lunedì, 25 Novembre 2024

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Occhi secchi, mal di testa e irritabilità: sintomi da computer-dipendenti

Occhi secchi, mal di testa e irritabilità. Sono sintomi di una sindrome diffusissima, quella legata all’uso eccessivo del computer, tablet o qualsiasi dispositivo con display illuminato. Secondo nuove ricerche, chi trascorre troppe ore davanti al computer, che sia per lavoro o per svago, risulterebbe carente di una proteina indispensabile per mantenere umido l’occhio.

Stando alla ricerca dell’università Keio, a Tokyo, pubblicata su Jama Ophthalmology, sono proprio gli occhi a risentire maggiormente il malessere. I ricercatori scrivono che le persone che stanno ore ed ore davanti agli schermi luminosi tendono ad aprire gli occhi di più ma a sbattere meno frequentemente le palpebre. Ne conseguirebbe una riduzione della lacrimazione e dunque, una maggiore secchezza oculare che in alcuni casi può persino arrivare ad offuscare la vista. Gli occhi quindi risulterebbero non solo occhi secchi, ma anche rossi ed infiammati alla sera.

Eppure, per alcune persone è impossibile evitare di utilizzare un computer, perché lavorano con il portatile. In questo caso, gli studiosi consigliano di evitare di usare tablet, i-pad ed i-phone prima di andare a letto la sera, perché disturbano il sonno e lo rendono meno sereno e rigenerante. Oltre a questo, esiste qualche rimedio naturale e semplice per limitare i danni agli occhi.

Importante è concedere qualche pausa tra un lavoro e l’altro, sopratutto quando si ha la sensazione di avere gli occhi stanchi, la testa pesante, e una certa stanchezza mentale. Anche una semplice ‘pausa caffè’ con un collega o con gli amici può aiutare a distrarsi. Se questo non è abbastanza, in farmacia ed in erboristeria si possono trovare ottimi colliri a base di camomilla da utilizzare all’occorrenza ogni volta che se ne avverta la necessità. La malva, per esempio è ottima e aiuta a riposare la notte.

Si può inserire nella propria dieta maggior omega 3, contenuto nel pesce, ma anche nella frutta secca, o semplicemente un rimedio classico sono gli impacchi di acqua calda e camomilla da porre sugli occhi, così che non risultino appesantiti e arrossati.

Il sole è l’alleato perfetto contro le malattie della pelle

Il sole è un amico per l’uomo non solo perché rende vitali, ma anche perché è un prezioso alleato per combattere lo sviluppo dei tumori della pelle e altre malattie che ne conseguono. Un recente studio dei ricercatori dell’università di Edimburgo condotto su su 24 donne, e pubblicato poi sul Journal of investigative Dermatology, ha rivelato dei risultati sorprendenti per i dermatologi, che fino a poco tempo fa vietavano l’esposizione eccessiva ai raggi solari.
Prendere un po’ di sole fa bene alla pelle perché i raggi UV-A sono in grado di provocare effetti benefici: essi sono infatti in grado di ridurre la pressione arteriosa e il battito cardiaco, oltre a prevenire le dermatiti.

I raggi di tipo A, una volta penetrati nella pelle, stimolano la produzione di fattori che riducono la pressione del sangue, in modo indipendente dall’effetto vasodilatatore dovuto al calore. “Bastano 20-30 minuti di esposizione per far calare la pressione diastolica di 3-4 millimetri di mercurio – spiegano gli studiosi – basti pensare che ad una diminuzione di 5 millimetri di mercurio corrisponde una diminuzione del rischio di ictus del 34% e di ischemia del 21%“.

La pelle è un deposito di nitrati che i raggi UV-A trasformano in nitriti, in grado di ridurre la pressione arteriosa e avere effetti benefici sul sistema cardiovascolare” commenta Antonio Costanzo, direttore dermatologia alla università Sapienza di Roma-ospedale Sant’Andrea.

Il nostro studio dimostra che una esposizione al sole naturale, di 30 minuti, a mezzogiorno o nelle giornate assolate in zone del Sud Europa, dilata le arterie attraverso la pelle. Questo cambia la nostra valutazione del rapporto rischio/beneficio per l’esposizione al sole“, così commentano entusiasti gli autori dell’esperimento.

Una moderata esposizione al sole è benefica per lo sviluppo della vitamina D nelle ossa, ora sappiamo che c’è dell’altro – sottolinea Antonio Costanzo – Da evitare però che l’esposizione induca danni profondi, eritemi e scottature che facilitano l’insorgenza di tumori. Si può stare dunque al sole, con moderazione e senza scottarsi“.

Una grande scoperta che invita a stare all’aria aperta a godersi il sole, sopratutto durante l’estate, senza aver paura di scottature, ma pensando che è per il benessere del nostro corpo.

“Aiuto, non c’è campo”, arriva la sindrome della nomofobia

Credits photo huffpost

Possibile che qui il cellulare non prenda? Non c’è segnale!

