giovedì, 8 Giugno 2023

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Notizie di attualità sul mondo degli animali, diritti e doveri per chi possiede un animale domestico, storie sugli amici a quattro zampe

Cani e padroni sono simili: lo dice la scienza (FOTO)

Credits: giornalettismo.com

Il famoso detto “tale padre, tale figlio” si potrebbe riadattare diventando “tale padrone, tale cane“. La scienza e molte ricerche hanno dimostrato infatti che tra cani e padroni oltre all’intesa ci sarebbe la somiglianza, fisica e comportamentale.

Alcuni psicologi della University of California (San Diego) hanno condotto una ricerca su 45 cani, 25 di razza e 20 meticci, e i loro proprietari, tutti fotografati separatamente. Le foto sono state sottoposte a una giuria con queste modalità: la foto del padrone è stata mostrata accanto a quella del proprio cane e a quella di un cane qualsiasi. La somiglianza tra cani di razza e padroni è stata riconosciuta nella maggior parte dei casi.

Questi studi però hanno anche dimostrato che la somiglianza fisica tra cani e padroni non deriva dal tempo che essi hanno passato insieme ma dal narcisimo dell’uomo, in quanto esso inconsciamente tende ad adottare un cane a sè simile: ecco perchè le somiglianze si riconoscono per lo più con i cani di razza. Scegliamo il cane per come sarà perchè, come affermano gli psicologi che hanno effettuato la ricerca, “Sembra che le persone aspirino a possedere una creatura simile a se stessi“.

Alto discorso invece riguarda le somiglianze comportamentali: in uno studio del 2011 i ricercatori hanno concluso che i cani possiedono una “imitazione automatica“, un istinto che può prevalere sia sul comportamento naturale sia sull’interesse personale.
I cani sono anche sensibili al contagio dello sbadiglio, che indica empatia, quando a sbadigliare è il loro padrone, piuttosto che un estraneo.

Certo è che come avviene tra amici o in una relazione in cui si è a stretto contatto, si è soliti “copiare” alcuni atteggiamenti dell’altro, cosa che avviene anche tra umani e amici a quattro zampe. L’imitazione è reciproca, anche l’uomo ha tanto da imparare dai suoi amici pelosi.

Poppy: il gatto più vecchio del mondo

Poppy è stata ufficialmente riconosciuta come il gatto più vecchio del mondo, dopo aver compiuto 24 anni – corrispondenti a 114 anni umani. Nata nel febbraio del 1990, durante lo stesso periodo in cui Nelson Mandela venne rilasciato dalla sua prigionia, la micia tartarugata ha salutato nell’arco della sua vita ben 5 Primi Ministri britannici. Attualmente, però, è una gracile vecchietta che trascorre gran parte del suo tempo rilassandosi dentro casa.
Poppy, rientrata nel Guinness dei primati, è di appena un anno più giovane del giapponese Misao Okawa, l’uomo più vecchio del mondo, e ha conquistato il suo attuale titolo dopo la morte di Pinky, un gatto del Kansas passato a miglior vita l’anno scorso all’età di 23 anni.

A Poppy, che all’oggi vive a Bournemouth nel Dorset, venne originariamente dato il nome Popsy dai suoi due primi padroni: successivamente, all’età di cinque anni, fu adottata da Marguerite Corner e da sua figlia Jacqui, che la portò poi con sé a vivere con suo marito Andy West. Dopo aver avuto due figli – Joe di undici anni e Toby di otto -, la coppia ha anche adottato altri quattro gatti, due conigli e un criceto, con cui Poppy convive pacificamente perché, nonostante sia sorda e cieca, continua a essere lei il capobranco: se, per esempio, uno degli altri gatti prova a rubarle del cibo dalla ciotola, lei parte all’attacco mordendogli un orecchio.

