martedì, 26 Novembre 2024

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Lo shopping aiuta a vivere meglio e più a lungo

Lo shopping è terapeutico, aiuta a vivere meglio e più sereni: è quanto stabilisce la ricerca pubblicata on line dal “Journal of Epidemiology e Community Health”. La ricerca è stata effettuata su 1.850 anziani (over 65 anni). Ai partecipanti, tutti di Taiwan, è stato chiesto quanto spesso fanno shopping, con opzioni che vanno da “mai” a “tutti i giorni”. Lo studio ha dimostrato come la “shop therapy” aiuti soprattutto gli uomini, risultato alquanto strano, conoscendo i pensieri maschili in merito al “fare shopping” e vedendo le loro espressioni sofferenti al limite del suicidio davanti a vetrine e bancarelle, in contrasto con il sorriso 68 denti e occhi a cuoricino delle donne.

Capacità intellettuali e fisiche sono state misurate attraverso questionari validati per età, sesso, istruzione, etnia, finanziaria e status occupazionale, fattori di stile di vita. Una ricerca 360° per conoscere al meglio ogni aspetto e ottenere risultati certi. Uno su quattro degli intervistati (22%) ha dichiarato di acquistare da due a quattro volte a settimana. Un ulteriore 17% acquista ogni giorno, il resto solo una volta alla settimana. Quasi due terzi degli intervistati erano di età inferiore ai 75 anni. Poco più della metà (54%) erano uomini. La maggior parte ha avuto un stile di vita sano e tre su quattro erano finanziariamente autosufficienti.

La ricerca ha dimostrato che chi va a far shopping più di una volta a settimana tende ad essere più giovane, ha una migliore salute fisica e mentale, accompagnato da esercizio fisico regolare e ha un gruppo di amici forte. Insomma, uno stile di vita perfetto. I ricercatori hanno usato diversi approcci per tener conto delle limitazioni fisiche e cognitive, ma, anche nonostante tutti questi accorgimenti, gli anziani che fanno acquisti ogni giorno vivono più a lungo rispetto a quelli che acquistano meno frequentemente.

Perché lo shopping ha questi effetti positivi sulla salute? Garantisce movimento (fare acquisti vuol dire camminare a lungo, muoversi e tenere buste pesanti) e attenzione alla salute (con l’acquisto di cibo sempre fresco). Inoltre gli acquisti frequenti, soprattutto tra gli anziani, servono a stare in compagnia, scambiare quattro chiacchiere in una giornata calda e sentire meno la “solitudine”.

‘Multitasking’: un pericolo per il nostro cervello

Lo studio effettuato dall’Università del Sussex rivela che il multitasking, ossia la capacità (o meglio abitudine ormai) di svolgere più attività contemporaneamente potrebbe causare danni al cervello.
Lavorare al pc, inviare mail, guardare la tv, inviare messaggi al cellulare e consultare il tablet mentre si ascolta la radio, orama è diventata abitudine consueta nella quotidianità di molti giovani e meno giovani compiere queste attività nello stesso momento.
Ebbene, a quanto pare, questo potrebbe rivelarsi un rischio per una particolare area del cervello, la corteccia cingolata anteriore.

I ricercatori hanno monitorato 75 soggetti con comportamenti multitasking, ossia che abitualmente utilizzano vari dispositivi multimediali contemporaneamente. Hanno quindi osservato il cervello dei singoli soggetti sottoponendoli a Risonanza magnetica, rilevando così che la loro struttura cerebrale era modificata nell’area della corteccia cingolata anteriore, coinvolta nell’elaborazione delle emozioni e delle informazioni. Ciò potrebbe aumentare il rischio di scarsa attenzione, perdita di memoria ed ansia.

Dietro questa capacità oltremodo invidiata, dunque, si cela un vero e proprio rischio per la nostra salute mentale. Usare pc, tablet, cellulare e tv contemporaneamente aumenta il nostro livello di stress. Un consiglio ci giunge da Paola Vincinguerra, psicoterapeuta e presidente Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap): “Dobbiamo imparare a gestire il nostro tempo in maniera diversa ed a compiere un’azione alla volta. Dividere il momento del lavoro da quello da trascorrere in famiglia, non portandosi il lavoro a casa, ad esempio, è fondamentale”.

