martedì, 8 Aprile 2025

Salute

Home Salute Pagina 82
Notizie sulla salute, sugli stili di vita, scoperte mediche, farmaci, diete, fitness

Le cinque donne più anziane del mondo (FOTO)

Credits photo: nydailynews.com

È possibile vivere oltre 100 anni? Gli esperti, oggi, risponderebbero subito positivamente. Questo, però, non è quanto si affermava due secoli fa, quando la prospettiva di vita delle persone non superava i 60 anni. Eppure le cinque donne, che vi stiamo presentare, hanno superato il centenario, senza sottoporsi a terapie o abitudini alimentari restrittive. La loro longevità, che ha dato loro l’opportunità di attraversare ben tre secoli, sarebbe stato semplicemente il frutto della casualità.

Dalla fine dell’800 ai giorni nostri, in aree differenti del mondo, queste donne sono passate attraverso le due guerre mondiali e le crisi economico e politico-sociali, hanno visto lo sbarco del primo uomo sulla luna e la tragedia del Titanic, e hanno scritto su pezzi di carta sgualcita e vecchie macchine da scrivere, diventando oggi la testimonianza più grande che la storia ci abbia lasciato.

Misao Okawa

Credits photo: generazioneweb.net
Credits photo: generazioneweb.net

La più anziana Misao Okawa, nata ad Osaka in Giappone, vive in una comunità di pensionati, dove si concede il lusso del sushi almeno una volta a settimana. Come ha rivelato al Telegraph, per vivere a lungo bisogna “mangiare, dormire e imparare a rilassarsi”. Tutti, uomini e donne, hanno bisogno di dormire 8 ore; ma il suo consiglio non è affatto facile da mettere in pratica in una società dinamica come la nostra.

Gertrude Weaker

Credits photo: nydailynews.com
Credits photo: nydailynews.com

La 116enne Gertrude Weaker, invece, nata in Arkansas, ha un’opinione differente. Per lei vale il motto “Hakuna matata”, o meglio “Take it easy”. La donna più anziana d’America ha infatti affermato ai microfoni del “Camden News”: “Devi seguire Dio e non nessun altro. Sii obbediente e segui le leggi e non ti preoccupare su nulla. L’ho seguito per tanti anni e non mi sono stancata”. Davvero un’ottima filosofia di vita.

Talley

JERALEAN-TALLEY-facebook

Nella vita di Talley, 115 anni, d’altra parte, quel che conta di più sono le relazioni. Cresciuta nel Michigan, dove è rimasta sposata 52 anni, prima che suo marito morisse, non ha mai voluto rinunciare all’amore. Lei vive con sua figlia e ama giocare con i nipoti di lontane generazioni. Inoltre, annualmente, si concede una gita per andare a pesca, il suo hobby. Per Talley ciò che conta è riuscire sempre a fare per gli altri ciò che vorrebbe che loro facessero per lei. Un valore che ormai appartiene a pochi, che siano uomini o donne.

Mushatt Jones

time.com
time.com

Ma non è finita qui. Mushatt Jones da New York, ama fare colazione con chicchi d’avena, uova strappazzate e bacon ogni giorno. Di certo, non abbiamo di fronte il ritratto della salute, ma una donna che, anche a 115 anni, ha voglia di indossare lingerie particolari. Come afferma alla rivista Time, “Non puoi mai diventare troppo anziana per indossare cose fantasiose”. Chissà che ne penseranno le altre donne.

Emma Morano Martinuzzi

Credits photo: nydailynews.com
Credits photo: nydailynews.com

E infine, c’è lei, un’italiana. Si chiama Emma Morano-Martinuzzi ed è nata nel novembre 1899. Oggi ha 115 anni di vita alle spalle, ma se c’è una cosa che lei può vantare ancora di più, è quella di aver mantenuto costanti le sue abitudini. Tra tutte, quelle di mangiare un uovo crudo e uno cucinato quotidianamente, fare una cena leggera e bere un bicchiere di latte. In più, a differenza di gran parte dell’umanità, non va mai a dormire oltre le sette di sera e poco prima delle 6 si alza carica e in forma. Incredibile.

Gli effetti del sesso sul cervello

Credits photo: bioit.it

Per chi aspetta con entusiasmo le scene di sesso di 50 sfumature di grigio e sceglie l’intimo e il regalo per San Valentino, è giunto il momento di sottoporsi alla prova del “9”. Quanto ne sapete sul sesso? A tal proposito, una ricerca del Time ha individuato alcuni effetti che questo rapporto intimo provoca sul cervello, dimostrando che il sesso agisce sulle cortecce cerebrali come una droga.

A quanto pare sarebbero otto per il momento, ma secondo quanto affermato da Barry R. Komisaruk, docente di psicologia alla Rutgers University di Newark in New Jersey, Usa la ricerca in questo campo è ancora in fase di sviluppo. Aggiunge: gli scienziati stanno però iniziando a svelare il mistero.

