lunedì, 18 Novembre 2024

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Zaino in spalla, con Paese che vai si gira il mondo

I migliori festival italiani per chi ama viaggiare

Credit photo: www.sanmazzeo.it

La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte“, non credete? Perché ogni viaggio, ogni nuovo luogo visitato lascia qualcosa nel cuore, aiuta a crescere e a diventare indipendenti. Viaggiare vuol dire conoscere, imparare e fare nuove esperienze, tutte da raccontare.

Proprio su questo tema del viaggio si organizzano alcuni Festival in giro per la nostra penisola: ecco i migliori tra settembre ed ottobre.

Immagimondo

Il Festival nel centro storico di Lecco è iniziato il 19 settembre, ma andrà avanti fino al 4 ottobre. Immagimondo – che quest’anno ha come tema principale l’acqua, vista come fonte di vita ma anche come ostacolo al passaggio – si svolge attraverso proiezioni, laboratori e reportage di scrittori, fotografi, artisti ed intellettuali viaggiatori che raccontano le loro avventure al pubblico.

Festival del Viaggiatore

Tre giorni – dal 25 al 27 settembre – di incontri sul concetto di viaggio: il percorso con una partenza, un’avventura e un finale. Il Festival, che ospita grandi ospiti, si tiene ad Asolo, un borgo in provincia di Treviso che, proprio per l’occasione, verrà aperta al pubblico anche nei suoi luoghi più segreti, come il teatro dedicato ad Eleonora Duse.

Slow Travel Fest

Slow Travel Fest è l’unico festival in Italia dedicato al viaggio lento, ossia a tutti coloro che si spostano in modo sostenibile. Quest’anno l’evento si svolge a Monteriggioni, vicino Siena, dal 9 all’11 ottobre con due ospiti d’eccezione: Darinka Montico e Franco Michieli. Lei è la donna che ha percorso l’Italia e piedi e senza soldi, chiedendo ospitalità in giro, lui il geografo ed escursionista che ha sperimentato forme di viaggio lento alla scoperta di nuovi posti.

Festival dell’oralità popolare

I 10 e l’11 ottobre a Torino, precisamente alla stazione di Porta Nuova, si tiene questo evento riguardante il viaggio nelle tradizioni e nei saperi dell’Italia e del mondo intero. In particolare, si parlerà di confini – geografici, culturali e linguistici – e delle azioni che fanno di tutto per cancellarli, come “Indovina chi viene a cen?”, un progetto italiano che coinvolge molte famiglie che decidono di aprire le porte della loro casa.

Detour, Festival del Cinema di Viaggio

L’appuntamento è a Padova, dal 14 al 18 ottobre. Il tema è principale è sempre quello del viaggio che qui, però, è considerato nei suoi più diversi significati, prima di tutto come mezzo d’incontro tra culture e tradizioni differenti: i migliori film sono premiati da una giuria composta dal pubblico e da alcuni professionisti.

È tempo di aurora boreale (FOTO)

Credit: vivagip.com

Vedere l’aurora boreale è senza dubbio un sogno largamente condiviso; perché si tratta di un’esperienza davvero mistica, che lascia a bocca aperta: il cielo si colora, prende vita. Alcuni ritengono che l’aurora boreale non sia altro che il movimento degli spiriti nel cielo. Altri invece che sia il riflesso degli scudi delle Valchirie, le mitologiche guerriere. E infine, un’altra leggenda narra invece che una volpe, sfiorando con la sua coda dei cumuli di neve, abbia creato delle scie luminose nel cielo.

Da un punto di vista “meno romantico” e più scientifico, si tratta suggestivi fasci di luce nel cielo – di svariati colori come il verde, l’azzurro, il viola il rosso – causati dalla collisione delle particelle solari con i gas della ionosfera. In parole povere, l’aurora boreale è il risultato dell’interazione tra i venti solari e gli strati superiori dell’atmosfera terrestre, e avviene a circa 100 km d’altitudine.
Però, non è stata ancora trovata l’origine scientifica dei suoni molto particolari, simili ad un sibilo, che ogni tanto si sentono in presenza di questo cielo sfavillante.

Leggenda o scienza che sia, ora che l’autunno e l’inverno stanno calando sul nostro emisfero, sarà più facile vedere le aurore.
Questo fenomeno è più frequente nel tardo autunno e all’inizio della primavera, cioè tra l’equinozio autunnale e quello primaverile (21 settembre – 21 marzo), poiché nei Paesi a nord è buio dalle 18 all’una di notte, per cui le probabilità di avvistare l’aurora boreale sono più alte.
Bisogna però tener conto anche delle condizioni climatiche: questi mesi sono particolarmente freddi, e ricchi di precipitazioni nevose; per cui il periodo migliore per ammirare un’aurora polare è durante i mesi di settembre, ottobre e novembre, ancora un po’ umidi e meno nevosi, oppure a marzo, con un clima leggermente più secco.

