martedì, 19 Novembre 2024

Le TOT cose che

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Le tot cose che, ovvero classifiche - sul mondo che ci circonda - stilate dalla redazione di Blog di Lifestyle

I 10 modi di dire italiani più assurdi

Credit photo: desktopbackgroundshd.com

Quando parliamo tendiamo ad usare moltissimi proverbi, frasi fatte e modi di dire. A volte – diciamocelo – sono davvero incomprensibili, soprattutto quando sono in dialetto, e ancora di più se il dialetto non è il nostro.

Noi di Blog di Lifestyle abbiamo raccolto, tra i tanti modi di dire esistenti nella nostra penisola, i 10 più assurdi nei vari dialetti: ecco la nostra top ten.
E non dimenticate che di questi modi di dire, ogni dialetto ha poi la propria versione.

Te mangià co pedrio

Modo di dire tipico lombardo e, più precisamente, milanese. Sapete quando si usa? Per riferirsi a qualcuno che mangia in modo veloce – di suo o semplicemente perché è un po’ di fretta.

Al du magna al tri

Questo è uno dei modi di dire usato soprattutto in Emilia-Romagna, che funge principalmente da esclamazione. È usato quando qualcuno fa qualcosa che in realtà non avrebbe dovuto fare e questo suo comportamento potrebbe avere conseguenze negative.

Và cercanno Maria pè Roma

Quando trovare una cosa o una persona risulta un’impresa, a Roma si usa questa espressione: “và cercanno Maria pè Roma”. Lo sapevate?

A pazziella in mano a criaturi

In italiano medio si dice “il pane per chi non hai i denti“, mentre in dialetto campano l’espressione più usata è “a pazziella in mano a criaturi”. Che poi è come dire “la lanterna in mano ai cecati”.

Non di ollu non di ollìa su prattu indillingia

Che si tratti di dialetto sardo penso lo abbiate capito tutti, il significato di questa espressione però un po’ meno, vero? In Sardegna si usa questa frase quando, dopo aver mangiato, ci si dichiara con la pancia piena, nonostante non sia vero: infatti, dopo si mangiano anche le gambe del tavolo.

Bela come el cul de stignadel

Simile a “bela come el cul de la padela”, questo modo di dire è tipico dei dialetti del Nord. Si usa, solitamente, per riferirsi ad una persona non proprio carina fisicamente e, diciamola tutta, non è per niente un complimento.

O mangi la minestra, o ti butti dalla finestra

Un modo di dire senza confini dialettali questo, presente in tutta Italia, con cadenze ed accenti differenti a seconda della regione e della città. Il significato è semplice perché è come se fossi messo alle strette: o fai una certa cosa o ti attacchi al tram.

A lavà la cap a lu ciuccj si perde timb, acqua e sapon

Modo di dire tipico della città di Foggia che significa che non si riuscirà mai a far cambiare idea ad una persona testarda. Anche impegnandosi, sarebbe una battaglia persa dal principio.

Scine ca scine ma ca scine in tutt

Uno dei modi di dire abruzzese, che viene usato soprattutto per rispondere a delle proposte un po’ azzardate. Con questa espressione la cosa fondamentale che si vuole fare è evidenziare il dissenso o, semplicemente, lo stupore.

Cu si vardau si sarvau

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio” è questo il significato del modo di dire tipico della tradizione siciliana. Concetto che si può esprimere anche con un’altra espressione, sempre della Sicilia: “cui tantu si fidau arristau ngannatu”.

Le 10 domande dei genitori sugli smartphone

Credits: ilsole24ore.com

Ormai tra genitori e figli non si comunica più verbalmente. Si usa Whatsapp per trovarsi, ma prima di riuscire a capire il vero senso della conversazione, bisogno prima decifrare il messaggio della mamma premurosa o del padre imbranato. Poverini, loro ce la mettono tutta per cercare di adeguarsi alla nuova tecnologia, e il più delle volte lo fanno ponendo ai propri figli dei quesiti davvero divertenti e imbarazzanti.

Dopo le domande che più ci mettono ansia, ora i genitori si cimentano sui social network. Facebook, Whatsapp, smartphone: c’è da ridere per tutti i gusti. Noi di Blog di Lifestyle abbiamo stilato una top 10 delle domande dei genitori sugli smartphone.

Come si scrive?

Iniziamo dalle cose basilari. Ecco i genitori che pensano voi siate Google e, prima di digitare sulla tastiera dello smartphone, vi chiederanno come si scrive quella determinata parola. Niente paura: siamo solo all’inizio.

Perché mi dice che non ho inviato il messaggio?

Mamma, hai per caso premuto il tasto “Invia”? Ecco, il suo silenzio o il monosillabo “Ah” indicherà che non lo aveva ancora fatto.

Cos’è quella faccina?

“Mamma, Whatsapp non si usa solo per mandare messaggi, ma a volte, per abbreviare, puoi anche usare delle faccine.” Ora, spiegare al proprio genitore cosa vuol dure quella determinata faccina sarà un’impresa ardua.