E mentre la scienza continua a cercare risposte, per ora gli studiosi hanno attribuito al sesso un’azione calmante, antidepressiva e antidolorifica. Scopriamo insieme perché.

Il sesso come droga

Secondo gli studi di Timothy Fong, docente di psichiatria alla ‘David Geffen School of Medicine’ dell’Università della California di Los Angeles, il sesso agisce sulle stesse regioni cerebrali, in cui troverebbero terreno fertile tante droghe insieme ad altre sostanze. Infatti il neurotrasmettitore rilasciato, conosciuto come dopamina, e che genera la sensazione di piacere è lo stesso che provoca la dipendenza da sostanze stupefacenti. Komisaruk specifica inoltre che “anche caffeina, nicotina e cioccolato accendono la ‘centrale cerebrale’ della gratificazione”.

Il sesso può essere un antidepressivo

Secondo uno studio realizzato dall’Università americana di Albany, fare sesso senza preservativo diminuirebbe i sintomi depressivi. Si tratta solo di un’ipotesi per il momento, ma pare che le sostanze che si trovano nel liquido seminale, come estrogeni e prostaglandine, abbiano proprietà antidepressive. Questo però non deve far pensare che sia un bene non proteggersi: malattie sessualmente trasmesse e gravidanze indesiderate, non valgono un po’ di buon umore in più.

Il sesso è anche un depressivo

Il rovescio della medaglia per chi stesse già pensando di buttare via il condom è che il sesso a volte può deprimere. La depressione post sesso, o in linguaggio tecnico disforia postcoitale, è dimostrata da uno studio scientifico, durante il quale un terzo delle partecipanti ha dichiarato di sentirsi triste dopo il rapporto. A quanto pare però non esistono dati certificati. Si può parlare dunque di reale effetto o semplice insoddisfazione? La parola passa agli esperti per le successive indagini.

Il sesso come “medicina” contro il dolore

“Amore, ho mal di testa. Ho bisogno di dormire”: una scusa che molte donne non potranno più utilizzare per non far sesso. Ricercatori tedeschi hanno infatti provato che in condizioni di dolore fisico, come quello provocato dall’emicrania o dalla cefalea a grappolo, il sesso aiuta a alleviare il dolore. Non solo. Beverly Whipple, docente della Rutgers University attribuisce all’ossitocina, l’ormone delle coccole, la capacità di aumentare la soglia del dolore. Dunque, la stimolazione del punto G ha davvero un effetto benefico.

Il sesso azzera la memoria momentaneamente

L’amnesia globale transitoria, ovvero l’improvvisa e temporanea perdita dei ricordi, è un fenomeno che ogni anno si verifica su sette persone su 100 mila. Questa è generata da un rapporto sessuale particolarmente intenso, che fa tabula rasa sul cervello da pochi minuti sino a poche ore. In questo arco di tempo è impossibile ripescare ricordi o immagazzinarne di nuovi. Il dato positivo è che i casi sono ancora pochi. Per quanto attive le coppie siano al giorno d’oggi, sanno ancora dominare i loro istinti.

Il sesso può migliorare la memoria

Alcuni studi hanno dimostrato però che fare sesso può anche migliorare la memoria. Ricordate il detto “una mela al giorno toglie il medico di torno?” Secondo una ricerca condotta su dei roditori in laboratorio che si sono accoppiati tra loro, una volta al giorno per 14 giorni consecutivi, fare sesso quotidianamente ha aumentato il numero di neuroni nell’ippocampo e quindi la memoria.

Il risultato non è però stato ancora verificato sull’uomo.

Il sesso è un calmante

Sempre un esperimento sui ratti ha dimostrato che fare sesso costantemente aiuta a rilassarsi. In questo caso, la controprova sugli esseri umani c’è già stata ed ha avuto esito positivo. Se siete sotto stress, mettete da parte i problemi e lasciatevi coccolare. Dopo, avrete una visione molto più chiara e meno catastrofica.

Il sesso provoca sonnolenza

Siete stanche degli uomini che crollano dopo una notte di sesso? Purtroppo non c’è rimedio. Gli esperti collegano questo effetto sonnolenza all’eiaculazione sulla corteccia prefrontale, che pare si spenga dopo aver raggiunto l’apice del piacere. Altre cause potrebbero essere il rilascio di ossitocina e serotonina. Una cosa è certa: il vostro uomo si è addormentato soddisfatto.

Riposo: di quante ore abbiamo bisogno?

Credit: www.giornalettismo.com

Una vecchia regola dice che per sentirsi riposati basta dormire otto ore a notte. In realtà, non conta quante ore dormiamo perchè a ciascuna età corrisponde un tipo di riposo diverso. Le nanne dei neonati e dei bambini sono nettamente più ‘importanti’ rispetto alle persone over 60. I primi arrivano a dormire fino a 19 ore al giorno, gli altri, invece, in appena cinque ore a notte si svegliano freschi come una rosa.

A definire il bisogno di sonno in modo scientifico ci ha pensato la National Sleep Foundation, un ente no profit che negli Stati Uniti si occupa della promozione del sonno nell’ambito di un corretto stile di vita. Scopriamo insieme cosa ha scoperto.

