sabato, 11 Gennaio 2025

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Notizie di attualità sul mondo degli animali, diritti e doveri per chi possiede un animale domestico, storie sugli amici a quattro zampe

Gatti vs. alberi di Natale, un connubio fatale (FOTO)

Il conto alla rovescia per questo Natale 2014 è ormai cominciato da un po’, bene o male da quando abbiamo accuratamente decorato il nostro amato albero. Palline, festoni, stelline, puntale: non manca proprio niente. Niente che possa distogliere il nostro gatto dal credere che quel benedetto albero sia lì se non per suo personalissimo godimento.

Tra arrampicate degne dei migliori alpinisti a vere e proprie soste all’interno del nostro sudato albero di Natale, i gatti – si sa – non lasceranno scampo a qualsiasi abbellimento possiamo aver disposto per la casa. Sembra quasi che il clima natalizio risvegli nei nostri amati amici felini un’irrefrenabile vena distruttrice, che tocca i picchi massimi soprattutto quando a qualcosa ci abbiamo lavorato per ore ed ore con minuzia estrema. I guai risultanti? Guardare per credere.

E, per quanto navigando sul web sia possibile imbattersi in innumerevoli tutorial di varia natura che vorrebbero ingenuamente darci suggerimenti utili a tenere il nostro micio alla larga dal nostro albero indifeso, molte volte finiamo comunque con l’intenerirci di fronte al buffo spettacolo che ne esce fuori: quasi ci divertisse di più lasciargli sfasciare tutto prima della Vigilia!

Al proprio micio, del resto, si perdona tutto: nessun’altra creatura è altrettanto capace di farci sbellicare in casi in cui, al contrario, dovremmo strapparci i capelli dalla disperazione. Non ci resta che gustarci pandoro e panettone, allora, mentre il nostro amico a quattro zampe si divertirà a impersonare Godzilla sui rami del nostro povero alberello. Senza dimenticare l’allerta “presepe”: qualcuno salvi Gesù Bambino, se può.

Gli animali Disney contro il commercio di pellicce (FOTO)

Credit photo: www.movieforkids.it

Furry Tale Gone Bad” è il titolo della nuova raccolta di immagini realizzata dall’artista mediorientale Saint Hoax con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico contro il commercio di pellicce.

Il destino degli animali cosiddetti “da pelliccia” è assolutamente crudele: vengono allevati in pessime condizioni – tenuti in gabbia, dove non riescono nemmeno a muoversi, o al freddo, perchè solo così il pelo può diventare più folto – e spesso arrivano a preferire l’automutilazione piuttosto che continuare una vita che in fondo vita proprio non è.
E se non sono loro stessi ad uccidersi, la morte li aspetta comunque. Per ottenere la pelliccia, infatti, vengono usate delle barre metalliche che, collegate ad una batteria per automobili, paralizzano gli animali per poi scuoiarli.

Fortunatamente, ogni anno, sono sempre di più le petizioni e le campagne che cercano di difendere i diritti degli animali. E questa campagna ne è un esempio: non sono mai abbastanza i modi per dire no alla violenza, di qualunque forma essa sia.

Per questa campagna “Furry Tale Gone Bad“, Saint Hoax ha realizzato alcune immagini che raffigurano i famosi animali dei cartoni Disney. Ma non come siamo abituati a vederli. Simba, Timon, Bambi e altri sono rappresentati con il faccino triste e molto abbattuto, quasi sanguinanti. Tutto questo perchè sono vittime di violenze di chi vuole fare di loro delle banali pellicce. I piccoli cuccioli sono disegnati scuoiati, seviziati e senza il loro bel manto.

Sotto ad ogni foto c’è una scritta: “Animals are beaten, electrocuted or even skinned alive for their fur. Boycott fur” ovvero “Gli animali vengono picchiati, fulminati o anche scuoiati vivi per la loro pelliccia. Boicotta le pellicce“. La scritta è molto forte e dovrebbe servire a fermare un’industria che è terza per portata mondiale, dietro a quella illegale della droga e delle armi.

E non è la prima volta che l’artista mediorientale utilizza i personaggi dei cartoni Disney come oggetti per le sue campagne di sensibilizzazione: già lo aveva fatto in “Princest Diaries” contro le violenze sessuali sui minori e in “Happy Never After” contro gli abusi sulle donne.

Natale con Grumpy Cat (VIDEO)

“Grumpy Cat’s Worst Christmas Eve”, questo il titolo del primo lungometraggio dedicato al gatto più famoso del web, che gli americani hanno potuto vedere sul piccolo schermo il 29 novembre. Non tutti sanno che il micio brontolone in realtà è una femmina e si chiama Tardar Sauce: è nata il 4 aprile 2012, e vive a Morristown, in Arizona (Usa), con Tabatha Bundesen.