Se l’avete esclamato spesso, potreste essere affetti dalla nomofobia, la sindrome da no mobile.
Sono stati gli inglesi a catalogare la dipendenza da smartphone come una vera e propria malattia, in ascesa negli ultimi anni. Ad essere colpiti giovanissimi e non solo, tutti alle prese tra notifiche, email, sms, chiamate: controllare il cellulare e rendersi conto di non essere raggiungibili è sempre più motivo di ansia e agitazione.

Per gli affetti da nomofobia la scena si ripete di frequente: ci si sposta verso una finestra, una porta sperando che magari lì ci sia almeno una tacchetta sul nostro smartphone. Perchè nell’epoca 2.0 dobbiamo essere sempre raggiungibili in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.
E anche le email di lavoro non possono più aspettare in un continuo confondersi con il tempo libero di bisogni e priorità. Pensiamo di non poterci permettere di ignorare il cellulare ed essere sempre rintracciabili è il nuovo must.

In Italia sono soprattutto i milanesi ad essere dipendenti dallo smartphone: a dirlo è uno studio condotto dalla catena di hotel di lusso Boscolo Hotels, in collaborazione con l’Associazione “Donne e Qualità della vita”.

Si stima in media che i milanesi passino fino anche a 2 ore al giorno attaccati allo smartphone, seguiti dai torinesi, con un’ora e quaranta circa di connessione,subito dopo i fiorentini con un’ora e mezza. Di contro a L’Aquila sono solo quaranta i minuti totali al giorno, a Catanzaro 35 e ultimi i molisani, con una media di mezz’ora al giorno di connettività a Campobasso.

Smartphone mania, quindi, che in Italia risulta in crescita: due terzi degli italiani hanno almeno uno smartphone in casa, contro il 49% dello scorso anno. Rispetto al 2013, aumenta il numero di persone che ogni giorno accede dal cellulare a internet e quindi a social network e whatsapp.

Ma senza un cellulare cosa accadrebbe? L’85% degli intervistati ha risposto che senza si sentirebbe pù solo, il 62% che così lavorerebbe di meno, il 45% avrebbe una vera e propria crisi di astinenza e il 28% attacchi di panico. Solo il 6% dichiara di non essere dipendente.

Fonte ansa.it

Le giuste cure per le disavventure da spiaggia

In spiaggia, tra un bagno e l’altro, è (quasi) impossibile non ricadere in piccole disavventure, non gravi ma senza dubbio fastidiose, come la puntura di una medusa, negli ultimi tempi fin troppo presenti nei nostri mari, o beccare un’insolazione.

Per evitare questi episodi possano rovinarvi la vacanza, ecco una classifica con le giuste cure di cui bisogna fare ricorso se si è andati incontro ad una disavventura da spiaggia.

Puntura della medusa

Nonostante il progetto Med-Jellyrisk preveda, dallo scorso mese di luglio, la disposizione di alcune reti nel Mediterraneo che tengano lontane le meduse -sempre più frequenti e numerose- queste continuano ad affollare i nostri mari pungendo con i loro tentacoli i bagnanti.

Per fortuna le punture delle specie di meduse che sono solite nuotare nel Mediterraneo non sono letali, ma causano forti dolori e irritazioni. In caso di puntura è necessario innanzitutto mantenere la calma e non lasciarsi prendere dal panico, poi bisogna sciacquare la ferita con l’acqua di mare stessa perché questa, al contrario di quella dolce, aiuta a pulire le parti della medusa ancora rimaste attaccate alla nostra pelle. Successivamente è necessario applicare un gel astringente apposito per punture di questo tipo. Onde evitare che rimangano delle cicatrici antiestetiche è necessario non esporre al sole la ferita.

Insolazione

Per ottenere un’abbronzatura perfetta spesso siamo soliti a stare per ore e ore in spiaggia sotto il sole cocente anche durante gli orari sconsigliati dai medici a causa di un alto tasso di raggi UV. Ma spesso il desiderio di un’abbronzatura uniforme ha un prezzo e si chiama insolazione.

I sintomi dell’insolazione sono i seguenti: febbre, nausea, vomito, mal di testa, vertigini e fastidio alla vista della luce. Per curarla bisogna bere tanta acqua fresca per idratare il corpo, fare una doccia fredda e ricorrere a degli impacchi di ghiaccio nella zona inguinale e ascellare. In caso di perdita di conoscenza è opportuno consultare un medico.

Spine di riccio

Tra un tuffo e l’altro in una zona scogliera c’è il pericolo di calpestare dei ricci. Nel caso in cui una spina si sia infilata sotto il nostro piede o nel palmo della nostra mano è necessario rimuoverla con una pinzetta, stando attenti a non spezzarla. Successivamente bisogna fare sulla ferita degli impacchi con l’aceto e mettere la parte interessata a bagno con l’acqua calda per far si che il dolore si allievi e la ferita si disinfetti.

Scottature

Tipico del primo sole, inevitabile anche con la protezione. La scottatura della pelle va evitata applicando la protezione solare su tutto il corpo, in particolare su viso, spalle e schiena, e cercando di stare all’ombra durante le ore in cui i raggi del sole sono più forti. In caso di scottatura bisogna fare delle docce fredde per alleviare il dolore e applicare su tutto il corpo due volte al giorno una crema dopo sole rinfrescante.