Come si manda un messaggio vocale?

Se vostra madre o vostro padre non hanno capito il significato delle faccine, a quel punto preferirà mandare messaggi vocali. Ricordate di spiegar loro che bisogna registrare e poi inviare il messaggio, altrimenti avranno chiacchierato per venti minuti a vuoto.

Mi compri Whatsapp?

Arriva la scadenza annuale del loro Whatsapp. Tragedia: non possono accedervi per mandare messaggi e quel che è peggio, hanno finito il credito sul telefonino. Che fare? Chiedere elemosina ai propri figli. “Mi compri Whatsapp?” “Mamma, non è che vado al supermercato e lo compro così.”

Che significa che si può chiamare con Whatsapp?

Le domande iniziano ad essere sempre più complesse. “Mamma, è come chiamare normalmente con il cellulare.” Indicatele anche il simbolo del telefono, magari capirà di più. Se non ci arriva, scuotete la testa e tornate ai vecchi sistemi.

Perché devo aggiornare?

“Perché altrimenti come fai a mandarmi messaggi?” Semplice domanda, ovvia risposta. Cosa farebbero i nostri genitori senza Whatsapp? Come farebbero a tormentarci per chiederci dove siamo, cosa stiamo facendo e con chi stiamo ogni ora?

Come uso Facebook?

Bella domanda. Il passo successivo sarà “Spiegami Facebook. Voglio vedere vedere le foto che mette tua sorella piccola.” E ancora, per tutte le mamme che non hanno Facebook, ma vogliono comunque usarlo, sfruttando il profilo dei propri figli: “Mandi un messaggio alla mia cugina che vive in America? Quando ti risponde io come faccio a saperlo? Sa che sono io a scriverle?” Mamma, forse è ora che ti iscrivi a Facebook.

Come inoltro un video a tutti i miei contatti?

Ok, mamma. Ora non esageriamo.

Che sono gli “smattfor”?

Se arrivano a chiedervi questo, vuol dire che i vostri genitori non hanno capito nulla fino adesso.

Le 10 domande che più ti mettono ansia

Di solito sono le mamme, i papà e, soprattutto, le nonne. Ma anche gli amici non scherzano.
E ci sono domande che davvero non vogliamo ascoltare mai, perché ci mettono tanta di quell’ansia che entriamo subito in panico, e non sappiamo cosa dire, non sappiamo cosa rispondere. Ecco le “migliori” 10, quelle che ti fanno venire più ansia di qualsiasi altra cosa.

Cosa fai a Capodanno?

È la classica domanda che ti mette ansia, anche se siamo ad Aprile. Dobbiamo ancora organizzarci, trovare un bel locale o un posto al chiuso. Quanti saremo? A che ora? E cosa portiamo?

Cosa fai a Pasquetta?

La storia è la stessa, ma cambia il periodo. Pasquetta è il tempo dei primi caldi, delle temperature alte (quando non piove, visto che piove sempre): sì a scampagnate, agriturismi e trattorie, arrosto in giardino e, perché no, una bella gita al lago. Ma decidere dove andare e cosa fare a Pasquetta è sempre uno dei grandi traumi e della vita.

Che fai quest’estate? Hai prenotato le vacanze?

Prenotare le vacanze estive è un rito che coinvolge tutti: dalle famiglie alle compagnie di amici, dai fidanzatini ai single amanti dei viaggi.

Stai studiando?

Insomma, ti prendi 10 minuti di pausa dopo 30 pagine full immersion e fai un giro su Facebook per vedere tutti quelli che, a differenza tua, hanno una vita sociale. Ma per i tuoi genitori no, “non stai studiando”.

Quanti esami ti mancano? Quando ti laurei?

Ansia. Ansia pura. Essere in regola con gli esami oppure no rappresenta il 70% delle cose che la gente troppo curiosa vuol sapere da te. Anche perché devono comprarsi il vestito elegante per la tua laurea, e per non essere in ritardo vogliono anticipare i tempi. Sì, quando tu sei ancora al secondo anno, non si sa mai.

Hai finito? Sei pronto/a?

L’appuntamento è alle 18:30, ma alle 17:15 arriverà tua madre a metterti ansia: sei pronto/a? Hai finito di prepararti?

E il/la fidanzato/a?

Queste sono le nonne, al 100%. Per loro trovarti un fidanzato/a è una questione fondamentale di vita.

Quando ti sposi?

Mamma, insomma, stiamo insieme da 2 mesi. Tempo al tempo.

Hai preso tutto? Non ti dimenticare niente

Sì, mamma. Ho controllato la valigia 17 volte, il borsone 42 e ogni angolo della casa. Non mi sono dimenticata niente, almeno spero.

Quando torni?

Papà, ho 25 anni, vado in discoteca con i miei amici, non puoi chiedermi a che ora torno!

Le 10 figuracce più assurde (FOTO)

Che mondo noioso sarebbe senza delle grandi figuracce? Per fortuna ci pensiamo noi di Blog di Lifestyle a rendere tutto più brioso. Ma sicuramente anche a voi sarà capitato di fare qualche gaffe in presenza di tutta la città, dei vostri amici o ancor peggio proprio della ragazza su cui volevate fare colpo.

