martedì, 7 Maggio 2024

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Notizie di attualità sul mondo degli animali, diritti e doveri per chi possiede un animale domestico, storie sugli amici a quattro zampe

Un ospedale in Canada ha aperto le visite agli animali dei pazienti gravemente malati (FOTO)

Credit: www.boredpanda.com

L’ospedale Juravinski ad Ontario, in Canada ha appena dato il via all’ingresso degli animali domestici all’interno delle stanze dove i paziente gravemente ammalati sono ricoverati.
Il programma in questione si chiama Zachary’s Paws for Healing (Le zampe di Zachary per la guarigione) ed è stato creato da Donna Jenkins, dopo che il nipote Zachary – per l’appunto – affetto dal Linfoma di Hodgkin, aveva dimostrato di giovare della compagnia del suo cane, durante il brutto momento della malattia.

Zachary aveva richiesto espressamente alla zia la possibilità di vedere il suo cane Chase, mentre era impossibilitato dal letto dell’ospedale. La Jenknis non ha potuto non rispondere al desiderio del nipote e così ha introdotto il cane di nascosto all’interno delle mura ospedaliere con la speranza di vederne un giovamento per il giovane. E così è stato, almeno fino a che la malattia non ha avuto la meglio.
Quando, però, si è dovuto scrivere il destino dell’ammalato in maniera irreversibile, ecco spuntare l’ultimo desiderio da parte di Zachary che altro non ha voluto se non l’introduzione ufficiale del programma anche per il resto dei pazienti.
Così la prima visita ufficiale è avvenuta il 15 Settembre 2015, con il conseguente mantenimento della promessa fatta.

In più è stato dimostrato che alla visita dei loro piccoli figlioletti pelosi, i ricoverati miglioravano le funzioni vitali, il senso d’isolamento cominciava a svanire, tornavano a comunicare regolarmente e in più ritrovavano un motivo più che valido per provare a guarire e a tornare a casa da chi amavano con tutto il cuore.

Il programma prevede delle visite settimanali di un’ora, il lavaggio completo del cane prima dell’ingresso in ospedale e il mantenimento nei pressi del proprietario, senza che possano disturbare altri malati.

Tigri in aumento: si tratta della prima volta dopo cent’anni

credits: http://www.lifegate.it

Finalmente una buona ed inaspettata notizia: la popolazione delle tigri allo stato brado è in aumento.
Stando ai dati emersi dall’ultimo censimento, elaborato dal WWF e dal Global Tiger Forum, si tratterebbe della prima volta in cento anni. Lo studio infatti ha affermato che il numero delle tigri è cresciuto, negli ultimi sei anni, di ben 780 esemplari e che le tigri oggi sarebbero 3800, contro le 3200 del 2010.

Si tratta di dati sorprendenti ed incoraggianti poichè dimostrano che le misure di protezione e di conservazione, attuate da parte di vari Paesi, stanno dando i loro frutti.
Questa notizia ci dà grande speranza –dichiara Marco Lambertini, Direttore generale del WWF Internazionale – e ci mostra che possiamo salvare le specie e i loro habitat quando i governi, le comunità locali e chi lavora nel campo della conservazione lavorano insieme“.

Tra gli stati impegnati in prima linea ci sono l’India (dove si conta più della metà di questi esemplari), la Russia, il Nepal e il Rhutan. L’India in particolare sta investendo nel turismo sostenibile all’interno delle riserve per le tigri, ad esempio con la costruzione di nuove strade e passaggi sopraelevati per aiutare gli animali a spostarsi, senza entrare in contatto con gli esseri umani.

Un contributo importante era stato fornito anche dall’attore Leonardo di Caprio. Attraverso la sua fondazione, la Leonardo DiCaprio Foundation, la celebrity americana aveva donato al Wwf 3 milioni di dollari, proprio per la tutela di questi animali.

Sembra dunque che l’obiettivo che si erano prefissati alcuni Paesi nel 2010, cioè quello di raggiungere un aumento della popolazione di questi grandi felini entro il 2022, si stia realizzando.
La strada però è ancora molto lunga. In Bangladesh, per esempio, le tigri sono diminuite drasticamente, in Cina e in Vietnam se ne contano pochissime, mentre in Cambogia non ne è sopravvissuta nemmeno una.