Per l’occasione della messa in onda, Grumpy Cat è stata doppiata dall’attrice comica Aubrey Plaza, famosa tra il pubblico statunitense grazie alla sua partecipazione nella seguitissima serie Parks and Recreation. Grumpy Cat è una vera e propria diva: apparsa online per caso sul sito Reddit, con foto che la ritraevano con il muso sempre arrabbiato, in breve tempo è diventata famosissima sul web, raccogliendo una serie di parodie sulla sua pagina ufficiale di Facebook, fino alla beneficenza e alla pubblicazione di un libro.

L’ultima tappa è il film per famiglie trasmesso in televisione il 29 novembre, che è stato accolto molto bene dai suoi fan più accaniti. Realizzare la pellicola è stato possibile grazie allo staff di Grumpy Cat: il manager Ben Lashes, Tabatha, ex cameriera, si è presa un congedo dal lavoro per gestire il programma di Tardar, e il fratello Bryan ne cura la parte social.

Grumpy Cat non ha problemi di tipo neurologico: la sua espressone accigliata non è frutto di photoshop, come molti hanno creduto per molto tempo, ma è un raro caso di nanismo felino, di cui anche suo fratello Pokey ne è affetto. Un’altra particolarità: ha una zampetta più corta che la fa sculettare quando cammina. Nonostante il nome, Tardar è una gatta gioiosa, mentre suo fratello, al contrario, è quello scontroso.

Il suo è un marchio di fabbrica che frutta milioni di dollari: T-Shirts a suo nome, bevande, libri e gadget. Friskies l’ha perfino assunta per uno spot, pagandole un volo in prima classe. Ma Grumpy Cat non preferisce la vita lussuosa, in realtà si accontenta di una scatoletta di tonno e di una torta al caffè da Starbuck’s (anche se non è un cibo adatto per il suo stomaco).

Il padrone parla, il cane lo ascolta e capisce (VIDEO)

Quante volte vedendo un cane non si resiste alla tentazione di accarezzargli il muso e fargli le coccole? La reazione dell’animale è istintiva: scodinzola e sembra capisca cosa gli si sta dicendo. Non è solo una sensazione. Lo studio svolto all’Università di Sussex da un gruppo di esperti rivela ciò che il padrone ha sempre saputo: i cani sono in grado di capire il linguaggio umano.

Da ciò che emerge dalla ricerca pubblicata su Current Biology, il cane sa ascoltare e poi elaborare le parole pronunciate dal proprio padrone. Questo perché i neuroni canini reagiscono al linguaggio in una maniera molto simile ai neuroni umani, in quanto sanno riconoscere le parole e allo stesso tempo la modalità con la quale queste parole vengono rivolte. Ovviamente, il cane ne riconosce solo alcune. Anche nei cani avviene lo stesso processo: le stesse capacità linguistiche avvengono in due parti distinte del cervello.

“Anche se non possiamo dire quanto e in che modo i cani comprendano le informazioni contenute in un discorso,” spiega Victoria Ratcliffe dell’Università del Sussex nel Regno Unito, “dal nostro studio possiamo affermare che questi animali reagiscono ai dati sia verbali che di altro genere, e che queste componenti sembrano essere elaborate in diverse aree del cervello del cane”. In altre parole, se il padrone si trova alla destra e chiama il proprio animaletto, le parole accenderanno il suo emisfero sinistro facendo alzare l’orecchio corrispondente.

Per verificare cosa succede quando la voce del padrone arriva da due parti contemporaneamente, Ratcliffe, con l’aiuto di un altro psicologo, David Reby, hanno condotto un semplice esperimento. Dal video, si vede che il cane comunque gira la testa, come se il suo cervello favorisse un emisfero invece di un altro.

In un secondo esperimento, i due psicologi hanno provato a usare un sintetizzatore vocale per dare un ordine al cane. Quando l’animale ha sentito le parole prive di qualsiasi tono emozionale, ha girato la testa verso destra per dare un significato al messaggio. Pronunciando invece le parole in un altro tono emotivo, il cane ha girato la testa verso sinistra per decifrare l’emozione. Questo esperimento fa capire come anche il cervello dei cani sia diviso in due: non solo pongono attenzione su chi parla, ma cercano di decifrarne il significato.

“Questo studio rende ancora più evidente il fatto che i nostri cani ascoltano non soltanto in base a chi siamo e secondo quello che diciamo, ma anche a chi lo stiamo dicendo”, ha specificato Ratcliffe.