Abbiamo raccolto le peggiori figure, quelle che ci hanno fatto vergognare a tal punto da desiderare che in quel preciso istante si aprisse un vortice nella Terra che potesse inghiottirci e farci sparire da quella scomoda situazione.

Cadere

Le cadute sono evergreen, fanno sempre ridere, a meno che non ci si faccia male, in tal caso le lacrime non saranno per le troppe risate. Che capiti per strada, su un autobus bagnato in una giornata di pioggia, o in metro con le mani occupate non fa differenza. Quando ci si trova per terra con gli occhi di tutti i presenti puntati addosso e i nostri “accompagnatori” occupati in grosse risate si capisce subito di aver fatto una gran brutta figura. Se poi tra quei presenti c’è anche il tipo o la tipa che ci piace, ci siamo scavati la fossa da soli.

Sms inviato

Ops. Maledetto cellulare che non percepisce che quello a cui sto mandando il messaggio non era la persona che doveva riceverlo. Quando lo inventeranno, faranno un grosso favore alle sbadate come me. Non è piacevole inviare un sms in cui ci si sfoga con un’amica su quel ragazzo che ci piace oppure, ancora peggio, sull’altro ragazzo che ci piace e poi l’sms lo inviamo a nostro lui. Si prospetta una lunga settimana di liti.

Ma tu non ti chiamavi Marco?

Non fate i timidi. Anche voi avrete sbagliato nome qualche volta. Certo è una figuraccia quando per tutta la sera chiami quel nuovo ragazzo Marco, e poi scopri che si chiama Roberto.

Salutare è educazione, rispondere è cortesia

Come si dice: “Salutare è educazione, rispondere è cortesia”. Non quando hai l’abitudine di salutare anche persone che non conosci e che, chiaramente, non ricambieranno il tuo saluto, lasciandoti perplessa sulla gaffe pubblica appena fatta.

Promemoria: chiudere la porta a chiave

Possiamo dirne quante ne vogliamo, ma la figura più brutta per eccellenza rimane sempre una: essere scoperti dai genitori (peggio se di lui) in situazioni “compromettenti”. Il programma della serata è allettante, i suoi fuori a cena, voi avete casa libera e volete sfruttarne ogni angolo. Non avevate però considerando il contrattempo, i suoi hanno dimenticato le chiavi. Quella porta che lentamente – ma non troppo – si apre e voi che venite scoperti in pieno. Scappare su un altro pianeta, attraversando infinite galassie non sarebbe comunque sufficiente per sopperire a tale figuraccia.

Le 10 figuracce più assurde (FOTO)

Ah, ma è tua madre?

Ormai, prima di parlar male di qualcuno, anche se questo qualcuno ha sembianze aliene, chiedo sempre se sia parente di uno dei presenti. Troppe volte capita di raccontare una storia indicando il soggetto con appellativi sempre diversi e poco carini per poi: “Ah, ma è tua madre? No, vabbè, scherzavo”.

Abbassa la voce

In treno, in un locale o in ufficio quando dall’altro lato del telefono c’è la mamma che urla, perché giustamente sei lontano chilometri e pensa che la sua voce debba arrivarti direttamente così, rompendo quel silenzio imbarazzante e facendo sentire a tutti quello che ha da dire. No, non è bello, mamma.

Giochiamo a nascondino?

Suona il citofono. “No, proprio lui no. Non volevo vederlo. Mi nascondo”. Magari sotto il tavolo. Pessima idea, quando l’ospite inatteso si siede per un caffè, trovandoti accovacciata intenta a cercare una scusa plausibile. Non ce ne sono, non sforzarti.

Dimenticarsi di pagare

Può capitare, tra una chiacchiera e l’altra di uscire dal bar noncuranti di un conto da pagare. Quando vieni richiamata come se fossi una ladra, la situazione si fa piuttosto imbarazzante.

Le 10 figuracce più assurde (FOTO)

Incontri inaspettati

Essere sempre in tiro è impossibile, soprattutto per le ragazze, non ci svegliamo già con trucco e parrucco sistemato e con l’outfit giusto. Ci sono, infatti alcuni momenti della giornata in cui ci rilassiamo, in tutti i sensi, per esempio l’istante prima di una doccia rigenerante, quando già in accappatoio e con i capelli legati in uno chignon casalingo ci accorgiamo di dover prendere qualcosa sul balcone. Non importa se abiti in Burundi, nel Sahara o su Giove, in quel preciso istante il tuo vicino si volatilizzerà lì, sul balcone affianco, solo per poterti vedere il versione “relax”. Mai nessuno dovrebbe vederci in tale versione. Nessuno. Se poi ci saluta con “bell’accappatoio” è chiaro che sprofondare negli abissi sarebbe anche troppo poco.

Le 10 figuracce più assurde (FOTO)

E le vostre figuracce sono peggiori delle nostre?