Tutti gli Stati dovrebbero cooperare e impegnarsi concretamente per la salvaguardia della natura e della biodiversità.
Come afferma Luke Dollar, coordinatore della Big Cats Initiative per la National Geographic Society “Salvando la natura, spesso salviamo noi stessi”.

Cani e gatti mai più in stiva

Credit: gawker.com

La compagnia di volo statunitense Delta ha stabilito che, dal mese di marzo, i cani ospitati sui propri aerei non saranno più trasportati in stiva ma viaggeranno direttamente in cabina coi loro padroni. Da dieci anni a questa parte, infatti, i casi di animali morti o scomparsi sono stati fin troppo ricorrenti, così la Delta ha pensato di porre rimedio a questo spiacevole problema. Il cambiamento, purtroppo, non contempla i cani di grossa taglia, i quali saranno però seguiti da specifico personale addetto alla loro sicurezza. Una decisione, quella della compagnia americana, che sposa appieno le esigenze dei padroni, nonché i diritti degli animali, e che forse porterà anche le società concorrenti ad allinearsi rispetto a questa prassi.

Con Delta, perciò, gli animali di piccola taglia potranno viaggiare in cabina con il passeggero (“carry on pet”); per tutti gli altri andrà richiesto il trasporto con Delta Cargo (“Ship your pet with Delta Cargo”), il quale presenta particolari standard e misure per il trasporto degli animali. Dal I marzo 2016, i pet non trasportabili in cabina andranno spediti come “merci” secondo questo sistema. “Molti alla Delta sono amanti degli animali, sappiamo che sono importanti membri delle famiglie – dice Bill Lentsch, senior vice president ed air customer service and cargo operations della società – Questo cambiamento assicurerà un servizio di alta qualità e di estrema affidabilità per gli animali domestici quando i loro proprietari sceglieranno di spedirli con Delta Cargo“.

Attualmente, quasi tutte le compagnie aeree permettono di trasportare animali, ma non c’è una regolamentazione univoca per l’accesso a bordo di cani e gatti di proprietà del passeggero. Ciascuna società di volo può decidere tipologia e dimensioni del trasportino e il totale degli animali ammessi in cabina, cosa che può causare non pochi problemi: per esempio, Alitalia qualche tempo fa fu condannata per avere negato a un passeggero l’imbarco del cane, visto che il volo era in realtà gestito dalla AirOne, che non ammette animali a bordo.

Gli animali di taglia media o grande, in genere, sono ospitati nella stiva pressurizzata con gabbie rinforzate, e il trasportino deve per legge permettere all’animale di star comodo, di potersi girare e accucciare, deve consentirgli di respirare, deve essere robusto e impermeabile e può avere sul fondo un telo o del tessuto assorbente.
L’animale non ha obbligo di indossare il guinzaglio né la museruola, che non vanno lasciati dentro il trasportino. Attenzione, però, a certe compagnie, che non lasciano imbarcare cani sedati e cani e gatti brachicefali (quelli cioè dal muso schiacciato), i quali per respirare devono avere più spazio a loro disposizione.

Va comunque considerato che non tutte le società di volo accettano ogni tipologia di animale: per ragni, pappagalli, serpenti e iguana, quindi, è meglio informarsi sulla normativa interna prima di comprare il biglietto aereo.

Per quanto riguarda i voli Alitalia, gli animali fino a 10 kg, gabbia inclusa, possono essere ospitati in in cabina, ma quelli che pesano di più vanno sistemati in stiva. Ciascun velivolo può accogliere fino a un massimo di due animali e una volta arrivati in aeroporto è sufficiente fare il check-in e aspettare che l’amico peloso venga preso in custodia dagli addetti della compagnia.

