venerdì, 11 Aprile 2025

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Il sole è l’alleato perfetto contro le malattie della pelle

Il sole è un amico per l’uomo non solo perché rende vitali, ma anche perché è un prezioso alleato per combattere lo sviluppo dei tumori della pelle e altre malattie che ne conseguono. Un recente studio dei ricercatori dell’università di Edimburgo condotto su su 24 donne, e pubblicato poi sul Journal of investigative Dermatology, ha rivelato dei risultati sorprendenti per i dermatologi, che fino a poco tempo fa vietavano l’esposizione eccessiva ai raggi solari.
Prendere un po’ di sole fa bene alla pelle perché i raggi UV-A sono in grado di provocare effetti benefici: essi sono infatti in grado di ridurre la pressione arteriosa e il battito cardiaco, oltre a prevenire le dermatiti.

I raggi di tipo A, una volta penetrati nella pelle, stimolano la produzione di fattori che riducono la pressione del sangue, in modo indipendente dall’effetto vasodilatatore dovuto al calore. “Bastano 20-30 minuti di esposizione per far calare la pressione diastolica di 3-4 millimetri di mercurio – spiegano gli studiosi – basti pensare che ad una diminuzione di 5 millimetri di mercurio corrisponde una diminuzione del rischio di ictus del 34% e di ischemia del 21%“.

La pelle è un deposito di nitrati che i raggi UV-A trasformano in nitriti, in grado di ridurre la pressione arteriosa e avere effetti benefici sul sistema cardiovascolare” commenta Antonio Costanzo, direttore dermatologia alla università Sapienza di Roma-ospedale Sant’Andrea.

Il nostro studio dimostra che una esposizione al sole naturale, di 30 minuti, a mezzogiorno o nelle giornate assolate in zone del Sud Europa, dilata le arterie attraverso la pelle. Questo cambia la nostra valutazione del rapporto rischio/beneficio per l’esposizione al sole“, così commentano entusiasti gli autori dell’esperimento.

Una moderata esposizione al sole è benefica per lo sviluppo della vitamina D nelle ossa, ora sappiamo che c’è dell’altro – sottolinea Antonio Costanzo – Da evitare però che l’esposizione induca danni profondi, eritemi e scottature che facilitano l’insorgenza di tumori. Si può stare dunque al sole, con moderazione e senza scottarsi“.

Una grande scoperta che invita a stare all’aria aperta a godersi il sole, sopratutto durante l’estate, senza aver paura di scottature, ma pensando che è per il benessere del nostro corpo.

“Aiuto, non c’è campo”, arriva la sindrome della nomofobia

Credits photo huffpost

Possibile che qui il cellulare non prenda? Non c’è segnale!

Se l’avete esclamato spesso, potreste essere affetti dalla nomofobia, la sindrome da no mobile.
Sono stati gli inglesi a catalogare la dipendenza da smartphone come una vera e propria malattia, in ascesa negli ultimi anni. Ad essere colpiti giovanissimi e non solo, tutti alle prese tra notifiche, email, sms, chiamate: controllare il cellulare e rendersi conto di non essere raggiungibili è sempre più motivo di ansia e agitazione.

Per gli affetti da nomofobia la scena si ripete di frequente: ci si sposta verso una finestra, una porta sperando che magari lì ci sia almeno una tacchetta sul nostro smartphone. Perchè nell’epoca 2.0 dobbiamo essere sempre raggiungibili in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.
E anche le email di lavoro non possono più aspettare in un continuo confondersi con il tempo libero di bisogni e priorità. Pensiamo di non poterci permettere di ignorare il cellulare ed essere sempre rintracciabili è il nuovo must.

In Italia sono soprattutto i milanesi ad essere dipendenti dallo smartphone: a dirlo è uno studio condotto dalla catena di hotel di lusso Boscolo Hotels, in collaborazione con l’Associazione “Donne e Qualità della vita”.

Si stima in media che i milanesi passino fino anche a 2 ore al giorno attaccati allo smartphone, seguiti dai torinesi, con un’ora e quaranta circa di connessione,subito dopo i fiorentini con un’ora e mezza. Di contro a L’Aquila sono solo quaranta i minuti totali al giorno, a Catanzaro 35 e ultimi i molisani, con una media di mezz’ora al giorno di connettività a Campobasso.

Smartphone mania, quindi, che in Italia risulta in crescita: due terzi degli italiani hanno almeno uno smartphone in casa, contro il 49% dello scorso anno. Rispetto al 2013, aumenta il numero di persone che ogni giorno accede dal cellulare a internet e quindi a social network e whatsapp.

Ma senza un cellulare cosa accadrebbe? L’85% degli intervistati ha risposto che senza si sentirebbe pù solo, il 62% che così lavorerebbe di meno, il 45% avrebbe una vera e propria crisi di astinenza e il 28% attacchi di panico. Solo il 6% dichiara di non essere dipendente.

Fonte ansa.it

Le giuste cure per le disavventure da spiaggia

In spiaggia, tra un bagno e l’altro, è (quasi) impossibile non ricadere in piccole disavventure, non gravi ma senza dubbio fastidiose, come la puntura di una medusa, negli ultimi tempi fin troppo presenti nei nostri mari, o beccare un’insolazione.

