sabato, 6 Dicembre 2025

News

Home News Pagina 40

E quando sono gli italiani a emigrare all’estero?

Italiani all’estero, una storia lunga più di un secolo. L’Europa è diventata la nuova “terra promessa” che fino a qualche anno fa era l’incubo da cui scappare. Dal 1945 al 1955 dal Vecchio Continente scapparono oltre 15 milioni di persone. Nel 2010/15 ne ha accolte 2 milioni. E tra gli europei, sembra strano, ma ci siamo anche noi. Tra il 1876 e il 1973, infatti, circa 27 milioni di italiani abbandonarono il nostro Paese: partivano soprattutto da Genova e Napoli per raggiungere New York, San Paolo, Santos.

Oggi la situazione, in fin dei conti, non è molto diversa.
In Gran Bretagna è boom di immigrati italiani: 57mila in un anno, +37%. I dati, diffusi precisamente dall’Istituto di Statistica britannico, tengono in considerazione tutti quelli che hanno ottenuto il “National insurance number”, un documento senza il quale non si potrebbe lavorare. E non parliamo di qualche centinaia. Gli italiani emigrati in Gran Bretagna in cerca di lavoro tra il 2014 ed il 2015 sono stati 57.600 contro i 42.000 dell’anno scorso [Repubblica]. Londra potrebbe essere considerata la tredicesima città in Italia per numero di abitanti: sono, infatti, 250mila gli italiani residenti nella città inglese, tanto quanto la popolazione di Verona.

E cosa dire di tedeschi e italiani che colonizzarono il Sud del Brasile, dove oggi si festeggia addirittura l’Oktoberfest – tipica tradizione germanica – e spuntano come funghi piccoli paesi chiamati nuova Brescia o nuova Padova?

Nel 2014 gli italiani all’estero sono aumentati più degli immigrati residenti in Italia. Eppure oggi gridiamo allo scandalo, alla mafia e alla corruzione, al finto buonismo e alle frontiere da chiudere. Ma, se ci riflettiamo bene, lo scenario non è molto diverso rispetto al secolo scorso, quando a scappare da fame, povertà, guerra e sottosviluppo eravamo noi. Alla ricerca di una nuova vita, una rinnovata identità, un lavoro, una famiglia e un po’ di felicità. E, se continuiamo ancora a pensare, la storia è identica anche adesso. Le condizioni di vita sono cambiate, questo è certo, ma, dati alla mano, sono sempre di più quelli che scappano dallo Stivale che non promette più un futuro degno di nota.

Il The Post Internazionale ha pubblicato qualche statistica in merito

Cambiano i tempi, cambiano gli anni e le abitudini, ma la storia è sempre la stessa.

Quindi, perché gridiamo allo scandalo?

Raoul Bova e Rocìo presto genitori?

TAORMINA, ITALY - JUNE 14: Raoul Bova and Rocio Munoz Morales attend the 60th Taormina Film Fest on June 14, 2014 in Taormina, Italy. (Photo by Venturelli/Getty Images)

È il settimanale Chi a dare la notizia: Raoul Bova e Rocìo Muñoz Morales presto genitori.

Sarà una femmina, scrivono direttamente dal settimanale. E l’indiscrezione ha subito fatto il giro del web in poco tempo. Sarebbe il primo figlio per lei, in crescita professionale e personale, il terzo invece per lui, dopo i due maschi – Alessandro e Francesco – avuti dall’ex moglie Chiara Giordano. La nascita della bimba è prevista per Natale, sempre stando alle ultime indiscrezioni, ma non possiamo ancora sbilanciarci di molto. Si tratta ancora di un gossip, le conferme – ma anche le smentite – non arrivano ancora. I due, infatti, non hanno scritto ancora nulla in merito sui social: sì o no, dovrebbero dare una risposta, visto che lo scoop comincia a correre. E un loro commento in merito è previsto proprio per i prossimi giorni.

In arrivo un figlio, quindi? Chi lo sa. Dicono che il bel Raoul Bova abbia appreso la notizia mentre era impegnato a Malta sul set della serie Task Force 45. Un bambino potrebbe allontanarlo dagli schermi? O sarebbe l’opportunità perfetta per ricominciare ufficialmente dopo tutte le difficoltà incontrate dalla separazione?
Per la bellissima modella spagnola si tratterebbe del primo figlio, dopo più di 2 anni di fidanzamento con l’attore più desiderato d’Italia.

Il mare: miti e leggende in Italia

Proprio lungo le coste italiane si ambientano le più antiche leggende riguardanti il mare: tragiche storie d’amore, vendette inflitte da dèi senza scrupoli, interventi miracolosi da parte di santi, tutta una varietà di racconti che la cultura italiana ha ereditato dall’Antica Grecia, dall’Antica Roma e dagli invasori barbari. Sono miti e leggende rimasti così ancorati al sentire degli italiani che molti luoghi di mare ne hanno preso il nome, continuando ad alimentare la fantasia di tutti noi: dallo stretto di Messina alla Calabria, dalla Toscana alla Costiera Amalfitana, ecco un assaggio delle più belle leggende sul Mare Nostrum.