Sui voli dell’Air Transat sono ammessi soltanto cani e gatti e solo per il trasporto in stiva, fatti salvi i cani da guida: se questi ultimi presentano regolare certificazione e viaggiano con un/a disabile, possono tranquillamente accedere alla cabina passeggeri. Il posto per l’amico a quattro zampe in stiva va prenotato entro 72 ore prima della partenza, al prezzo di 275 dollari ciascuno, somma a cui si devono aggiungere 30 dollari di tasse per l’ispezione veterinaria obbligatoria dell’Agriculture Canada. Ancora, gli animali vanno posizionati all’interno di una gabbia che rispetti il regolamento IATA, con nome dell’animale esposto, e questa deve essere grande abbastanza da permettergli di stare in piedi con le zampe distese, di voltarsi e stendersi.

Sui voli Lufthansa, cani e gatti sono accettati in cabina all’interno della gabbietta (di dimensioni massime di 55 x 40 x 23 cm) e il peso di animale e trasportino non deve superare gli 8 kg. Gli animali di grossa taglia, invece, vengono sistemati in posti appositi in un’area climatizzata della stiva merci, mentre i cani guida che accompagnano non vedenti e non udenti vengono ammessi gratuitamente in cabina, previa comunicazione.

Sugli aerei della EasyJet, invece, non sono ammessi animali; cani guida o da accompagnamento possono viaggiare ma solo su voli specifici. Tutt’altra la politica dell’Air Canada: “La nostra policy, valida su tutte le rotte nel mondo e relativa al trasporto di animali vivi sia in cabina che in stiva, resta invariata. Continuiamo a offrire questo servizio su tutta la nostra rete di oltre 202 destinazioni e su tutti i voli. Nessuna restrizione anche per il tipo di animale da trasportare è prevista al momento“, dice Umberto Solimeno, direttore della sezione italiana dell’Air Canada.

Prima di ogni partenza, poi, bisogna sempre ricordarsi di procurarsi il kit necessario dell’animale in viaggio: passaporto canino con vaccinazione antirabbica, ciotole per acqua e cibo, giochi e tessuti assorbenti.

Gli unicorni esistevano, lo dicono gli scienziati (FOTO)

photo credits: knowledge

Amanti di unicorni, incantesimi e regno del fantasy, è arrivato il vostro riscatto: gli unicorni sono davvero esistiti e ad affermarlo non è il creatore dei My Little Ponies, ma un gruppo di scienziati armati di prove tangibili.

Una squadra di ricercatori dell’Università di Tomsk, in collaborazione con lo scienziato russo Andrei Shpansky, ha condotto alcuni studi su dei reperti fossili ed il risultato di queste ricerche è stato divulgato sull’America Journal of Applied Sciences.

Gli studi condotti da questi ricercatori, hanno rivelato l’esistenza di una specie animale che popolava la terra ventinovemila anni fa, con le caratteristiche fisiche molto simili a quelle di un cavallo e di un rinoceronte.
La specie in questione è denominata unicorno siberiano, mentre il nome scientifico è: Elasmotherium sibiricum e fino a poco tempo fa si pensava fosse una specie estinta da più di trecentocinquantamila anni.

Le ricerche condotte ultimamente, invece, hanno portato alla scoperta di un fossile più recente in Kazakistan. Il reperto in questione dimostra un’eventuale estinzione degli unicorni, avvenuta in tempi più recenti. Sembrerebbe, infatti, che il fossile abbia ventinovemila anni.

Secondo la rivista statunitense Forbes, questa specie animale sarebbe migrata a sud-ovest della Siberia, in Kazakistan appunto, adattandosi ai cambiamenti climatici e sopravvivendo più di quanto si potesse immaginare. Dimostrando una grande forza fisica ed una significativa capacità di adattamento.

Analizzando i reperti fossili rinvenuti durante alcune ricerche, le dimensioni dell’ elasmotherium sibiricum non lasciano immaginare un pony dalla coda piena di glitter, dipinta nei colori dell’arcobaleno. Piuttosto, si pensa ad un animale alto quattro metri e mezzo e del peso di quasi cinque tonnellate.

Insomma, non esattamente l’animale fantastico che abbiamo sempre sognato di possedere da bambini. Tuttavia, chi dice che gli unicorni si siano davvero estinti?