giovedì, 19 Dicembre 2024

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Animalismo, anticapitalismo o salutismo? Cosa si nasconde dietro alla scelta di astenersi dal consumo della carne? Lo scopriamo insieme con loVeg, la rubrica dedicata ai vegetariani e ai vegani, ma anche ai curiosi che, forse, lo saranno un domani

Moby apre un ristorante vegano (loVeg)

Dj e musicista celebre al livello internazionale, Moby, dopo essere stato vegano per ben 27 anni, ha annunciato di voler aprire un ristorante vegano quest’estate a Silver Lake e di volerlo chiamare “Little Pine“. Ma qual è stato il percorso dell’artista prima di arrivare a intraprendere questa strada, passando da punk-rocker carnivoro che prendeva in giro i vegetariani ad essere un vero e proprio attivista vegano?

Come ha raccontato al Los Angeles Times, fu all’età di 10 anni che Moby, nel passare davanti a una discarica della piccola città del Connecticut in cui viveva, sentì dei miagolii provenire da una scatola che si trovava giusto di fronte alla discarica. Si avvicinò, aprì la scatola e dentro vi trovò tre gattini morti e uno in fin di vita: così, lo portò dal veterinario con la madre e riuscì a salvarlo. Dopo una decina d’anni, nel giocare ancora con quello stesso gatto, all’improvviso un pensiero gli balenò: “Perché, se a questo gatto ci tengo e voglio proteggerlo da qualsiasi forma di sofferenza – si chiese – sono ancora immischiato in azioni che ne procurano ad altre creature?“.

Eppure, molta gente – sebbene sia contro la crudeltà sugli animali – continua ad amare la carne. A questo stato di cose, Moby oppone una citazione di Voltaire: “La perfezione è nemica del bene“: nel senso che è preferibile che si facciano piccole cose buone al non fare affatto chissà che grandi cose alla perfezione. Il fatto che una persona riduca del 10% o del 20% il proprio consumo di carne è già un traguardo in termini di effetti sui cambiamenti climatici, nonché sul proprio benessere: “È dalle piccole cose – dice l’artista – che nascono conseguenze fenomenali“.

La scelta vegan di Beyoncé e Jay-Z (loVeg)

Il nuovo progetto della coppia più famosa del mondo formata da Beyoncé e Jay-Z? Far diventare tutti vegani. Già il 3 dicembre 2013 i due annunciarono, tramite social media, che avrebbero dato inizio alla loro “sfida” vegana per 22 giorni: era il giorno prima del quarantaquattresimo compleanno di Jay-Z, ma anche il giorno immediatamente successivo al loro ingresso da partner nell’azienda alimentare fondata da Marco Borges, loro trainer e maestro di vita.

A febbraio di quest’anno, circa un anno dopo, 22 Days Nutrition (questo il nome della loro azienda) ha avviato un servizio di consegna a domicilio di cibo vegano (al costo di 600 dollari per tutti e 22 i giorni) che ha fatto il tutto esaurito non appena la coppia ha pubblicizzato la sfida sui social. Il nome, in effetti, deriva dalla convinzione di Borges che ci vorrebbero 21 giorni per prendere un’abitudine e che, perciò, a partire dal ventiduesimo si è sulla strada giusta.

Tutti i pasti sono privi di soia, di latticini e di glutine, ma 22 Days Nutrition distribuisce anche barrette proteiche e integratori in polvere. Attualmente i due soci stanno indagando su un possibile frutto o vegetale da utilizzare per la creazione di snack in busta. E si pensa anche a pasti già pronti da acquistare al supermercato o a punti vendita che renderanno questa tipologia di cibo più fruibile in maniera più semplice. “Le persone vogliono stare in salute – dice Borges – ma per una ragione o per un’altra la convenienza batte la salute“.

Dopo aver intrapreso questa scelta, la stessa Beyoncé ha affermato: “sono le cose più piccole che noti all’inizio, come per esempio il fatto di avere più energia. Ma i benefici del veganismo devono essere alla portata di tutti: dovremmo dedicare più tempo ad amare noi stessi, a prenderci cura di noi stessi attraverso un’alimentazione sana“.

Jared Leto non rinuncia al veganismo (loVeg)

Jared Leto, celebrità risaputamente vegana, si appresta a interpretare Joker nella prossima pellicola firmata Warner Bros., “The Suicide Squad”. Tuttavia, il contratto firmato con la produzione cinematografica gli impone di prendere peso e irrobustirsi rapidamente per interpretare questo ruolo: cosa non facile per un vegano convinto che non ha intenzione di abbandonare il suo regime alimentare. Per giunta, Leto è reduce da un’altra interpretazione che è andata a influenzare la sua forma fisica, quella della trans sieropositiva in “Dallas Buyers Club” che gli è valsa l’Oscar nel 2013, personaggio per il quale era dovuto dimagrire ben 30 chili.

Quel che sto facendo per riuscire a prendere peso velocemente – ha dichiarato la star del grande schermo – è mangiare ogni due ore, ma per me è difficile mangiare così tanto. Non intendo cambiare il mio stile di vita e la mia dieta per ingrassare“. Benché non abbia voluto rivelare il suo attuale programma alimentare, Jared ha pubblicato qualche fotografia dei cambiamenti fisici in corso, affermando di aver ingurgitato quantità industriali di frittelle vegane.