Scilla e Cariddi

Ambientato sullo stretto di Messina, questo mito deriva direttamente dal repertorio dell’Antica Grecia e, in particolare, dall’Odissea. Scilla, bellissima ninfa dagli occhi blu, viveva in Sicilia e soleva spesso visitare la città di Zancle, dove vide Glauco, figlio di Poseidone, apparirle tra le onde. Subito Scilla fuggì, terrorizzata da quell’essere per metà uomo e per metà pesce. Glauco, allora, si recò dalla maga Circe per chiederle una pozione che avrebbe potuto far sì che Scilla si innamorasse di lui: Circe però si ingelosì e preparò un’altro tipo di miscela che versò nelle acque di Zancle. Quando Scilla tornò ad immergervisi si trasformò in un orrendo mostro a sei teste canine e lunghi tentacoli a forma di serpente: inorridita da se stessa, Scilla si ritirò in una caverna non lontana dalla casa di Cariddi, altra creatura mostruosa, che altri non era che la figlia di Poseidone e Gea, trasformata in un mostro da Zeus per aver rubato a Ercole il suo bestiame.

Fata Morgana

Il nome di Fata Morgana è conosciuto anche altrove e si riferisce ad un particolare effetto ottico che si verifica sullo stretto di Messina: difatti, la Fata Morgana, personaggio della mitologia celtica, portava i marinai ad avere dei veri e propri miraggi di castelli, per trarli in inganno e spingerli alla morte. Si narra che proprio all’arrivo di un sovrano barbaro questi si fosse fatto aiutare da una donna molto attraente (di fatto, la fata in persona), che gli fece apparire la Sicilia molto più vicina di quanto non fosse: così, il re cadde in mare e morì annegato.

Punta Campanella

Durante l’invasione saracena della Penisola di Sorrento, la chiesa di Sant’Antonio Abate, santo patrono della città, venne saccheggiata e uno dei numerosi beni sottratti fu, appunto, una campana di bronzo. Quando, però, la flotta saracena giunse in prossimità di Punta venne improvvisamente attaccata da una forza invisibile e per riuscire a proseguire il suo viaggio fu costretta a gettare in mare la campana: fu a quel punto che un forte vento iniziò a soffiare, permettendo alle imbarcazioni di prendere il largo. La leggenda vuole che da allora ogni 14 di febbraio, giorno in cui cade la festa di Sant’Antonio, si sentano dei rintocchi di campana risuonare dalle profondità del mare.

Le sette gemme del Tirreno

Si tratta della leggenda legata alla creazione delle isole appartenenti all’arcipelago toscano, Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio and Giannutri, che originariamente erano perle cadute dalla collana di Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza. Il mito vuole che Afrodite emerse dalle acque per recarsi sulla spiaggia dove Eros, dio dell’amore e della sensualità, la aspettava. Mentre si preparava all’incontro, però, le si ruppe la collana e sette delle perle che la componevano caddero in acqua: le perle cominciarono, così, a essere popolate da piante e animali, fino a diventare le gemme del Tirreno che incantano all’oggi tutta l’Italia centrale.

Lo scoglio della Regina

Molto tempo fa, nei pressi di Acquappesa, in Calabria, vivevano un re e una regina che si amavano appassionatamente: tuttavia, il re era perennemente preda di insoddisfazione, quali che fossero le vittorie e i successi riportati in guerra. La regina, che era una donna raffinata e sensibile, si sentiva in qualche modo responsabile della sua scontentezza e soffriva da morire per lo stato d’animo del marito. Un giorno, il re partì per un’altra delle sue spedizioni di conquista e disse alla moglie che il suo arrivo sarebbe stato annunciato da una luce rossa all’orizzonte. Passarono giorni, settimane, mesi: la regina non riusciva a distogliere lo sguardo dall’orizzonte e, per riuscire a guardare un po’ più lontano, si arrampicò su una roccia. Nel farlo, sfortunatamente, perse l’equilibrio e scomparve tra i flutti. Ancora oggi, però, si crede che quando l’orizzonte si tinge di rosso le anime del re e della regina si riuniscano vicino alla terribile roccia.

Muscolosi a metà (FOTO)

Essere super muscolosi, mantenere il fisico tonico e in forma, bere tanti liquidi e fare sport sono alcuni dei mantra più importanti di circa l’80% degli uomini di tutto il mondo. E non solo. Ed ecco che, ogni volta, si ripete la stessa storia: abbonamenti annuali in palestra, integratori come se piovesse, creme ed oli essenziali. Tutto per il proprio corpo. Per la prova costume e per il fascino. Ma senza esagerare, se si può.

O meglio, senza sbagliare.

Già, perché esistono – e, purtroppo, devo confessarvelo: ne esistono troppi! – anche i “patiti” che, senza accorgersene – spero! – o volontariamente – e allora non saprei il perché – decidono di concentrarsi solo su una parte del proprio corpo, allenandola fino alla sfinimento, fino a farla esplodere. Lasciando, però, l’altra parta completamente all’asciutto.

C’è chi si pompa il petto, ma lascia le gambe mingherline e i polpacci flaccidi; c’è chi si concentra sulle braccia da Popeye ma rimane troppo magro sull’addome. Chi, al contrario, ha delle gambe tra inginocchiatore professionista, ma dimentica completamente di avere spalle e petto.

Ve lo assicuro, non ci fate poi una gran bella figura. Ma poi, tra le altre cose, mi chiedo: perché? Eppure abbiamo tutti uno specchio, almeno a casa.