mercoledì, 27 Novembre 2024

Salute

Home Salute Pagina 82
Notizie sulla salute, sugli stili di vita, scoperte mediche, farmaci, diete, fitness

Riposo: di quante ore abbiamo bisogno?

Credit: www.giornalettismo.com

Una vecchia regola dice che per sentirsi riposati basta dormire otto ore a notte. In realtà, non conta quante ore dormiamo perchè a ciascuna età corrisponde un tipo di riposo diverso. Le nanne dei neonati e dei bambini sono nettamente più ‘importanti’ rispetto alle persone over 60. I primi arrivano a dormire fino a 19 ore al giorno, gli altri, invece, in appena cinque ore a notte si svegliano freschi come una rosa.

A definire il bisogno di sonno in modo scientifico ci ha pensato la National Sleep Foundation, un ente no profit che negli Stati Uniti si occupa della promozione del sonno nell’ambito di un corretto stile di vita. Scopriamo insieme cosa ha scoperto.

Neonati 0-3 mesi

Nei primi mesi di vita durante il sonno vengono rilasciati gli ormoni della crescita fondamentali per lo sviluppo fisico. Per questo motivo si raccomandano dalle 14 alle 17 ore di sonno, ma ne sono sufficienti almeno 11. Sconsigliato è, invece, dormire al di sotto delle 11 ore.

Dai 4 agli 11 mesi

Dai quattro mesi in su i vostri bambini hanno ancora bisogno di tanto riposo per carburare. Molto spesso fanno brevi sonnellini durante la giornata per poi dormire 6 o 7 ore consecutive durante la notte. Idealmente hanno bisogno di riposare 15 ore al giorno, talvolta, dormirne almeno 10 è corretto.

1-2 anni

Sonno raccomandato dalle 11 alle 14 ore; appropriato dalle 9-10 ore e fino alle 15-16; non raccomandato meno di 9 ore o più di 16.

3-5 anni

In questa fascia di età i bambini hanno ancora bisogno di 10 a 13 ore di sonno, e assolutamente non meno di otto. In caso contrario, possono sviluppare problemi comportamentali: uno studio della University College di Londra ha scoperto che i bambini che non hanno ottenuto la quantità raccomandata di sonno potrebbe avere difficoltà emotive e problemi a relazionarsi con i loro compagni di scuola.

6-13 anni

Il sonno dei bambini durante l’età scolare è fondamentale perchè sviluppa la loro intelligenza. Per questo motivo è sconsigliato loro dormire sotto le 7 ore.

14-17 anni

Gli adolescenti non sono pigri e scontrosi solo per il gusto di farlo. Il loro malumore spesso dipende dalle poche ore di sonno: è necessario che dormano dalle 8 alle 10 ore.

18-25 anni

Questa fascia d’età è la più divertente: i giovani si scatenano tra serate in discoteca e feste con gli amici. In questa fascia d’età sono necessarie dalle 7 alle 9 ore di sonno altrimenti c’è un rischio per tutti i maschietti: ci sono studi che dimostrano che non dormire abbastanza possa ridurre il numero di spermatozoi di un uomo fino a un terzo.

26-64 anni

Famiglia e lavoro sono solo alcuni tra i principali motivi di stress e di una conseguente carenza di sonno. I troppo pensieri e le preoccupazioni della vita di tutti i giorni ci portano a dormire sempre meno; ecco perchè sono consigliate almeno 7 ore di sonno.

Dai 65 anni in poi

Tutte le persone anziane sono abituate a fare il sonnellino pomeridiano: dormono di giorno, ma riposano meno la notte. Riuscire a regolarizzare le ore di sonno previene, in questa fascia d’età, molte malattie, tra cui demenza, ictus e infarto.

Sentirsi in forma non è roba da tutti i giorni

Ogni mattina vi svegliate pieni di energie, in forma più che mai e pronti ad affrontare la lunga giornata che vi si para di fronte? Beh, si da il caso che siate gli unici, visto che la maggioranza delle persone ritiene di sentirsi bene solo al 61 per cento.

