domenica, 24 Novembre 2024

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Informarsi sul web, tra bufale e pseudoscienza

Nell’era dell’informazione, sviluppare una capacità critica medio alta è un meccanismo di difesa necessario, se non fondamentale, per la sopravvivenza razionale in rete.
Veniamo letteralmente bombardati da notizie di qualsiasi tipo, dai titoli più disparati studiati a puntino per catturare la nostra attenzione e soprattutto la nostra fiducia. Articoli, commenti o relazioni che con l’appoggio di presunti studi scientifici (che danno sempre una certa credibilità a qualsiasi cosa si scriva) sfornano ogni giorno nuove cure contro tutti i malesseri.

Sembra quasi che non ci si voglia rendere conto che le notizie, una volta buttate nel calderone virtuale, arrivano pur sempre a persone reali, in carne e ossa che possono riporre speranza e fiducia in notiziole che riguardano la loro salute. Al di là dello schermo ci sono persone appartenenti a qualsiasi livello sociale, culturale o intellettuale che sia. Persone esperte o meno esperte in campo medico o scientifico, persone più o meno scettiche.

Il cibo x fa venire il cancro” o “l’ingrediente y protegge dalle malattie cardiache” sono i classici titoli che scorrono davanti ai nostri occhi migliaia di volte. Si tratta di una vera e propria catena di disinformazione scientifica, costituita da notizie sensazionalistiche e ingigantite a proprio piacimento, spesso riprese da fonti non attendibili.

Notizie che, sfociando nell’incredibile, finiscono per convincere tantissime persone della veridicità di questi ‘studi rivoluzionari’. Farsi imbrogliare navigando in Internet o seguendo programmi televisivi è molto facile, così come è all’ordine del giorno credere a cose inesistenti o che sembrano vere, ma non sono tali.

Spesso l’inconsapevole desiderio che qualcosa di sensazionale sia finalmente accaduto (nell’ambito delle cure mediche o delle scoperte scientifiche) ci rendono più vulnerabili e propensi a credere a qualcosa che dovrebbe in realtà suscitare solo dubbi. Ecco che si finisce per credere alle diete più disparate, vegane o vegetariane, alle cure miracolose e a tutte quelle bufale o mezze verità in grado di mettere in dubbio tutto, con una grande leggerezza.

Si procede sulla scia del ‘Mi hanno detto che..‘, ‘l’ho letto lì..‘, ‘lo hanno detto su..‘, senza capire quale è la verità, se ne esiste una e soprattutto di chi ci possa veramente fidare. Non c’è quindi da meravigliarsi se si è sempre più confusi davanti a questo continuo bombardamento di informazioni.

I casi di disinformazione in Italia sono numerosi. Come non ricordare il metodo Stamina (presunto trattamento che sarebbe dovuto essere in grado di trasformare le cellule staminali mesenchimali in neuroni capaci di curare svariate malattie) che ha illuso tantissime persone, bocciato dal ministero della Salute e bollato infine come inconsistente e potenzialmente pericoloso.
Per non dimenticare poi l’ultimo servizio de Le Iene, andato in onda lo scorso 7 maggio, su alimentazione, tumori e altre malattie, in cui il programma ha nuovamente preso nel mirino la dieta vegana/vegetariana e i suoi presunti poteri anti-tumorali, portando a supporto della tesi The China Project. Si tratta di uno studio, considerato da molti esperti ricco di errori, forzature e incoerenze, quindi usato erroneamente per la fruizione di messaggi allarmanti.

E quindi, come è possibile capire i modi e gli approcci per svelare i tentativi di imbroglio? Come possono le persone incompetenti in materia capire la veridicità delle informazioni che percepiscono quotidianamente?

Esiste un gruppo composto da giovani studenti universitari, professori e giornalisti che si è mosso proprio in questo ambito, con il fine di sensibilizzare, ma soprattutto informare su come ci si debba orientare tra scienza e pseudoscienza, tra bufale e verità. Il progetto intitolato “La bufala è servita” è stato promosso da Italia Unita Per La Scienza e andrà in scena in tutta Italia dal 19 al 24 maggio.

Il loro obiettivo è quello di condividere la scienza non solo con gli appassionati o gli esperti in materia, ma anche e soprattutto con chi ne ha paura, con chi non si fida e non sa come comportarsi. Un modo questo per imparare a non allarmarsi davanti alla tv, per capire se chi parla è più o meno competente, per potersi fare una propria opinione davanti a una notizia, salvaguardando in primis la propria salute.