Per evitare questi episodi possano rovinarvi la vacanza, ecco una classifica con le giuste cure di cui bisogna fare ricorso se si è andati incontro ad una disavventura da spiaggia.

Puntura della medusa

Nonostante il progetto Med-Jellyrisk preveda, dallo scorso mese di luglio, la disposizione di alcune reti nel Mediterraneo che tengano lontane le meduse -sempre più frequenti e numerose- queste continuano ad affollare i nostri mari pungendo con i loro tentacoli i bagnanti.

Per fortuna le punture delle specie di meduse che sono solite nuotare nel Mediterraneo non sono letali, ma causano forti dolori e irritazioni. In caso di puntura è necessario innanzitutto mantenere la calma e non lasciarsi prendere dal panico, poi bisogna sciacquare la ferita con l’acqua di mare stessa perché questa, al contrario di quella dolce, aiuta a pulire le parti della medusa ancora rimaste attaccate alla nostra pelle. Successivamente è necessario applicare un gel astringente apposito per punture di questo tipo. Onde evitare che rimangano delle cicatrici antiestetiche è necessario non esporre al sole la ferita.

Insolazione

Per ottenere un’abbronzatura perfetta spesso siamo soliti a stare per ore e ore in spiaggia sotto il sole cocente anche durante gli orari sconsigliati dai medici a causa di un alto tasso di raggi UV. Ma spesso il desiderio di un’abbronzatura uniforme ha un prezzo e si chiama insolazione.

I sintomi dell’insolazione sono i seguenti: febbre, nausea, vomito, mal di testa, vertigini e fastidio alla vista della luce. Per curarla bisogna bere tanta acqua fresca per idratare il corpo, fare una doccia fredda e ricorrere a degli impacchi di ghiaccio nella zona inguinale e ascellare. In caso di perdita di conoscenza è opportuno consultare un medico.

Spine di riccio

Tra un tuffo e l’altro in una zona scogliera c’è il pericolo di calpestare dei ricci. Nel caso in cui una spina si sia infilata sotto il nostro piede o nel palmo della nostra mano è necessario rimuoverla con una pinzetta, stando attenti a non spezzarla. Successivamente bisogna fare sulla ferita degli impacchi con l’aceto e mettere la parte interessata a bagno con l’acqua calda per far si che il dolore si allievi e la ferita si disinfetti.

Scottature

Tipico del primo sole, inevitabile anche con la protezione. La scottatura della pelle va evitata applicando la protezione solare su tutto il corpo, in particolare su viso, spalle e schiena, e cercando di stare all’ombra durante le ore in cui i raggi del sole sono più forti. In caso di scottatura bisogna fare delle docce fredde per alleviare il dolore e applicare su tutto il corpo due volte al giorno una crema dopo sole rinfrescante.

Bucce di frutta e verdura: i consigli per non sprecarle

nonsprecare.it

Comprare per sprecare sembra un po’ essere diventato il motto della società di oggi. Si va a fare la spesa e si finisce sempre con l’acquistare qualche alimento in eccedenza che poi non si riesce a consumare durante la settimana. Lo si getta via così com’è, senza nemmeno averlo toccato.

Questa tendenza può essere fermata e contrastata a partire proprio dalla smentita di un luogo comune: le bucce di molti frutti e ortaggi sono commestibili. Non solo: sono anche ricche di flavonoidi, carotenoidi e antiossidanti essenziali per poter godere di buona salute.

L’esperta nutrizionista del sito weightlossresources.co.uk Laurence Beeken ha proposto una serie di consigli utili per sfruttare al meglio i benefici degli “scarti” di alcuni alimenti vegetali. Vediamoli insieme.

Cipolla

Per mantenere regolare la pressione sanguigna ed evitare una trombosi arteriosa non vi è miglior rimedio della buccia di cipolla. Ottima anche come antinfiammatorio e per combattere le allergie, questo “scarto” di cucina è consigliato utilizzarlo in zuppe e minestre durante la cottura, per poi essere eliminato una volta ultimata.

Melone e arancia

Come si potrebbe mai mangiare la buccia del melone e dell’arancia? Semplice, in un gustoso frullato composto non solo dalla polpa del frutto ma anche dal suo involucro esterno. La buccia del melone è un valido alleato per il controllo della circolazione sanguigna: questo grazie alla citrullina, un potente amminoacido che regola la fluidità del sangue. L’arancia invece contiene nella sua scorza vitamine, fibre e flavonoidi che donano nuova vitalità a tutto l’organismo.

Broccoli

Carotenoidi, vitamina A e vitamina C sono gli elementi benefici che contengono le foglie e i gambi di questo ortaggio. Le prime sono ottime da cucinare insieme ai broccoli stessi mentre i gambi sono consigliati da provare crudi.

Sedano

Aggiungere le foglie del sedano a minestre o insalate significa fare una scorta di calcio, magnesio, vitamina C e acidi fenolici, essenziali per prevenire le malattie del cuore e rallentare il processo di invecchiamento.