sabato, 6 Dicembre 2025

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10 buoni propositi per il post vacanza

photo credits: la voce sociale

L’estate sta finendo e un anno se ne va, cantava una famosa canzone che ci torna in mente ogni anno nelle ultime settimane di agosto.
Effettivamente settembre è un mese che ha il sapore dell’inizio, della novità, di una pagina nuova tutta da scrivere. Puntuali come nel mese di gennaio, a settembre arrivano i buoni propositi.
Assurdi, comprensibili o da accantonare il giorno dopo.Tralasciamo per un attimo quelli che ci accompagneranno fino a giugno e dedichiamoci a 10 buoni propositi da mettere in atto appena tornati dalle vacanze, sono semplici da mettere in pratica e semplificheranno il vostro rientro.

Fare ordine

Lasciare la valigia piena di vestiti sporchi all’ingresso per due giorni non è una buona idea. Piuttosto organizzati per riordinare prima che puoi.
Inizialmente può rivelarsi pesante, ma quando avrai messo tutto in ordine ti sentirai meglio e non sarete costretti a cercare disperati per tutta casa una maglietta che non trovate più e in realtà giace sepolta sotto teli da mare e ciabatte.

Tornare gradualmente alla routine

Andare a dormire alle 3 e svegliarsi a mezzogiorno la mattina dopo non ha prezzo, ma continuare ad avere questi orari fino al giorno prima del rientro al lavoro equivale ad avere un rientro da incubo.
Negli ultimi giorni di vacanza riposati cercando di avere gli stessi orari di quando siete operative, il rientro sarà meno traumatico perché il vostro organismo non subirà cambi drastici.

Organizzarsi

Appurato il fatto che, la lista di cose da fare da settembre a giugno del tipo: scalare l’Everest, non bere il venerdì e finirla una volta per tutte con la malattia da serie tv è solo un’utopia, cambiare strategia è l’unica cosa che ci rimane. Stilare un programma-anche mentale-fatto di piccoli obiettivi fattibili che possono migliorare la nostra routine giornaliera è un buon passo stare meglio. Sì alla sveglia puntata mezz’ora prima per fare colazione e non uscire di casa a digiuno, sì alla corsa tre volte a settimana e sì anche ai dovuti 5 episodi in streaming della nostra serie preferita-se ben collocati-.

Fissare dei pit stop

Le prossime vacanze non sembreranno lontane se fissiamo dei piccoli fine settimana fuori porta in compagnia di chi amiamo. Decidere adesso cosa faremo tra due mesi per staccare ci aiuterà a far volare le settimane piene di impegni che ci si prospettano davanti.

Rigenerarsi

Post-vacanza è sinonimo di doppie punte, pelle spenta e voglia di rinnovarsi. Trovare una giornata intera da dedicare alla cura del proprio aspetto è un’ottima idea per ricominciare con energia.
Via libera a tagli innovativi, un nuovo colore di capelli e un trattamento esfoliante.

Prendere le vitamine

Con l’autunno alle porte è bene assumere vitamine ed integratori che ci aiutano ad affrontare il calo di questo periodo dell’anno e ci rendono più dinamici ed energici.

Creare spazio e cambiare le disposizioni

Liberiamoci di tutte le cose che non usiamo una volta per tutte e facciamo spazio nella nostra casa.
Buttiamo i vestiti delle scuole medie e creiamo spazi per sistemare al meglio le cose che utilizziamo più spesso. Anche una disposizione diversa dei mobili può rivelarsi utile per cambiare qualcosa.

Mangiare sano, ma non troppo

Dopo tre mesi interi passati tra aperitivi, gelati, pizze e manicaretti tornare a mangiare sano è la cosa migliore. Evitiamo però di passare drasticamente dal cono bigusto all’insalata-altrimenti il rientro assume davvero un sapore drastico-, mangiamo in maniera salutare, quindi, concedendoci qualche strappo.