Neonati 0-3 mesi

Nei primi mesi di vita durante il sonno vengono rilasciati gli ormoni della crescita fondamentali per lo sviluppo fisico. Per questo motivo si raccomandano dalle 14 alle 17 ore di sonno, ma ne sono sufficienti almeno 11. Sconsigliato è, invece, dormire al di sotto delle 11 ore.

Dai 4 agli 11 mesi

Dai quattro mesi in su i vostri bambini hanno ancora bisogno di tanto riposo per carburare. Molto spesso fanno brevi sonnellini durante la giornata per poi dormire 6 o 7 ore consecutive durante la notte. Idealmente hanno bisogno di riposare 15 ore al giorno, talvolta, dormirne almeno 10 è corretto.

1-2 anni

Sonno raccomandato dalle 11 alle 14 ore; appropriato dalle 9-10 ore e fino alle 15-16; non raccomandato meno di 9 ore o più di 16.

3-5 anni

In questa fascia di età i bambini hanno ancora bisogno di 10 a 13 ore di sonno, e assolutamente non meno di otto. In caso contrario, possono sviluppare problemi comportamentali: uno studio della University College di Londra ha scoperto che i bambini che non hanno ottenuto la quantità raccomandata di sonno potrebbe avere difficoltà emotive e problemi a relazionarsi con i loro compagni di scuola.

6-13 anni

Il sonno dei bambini durante l’età scolare è fondamentale perchè sviluppa la loro intelligenza. Per questo motivo è sconsigliato loro dormire sotto le 7 ore.

14-17 anni

Gli adolescenti non sono pigri e scontrosi solo per il gusto di farlo. Il loro malumore spesso dipende dalle poche ore di sonno: è necessario che dormano dalle 8 alle 10 ore.

18-25 anni

Questa fascia d’età è la più divertente: i giovani si scatenano tra serate in discoteca e feste con gli amici. In questa fascia d’età sono necessarie dalle 7 alle 9 ore di sonno altrimenti c’è un rischio per tutti i maschietti: ci sono studi che dimostrano che non dormire abbastanza possa ridurre il numero di spermatozoi di un uomo fino a un terzo.

26-64 anni

Famiglia e lavoro sono solo alcuni tra i principali motivi di stress e di una conseguente carenza di sonno. I troppo pensieri e le preoccupazioni della vita di tutti i giorni ci portano a dormire sempre meno; ecco perchè sono consigliate almeno 7 ore di sonno.

Dai 65 anni in poi

Tutte le persone anziane sono abituate a fare il sonnellino pomeridiano: dormono di giorno, ma riposano meno la notte. Riuscire a regolarizzare le ore di sonno previene, in questa fascia d’età, molte malattie, tra cui demenza, ictus e infarto.

Sentirsi in forma non è roba da tutti i giorni

Ogni mattina vi svegliate pieni di energie, in forma più che mai e pronti ad affrontare la lunga giornata che vi si para di fronte? Beh, si da il caso che siate gli unici, visto che la maggioranza delle persone ritiene di sentirsi bene solo al 61 per cento.

Secondo un recente studio effettuato in Inghilterra, infatti, sono esclusivamente gli abitanti di Southampton, Glasgow e Belfast quelli che hanno dichiarato di sentirsi effettivamente in salute (con percentuali, rispettivamente, del 67 per cento, 65 per cento e 65 per cento). Quelli che risiedono a Cardiff e a Liverpool, invece, sono risultati quelli che si sentono peggio, con percentuali del 54 e del 57 per cento.

La stragrande maggioranza dei Britannici (circa il 90%) ha peraltro ammesso di mentire nel dire di stare bene, mentre soltanto uno su trenta ha affermato di sentirsi in forze al 100 per cento al momento del sondaggio. Inoltre, la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di aspettare quasi due settimane prima di rivolgersi a un medico specialista.

Il sondaggio, condotto dalla LloydsPharmacy, ha messo in luce che solo il 30 per cento dei soggetti in esame di fronte a un malessere prende come prima cosa appuntamento dal proprio medico di base; il 18 per cento, invece, fa ricerche sul web. E solo il 6% si reca direttamente in farmacia. In più, il 5 per certo di coloro di età compresa tra i 25 e i 34 anni finiscono in Pronto Soccorso ogni due settimane.

In media, dunque, si aspettano almeno 11 giorni prima di rivolgersi a uno specialista, che sia per un disturbo allo stomaco o al petto (dunque anche per quanto riguarda le malattie cardiovascolari). Eppure temporeggiare di fronte a cattivi sintomi può essere rischioso. Stando ai risultati della ricerca, anche gli asmatici attendono 9 giorni prima di chiedere aiuto a fronte di episodi di rantoli – che potrebbero essere il principio di un attacco d’asma. Ma qual è la ragione per cui si aspetta tanto? Stando a quanto riportato, la preoccupazione di far perdere tempo prezioso agli altri.