giovedì, 25 Aprile 2024

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Animalismo, anticapitalismo o salutismo? Cosa si nasconde dietro alla scelta di astenersi dal consumo della carne? Lo scopriamo insieme con loVeg, la rubrica dedicata ai vegetariani e ai vegani, ma anche ai curiosi che, forse, lo saranno un domani

Parigi: apre la Macelleria Vegetariana (loVeg)

Apre a Parigi la Boucherie Végétarienne, la prima macelleria vegetariana dove saranno serviti hamburger, scaloppine e costolette senza alcuna traccia di carne animale. L’obiettivo della neo-nata attività saranno, nello specifico, i cosiddetti ‘flexitariani’, sarebbe a dire tutti coloro che conducono già uno stile alimentare prevalentemente vegetariano ma che di tanto in tanto si concedono una fetta di carne.

In Francia, in effetti, i vegetariani costituiscono solo il 3% della popolazione totale, mentre più di un quarto dei non vegetariani (27%) si sarebbero dichiarati pronti a diventare, appunto, ‘flexitariani’. “Vogliamo rivolgerci un pubblico vasto – spiega Isabelle Bensimon, tra i gestori della Boucherie Végétarienne – “coinvolgendo soprattutto coloro che vorrebbero mangiare diversamente ma che ancora non sanno bene come comportarsi al livello alimentare“.

Qui, perciò, niente maiale né vitello, ma soltanto prodotti preparati con una pasta a base di soia e frumento, surgelata a -30° C per riuscire a ritrovare la stessa consistenza della carne. Ma anche tofu, tempeh e leguminose varie la fanno da padrone: per come si presentano e per il loro sapore, queste pietanze non solo assomigliano davvero alla carne, ma contengono anche una quantità di proteine sufficiente a soddisfare il nostro fabbisogno giornaliero.

Non si tralasciano nemmeno le preferenze dei vegani, con prodotti privi di uova e formaggio che potranno essere consumati sul posto o ordinati da asporto, dimostrando anche agli altri che un’alimentazione responsabile è davvero possibile e meno complicata di quanto si creda. Spesso cucinati secondo ricette molto originali, questi piatti offriranno l’occasione di scoprire nuovi orizzonti culinari e, chissà, forse persino i carnivori più convinti si lasceranno tentare.

L’illustrazione che divide i vegani (IoVeg)

Un’illustrazione di dubbio gusto è girata recentemente sui social media: sulla sinistra, un uomo – probabilmente un afroamericano – impiccato al ramo di un albero. Dall’altro lato, un maiale, legato nella stessa maniera. “Allora c’era il razzismo – hanno scritto nel post – adesso abbiamo lo specismo“.

L'illustrazione che divide i vegani (IoVeg)

In poco tempo, i vegani da sempre molto uniti, si sono divisi. Da un lato chi crede che immagini così forti siano necessarie per rendere l’idea di quel che succede agli animali e dall’altro chi, invece, crede che non sia il caso di fare questi paragoni.

Per quanto sia legittimo e giusto indignarsi e mobilitarsi contro l’abuso perpetrato ad opera delle industrie alimentari ai danni degli animali da allevamento, accostare l’epoca della schiavitù nera alla problematica della stabulazione intensiva potrebbe rischiare di far apparire i vegetariani e i vegani allo stesso livello di coloro contro cui manifestano.

Il trattamento subito dagli animali da allevamento è una forma di schiavitù, corredato da omicidio, tortura e abusi. Alla base della vita di una giovane mucca c’è soltanto la sua produttività: separata immediatamente da un suo neonato, questa sarà sfruttata fino a quando non sarà più in grado di produrre latte. A quel punto, gli allevatori non dovranno far altro che disfarsene. Alternativa obbligata anche per un vitello maschio, mentre le femmine cresceranno e vivranno la propria vita solo all’interno di quest‘orribile processo di produzione e lavorazione di prodotti e derivati del latte.

E lo stesso vale per i polli da batteria o per i test che l’industria cosmetica pratica sugli animali. Alla luce di questi crimini ormai risaputi, consumare carne significa partecipare in qualche maniera all’allevamento in cattività, al lavoro forzato e all’uccisione di milioni di esseri dotati di coscienza ed emotività. Perciò, vedere la loro come una forma di schiavitù non è del tutto erroneo. Ma usare immagini relative alla schiavitù subita da altre persone, con l’obiettivo di far giungere un messaggio, forse non è il modo migliore. E non perché sia offensivo paragonare un maiale a un essere umano, ma semplicemente perché è privo di tatto strumentalizzare l’oppressione e la sofferenza patita storicamente da un altro gruppo di persone per portare avanti la propria causa.

Il veganismo costituisce una strada lunga: chi è già vegetariano è avvantaggiato e non ha bisogno di queste immagini perché ha già fatto la sua scelta etica, ma di base la carne fa largamente parte della stragrande maggioranza delle culture e delle religioni umane. E anche in questo caso non sarà un’immagine a far cambiare le abitudini alimentari.
Non possiamo certo continuare a ignorare il fatto che la crudeltà sugli animali è parte (disgustosa) della vita moderna. Ma, visti e considerati i già fin troppo validi argomenti, dovremmo riuscire a combatterla senza sfruttare una ferita ancora aperta come quella dell’infame schiavismo inflitto alla popolazione nera.