Secondo un recente studio effettuato in Inghilterra, infatti, sono esclusivamente gli abitanti di Southampton, Glasgow e Belfast quelli che hanno dichiarato di sentirsi effettivamente in salute (con percentuali, rispettivamente, del 67 per cento, 65 per cento e 65 per cento). Quelli che risiedono a Cardiff e a Liverpool, invece, sono risultati quelli che si sentono peggio, con percentuali del 54 e del 57 per cento.

La stragrande maggioranza dei Britannici (circa il 90%) ha peraltro ammesso di mentire nel dire di stare bene, mentre soltanto uno su trenta ha affermato di sentirsi in forze al 100 per cento al momento del sondaggio. Inoltre, la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di aspettare quasi due settimane prima di rivolgersi a un medico specialista.

Il sondaggio, condotto dalla LloydsPharmacy, ha messo in luce che solo il 30 per cento dei soggetti in esame di fronte a un malessere prende come prima cosa appuntamento dal proprio medico di base; il 18 per cento, invece, fa ricerche sul web. E solo il 6% si reca direttamente in farmacia. In più, il 5 per certo di coloro di età compresa tra i 25 e i 34 anni finiscono in Pronto Soccorso ogni due settimane.

In media, dunque, si aspettano almeno 11 giorni prima di rivolgersi a uno specialista, che sia per un disturbo allo stomaco o al petto (dunque anche per quanto riguarda le malattie cardiovascolari). Eppure temporeggiare di fronte a cattivi sintomi può essere rischioso. Stando ai risultati della ricerca, anche gli asmatici attendono 9 giorni prima di chiedere aiuto a fronte di episodi di rantoli – che potrebbero essere il principio di un attacco d’asma. Ma qual è la ragione per cui si aspetta tanto? Stando a quanto riportato, la preoccupazione di far perdere tempo prezioso agli altri.

4 febbraio: Giornata Mondiale della Lotta contro il Cancro

La parola cancro fa paura a tutti. L’idea di ammalarsi, soffrire e sopportare cure dolorosissime ancor di più. Poco importa che si tratti di melanoma, leucemia o tumore. Quando succede ti domandi: ‘perchè proprio a me’? E infondo sai benissimo che non c’è nessun motivo per cui ti sei ammalato, e così, ti senti piccolo piccolo di fronte a questo male incurabile.

Ma dopo aver incassato il colpo, sai anche che combattere è l’unico rimedio per affrontare la situazione e forse guarire. Dopo aver vinto la battaglia, però, solo una cosa ti resta da fare, oltre a vivere: raccontare la tua esperienza.

E così, oggi, per celebrare la Giornata Mondiale della Lotta contro il Cancro, oltre a diffondere l’importanza della prevenzione è importante festeggiare chi ce l’ha fatta, chi, come Sylvie, Valentina, Mauro e Stefania ha vinto la battaglia contro il cancro.

Sylvie – mieloma multiplo

Da ricercatrice a paziente: dopo una vita dedicata alla ricerca sul cancro all’Istituto nazionale tumori di Milano, Sylve si è trovata a convivere con un mieloma multiplo. Quando nel 2006 le hanno diagnosticato la malattia stava benissimo, il suo era solo un banale controllo di routine. ‘La diagnosi è stata un fulmine a ciel sereno. Quando stai male e ti dicono cos’hai è un colpo, ma non così grande come quando stai benissimo e non te l’aspetti proprio. Sul momento per me è stata una batosta, uno tsunami. Oggi esistono tantissime terapie per tenere a bada il mieloma e io posso vivere la mia vita in modo perfettamente normale’. Lei stessa sottolinea che: ‘Ci tengo a raccontare la mia storia, per poter dare speranza a chi crede di non averne più. Le persone che hanno un tumore a volte si sentono in un tunnel buio. Voglio parlare della mia esperienza per far capire che in fondo a quel tunnel ci può essere la luce’.