Ma quali sono i posti migliori per vederla?

Aurora Ice Hotel – Alaska


Nella città di Fairbanks, in Alaska, si trova uno degli ice hotel più belli al mondo. Interamente costruito da blocchi di ghiaccio, offre un panorama mozzafiato per queste notti magiche.

Þingvellir National Park – Islanda


Siamo in Islanda, e il posto migliore per vedere l’aurora boreale è sicuramente il Þingvellir National Park, che è entrato a far parte dei patrimoni dell’Unesco nel 2004; anche per il suo incredibile valore culturale.

Luosto e Sodanklya – Lapponia finlandese


Si tratta di due città perfette e super attrezzate per vedere l’aurora. A Luosto un allarme acustico segnala agli abitanti e ai visitatori l’inizio di ogni spettacolo del cielo; mentre a Sodanklya c’è il centro di ricerca Northern Lights, specializzato in aurore borelai, che avvisa gli hotel della zona sulle date in cui ci saranno questi avvistamenti, in modo che si possano organizzare per tempo delle escursioni.

Abisko National Park – Lapponia svedese


Nella contea di Norrbotten, si trova il Parco Nazionale di Abisko, che, secondo gli esperti, è uno dei luoghi più indicati da cui ammirare il fenomeno. Qui, lo sfavillare del cielo si riflette nel lago, regalando un doppio spettacolo, conosciuto come Blue Hole.

Isole Svalbard – Norvegia


Sempre nel Circolo Artico, si trovano le isole Svalbard, a nord della Penisola Scandinava. Su queste isole è situata la città di Longyearbyen, città più colorata del mondo e ottimo punto per l’osservazione dell’aurora boreale.

Una piccola libreria a Santorini (FOTO)

Credit photo: www.heightofvintage.com

Quella passeggiata per Oia me la ricordo come se fosse ieri. Non ho mai visto un villaggio più bello di quello, né a Santorini né in nessun altro posto che ho visitato nella mia vita. Perché quando il sole sta calando e su Santorini c’è una luce fioca, tutto diventa più magico.

Mi sembrava di essere catapultata in un film: quei bellissimi paesaggi pittoreschi e quel tramonto che sembrava non tramontare mai li avevo visti solo in televisione e in fotografia. Essere lì in quel momento non mi sembrava vero e così ho iniziato a fare foto a tutto ciò che mi capitava davanti: dagli oggetti più strani nelle vetrine dei negozi al panorama che si poteva osservare dalle finestre dei ristoranti. Tutto doveva rimanere impresso, nella macchina fotografica come nella mente.

Finché, ad un certo punto, tra i vari negozi di souvenir presenti sulla strada principale non mi sono imbattuta in una libreria bellissima. Impossibile non vederla e non entrarci. Per me è stato amore a prima vista: un edificio tutto bianco, con disegni ed aforismi di vari autori e di vari temi – principali quelli della lettura e dei viaggi – sui muri, oltre ad esserci scritta tutta la storia della libreria.

Una storia quella di Atlantis Books – questo il nome della libreria – che nasce per creare un paradiso per lettori e scrittori a Santorini, una delle isole più belle della Grecia.
L’idea nasce grazie a Craig Walzer e Oliver Wise, due ragazzi americani di 25 anni, che decidono di trascorrere una vacanza a Santorini nel 2002. Durante il soggiorno i due amici terminano di leggere i libri che avevano portato con loro, ma non riescono a trovarne altri: nelle librerie dell’isola gli unici libri presenti sono romanzi polizieschi e guide turistiche. Per risolvere questo problema, Oliver e Craig decidono di aprire una libreria, sul modello di “Shakespeare & Company” di Parigi: il sogno si realizza nel 2005.

Atlantis Books, nel giro di pochi anni, è diventata famosissima, una libreria conosciuta a livello internazionale, tanto che Jeremy Mercer, pezzo importante del “The Guardian”, l’ha inserita nella sua personale classifica delle 10 librerie più belle del mondo. Una libreria simile, infatti, non c’è da nessun’altra parte.

Scaffali con tantissimi libri, divisi per lingua e genere, da romanzi a poesie. Libri classici ed edizioni limitate sparsi tra i mobili e in ogni angolo possibile della piccola stanza che fa da libreria: sulle sedie, per terra e vicino alla cassa. Ma non solo libri: Atlantis Books vende anche cartoline ed agende – con foto di Santorini – stampe d’epoca, opuscoli stampati a mano. Il tutto, ovviamente, con frasi celebri che fanno venire i brividi agli amanti dei libri e dei viaggi.