Pam Anderson e il Vegano sensuale (loVeg)

Vegana convinta e attivista per i diritti degli animali, Pamela Anderson ha già posato in déshabillé per la PETA, e adesso si accinge a prodigarsi per un’altra causa affine alla sua passione per il mondo animale: la cucina veg.

Nel rispondere a una serie di domande che i suoi fan le hanno fatto su Reddit AMA, Pamela ha annunciato che i preparativi per lo show di cucina vegana sono pronti e che le riprese partiranno a partire da Giugno.

Sto per lanciare un programma di cucina, il che mi fa sentire davvero elettrizzata. Si chiamerà ‘The Sensual Vegan’ (Il Vegano sensuale). Frattanto, sto scrivendo anche un libro – si tratta della mia seconda opera – e trovo tutto ciò incredibile. C’è da dire che, generalmente questi show di cucina propongono dei suggerimenti davvero troppo basici per preparare cibo vegano, e vorrei davvero che il mio programma diventasse qualcosa di più di questo. Inizieremo a girare a giugno, non vedo davvero l’ora.

La biondissima celebrità ha anche parlato di cibo, delle sue preferenze in fatto di alimenti: “Ormai è risaputo, il cibo non è esattamente tra le mie priorità nella vita, anche se può sembrare paradossale. Eppure, mi piacciono gli alimenti sani, salutari: quando mangio, si tratta sempre di qualche pietanza semplice. Come, per esempio, gli avocado. Non mi piacciono i cibi pronti, raffinati: credo che si debba mangiare semplice“.

Ancora non è stato annunciato quando apparirà sugli schermi, ma ‘The Sensual Vegan’ suona come qualcosa di davvero interessante. Anche per tutti i fanatici italiani di programmi in streaming, rigorosamente veg.

Un’Italia sempre più veg (loVeg)

Sempre più verdi le forchette di questi italiani: stando ai dati emersi dalla recente indagine GfK Eurisko-TreValli, condotta per analizzare quanto sono cambiate le abitudini alimentari in Italia da vent’anni a questa parte, si contano ben 2 milioni di persone che negli ultimi 9 anni hanno ridotto il consumo di carne, consumandone meno di una volta alla settimana, nonché più di un milione di italiani che al livello culinario si lasciano influenzare da valori vegani.

Quelli che si dichiarano aderenti a un vero e proprio regime alimentare sono il 16% del totale: i vegani risulterebbero il 3% degli intervistati, i vegetariani il 6%, subito seguiti dagli amanti del macrobiotico e dai crudisti (in una percentuale del 2%).

La ricerca ha messo, così, in luce come nell’arco di questi vent’anni la nostra cultura gastronomica siano sono aumentati gli italiani che in cucina fanno riferimento alla dieta mediterranea (nel 1995 erano il 41%, oggi il 62%). Un’abitudine ormai caduta in disuso è risultata essere il pasto completo, che si consuma sempre meno sia a pranzo (dal 68% al 48%) che a cena (dal 41% al 25%). In netto aumento, invece, la colazione (dall’87% al 70%), nuova abitudine a cui si affianca lo snack (36%), che negli anni novanta praticamente non esisteva.

Il dato relativo al 6% degli italiani che ha già scelto di rifiutare il consumo di prodotti di origine animale, ad ogni modo, viene spiegato dalla Lav, che dichiara: “spesso si crede che diventare vegetariani o vegani sia difficile, e che questa scelta possa creare degli squilibri nel nostro organismo”. Una credenza falsa eppure diffusa, anche tra i medici, che – partendo dall’assunto che la dieta debba essere quanto più varia – spesso discriminano questa scelta. Per sollecitare invece l’adesione a questo tipo di alimentazione veg, la Lav annuncia la creazione di Cambiamenu, sito dedicato a chi sceglie di mangiare in modo consapevole e senza causare sfruttamento e sofferenza.

L’organizzazione animalista, come tecnica di avvicinamento, ha quindi proposto il ‘mercoledì veg’, un giorno vegan a settimana: “Essere vegan – spiegano quelli della Lav – è un atto di responsabilità etica verso gli altri esseri viventi. Ogni anno, soltanto nel nostro Paese, vengono uccisi circa 700 milioni di animali terrestri e miliardi di animali acquatici da destinare al consumo alimentare. Gli animali vedono e sentono e, moltissime volte, sono consapevoli di ciò che li aspetta: una morte che spesso è indolore solo sulla carta. Mucche, vitelli, maiali, conigli e tantissimi altri vengono allevati per finire sulla nostra tavola o per essere sfruttati come macchine e quindi ‘rottamati’. E non dimentichiamo i pesci, o i crostacei e i molluschi, cotti o mangiati da vivi”.

Ma, oltre che per ragioni animaliste, questo tipo di alimentazione apporta innumerevoli vantaggi anche sul piano della sua sostenibilità: gli allevamenti intensivi e il ciclo della produzione della carne rappresentano la fonte del 18% delle emissioni di gas serra e dell’utilizzo di risorse in esaurimento, come l’acqua. Basti pensare che per ottenere un chilo di carne occorrono circa 15.000 litri di acqua.