Pare proprio che sia arrivata l’ora di darci una calmata, di riorganizzare il nostro tempo e perchè no, ogni tanto, di staccare gli occhi e le mani da questi strumenti elettronici così dannosi per la nostra salute, a favore di una bella chiacchierata o di una sana passeggiata all’aria aperta. Ne vale la nostra salute.

Sogni, nel cuore della notte sono più intensi e bizzarri

hanehassan.com

Hermann Hesse disse: Gran parte dei nostri sogni li viviamo con assai maggiore intensità della nostra esistenza da svegli.

Un’affermazione che è riuscita a trovare un suo fondamento anche nel campo della scienza. Uno studio di Caroline Horton della Leeds Metropolitan University in Gran Bretagna ha infatti rivelato come le manifestazioni oniriche vengano vissute con più intensità e diventino più bizzarre mano a mano che la notte avanza.

I 16 volontari che si sono prestati per due giorni all’osservazione dei ricercatori, sono stati svegliati 4 volte nel corso di una notte e ad ogni risveglio gli studiosi hanno chiesto loro di raccontare i sogni fatti.

Il risultato è stato che mano a mano che ci si addentrava nel cuore della notte, più la trama delle proprie rappresentazioni oniriche diventava complessa e ingarbugliata, con caratteristiche sempre meno affini al mondo reale e sempre più collegate a quello della fantasia.

Coloro che dormono soltanto poche ore al giorno presentano la peculiarità di fare sogni brevi, con trame lineari e collegamenti logici semplici. I “dormiglioni” invece si caratterizzano per i complessi intrecci delle proprie produzioni oniriche, che spesso risultano essere strambe e confusionarie.

Non solo: nel cuore della notte il sogno – complicato e aggrovigliato – viene vissuto da chi lo crea con una maggiore intensità di sentimenti ed emozioni rispetto invece a chi di dormire molte ore proprio non vuole saperne.

Una domanda sorge però spontanea: se “i sogni son desideri” – come diceva una famosa melodia – i sogni fatti nel cuore della notte saranno desideri inconsci o al quadrato?

Bere tè per vivere a lungo e perdere peso

4ever.eu
Chi beve tè vive più a lungo e perde anche peso più facilmente.

Lo dimostra una ricerca compiuta a Parigi dal dottor Danchin. Il professore e il suo team hanno analizzato 131.401 persone di età compresa fra i 18 e i 95 anni, per un periodo di tempo di 7 anni (dal 2001 al 2008). I partecipanti sono stati classificati in tre categorie: i non bevitori di tè, i bevitori moderati (1-4 tazze di tè al giorno) e i bevitori pesanti, che superano il consumo di 4 bicchieri di tè al giorno.

Il risultato è stato illuminante: i bevitori di tè hanno presentato una pressione sanguigna più bassa rispetto a chi non ne fa utilizzo o consuma una maggiore quantità di caffè. Bere tè allunga la vita poichè riduce di ben il 24% il rischio di morte legato a problemi cardiovascolari. Problemi che sorgono molto più di frequente nei bevitori accaniti di caffè e nei fumatori di tabacco.

I benefici che il tè apporta alla salute sono dovuti alla grande quantità di antiossidanti che contiene, che aiutano a mantenere il corpo sano e a migliorare la circolazione del sangue.

Ma non solo: il tè è anche un ottimo alleato per chi vuole perdere peso. Esso infatti contiene dei composti che impediscono che parte del grasso che ingeriamo venga poi assorbito dal corpo. Con la conseguenza quindi che il metabolismo risulta essere molto più veloce del normale e i fastidiosi “rotolini di ciccia” scompaiono naturalmente.

Per essere belli, sani e in forma quindi niente pastiglie miracolose o filtri dimagranti: basta una bella tazza di tè, e magari anche più di una.