#WEARENOTPROANA: “Una vita vale un pugno di calorie?” (FOTO)

Credit Photo: Facebook

#WEARENOTPROANA

La potenza del web oggi è l’unico dato chiaro a tutti.
Ma non bisognerebbe mai dimenticare che quella rete virtuale di milioni di utenti nasconde delle vite, spesso fragili.
Questo hashtag raccoglie la volontà di molti di far luce su una parte di web che, con molta indiscrezione, è riuscita a creare dei veri e propri gruppi “pro-ana”.

Cosa significa questo acronimo? “Pro-anoressia”.
Nonostante questi gruppi siano difficili da trovare, hanno ormai raggiunto numeri spaventosi di fallowers, tutti pronti a seguire il decalogo dell’anoressia.
I dieci comandamenti che inducono, dunque, ad una malattia vera e propria, sono tutti simili a questi:

1) Se non sei magra, non sei attraente.
2) Essere magri è più importante che essere sani.
3) Compra dei vestiti, tagliati i capelli, prendi dei lassativi, muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra.
4) Non puoi mangiare senza sentirti colpevole.
5) Non puoi mangiare cibo ingrassante senza punirti dopo.
6) Devi contare le calorie e ridurne l’ assunzione di conseguenza.
7) Quello che dice la bilancia è la cosa più importante.
8)Perdere peso è bene, guadagnare peso è male.
9) Non sarai mai troppo magra.
10) Essere magri e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e autocontrollo.

Di anoressia si muore

Dietro questo fenomeno si nascondono più di una problematica sociale.
Dalla voglia di inseguire la perfezione fino al punto di perdere di vista la linea che separa ciò che è sano, da ciò che, invece, diventa pericoloso per la nostra vita. Alla necessità di non sentirsi soli in questa lotta incosciente che sotto il nome di chili in eccesso, nasconde in realtà una solitudine oltre misura. E non da meno è il bisogno di avere dei seguaci in questa vita virtuale, in cui veder crescere in modo esponenziale i numeri dei nostri fallowers potrebbe rivelarsi l’undicesimo comandamento.

È da tutto questo che nasce il progetto #WEAREPROANA.

Lo scopo di questo progetto fotografico è quello di bloccare tutti i blog “pro-ana” rintracciando gli indirizzi IP di chi li gestisce.
Chi gestisce questi blog incita i propri seguaci al consumo di un apporto calorico che va dalle 150 alle 500 calorie al giorno. Propone l’utilizzo di chat tramite WhatsApp per essere sempre monitorati. Chi gestisce tali blog, ha un’identità sconosciuta, ma un potere psicologico su chi li segue che mette a rischio persone, spesso adolescenti, con disturbi alimentari.

Per perdere peso non è necessario perdere la vita.

Il numero degli aborti aumenta a causa della disinformazione

È tra le scelte più difficili della vita, ma condizioni personali, economiche o lavorative spesso costringono a prenderla: parliamo degli aborti e del loro incremento causato, secondo le ricerche, dalla disinformazione sull’evoluzione della fertilità in un’età relativamente tarda, ossia dopo i trentacinque anni.

Secondo il British Pregnancy Advisory Service, le donne non si servirebbero di metodi contraccettivi, tra i trenta e i quarant’anni, perché convinte di essere in un’età troppo matura e quindi meno fertile.

Una supposizione fondata, ma non abbastanza da ritenere che l’unico modo per essere fecondate sia la IVF. Un’esagerazione senza basi e contro i dati sulla sempre crescente età di maternità, alimentata dagli avvertimenti di esperti della fertilità, che sembrano promuovere altre tecniche di fecondazione, divulgando dichiarazioni ingannevoli per il pubblico femminile medio e disinformato.

Le cifre divulgate dal Dipartimento della Sanità britannico, sembrano essere in costante aumento. Dal 2001 il tasso è cresciuto del 15,5% per le donne di età compresa tra i trenta e i trentaquattro anni, e del 6% per le over trentacinque. Per non parlare del numero delle gravidanze over quaranta, raddoppiate rispetto alle stime di un ventennio fa e maggiori rispetto al numero delle gravidanze delle giovani ventenni.

