I 10 modi di dire italiani più assurdi
Quando parliamo tendiamo ad usare moltissimi proverbi, frasi fatte e modi di dire. A volte – diciamocelo – sono davvero incomprensibili, soprattutto quando sono in dialetto, e ancora di più se il dialetto non è il nostro.
Noi di Blog di Lifestyle abbiamo raccolto, tra i tanti modi di dire esistenti nella nostra penisola, i 10 più assurdi nei vari dialetti: ecco la nostra top ten.
E non dimenticate che di questi modi di dire, ogni dialetto ha poi la propria versione.
Te mangià co pedrio
Modo di dire tipico lombardo e, più precisamente, milanese. Sapete quando si usa? Per riferirsi a qualcuno che mangia in modo veloce – di suo o semplicemente perché è un po’ di fretta.
Al du magna al tri
Questo è uno dei modi di dire usato soprattutto in Emilia-Romagna, che funge principalmente da esclamazione. È usato quando qualcuno fa qualcosa che in realtà non avrebbe dovuto fare e questo suo comportamento potrebbe avere conseguenze negative.
Và cercanno Maria pè Roma
Quando trovare una cosa o una persona risulta un’impresa, a Roma si usa questa espressione: “và cercanno Maria pè Roma”. Lo sapevate?
A pazziella in mano a criaturi
In italiano medio si dice “il pane per chi non hai i denti“, mentre in dialetto campano l’espressione più usata è “a pazziella in mano a criaturi”. Che poi è come dire “la lanterna in mano ai cecati”.
Non di ollu non di ollìa su prattu indillingia
Che si tratti di dialetto sardo penso lo abbiate capito tutti, il significato di questa espressione però un po’ meno, vero? In Sardegna si usa questa frase quando, dopo aver mangiato, ci si dichiara con la pancia piena, nonostante non sia vero: infatti, dopo si mangiano anche le gambe del tavolo.
Bela come el cul de stignadel
Simile a “bela come el cul de la padela”, questo modo di dire è tipico dei dialetti del Nord. Si usa, solitamente, per riferirsi ad una persona non proprio carina fisicamente e, diciamola tutta, non è per niente un complimento.
O mangi la minestra, o ti butti dalla finestra
Un modo di dire senza confini dialettali questo, presente in tutta Italia, con cadenze ed accenti differenti a seconda della regione e della città. Il significato è semplice perché è come se fossi messo alle strette: o fai una certa cosa o ti attacchi al tram.
A lavà la cap a lu ciuccj si perde timb, acqua e sapon
Modo di dire tipico della città di Foggia che significa che non si riuscirà mai a far cambiare idea ad una persona testarda. Anche impegnandosi, sarebbe una battaglia persa dal principio.
Scine ca scine ma ca scine in tutt
Uno dei modi di dire abruzzese, che viene usato soprattutto per rispondere a delle proposte un po’ azzardate. Con questa espressione la cosa fondamentale che si vuole fare è evidenziare il dissenso o, semplicemente, lo stupore.
Cu si vardau si sarvau
“Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio” è questo il significato del modo di dire tipico della tradizione siciliana. Concetto che si può esprimere anche con un’altra espressione, sempre della Sicilia: “cui tantu si fidau arristau ngannatu”.