Fare attività

Approfittiamo dei ritagli di tempo per camminare e dell’ascensore occupato per fare le scale, in questa maniera riabituiamo il nostro corpo all’attività fisica e il primo giorno in palestra non sarà così duro e faticoso.

Fare il resoconto

Un caffè con un’amica, raccontando le vicissitudini dell’estate e delle rispettive vacanze aiuta a fare un resoconto personale e a domandarsi se si è felici e soddisfatti dei mesi trascorsi e delle persone che ci circondano.

La parola d’ordine, quindi, per questo rientro è: gradualità. Buon inizio a tutti.

Miley Cyrus: “Sono pansessuale”, ma che significa?

Miley Cyrus si definisce “pansessuale”, ma cosa vuol dire?

La pansessualità è un orientamento sessuale caratterizzato da una potenziale attrazione (estetica, sessuale o romantica) per delle persone indipendentemente dal loro sesso o identità di genere. Questo include una potenziale attrazione per persone che non rientrano nella concezione binaria di maschio/femmina, implicita nell’attrazione bisessuale, come ad esempio gli individui transessuali. La pansessualità è a volte definita come la capacità di amare una persona indipendentemente dal suo genere.

Le “etichette” di genere non sono di certo un problema per Miley Cyrus, ma nell’ultimo numero di Elle UK la cantante ha dichiarato di identificarsi come “pansexual”.

Nell’intervista alla cantante, accompagnata da un originale servizio fotografico, Miley Cyrus è ritornata a parlare delle sue preferenze sessuali, smentendo inoltre qualsiasi rapporto o flirt con la modella Stella Maxwell di cui si era tanto parlato qualche mese fa. “Sono molta aperta: sono pansessuale. Ma non sono impegnata. Ho 22 anni. Esco, ma cambio stile ogni due settimane. Figuriamoci le persone con cui sto”, ha dichiarato.

Ma Miley Cyrus aveva capito fin dall’età di 14 anni di essere bisessuale: “Ricordo di aver detto a mia madre che ammiravo le donne in modo diverso. Lei mi chiese cosa volessi dire, e io le dissi che le amavo. Le amavo come amavo i ragazzi’. ‘E’ stato difficile per lei capire cosa intendessi. Non voleva giudicarmi. Lei crede in me più di quanto si possa credere in Dio. Le avevo solo chiesto di accettarmi. E l’ha fatto”.

Destinazione Perù, con Casa Yolanda

Credits photo: Giacomo Lodovici

El Perù eres tu, è scritto dappertutto. E all’inizio sorridi, come se quella cosa non ti riguardi. Come se i sorrisi, i tempi lenti, la polvere che si alza ogni volta che passa una macchina e suona (ma cosa suonano?) fosse distante da te e dai tuoi tempi. Dalle tue abitudini consolidate, che poi ci vuole poco a cambiarle, e non c’è mica bisogno di salire sul Machu Picchu per dire che , il Perù, è un posto meraviglioso. Proprio come gli elaborati motivi dei tessuti indigeni, il Perù è un paese complesso e affascinante: fiestas con solenni processioni, città in cui convivono arte e innovazione, sentieri che si snodano dalla giungla alle vette ghiacciate. C’è tutto in questo viaggio: l’emozione dell’avventura, il piacere della scoperta, il sapore di una cucina tra le migliori al mondo, la natura incontaminata, il divertimento, il calore della gente, dei bambini soprattutto, ma anche gli anziani non sono da meno.

