giovedì, 18 Dicembre 2025

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Rimodelliamo l’interno coscia (MISS FIT)

Credit: Oksalute.it

Oggi, per la gioia di tutte le signore, parliamo di interno coscia. E nello specifico, come non avere tutta quella pelle flaccida proprio lì.
Un presupposto: i muscoli che si trovano in questa parte del corpo sono i primi a perdere tonicità con l’andare del tempo, oppure nei periodi in cui ci si rilassa troppo, abbandonando l’attività fisica. Ma è arrivato il momento di cambiare le cose, perché per ritrovare la forma e la tonicità perduti, fate 10 minuti di esercizi al giorno, se vi è possibile, tutti i giorni, e la situazione migliorerà sensibilmente.

miss fit

Come fare? O meglio, cosa fare? Ecco degli esercizi che vanno bene per tutti, e che si possono fare comodamente a casa, o addirittura a letto prima di addormentarsi o per iniziare bene una nuova giornata.

Esercizio da sdraiata sul fianco

Una volta che siete sdraiate, mettetevi su uno dei due fianchi, ad esempio quello destro, e appoggiate il braccio destro sotto il collo, in modo da sostenere la testa e lasciare le spalle e il collo il più rilassati possibile. Da questa posizione, dopo aver accavallato la gamba sinistra su quella destra, dovete alzare la gamba destra, lasciando la sinistra appoggiata e rilassata a terra. Sollevando la gamba destra espirate, e restate in questa posizione per circa 5 secondi, dopodiché tornate lentamente nella posizione iniziale, pronte a ripetere l’esercizio. Se avete provato a fare qualche mossa mentre stavate leggendo avrete capito che non è nulla di eccessivamente complicato, anzi. Per questo, consiglio la ripetizione dell’esercizio per 15 volte (15 volte ogni lato) per 3 serie (a lato).
Se già siete un pochino più allenate, allora potete attaccare dei pesi – sempre meglio partire con calma, senza esagerare – alle vostre caviglie (questi attrezzi si trovano in ogni negozio di sport, e anche nei negozi sanitari per la fisioterapia) prima di questo esercizio.

Esercizio da sdraiata supina

Per questo esercizio dovete sdraiarvi supine, con le braccia distese lungo i fianchi. Espirando, portate lentamente entrambe le gambe verso l’alto, fino a formare un angolo di circa 90 gradi con il bacino. Una volta raggiunta questa posizione le mosse da fare sono due: iniziate divaricando le gambe lentamente, rimanendo in quella posizione per circa due secondi, e successivamente riportatele alla posizione iniziale, ma incrociandole, cercando di tenere sempre le gambe a circa 90 gradi rispetto al bacino.
Fate l’esercizio consecutivamente per un minuto, e dopo un minuto di pausa riprendete. Così per tre volte.
Anche qui, se già allenate, potete usare dei pesi da attaccare alle caviglie per svolgere l’esercizio.

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Esercizio da sdraiata con l’ausilio delle mani

Nella posizione di prima, cioè sdraiate supine e con le gambe alzate a circa 90 gradi dal bacino, e divaricate, mettete le mani nel vostro interno coscia, più o meno ad altezza del ginocchio.
Ora, chiudete le gambe, esercitando però una pressione con le mani verso l’esterno.
L’ideale sarebbe fare 3 serie da 10 ripetizioni ciascuna.

Dulcis in fundo, non dimentichiamoci i cari e vecchi squat, che aiutano a tonificare tutti i muscoli delle nostre gambe. Per quanto riguarda l’interno coscia, però, sempre meglio fare i plie squat.

Stay tuned, stay fit.

21 grammi, le ceneri del partner defunto in un sex toy (FOTO)

La nostalgia, così come la solitudine, alle volte può essere davvero straziante. Soprattutto se a mancare è l’amore della tua vita. Ma il confine tra dolore e stramberie a volte è molto labile e Mark Sturkenboom l’ha superato con entrambi i piedi. Il designer olandese è infatti l’ideatore di un sex toy alquanto particolare: “21 grammi” è il nome del giochino erotico, dedicato alle vedove, che prevede l’inserimento all’interno della struttura trasparente, delle ceneri del proprio amato defunto.

