ha anche adottato altri quattro gatti, due conigli e un criceto, con cui Poppy convive pacificamente perché, nonostante sia sorda e cieca, continua a essere lei il capobranco: se, per esempio, uno degli altri gatti prova a rubarle del cibo dalla ciotola, lei parte all’attacco mordendogli un orecchio.

La gente chiede spesso a cosa sia da attribuire la longevità di Poppy“, dice Jacqui, “personalmente, credo che si debba alla dieta che conduce e all’esercizio fisico. Difatti, si tiene in forma passeggiando in giro e mangia molto: croccantini a colazione e cibo in scatola nel pomeriggio. Ma quello per cui ha un debole è il cibo da asporto: qualche volta le diamo pezzetti di alette di pollo, fish-and-chips e anche un po’ di kebab“.

Jacqui scrisse al Guinness dei primati non appena Poppy compì 24 anni, richiedendo di partecipare alla categoria “Il gatto più anziano ancora vivente”: la sua segnalazione è, poi, stata verificata e Poppy si è confermata effettivamente come il gatto più vecchio del mondo. Eppure, resta imbattuto il record della storia conseguito ad Austin in Texas: quello di Creme Puff, un gatto incredibilmente vissuto per ben 38 anni e tre giorni.

Ritratti randagi per incoraggiare all’adozione (FOTO)

Pur non essendo forte abbastanza da darsi al volontariato, Brian Moss, fotografo newyorchese, ha cercato di mettere le sue capacità professionali al servizio dei randagi del canile Bergen County Protect and Rescue del New Jersey: così, ha realizzato una serie di ritratti fotografici di tutti i cani e i gatti abbandonati che la struttura ospita, nella speranza che queste adorabili immagini spingano dei potenziali padroni a guardare al di là della loro sfortunata condizione.

La cosa più logica da fare – spiega Brian Moss – era sfruttare la mia esperienza di fotografo per immortalare lo spirito di questi cani e gatti, che non aspettano nient’altro che essere adottati“. Dei ritratti randagi, con cui Brian spera di far breccia nel cuore dei futuri padroni, convincendoli a non soffermarsi sui problemi che questi animali hanno, purtroppo, ereditato (si pensi, ad esempio, alle cataratte), ma piuttosto a pensare nuovamente a gatti e cani come a una parte integrante della propria vita.

Il set fotografico di “Rescue me” è stato allestito all’interno del canile stesso, tra un lavandino e una lavatrice che perdeva acqua: alcuni dei cani ritratti, come Jack il Jack Russell, sono randagi ritrovati da gente del posto che li ha condotti al Bergen County Protect and Rescue. Duke il Pitbull, invece, esibisce un corpo 100% muscoli: un fisico per il quale molti esseri umani lavorano sodo tutti i giorni, mentre lui l’ha ricevuto in dotazione naturale – spiega la scheda allegata al suo profilo.

L’abilità di Brian nel catturare le emozioni di questi animali, così visibili attraverso i loro occhioni pieni di vulnerabilità, offre l’opportunità a tutti quanti siano interessati all’adozione di randagi di percepirne immediatamente la personalità: alcuni sono dei timidoni, già pronti per entrare a far parte di una nuova famiglia, altri hanno ancora problemi di socializzazione con altri cani, ma non disdegnano affatto il contatto umano.