credits: cristiano carriero
credits: cristiano carriero

Certamente ci vuole un po’ di stomaco. Il Perù non è un posto per persone troppo sensibili. C’è da abituarsi all’altura (il famoso Soroche non è una leggenda metropolitana), le città sono quasi tutte molto povere, a parte Cusco e Arequipa, i trasferimenti da un posto all’altra sono lunghi, sebbene le principali compagnie di autobus, Cruz del Sur su tutte, offrono servizi di cama (letto) e semi-cama (sedile reclinabile) tra i migliori mai provati, oltre al collegamento wi-fi sul bus. Il viaggio è tra i più completi che si possano immaginare, il problema sicurezza, sollevato da alcuni, è davvero marginale: in nessun luogo del Perù, praticando semplici accorgimenti validi in tutti i posti del mondo, mi sono sentito in pericolo. I luoghi turistici sono vigilati, Cusco e Arequipa hanno dei centri blindati dove l’unico fastidio è evitare gli avventori che ti propongono servizi di tutti i tipi: dalle escursioni, ai ristoranti, ai massaggi. Per il resto bisogna fare un po’ più di attenzione solo a Lima, capitale da 9 milioni di abitanti, per lo più in periferia visto che le zone di Miraflores e Barranco sono presidiate e popolate da molti turisti.

credits: cristiano carriero
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La prima domanda che ci si pone quando si affronta un viaggio del genere, nel cuore del Sudamerica, è: fai da te o agenzia? Con tutto il rispetto per la seconda ipotesi, tendo sempre a diffidare dai pacchetti pre-impostati. Sono quelli che non ti regalano l’emozione dell’inaspettato, il viaggio e le attività sono embeddate all’interno di un programma standard e gli incontri con le popolazioni e le culture locali sono ridotti al minimo. Il fai da te classico è fattibile, ma parlando col senno del poi. Col senno di prima ci sono alcune criticità oggettive: in primis le lunghe distanze tra una città e l’altra, poi le difficoltà a raggiungere con un’auto affittata i posti in altura (si arriva fino a 4900 metri e la neve è più di un’opzione). Infine i costi, visto che con i bus si risparmia infinitamente, e i tempi dal momento che le cose da vedere sono tantissime, le ferie raramente superano le due tre settimane, e una mancanza di programmazione può far saltare più di un’escursione.

Dopo una serie di ricerche sul web ci siamo rivolti ad un tour operator locale, Casa Yolanda. All’inizio avevamo dei dubbi, ma Yolanda si è rivelata subito una grande professionista. Ci ha disegnato un piano di viaggio ad hoc, sulle nostre necessità, senza embeddarci troppo in programmi standard, lasciandoci piena libertà di scelta e facendoci spendere davvero poco, meno di mille dollari per visite, escursioni, alloggi in ostelli puliti e sempre centrali (dotati tutti di connessione wi-fi) e spostamenti in bus. Facendo un rapido calcolo con i miei compagni di avventura siamo arrivati alla conclusione che prenotando tutte queste cose da soli avremmo risparmiato un massimo di 200 euro, più o meno, che certamente non valgono il tempo guadagnato e la conoscenza dei posti che Yolanda ha. Un austista di Yolanda ci accoglie appena arrivati a Lima e ci porta da lei in un ostello un po’ decadente e periferico. Fuori è freddo e buio, c’è nebbia e il primo pensiero è sicuramente “Chi ce l’ha fatto fare“.

credits: cristiano carriero
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Lei è austera, un po’ arrogante, ma presto scopriamo che fa parte del personaggio. Davanti alle troppe domande si innervosisce, è sicura di sé e del proprio lavoro, non trasmette simpatia ma sicuramente trasmette professionalità. Ci lascia con una rassicurazione, che è anche un monito: “Se avete problemi contattatemi, ma nessuno mi ha mai contattato“. Avrà ragione. Il tempo di constatare che il suo ostello non è il massimo, e ce le confermerà chi ci ha dormito, ma su tutto il resto Yolanda avrà ragione. Dopo una notte a Lima partiamo alla volta di Paracas, un luogo che è sicuramente meglio visitare d’estate (ad agosto a Lima è inverno). Di imperdibile c’è una riserva naturale, l’escursione alle Islas Ballestas e, il giorno dopo, le dune di Huacachina, un posto straordinario dove fare sandboarding con la tavola. Di imperdibile c’è anche il giro in Jeep con un autista che ti fa letteralmente saltare tra le dune del deserto.