Ma la ricerca della BPAS è andata ancora più in profondità, riuscendo a confermare come l’aumento delle gravidanze e dei conseguenti aborti, sia dovuto ad un rifiuto della contraccezione da parte delle trentenni.

Ann Furedi, capo esecutivo della BPAS, dichiara a DailyMail come le campagne pro fecondazione in vitro stiano avendo un impatto reale sulla società e sulle donne, che credono di perdere la fertilità con l’avanzare dell’età. Consigliato è invece scegliere un metodo contraccettivo adatto, prima della menopausa.

C’è da augurarsi, dunque, maggiore informazione e attenzione da parte delle adulte, poiché l’aborto è e sempre sarà un diritto, ma resta anche un omicidio.

Missione pancia piatta: i 10 motivi per cui è difficile averla

Credits photo it.paperblog

La zona del corpo più difficile da smaltire durante una dieta è senza dubbio quella addominale, e spesso neanche un allenamento costante o un’ora di corsa giornaliera possono aiutare nell’impresa.
Eliminare il gonfiore del girovita non serve solo per un fattore estetico, ma aiuta a migliorare la condizioni di salute del nostro organismo onde evitare l’insorgenza di malattie cardiache e di diabete di tipo 2 (che sono tipiche del grasso addominale).

Come fare quindi? Se la dieta fallisce, c’è qualcosa che possiamo modificare nelle nostre abitudini. Ecco spiegato, in 10 punti, i motivi per cui ottenere la pancia piatta sembra così difficile (ma non è impossibile).

1. Mangiare di fretta: mangiare frettolosamente e in piedi favorisce l’ingestione di aria e rallenta la digestione. Questo è uno dei motivi che causano il gonfiore addominale. Bisogna mangiare con calma e masticare lentamente ogni boccone per facilitare la digestione;

2. lo stress: lo stress, al contrario di quello che pensano tutti, non contribuisce alla perdita di peso ma rende difficile perdere i chili di troppo. Ritmi di vita frenetici causati dai vari impegni lavorati o familiari spesso ci fanno saltare qualche pasto (cosa assolutamente sbagliata) e di conseguenza quando la fame ci “assale” iniziamo a spizzicare o mangiare alimenti più calorici, come ad esempio degli snack. Ridurre lo stress fa bene sia al corpo che alla mente;

3. il sonno: dormire troppo o troppo poco fa male al nostro metabolismo. Per stare bene, il corpo di un adulto deve dormire dalle 7 alle 8 ore a notte;

4. allenamento sbagliato: se pensate che correre tutti i giorni basti per perdere peso vi sbagliate. Secondo uno studio, per riuscire a perdere peso bisogna integrare diversi tipi di esercizi fisici che interessino ogni singola parte del nostro corpo, come i pesi per le braccia, addominali, esercizi per i glutei eccetera. La cosa importante è variare gli esercizi ogni due o tre settimane onde evitare che il nostro corpo si abitui a quel tipo di sforzo tendendo a non bruciare più;

5. saltare i pasti: non è non mangiando che si riesce a perdere peso. Mangiare 5 volte al giorno aiuta il nostro metabolismo ad accelerarsi e di conseguenza a bruciare più velocemente i grassi;

6. ovaie e ormoni: squilibri ormonali rendono impossibile la formazione di elastina e collagene che sono delle proteine che donano elasticità alla pelle. Di conseguenza, si viene a creare un gonfiore addominale e un ristagno di liquidi sul girovita difficile da eliminare;

7. eliminare i carboidrati: ridurli in quantità minime sì, ma è severamente vietato eliminare i carboidrati dalla vostra alimentazione, a meno che voi non state seguendo una dieta proteica per diventare bodybuilder. I carboidrati danno la giusta combinazione metabolica per attivare i processi di smaltimento;

8. bibite gassate: bere bibite gassate e zuccherate tendono a far gonfiare il vostro girovita, meglio evitare e bere solo acqua liscia;

9. zuccheri, dolci e tanto sale: l’eccesso di sale favorisce la ritenzione idrica nello stomaco, mentre mangiare dolci e alimenti zuccherati (compresi uva, carote e fichi) favorisce il gonfiore del nostro corpo;

10. bere poco: come per il sale, bere poca acqua al giorno favorisce la ritenzione idrica. Consumare 2 litri d’acqua al giorno aiuta a perdere i liquidi in eccesso, che spesso sono la causa del nostro gonfiore addominale, eliminare cellulite e perdere peso.