Valentina – tumore al seno

Valentina è un avvocato di Genova di 39 anni, madre di due bambini: Matteo di 3 anni e Anna di un anno e mezzo, nata mentre la madre si sottoponeva alle cure. ‘Mentre lottavo per la mia, sono riuscita a dare la vita anche a mia figlia. Per questo spero che la mia storia porti speranza ad altre donne nella stessa situazione. Grazie all’aiuto dei medici, infatti, sono riuscita a combattere il tumore al seno che mi ha colpito durante la mia seconda gravidanza e a dare alla luce una bambina sana.’

Mauro – tumore al fegato

Una sfida tripla, un percorso a ostacoli che Mauro ha dovuto prima accettare, poi affrontare e infine superare così brillantemente. ‘Nel 2004, all’età di quarantasei anni, in occasione di un’analisi di routine, mi furono riscontrati livelli altissimi di transaminasi. Il test fu ripetuto e, dopo una biopsia, mi fu diagnosticato un tumore al fegato in stadio molto avanzato. Il tumore, in realtà, era di origine intestinale, un tumore neuroendocrino del retto, a cui si aggiunse anche un carcinoma della tiroide: un triplo tumore, quindi. La risposta del mio organismo a tutti i trattamenti fu talmente positiva che a soli otto mesi dal trapianto di fegato feci un viaggio in moto con gli amici, una passione a cui non ho voluto rinunciare, nemmeno dopo quello che ho passato’.

Stefania – tumore alla tiroide

Stefania Tozzini racconta in un diario dal titolo Cancro di segno e… di fatto il tumore alla tiroide che l’ha colpita a soli 23 anni, quando era già mamma di due gemelli di 18 mesi. Il giorno in cui le hanno diagnosticato il tumore lo racconta così: ‘Quel giorno, il 19 luglio, è stato da me soprannominato tumor day, e da allora ho sempre cercato di reagire positivamente, con il mio abituale sense of humor, che scherzando ho ribattezzato sense of tumor.

Storie di speranza e di coraggio, racconti di chi, con sorriso e determinazione, è riuscito a superare una tra le più dure gare ad ostacoli della vita.

(Fare) l’amore non ha età

Da giovani ci godiamo i piaceri fisici, consapevoli che sì, nonostante resteranno i sentimenti, il nostro corpo ci abbandonerà pian piano, diventerà meno attraente, a meno che non sia Demi Moore, e le fantastiche acrobazie vietate ai minori di sedici anni, non saranno più tanto fattibili. Errore. Un anziano su tre, intervistato per una ricerca condotta dall’Università di Manchester, dichiara infatti di essere ancora sessualmente attivo, nonostante abbia superato i settant’anni.

Complimenti, verrebbe da dire. E la curiosità cresce anche sul numero dei rapporti: due volte al mese, dichiarano i non più giovani intervistati. Il 54% di uomini e il 31% di donne over 70, ha infatti confermato come il corpo, non più come quello di un tempo, non possa ostacolare i momenti di piacere nella vita di una coppia.

Tanti stereotipi, tabù e pregiudizi circondano la sessualità in tarda età, ma lo studio condotto dal ricercatore David Lee, mira a restituire un po’ di leggerezza alle gioiose pratiche, tipiche di ogni relazione, che sia recente o datata. Sì perché nell’amore c’è la felicità e il miglior vettore a disposizione è il nostro corpo, che sì, acciacchi vari a parte, si presta ancora bene a un po’ di sano piacere fisico con il partner. E se ve lo state chiedendo, vi anticipo: no, il desiderio sessuale non si spegne con l’età. A diminuirlo possono essere altri fattori, come la perdita del proprio compagno di vita.

Nessuna pudicizia in questo studio, pubblicato sulla rivista tedesca Archives of Sexual Behaviour: meno del 3% si è rifiutato di rispondere alle domande poste, per timidezza o riservatezza.

Finché c’è vita c’è speranza, recitava Marco Tullio Cicerone, dunque godiamoci le gioie che vogliamo, fino a quando vogliamo.