credits: cristiano carriero
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Il giorno dopo siamo a Nazca dove è possibile vedere la famose linee: geroglifici ancora tutti da interpretare, che si possono vedere grazie ad un giro in aereo. In questa occasione abbiamo compiuto, forse, l’unico vero errore del viaggio, non prenotando prima questa uscita in aereo. Un po’ perché ce la facevamo addosso (nel 2008 sono stati registrati due disastri aerei nel giro di pochi mesi ma poi le regole sono cambiate e la sicurezza è aumentata in maniera esponenziale), un po’ perché eravamo convinti di risparmiare qualcosa sul posto. Fatto sta che prenotando la sera prima non siamo potuti uscire alle 7 e abbiamo dovuto aspettare il turno delle 9. Nel frattempo è arrivata un tempesta di sabbia e il nostro volo è stato cancellato (apprezzabile, visto che un tempo sarebbe partito) e di fatto ci è mancata una parte molto significativa del viaggio. Lasciata la costa meridionale si inizia a salire. Arequipa è una città splendida, piena di bambini festanti e di locali carini. Non perdetevi assolutamente il convento di Santa Caterina (o Catilina) da Siena, dove un tempo alloggiavano le suore di clausura figlie della nobiltà spagnola.

credits: cristiano carriero
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Tra Arequipa e Puno c’è Chivay che è una sorta di città fantasma, ma la piazza è molto viva e se si è fortunati si può assistere a qualche processione molto colorita. Per arrivare a Puno bisogna superare i 4000 metri. Qui foglie e mate di Coca potrebbero non bastare. Mettete in conto qualche mal di testa e un po’ di dolori, ne varrà la pena. Il lago Titicaca che si raggiunge da Puno è uno dei climax del viaggio, se non altro perché si possono visitare le isole Uros e Taquile. La prima costruita interamente con le canne di Totora, la seconda, più grande e con tanto di piazza, dove è possibile assaggiare la trota a la griglia e la zuppa di quinoa. Deliziose. Per organizzare un’eventuale escursione in Bolivia prevedete due giorni in più. Dal lago Titicaca è possibile, l’unico problema sono frontiere e passaporti che potrebbero togliervi tempo prezioso. In un paio di giorni si fa. Da Puno a Cusco il viaggio è piuttosto movimentato, ma arrivati nella vecchia capitale Incas dimenticherete tutto.

credits: cristiano carriero
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Cusco è una delle città più belle e complesse del mondo: godetevela non dimenticando di comprare il boleto turistico ovvero il pass per i musei e le rovine più significative al costo di 130 soles (poco più di 40 euro). Non sono comprese le Chiese che fanno parte invece del boleto religioso, valutate voi se vale la pena comprare anche questo. Le rovine sono quasi tutte vicine a Cusco comprese le città di Ollantaytambo e Aguas Calientes meglio conosciuta come Machu Picchu Pueblo. Da qui comincia un’avventura che meriterebbe di essere raccontata a parte. La scelta è quasi sempre una: salire al Machu Picchu con il bus o a piedi. Noi masochisti abbiamo optato per la seconda ipotesi. Levataccia alle quattro, due km di salita ripida e gradoni, per le 6 siete in cima a vedere l’alba. È una fatica immane, ma vale la pena. Viceversa farete un po’ di fila per il bus ma risparmierete energie preziose per visitare il sito, una delle sette meraviglie del mondo. Una curiosità: se non vi interessa l’alba sappiate che già tra le 7 e le 8 non farete nessuna fila. Può essere un’ipotesi.