La gente chiede spesso a cosa sia da attribuire la longevità di Poppy“, dice Jacqui, “personalmente, credo che si debba alla dieta che conduce e all’esercizio fisico. Difatti, si tiene in forma passeggiando in giro e mangia molto: croccantini a colazione e cibo in scatola nel pomeriggio. Ma quello per cui ha un debole è il cibo da asporto: qualche volta le diamo pezzetti di alette di pollo, fish-and-chips e anche un po’ di kebab“.

Jacqui scrisse al Guinness dei primati non appena Poppy compì 24 anni, richiedendo di partecipare alla categoria “Il gatto più anziano ancora vivente”: la sua segnalazione è, poi, stata verificata e Poppy si è confermata effettivamente come il gatto più vecchio del mondo. Eppure, resta imbattuto il record della storia conseguito ad Austin in Texas: quello di Creme Puff, un gatto incredibilmente vissuto per ben 38 anni e tre giorni.

Il cane, il gatto e l’agnello della campagna OIPA invadono Milano

“M’ama, mi mangia” pensano rispettivamente il gatto e l’agnellino della nuova campagna di sensibilizzazione OIPA.
Questi cartelloni che ritraggono due specie animali, ma il cui destino è tremendamente lontano tra loro, hanno invaso le metrò di Milano, e, nei prossimi giorni, in occasione della Pasqua verranno affissi anche a Roma.

OIPA #1

L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali ha sollevato, così, una realtà che lascia basiti: che differenza c’è tra la vita di un gatto, che viene preso in casa e accudito, un cane, nostro compagno di vita fidato, e un agnellino, che in questi periodi dell’anno non giunge ai suoi primi mesi di vita?

Secondo le guardie zoofile dell’OIPA la differenza può farla solo chi è dotato di razionalità: l’essere umano.
Perché a noi è stata data la consapevolezza che dovrebbe bastare a renderci rispettosi nei confronti della vita, quella di tutti.
È con poche parole, ma dirette, e un’immagine che parla da sola, che per le prossime due settimane si tenta di suscitare una sensibilità maggiore nei confronti della strage pasquale che vede coinvolti gli agnelli.

Una campagna che rimanda al gioco che si fa affidandosi alle sorti dei petali di una margherita pronunciando il fatidico “m’ama, non m’ama” per decidere se un amore è ricambiato.

È con la stessa superficialità che decidiamo le sorti della vita altrui?

Arriva il pelfie, l’autoscatto degli animali domestici (FOTO)

L’evoluzione del selfie sembra ormai inarrestabile. Più passa il tempo e meno sembra scemare la tendenza all’autoscatto. Nata come fotografia di se stessi da soli o in compagnia, la selfie mania ha conosciuto un’espansione e una varietà di declinazioni davvero inimmaginabile.

Ultimamente su Instagram è sempre più diffuso un particolare hashtag che denota un originale tipo di selfie: il #pelfie, ovvero il pet-selfie. Cani, gatti, conigli e persino cavalli e criceti: tutti gli animali domestici sono diventati vittime inconsapevoli di questa nuova e diffusissima tendenza.

Ed ecco che cuccioli assonnati, musi buffi o arrabbiati, occhioni dolci o curiosi diventano i veri protagonisti degli scatti rubati dalla fotocamera di uno smartphone. Scatti che ricordano molto quelli dei padroni degli animali e che – come nel caso dei selfie umani – hanno invaso e ancora invadono le bacheche dei principali social network.

La tendenza del pelfie però non è del tutto fine a se stessa: essa infatti è stata utilizzata dal sito Buyagift per indire una competizione a suon di pet-selfie per una raccolta fondi da dare in beneficenza a Angels Animal Rescue e Wood Green, the Animals Charity, due associazioni benefiche che aiutano proprio gli animali. Il concorso – aperto dal 3 giugno e valido fino al 3 luglio – vedrà come protagoniste proprio le fotografie di qualsiasi animale da compagnia.

E così agli amanti degli animali e/o della fotografia – o forse sarebbe meglio dire dell’autoscatto – non resta altro da fare se non impugnare il proprio smartphone e cercare di scattare il pelfie più bello, per una giusta e nobile causa.