Una scelta vegana che, nel caso di Leto, deriva certo da ragioni etiche, ma che giova anche in maniera evidente alla sua salute e al suo appeal: la celebrità, difatti, pur avendo 43 anni, ha l’aspetto di un trentenne. “Il merito – dice Jared – va tutto alla mia dieta e alla cura che ho di me stesso. Il bisogno di sottoporre il proprio corpo a svariate trasformazioni per lavoro può diventare qualcosa di pericoloso, ma può dare anche grandi soddisfazioni se lo fai in modo appropriato“.

Attore e cantante di fama internazionale, Leto aveva già raccontato a GQ l’anno scorso di avere ancora molti vizi, ma non quello dell’alcol. Pertanto, evitare il consumo di alcolici, dormire a sufficienza e – soprattutto – un regime alimentare prima vegetariano e poi vegano stoicamente portato avanti da più di vent’anni: questi i punti chiave di uno stile di vita che, nel suo caso, hanno decisamente aiutato il suo processo di “preservazione”.

Ma il salutismo non è l’unico interesse dell’attore e frontman dei 30 Seconds to Mars: nel 2013, infatti, Jared Leto è stato anche nominato anche nuovo ambasciatore dal WWF. In quell’occasione, visitò diverse aree del continente africano per constatare di persona le condizioni di vita degli animali selvatici a rischio di estinzione, tra cui in particolare i rinoceronti. “Ritrovarsi in una natura così incontaminata – spiegò all’epoca Leto – mi ha confermato quanto sia indispensabile difendere tutto questo con impegno e passione tanto attraverso l’alimentazione quanto attraverso iniziative eccezionali come quelle del WWF”.

Natalie Portman: vegetariana o vegana? (loVeg)

Trasferitasi in via definitiva a Parigi da circa un anno, l’attrice Natalie Portman avrà dovuto abbandonare molte delle sue abitudini quotidiane, ma di certo non il suo regime alimentare: diventata vegetariana tra gli otto e i nove anni, in occasione di un giorno del Ringraziamento in cui convinse la madre (seppur recalcitrante) a non cucinarle il tradizionale tacchino, la protagonista di The Black Swan si è dichiarata ufficialmente vegana a partire dal 2009.

Nonostante avesse inizialmente ritenuto che la scelta vegana sarebbe stata complicata a causa dei suoi frequenti viaggi di lavoro, a convincerla ad abbracciare la filosofia vegan fu all’epoca la lettura di “Eating Animals” (“Mangiare gli animali”), libro in cui Jonathan Safran Foer passa in rassegna tutti gli aspetti più atroci dell’allevamento intensivo a fini industriali. Come ha successivamente scritto anche sull’Huffington Post, fino a quel momento la Portman aveva sempre avuto dell’esitazione nel criticare le scelte alimentari altrui, ivi compresa quella di mangiare della carne, perché a sua volta detestava che lo si facesse nei suoi confronti. Ma, leggendo questo libro, Natalie si è resa conto che certe cose sono sbagliate e basta: la scelta di mangiare o non mangiare la carne non deriva da una scelta propriamente personale, bensì dall’individuazione di ciò che non è giusto e ciò che lo è.

Trasformatasi a partire da allora in militante e attivista convinta, la Portman ha cominciato a dare il suo sostegno pubblico alla PETA (l’associazione delle Persone a favore del Trattamento Etico degli Animali): il gruppo, però, diede prova di un gusto alquanto discutibile, chiedendole di posare in un orinatoio affiancandosi allo slogan “Meglio un bagno di pipì che portare la pelliccia”.

Natalie Portman: vegetariana o vegana? (loVeg)

Estrema, ma non troppo: ebbene sì, perché durante tutto il periodo della sua gravidanza la bella attrice ha rinunciato al veganesimo. “Se non mangiate uova – ha spiegato al Daily Mailnon potete neanche acquistare biscotti e dolci in vendita nelle pasticcerie. E questo può diventare un grosso problema nel momento in cui non c’è nient’altro di cui volete nutrirvi“. Un messaggio un po’ fiacco quello che trapela da queste dichiarazioni: essere incinta e essere vegane è davvero impossibile? Stando alle parole di Natalie, bisogna seguire le indicazioni che il corpo stesso suggerisce – corpo che in quel periodo specifico non è neanche completamente nostro.

Altro particolare per cui la Portman è stata oggetto di svariate critiche è il fatto che abbia accettato di fare da testimonial per il profumo Miss Dior Chérie, tralasciando del tutto il piccolo dettaglio che il veganesimo non prevede l’utilizzo di prodotti testati sugli animali. “La cosa fantastica di Dior– ha spiegato lei – è che realizzano delle scarpe animal-free, senza pelle o cuoio, appositamente per me. Dior ha riprodotto i suoi modelli per permettermi di portarli al piede“. Peccato che, però, nel resto dei casi la grande casa di moda francese utilizzi pelli e pellicce.

Natalie Portman: vegetariana o vegana? (loVeg)

Una scelta incomprensibile, la sua, sopratutto alla luce della collezione di scarpe di lusso vegane, le Te Casan, che lei stessa lanciò nel 2008, calzando il green style anche su tappeti rossi importanti. Dove è finita tutta la consapevolezza etica della giovane Portman? Forse solo sulla tavola, come al suo matrimonio: quando, infatti, Natalie ha sposato nel 2012 Benjamin Millepied (coreografo di The Black Swan), tutto il menù della festa era interamente vegano (macarons a mo’ di torta nuziale inclusi), come lei. O forse no.