credits: cristiano carriero
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Piatti da assaggiare assolutamente: il Chebiche di pesce crudo di Lima, insieme a quelle di Paracas (ristorante El Che all’interno della riserva) è assolutamente uno dei piatti più buoni del mondo. Si tratta di pesce crudo freschissimo in salsa di limone con molta cipolla. Un mix tra sushi e sashimi, a mio parere più saporito. La carne di Alpaca è tenerissima, provatela nella versione hamburger o tartare. Il lomo saltado e il recote relleno (peperone ripieno di carne, piccante) completano il quadro dei piatti da non perdere. Potete fare a meno, ma è un parere del tutto personale, del Cuy, forse il piatto tipico del Perù. Il porcellino d’India, o Cavia, è così importante per i peruviani che in alcune rappresentazioni dell’ultima cena viene indicato come il piatto che Gesù Cristo offre ai discepoli. A me ha fatto sinceramente senso, ma andava comunque provato. Da segnalare, a Cusco, il ristorante Chicha del famoso Chef Gaston Acurio. A Lima c’è Astrid y Gaston, sempre di Acurio, ma trovare un tavolo è assai più difficile. In conclusione, il Perù è una meta indimenticabile che vi consiglio caldamente.
Per qualunque info non esitate a contattare la redazione di Blog di Lifestyle!

credits: cristiano carriero
credits: cristiano carriero

Que Viva El Perù, Carajo!

Top 10 dei cibi estivi più buoni

Se da un lato l’estate è sinonimo di sole, mare e – preferibilmente – ottimi mojito, dall’altro ha anche un sapore inconfondibile: quello delle tipiche pietanze italiane che si preparano durante la bella stagione. Dal prosciutto e melone alla caprese, passando per insalate e impepate di cozze: cibi estivi gli uni più deliziosi degli altri, da mangiare tutti prima che l’autunno bussi alle porte. E voi quale di questi non avete ancora mangiato?

Impepata di cozze

Le cene d’estate hanno l’odore appetitoso della mitica impepata di cozze, che si può dire sia la reale ragione per cui attendiamo con ansia l’arrivo dell’estate. Da gustare rigorosamente accompagnata da una bottiglia di vino bianco.

Fresella

Fresella napoletana o frisa pugliese, quale che sia, rappresentano entrambe tra le scelte più semplici ma allo stesso tempo più saporite da fare a tavola: condita con pomodori, olio, basilico e origano, e talvolta anche con del tonno, la fresella si riconferma ogni anno un’icona intramontabile per i palati che amano la freschezza.

Spaghetti alle vongole

Ci dispiace per gli amanti della montagna, ma ammettiamolo: l’alimentazione estiva è per definizione a base di pesce e frutti di mare. Tra questi, i più ricorrenti restano le vongole, che tipicamente insaporiscono i piatti di spaghetti di cui adoriamo rimpinzarci d’estate.

Insalata di pomodori

Facile, veloce, fresca e buona: è l’insalata di pomodori, una soluzione ottimale contro il caldo torrido che ci ammazza del tutto la voglia di metterci ai fornelli. Pomodori (quelli di Sorrento sono i più indicati), cipolle, sale e olio e il gioco è fatto!

Frittura mista

D’accordo, non è leggerissima: ma guai a chi non la ordina una volta seduto al tavolo di un ristorante. La frittura mista a base di pesce e frutti di mare è l’anima dell’estate.

Pasta all’insalata

La pasta fredda all’insalata, un’altra prelibatezza da gustare a pranzo, lontani dal sole cocente: gli ingredienti (tonno, olive, pomodorini, tocchetti di formaggio) possono sempre variare, il che ne fa un piatto di cui non ci si annoia davvero mai.

Insalata di riso

Se c’è un piatto di cui non si può fare a meno d’estate è proprio l’insalata di riso, che sia a casa o sotto l’ombrellone. Un mix variopinto di mais, pomodorini, tonno o würstel (o entrambi), sedano, sottaceti (per chi li gradisce), olive, uova sode e pezzetti di formaggio: un vero must delle buone forchette in vacanza.

Insalata caprese

Il binomio pomodoro e mozzarella è tra i più riusciti di sempre per affrontare gli afosi giorni estivi. Per preparare quest’insalata bastano giusto un filo d’olio e qualche odore: una facilità estrema che spesso porta anche a pensare che di caprese ci si potrebbe nutrire per sempre.

Prosciutto e melone

Nessuno può dire di non aver mai provato quest’accostamento paradisiaco: prosciutto e melone, un connubio da perdere le papille gustative. Per sempre.