No, non è Lercio e non è neanche un incubo. L’idea geniale è volta, secondo Sturkemboom, a ritrovare con il partner l’intimità perduta dopo la morte. Perché “21 grammi”? Perché si pensa che l’anima umana pesi tanto. Un giochino studiato nei minimi dettagli e con inventiva e compassione per le acquirenti, che è composto anche da un amplificatore acustico in grado di riprodurre la musica preferita del proprio amato, così come di un diffusore che rilascia il profumo di dopobarba usato dal defunto.

In questo il designer olandese era stato anticipato da Katia Apeletegui, un’imprenditrice francese che ha deciso di offrire ai propri clienti un profumo davvero unico, che riproduce l’aroma di un caro defunto oppure dell’ex fidanzato o fidanzata.

Insomma, a fare i conti con il disagio non è uno solo.

Vi spiego cosa ho imparato dal mio ex (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: gruppi.chatta.it

Nella vita è importante avere una posizione.
Guarda me: sono una Blogger (non ridere, ti vedo). In pratica, nel 70% dei casi, la reazione successiva a quando affermo che lavoro faccio è: quindi che lavoro fai?
Mi consola sapere che, almeno, il restante 30% mi capisce. Dicono che noi Blogger trascorriamo 10 ore al giorno al pc (non dicono che di quelle 10 ne impieghiamo almeno 11 a cercare l’ispirazione giusta), 2 a scorrere la home di Facebook, 6 le dormiamo e le restanti 6 le impieghiamo tra la spesa, la casa e le relazioni sociali riservate esclusivamente al confrontarsi con chi fa il nostro stesso lavoro: che spiega il 30% di prima.
Comunque, fossi io un ingegnere, avessi un posto in banca, fossi un avvocato, un astronauta o un detective non si presenterebbe lo stesso iter, perché risulterei senza dubbio più credibile e affascinante agli occhi degli altri (mamma, c’avevi ragione!).

Ma c’è una categoria che pone tutti sullo stesso piano, senza troppe discriminazioni sociali, di sesso o religione. Si chiama: quello stronzo del mio ex.
Quello che un giorno mi ha detto: “Non so più se ti amo. Tu lavori troppo (mamma, metti che c’avevo ragione io?!), io mi sento solo”.
Ecco, avete presente quando il sentirsi soli implica due tette e un culo fantastico?! Già, non era il mio. E da quel giorno la mia vita è cambiata.

Sono certa che sia capitato a tutti una volta nella vita.
Sono sicura che la mia storia è quella di almeno il 70% di voi che fate un lavoro diverso dal mio, ma che avete sofferto per amore almeno quanto me. Per un ex, se proprio vogliamo dire le cose come stanno. E sarà che oggi piove. Che sembrava essere scoppiata l’estate e tutto d’un tratto – come per magia – puff, novembre è di nuovo tra noi: pioggia, lampi, fulmini e saette e io sono metereopatica, sì. Sarà che, quindi, se fossi la protagonista di un film oggi sarei senz’altro Bridget Jones, in fase premestruo, con la colonna sonora di Emotivi Anonimi impostata su “repeat”, ma con ai piedi le scarpe di Carrie Bradshaw. Sarà che le Manolo Blahnik gliele mangia il cane dell’uomo con cui va a convivere e che tanto lei ama un altro. Sarà che ti ho maledetto con tutta me stessa, ma io oggi – Caro mio ex – ti dico grazie.

Grazie per tutto quello che mi hai insegnato

– Mi hai insegnato che l’amore non è tutto.
Era tutto quello che io volevo. Ma non bisogna essere bulimici d’amore se non si vuole correre il rischio di rigettarlo fuori con la stessa forza.

– Mi hai insegnato che io vengo prima di tutto e tutti.
E che chi ti ama non ti chiederà mai di mettere da parte te stesso.

– Mi hai insegnato che il rosso mi sta bene.
Ho cambiato colore dei capelli. E sicuramente sono buffa e senz’altro il mio colore naturale è stupendo. Ma mi andava e l’ho fatto.

– Mi hai insegnato che i vizi fanno bene all’anima.
Ho smesso di fumare, sai? E credo che tra le cose che mi hanno aiutata c’è il fatto di non avere più qualcuno che mi imponga il suo pensiero salutista tra una patatina fritta e l’altra. Perché vedi, ognuno ha propri vizi.