Una delle cose più belle è che si può godere della lettura di un libro mentre si guarda il panorama perché la libreria ha una terrazza bellissima. Andarci anche solo per fare una foto è un’emozione unica, immaginatevi con un libro in mano.

[Credit photo: Giada Calatroni, Arianna Gismondi, Francesca Malgarini, Marta Puccio, Camilla Dalloco]

A spasso per Londra: curiosità di viaggio (FOTO)

Credit: curiositando.wordpress.com

Londra è una città che ormai non ha quasi più segreti. Con la sua varietà, la sua vitalità e il suo dinamismo ammalia tutti gli anni milioni e milioni di cuori, che, a fine della loro vacanza, si ripromettono solo una cosa: “Devo tornarci al più presto”.

Da Soho e Covent Garden, da Westminster a Notting Hill, senza dimenticare Camden Town, Greenwich, Hyde Park e tutti gli altri magnifici posti di Londra; sono questi a fare innamorare i turisti. È la diversa atmosfera che si respira nella capitale inglese, è il differente modo di vivere, è la nostra nuova personalità che è nata proprio qui.

Ma ci sono cose di Londra che forse non sapete, che nessuno vi ha mai raccontato. Di cosa parlo?

Labirinti ovunque

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È da un po’ che, appesi ai muri della metropolitana, ci sono immagini di strani labirinti. Non pensate a nessuna teoria cospiratoria, e neanche a mappe per un tesoro nascosto, quelli sono veri e proprio labirinti che fanno parte di un’opera d’arte creata dall’artista Mark Wallinger nel 2013. Si tratta della più grande commissione artistica della città ed è stata inaugurata in onore del 150° anniversario della metropolitana.
270 labirinti, con sfondo bianco e linee nere. Ci sono voluti 2 anni affinché tutti questi labirinti venissero appesi alle pareti di tutte le stazioni.

Hampstead Pergola

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Avete presente il bellissimo parco a nord di Londra Hampstead Heath. Ecco, nella sua immensità si nasconde una costruzione particolare ma davvero affascinante: Hampstead Pergola.
Di per sé, la pergola, non ha un vero e proprio scopo, è una costruzione sopraelevata coperta di piante locali e esotiche tra cui figurano anche il gelsomino, la salvia, il caprifoglio, l’edera, il kiwi, la lavanda e il glicine.
Il finanziatore del progetto fu Lord Leverhulme, un amante dei giardini che nel 1904 comprò una grande casa, chiamata The Hill, e la terra circostante, nel quale costruì la stravagante pergola per ospitare feste e stupire gli amici. Sbirciando tra i rampicanti di rose si scorge ancora The Hill, che attualmente è un complesso residenziale.

Seven Noses of Soho

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Questo è leggermente terrificante. Diciamocelo, non capita mica tutti i giorni di imbattersi in un naso attaccato a un muro. Non si tratta di nessun scherzo di discutibile gusto, ma è un’opera (di discutibile gusto) dell’artista Rick Buckley. Il tutto risale al 1997, quando l’artista attaccò trentacinque nasi a vari edifici in giro per la città, in segno di protesta contro l’installazione di telecamere di sorveglianza in giro per la città.
La maggior parte dei nasi sparì nelle settimane seguenti, e ad oggi ne rimangono solo 7, su cui girano diverse leggende metropolitane.

Telefoni o defibrillatori?

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Un po’ come il Big Ben e il Tower Bridge, le rosse cabine telefoni che sono un simbolo della Gran Bretagna e tra le attrazioni più fotografate di Londra. Attualmente ne sono rimaste circa 11 mila, di cui la maggior parte però è inutilizzata e scollegata a qualsiasi linea telefonica.
E allora è nata da poco una nuova proposta: trasformare le storiche cabine telefoniche in uno spazio per installare defibrillatori. Sarebbero disponibili 24 ore su 24, sistemati all’interno delle cabine racchiuso in una custodia gialla, a prova di vandali, aperibile solo digitando un codice che si ottiene chiamando il numero di emergenza 999.

St. Dunstan in the East

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Un po’ Hogwarts, un po’ Giardino Segreto; è questa l’atmosfera che si respira a St. Dunstan in the East, una chiesa diroccata trasformata in parco pubblico, a pochissimi passi dal Tamigi e dalla Torre di Londra.
La chiesa fu costruita attorno al 1100, e poi modificata e riparata nel 1391 e 1631. A distruggerla per la prima volta fu il Grande Incendio di Londra del 1666, ma fu subito riparata e abbellita con una torre da Sir Christopher Wren, cioè l’architetto che costruì St. Paul’s Cathedral.
Ciò che di St. Dunstan in the East è rimasto oggi sono i pochi muri sopravvissuti ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e adibiti a giardino pubblico nei primi anni settanta del secolo scorso.

[Credit photos: zingarate.com]