– Mi hai insegnato che il mio lavoro è il più bello del mondo (per me).
E, sai, non dovrei mai ascoltare chi tenta di convincermi del contrario solo perché mi porta via tanto tempo.

– Mi hai insegnato che la mia migliore amica è speciale.
E se tenevi il muso quando stavamo fuori tutti assieme non era di certo per causa sua. Lei non mi avrebbe portato via da te, eri tu che avevi smania di essere altrove.

– Mi hai insegnato che non mi devo accontentare mai.
E non dovresti nemmeno tu. Non è una colpa aver fallito in una storia, la colpa è stata averla spinta oltre il limite del rispetto.

– Mi hai insegnato che i sentimenti meritano lealtà.
E che essere leali nei sentimenti conta più che avere dei sentimenti veri per qualcuno.

– Mi hai insegnato che rinnegare dei sentimenti non serve.
Perché io ti amavo ancora quando sei andato via. E, per fortuna, ho assecondato il mio dolore che oggi mi ha resa libera di amare ancora. Ma non te.

– Mi hai insegnato che non bisogna abbandonare le cose a metà, perché chi lo fa poi torna a recuperarne i pezzi.
Ma resto dell’idea che farlo finché si è in due, è più difficile certo, ma è maledettamente appagante. Altrimenti impari che non ne valeva la pena e che puoi farlo da sola.

– Mi hai insegnato a non smettere mai di credere nell’amore.
Perché l’amore tutto ripaga e cancella via ogni ferita. Anche la più profonda. Anche quella che sembrava impossibile da sanare. L’amore è per chi se lo merita.

– Mi hai insegnato ad aspettare.
E, credimi, è stata forse la cosa più difficile. Ma tu mi hai insegnato che io merito più amore di così.

Ps. Nella vita è importante avere una posizione. E io ho scelto la mia.

Le 10 cose che non riusciamo a portare a termine

Iniziamo cose ogni giorno, ma sono poche quelle che riusciamo a portare a termine. Poi ci sono cose che non iniziamo affatto, e quelle sono molte di più. Che sia la schiuma per i capelli, una torta di compleanno o semplicemente una relazione, spesso la fine risulta essere più faticosa di un inizio.

Noi di Blog di Lifestyle abbiamo elencato le dieci cose che difficilmente riusciamo a finire.

1. Shampoo

Tanti colori, tanti profumi, descrizioni diverse: se ce li hai tutti di fronte, finirne uno senza riuscire prima a provarne un’altro richiede un self-control considerevole. E così per profumi, schiume per capelli, creme e altri prodotti cosmetici. Insomma, speriamo in un miracolo o crediamo troppo alla pubblicità.

2. Discorsi

Siamo anacolutici per natura, soprattutto in alcune situazioni. Da quelle imbarazzanti a quelle ansiogene, è sempre ardua impresa trovare le parole, fino all’ultima.

3. Le relazioni tossiche

Quelle che proprio diventano una dipendenza. Quelle che lui ti vuole ma torna con la sua ex. Quelle che credi che ti voglia ma te lo sei immaginato. Magari perché sotto reale effetto di droghe.

4. I manuali

Avete presente quelli di Diritto Privato o quelli di medicina, più alti di Brunetta? Ecco. Nonostante tu sia un geniale bimbo prodigio, ci sarà sempre l’ultimo capitolo che non riuscirai a studiare.

5. Le canzoni

Come i canali tv. Fai zapping pensando che sì, la prossima è sicuramente più bella.

6. Un piatto disgustoso

Piselli, legumi, rape, brodini: de gustibus. Ma a prescindere dai gusti, preferiresti assolutamente il digiuno.

7. I sogni

Perchè sì, l’aspirapolvere del vicino alle 7 del mattino è una tortura con cui tutti, in un modo o nell’altro, facciamo i conti. E noi che non siamo riuscite neanche a pronunciare il “sì, lo voglio” davanti a Jude Law.

8. I libri noiosi

L’insostenibile pesantezza di alcuni scrittori è pari solo a quella di Diaco all’Isola dei Famosi.

9. Niente

E sì, c’è chi non riesce a portare a termine proprio nulla di quello che inizia. E siamo davvero in tanti.

10. L’Expo

Un punto dell’elenco lo acquisisce di diritto. Un consiglio: potreste sempre rimandare al 2016.